Il voto e noi
Ringraziamo tutti i
colleghi che hanno permesso il voto dei cittadini italiani residenti
all'estero aggiungendo anche questo importantissimo compito a quelli già
gravosi che svolgono quotidianamente. E' stata una prova decisiva della
centralità del Ministero degli Affari Esteri e un ulteriore esempio,
questa volta sul piano della democrazia e dei diritti, di quanto sia
necessario per il Paese disporre di una rete all'estero efficiente.
Per la prima volta
anche noi dipendenti del MAE abbiamo potuto votare e potremo partecipare
anche al prossimo referendum sulle modifiche alla Costituzione. Votare è
un nostro diritto per cui ci siamo battuti nelle sedi istituzionali
insieme ad altre due sigle sindacali, sollecitando anche l'intervento dei
parlamentari più attenti al problema. A suo tempo siamo stati criticati
perché i nostri voti all'estero sarebbero stati inutili. Oggi i fatti ci
danno ragione. Resta la necessità che il prossimo Parlamento preveda una
disciplina normativa definitiva sul nostro voto, perciò è necessario che
il prossimo Ministro degli Affari Esteri, chiunque sarà, si impegni ad
affrontare la questione.
Dove va il 5
per mille?
Da quest'anno anche
noi, come da tempo avviene in paesi di cultura anglosassone, possiamo
indicare nella Dichiarazione dei redditi a chi destinare il 5 per mille
delle nostre tasse per finalità sociali e per la ricerca scientifica. Fra
gli enti che è possibile indicare figurano i comuni, le università,
alcune organizzazioni meritorie e prestigiosi centri di ricerca. Soldi
pubblici che vanno a istituzioni pubbliche.
In questi casi il
nostro 5 per mille può aiutare a recuperare almeno una parte dei fondi che
sono stati tagliati negli ultimi anni. Di molte altre organizzazioni
autorizzate formalmente a percepire i nostri soldi (in tutto sono ben
29165) poco è dato sapere. Ci dovrebbe essere un controllo pubblico sugli
enti privati che ricevono il denaro. Essere "autorizzati" di per
sé non garantisce nulla. Informiamoci bene prima di scegliere.
E' più buono il
caffè?
Il prezzo della tazzina
di caffè "made in mae" è aumentato del 10%. Il valore del cibo della
mensa è rimasto a Euro 4,60. I conti non tornano: negli altri Ministeri il
buono pasto è a 7,00 Euro. L'Amministrazione nel silenzio delle altre
OOSS continua a non intervenire. Noi non abbiamo dato il nostro consenso
agli aumenti dei prezzi nei bar interni e non vorremmo che così si volesse
compensare il mancato aumento della mensa.
Intanto, vi sembra che
il caffè sia cambiato? Una facile previsione: senza il buono pasto
non cambierà neanche la mensa. |