Contrattazione Nazionale del 20 gennaio 2004

Privatizzazione dei Beni Culturali: 
si parte dal museo Egizio di Torino.

I lavoratori del Museo cambiano contratto di lavoro.

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 -Richiesta dei tavoli separati da parte di CGIL e CISL

La contrattazione nazionale è stata dominata, nella sua prima fase, dalla richiesta di CGIL e CISL di tavoli separati. Queste OO.SS. hanno formalizzato la richiesta all’Amministrazione con una lettera di poche righe senza esplicitarne le motivazioni.

La RdB ha criticato fortemente questo modo di procedere, che ricorda una prassi con la quale si prendono delle posizioni con la precisa volontà di non assumersi alcuna responsabilità e che determinerebbe un’enorme ritardo nelle contrattazioni nazionali provocando tra l’altro  un fortissimo rallentamento nei pagamenti ai lavoratori e nella trattativa sul nuovo CCIM.

 

- FUA 2004

E’ stato consegnato il prospetto di ripartizione che ricalca in gran parte quello del 2003 rinviandone la discussione ad una prossima riunione.

 

- Museo Egizio, costituzione della Fondazione e contratto di lavoro dei dipendenti.

L’elemento grave di questa contrattazione è venuto dall’informazione, portata al tavolo dal Prof. Proietti, sulla situazione riguardante le decisioni che il Ministero, in accordo con gli altri membri della Fondazione del Museo Egizio, vorrebbero prendere riguardo al contratto di lavoro dei dipendenti di quel Museo che diventerebbe quello della Federcultura con l’opportunità, o il miraggio, per le qualifiche tecniche  elevate, di un cospicuo aumento di stipendio (la contropartita di questo possibile aumento di stipendio è, diciamo noi, un contratto precario e con meno diritti ).

Le  informazioni date sulla privatizzazione del Museo Egizio sono gravissime soprattutto per l’aspetto riguardante la sorte dei lavoratori dei Beni Culturali considerato che questo percorso è esattamente quello tracciato nel regolamento attuativo ex art.33 della finanziaria 2002 che la RdB, in totale solitudine aveva denunciato già dal settembre 2002, evidenziando proprio il pericolo della precarizzazione del rapporto di lavoro e lo svuotamento del ruolo delle OO.SS..

 

I peggiori contenuti di quel regolamento stanno per diventare realtà ed è quindi necessario rilanciare la lotta alla privatizzazione anche perché la privatizzazione del Museo Egizio rappresenterà il modello da seguire per la privatizzazione dei B.C. a livello nazionale.

Una privatizzazione che contiene in se oltre il gravissimo elemento della precarizzazione del rapporto di lavoro l’altrettanto grave aspetto politico della negazione del ruolo dell’organizzazione sindacale, ruolo riconosciuto  dalle leggi dello stato, che si vuole far diventare, semplice testimone di queste trasformazioni ed al quale, come recita lo statuto di questa Fondazione, semplicemente comunicare le decisioni prese. Riguardo alle opzioni sull’utilizzo dei lavoratori è previsto l’assenso degli interessati, ma quale forza contrattuale possono esprimere i singoli lavoratori rispetto alle proposte dei datori di lavoro?

La RdB/PI Beni Culturali rilancia quindi con forza la battaglia contro la privatizzazione ed alla luce dei nuovi e gravissimi elementi politici denunciati attiverà la Federazione Nazionale RdB/CUB per contrastare un disegno che mira allo svuotamento del ruolo delle rappresentanze dei lavoratori.

La RdB ha richiesto all’Amministrazione l’apertura immediata di un tavolo di contrattazione sul Museo Egizio.

-         Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma

L’amministrazione aveva preannunciato un’informativa sulla situazione alla B.U.A. che è stata poi rinviata, anche se questa O.S  aveva richiesto di trattarla, ad una successiva contrattazione che si dovrebbe svolgere il 28 gennaio 2004. 

Roma 22 gen. 04

 

p/Coordinamento Nazionale Beni Culturali

RdB/PI

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Santin Veniero