Notiziario n.34

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SOMMARIO
  1. La RdB proclama lo stato d’agitazione nazionale dei precari nei Beni Culturali con assemblee, scioperi locali, manifestazioni;
  2. Sciopero precari beni culturali di Firenze per il 2 maggio;
  3. Il primo maggio non si lavora!
  4. Commissione paritetica per l’ordinamento nei Ministeri.

1.       La RdB proclama lo stato d’agitazione nazionale dei precari dei beni culturali

Rilanciamo l’iniziativa per l’assunzione definitiva dei precari

NO alle aperture straordinarie del 1°maggio

Sciopero dei precari a Firenze

domenica 2 maggio

Sono anni, quattro, cinque, sei, in alcuni casi anche dodici, che il Ministero Beni e Attività Culturali utilizza poco più di duemila precari.  Il loro futuro è precario come il loro contratto di lavoro.

Dopo tanti anni, invece di vedere all’orizzonte qualche prospettiva, sembrano allontanarsi le possibilità d’assunzione grazie all’introduzione di una normativa sempre più favorevole a forme di contratti precari, sempre più flessibili e con meno diritti e garanzie.

L’introduzione nel contesto produttivo di lavoratori precari altamente ricattabili ricade negativamente anche sul personale a tempo indeterminato. Infatti i precari sono spesso costretti ad accettare ritmi e carichi di lavoro, permettendo ai dirigenti la creazione di pericolose dinamiche di competizione tra lavoratori.
All’elogio della modernità dei nuovi lavori, che si consuma quotidianamente sui media, si contrappone l’esistenza precaria di migliaia di lavoratori che, in assenza di una qualsiasi forma di stabilità, non sono in grado di progettare alcunché della propria vita.

E' cosa nota la volontà del ministro Urbani di privatizzare i musei (e si cominciano a vedere i primi effetti, Fondazioni e Nuovo Codice); un progetto che il governo sta realizzando e che lancia inquietanti ombre sul futuro del nostro patrimonio artistico e culturale e, di conseguenza, dei lavoratori, primi tra tutti i precari, i quali hanno visto, in questi ultimi anni, naufragare tutte le promesse diffuse ad arte sulla loro stabilizzazione.

Alle tante rassicurazioni del ministro Urbani, seguite dalle chiacchiere altrettanto rassicuranti di Cgil, Cisl, Uil, abbiamo visto realizzarsi solo la proroga di un anno del contratto di lavoro che scadrà il prossimo 31 dicembre.

Così il Ministro pensa di poter fare le nozze con i fichi secchi e annuncia, con toni trionfalistici, le aperture straordinarie dei musei, a dir la verità, ridotte alla apertura al pubblico dei monumenti nella storica giornata del primo maggio, occasione di propaganda per il Ministero, puntualmente sostenuta dai sindacati concertativi, utile a dimostrare la “straordinaria” offerta culturale italiana destinata al pubblico visitatore. Tra l’altro si firmano, con l’occasione, (ad eccezione della RdB) gli accordi per l’introduzione di figure atipiche nei beni culturali come i “volontari del servizio civile” utilizzati in attività lavorative a 400 euro mensili!

Contro tutto questo la RdB proclama lo stato d’agitazione nazionale dei Musei, Gallerie, aree archeologiche, biblioteche e archivi ed invita i lavoratori a non  aderire al progetto d’apertura previsto per il 1° maggio.

Giornata del 1° maggio che invece la RdB propone di festeggiare con la mobilitazione, partecipando alla grande manifestazione nazionale di Milano “Contro il precariato”.

Per la RdB (che non ha mai firmato i progetti straordinari) è inaccettabile la scelta del Ministero, avallata dai sindacati concertativi firmatari dell’accordo, di annullare la storica giornata del 1° maggio giustificandola con argomenti a favore dell’utenza, spingendo parte del personale a fornire una prestazione straordinaria per un giorno senza neanche il diritto al riposo compensativo!!

Inoltre va sottolineato come, ogni anno, la firma a questi progetti viene sovente utilizzata come contropartita dai sindacati Cgil, Cisl, Uil per ottenere (o dire di aver ottenuto) delle cose favorevoli per i lavoratori: puntualmente però fanno marcia indietro e firmano gli accordi senza ottenere nulla in cambio!!

La vertenza dei precari ne è l’esempio più clamoroso: sembrava fossero partiti, anni or sono, con intenzioni “bellicose” ed ogni volta la sacrificano per “senso di responsabilità”!!

LA RdB INVECE PROSEGUE  COERENTEMENTE NELLA  BATTAGLIA PER I DIRITTI E PER L’ASSUNZIONE DEFINITIVA organizzando una serie di iniziative, assemblee, manifestazioni, scioperi articolati sul territorio per giungere ad un grande sciopero generale dei precari per fine maggio!!


2.        Sciopero dei precari dei Beni Culturali di Firenze.

MUSEI CHIUSI A FIRENZE DOMENICA 2 MAGGIO

La RdB proclama lo sciopero per l’intera giornata dei precari del Polo Museale Fiorentino.

Sarà un week end “nero” per la cultura a Firenze i prossimi sabato e domenica 1 e 2 maggio. Infatti  i lavoratori precari dei Musei statali, in servizio presso il Polo Museale Fiorentino, incroceranno le braccia per l’intera giornata di domenica e annunciano di non aderire alle aperture straordinarie di Musei, Gallerie e aree archeologiche previste per il 1° maggio.

I motivi della protesta consistono nella richiesta di assunzione a tempo indeterminato dei precari, addetti tecnici alla vigilanza e assistenti tecnici museali, utilizzati dal Ministero Beni e Attività Culturali e che attualmente lavorano con contratto a tempo determinato con scadenza fino al 31 dicembre di quest’anno.

Senza di loro gran parte dei musei statali, gallerie, aree archeologiche chiuderebbero al pubblico o sarebbero  costretti a ridurre drasticamente gli orari di apertura. Infatti dopo il 31 dicembre 2004, scaduto il contratto dei 2200 lavoratori precari, si verificherà la chiusura totale o parziale dei più prestigiosi monumenti nazionali quali gli Uffizi, Pompei, la Galleria Borghese, il Foro Romano, il Colosseo.

Il Ministro Urbani da un lato ha più volte dichiarato di essere favorevole alla stabilizzazione dei lavoratori precari, dall' altro, in realtà,  si è impegnato a realizzare quello che lo interessava veramente: privatizzare i Musei e svendere il Patrimonio Storico Artistico.  Il nuovo Codice, che entrerà in vigore proprio il primo maggio, sancisce questo processo attraverso una visione mercantile dei beni culturali che ormai si potranno alienare o affidare alle fondazioni di gestione.

 I Sindacati concertativi Cgil, Cisl, Uil in questi anni si sono affannati a dire che non bisognava disturbare il Ministro con stati di agitazione e scioperi e che, infine, avrebbe vinto la loro linea, la concertazione, creando anche delle aspettative tra il personale precario. Oggi la loro credibilità è scesa notevolmente perché i lavoratori hanno constatato l’ambiguità di chi “predica bene e razzola male”, firmando accordi sul volontariato, per esempio, che puntano a sostituire i lavoratori con figure atipiche o che incentivano la precarietà come i contratti d’inserimento o, ancora, favorendo l’applicazione della Legge 30 nel Pubblico Impiego.

Lo sciopero del 2 maggio a Firenze è solo l’inizio di un percorso di lotta che deve sancire una volta per tutte la definitiva assunzione dei nostri precari nei ruoli del Ministero Beni e Attività Culturali. Sono in programma una manifestazione a Roma sotto al Ministero per incontrare il Ministro e, ancora, ulteriori azioni di sciopero articolate nel territorio.

SE NON ORA, QUANDO?


3. Il Primo Maggio non si lavora!

La Prima Giornata del Maggio è sempre una scadenza di conflitto, di rivendicazioni, di libertà, di far festa.
La Prima Giornata del Maggio è stata difesa da ogni tentativo di cancellarla con la forza e oggi la difendiamo dai tentativi di svuotarla, di mummificarla, di farne una “messa cantata” alla concertazione e ai sindacati istituzionali CGIL-CISL-UIL, di farne una giornata da passare al lavoro, magari in un Museo.
La Prima Giornata del Maggio è da sempre il giorno della solidarietà mondiale tra i lavoratori, contro ogni “chiamata alle armi”, contro ogni guerra.

Oggi gridiamo ancora: fuori dalla guerra, fuori dall’IRAQ,  Subito!
La Prima Giornata del Maggio è nata per mostrare a tutti la forza e l’entusiasmo di chi lotta per i propri diritti e per una vita libera dalle miserie. Più di un secolo fa, la prima volta, si chiedevano le otto ore al giorno di lavoro, perchè si lavorava dall’alba al tramonto, in una condizione di semischiavitù, oggi ci ritroviamo nella stessa condizione.
Dopo anni di attacchi ai diritti, di leggi e di accordi governo-sindacati sui redditi e sulla flessibilità, siamo sommersi di contratti capestro, intermittenti, interinali, a progetto, a coppia, a termine,...quando si lavora si passano le ore sotto ricatto, quando non si lavora si passano le ore a cercare il prossimo ricattatore.
Dopo anni senza Scala Mobile, senza veri aumenti contrattuali, senza più il diritto alla casa e affitti equi, siamo sommersi da debiti e mutui e arrivare a fine mese è un problema per tutti; avere un solo stipendio non basta più e in tanti, chi può, passa le giornate tra secondi e tripli lavori. Assurdo!!
                       Precari i Loro Lavori, Precarie Le Nostre Vite
Vecchi e nuovi padroni, con i vari governi di centrosinistra e di destra, con Leggi Treu e Leggi 30, con accordi con i sindacati concertativi CGIL-CISL-UIL, hanno ridotto il 1° maggio a un giorno di sfruttamento come e peggio di tutti gli altri.

Nei Beni Culturali vengono sbandierate festose le aperture straordinarie di Musei, Gallerie, Aree archeologiche, anche grazie all’utilizzo massiccio di precari.  La giornata di lavoro non prevede neanche il riposo compensativo.
Che tutti sappiano che la misura è stracolma e che intendiamo riconquistare Diritti, Dignità e Reddito per tutti,  precari e non.
Per questo la RdB non ha firmato l’accordo sull’apertura straordinaria del 1° maggio nei Beni Culturali e invita i lavoratori a non aderire al progetto, chiamandoli invece per quella giornata alla grande manifestazione nazionale prevista a Milano.


   
1° maggio 2004  EURO MAYDAY PARADE

MANIFESTAZIONE NAZIONALE
MILANO - Piazza XXIV Maggio - Ore 15.30

Domenica 2 maggio sciopero a Firenze dei lavoratori precari del Polo Museale. E’ prevista una manifestazione in mattinata.


4. COMMISSIONE PARITETICA PER L’ORDINAMENTO NEI MINISTERI. SISTEMA EFFICACE O COMPATIBILITA’ ECONOMICA

Questa mattina si è consumata presso l’Aran la seconda puntata dei lavori della Commissione Paritetica per l’ordinamento professionale nel comparto ministeri.

L’Aran ha esordito chiedendo agli altri sindacati di esprimersi in merito alla proposta avanzata dalla RdB la scorsa volta sulla necessità di chiudere bene e in fretta i lavori della Commissione e recepirli in un accordo immediatamente esigibile. Le altre sigle si sono espresse per la piena condivisione della proposta RdB.

L’ordine del giorno prevedeva la discussione sull’accesso dall’esterno nel nuovo modello di ordinamento professionale, tenendo a mente le modifiche apportate nei contratti Agenzie Fiscali e Presidenza del Consiglio.

Inevitabilmente si è discusso dell’impianto complessivo del sistema classificatorio e altrettanto inevitabilmente abbiamo fatto emergere l’incongruenza delle tre aree che a questo punto diventano soltanto barriere “insormontabili” per i passaggi di livello. La RdB ha ipotizzato un’unica area di inquadramento professionale che consenta la progressione di carriera agganciata all’esperienza professionale.

Le altre sigle presenti al tavolo non hanno proposto alcunché di risolutivo per la drammatica situazione delle riqualificazioni in atto nel comparto, anzi in molti hanno proposto l’introduzione di una ulteriore area.

Quando l’Aran ha introdotto il concetto delle compatibilità economiche e di come, quindi, qualsiasi soluzione trovata debba essere a costo zero, la sola delegazione RdB è insorta accusando l’Aran di voler rendere inefficace qualsiasi soluzione.

E’ infatti assurdo continuare a parlare di costo zero quando le Amministrazioni hanno portato a casa l’utilizzo flessibile dei propri dipendenti già con il contratto 1998-2001, disinteressandosi completamente dei passaggi di livello (peraltro insufficienti) previsti e finanziati con i soldi degli stessi lavoratori.

Se la proposta di un nuovo ordinamento professionale deve essere solo volta ad ottenere la massima flessibilità nell’impiego dei lavoratori senza alcun riconoscimento della maggiore professionalità acquisita e con i costi tutti a carico del personale, la proposta della RdB non può che essere un ritorno al vecchio sistema dei profili professionali “rigidi” in cui al lavoratore vengono attribuiti le mansioni proprie del profilo per il quale è pagato, mansioni alle quali si dovrà attenere senza alcuna possibilità da parte delle Amministrazioni di richiedere prestazioni superiori o inferiori alla qualifica stipendiale del dipendente.

L’alternativa per noi non può che essere un maggiore investimento del governo nella pubblica amministrazione, una sua riqualificazione e il riconoscimento della dignità dei suoi dipendenti.

L’Aran ha registrato la proposta della RdB e ha invitato le altre organizzazioni sindacali a rifletterci su, dando appuntamento per la prossima riunione di giovedì 29 aprile con all’ordine del giorno le progressioni di carriera nel nuovo sistema classificatorio.

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