Notiziario n. 35

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 SOMMARIO

1)  Stato della contrattazione nazionale sul Contratto Integrativo di Ministero. Contrattazione nazionale del 18 maggio 2004.

2) Precari: la RdB spiana la strada per il full time dell’orario  agli Atm.  

3) Nulla di fatto per le aperture straordinarie.


1) Stato della contrattazione nazionale sul C.I.M. 

E’ iniziata e prosegue con grande difficoltà, anche a causa dei tavoli separati richiesti da CGIL e CISL, la trattativa nazionale sul nuovo C. I. M.

A tutt’oggi la trattativa ha riguardato i primi due titoli del contratto e quindi i primi dieci articoli.

L’art.1 - campo di applicazione che definisce il personale a cui si applica il CIM che ha visto l’inserimento della figura dei dipendenti che “prestano servizio presso altre strutture pubbliche o soggetti privati, nelle more dell’eventuale provvedimento definitivo di trasferimento”. Tale norma che viene fatta passare come tutela dei lavoratori utilizzati da terzi in realtà rappresenta un’ulteriore ufficializzazione del processo di privatizzazione che interesserà un numero di lavoratori destinato ad aumentare.

Tale concetto è altresì ribadito all’art.2 che tratta della decorrenza di questo contratto che potrà essere rivisto “ogni qualvolta si attuino processi di decentramento e/o trasferimento di funzioni ad altri soggetti, che coinvolgano il personale”.

Gli articoli 3,4,5,6,7,8,9,10 riguardanti le Relazioni Sindacali hanno visto da parte dell’Amministrazione, con il consenso di tute le altre OO.SS., la creazione del tavolo di contrattazione regionale che avrebbe tra le sue competenze “i criteri generali di distribuzione del personale fra gli istituti dipendenti” (leggi mobilità). A quel tavolo l’Amministrazione sarà rappresentata dal Soprintendente Regionale e la parte Sindacale dai Rappresentanti Territoriali delle OO.SS. firmatarie del  CCNL.

La RdB si è opposta alla creazione di questa nuova sessione negoziale per tre ordini di motivi:

1-      la spinta alla regionalizzazione della contrattazione su un tema così delicato come la gestione e la conseguente mobilità del personale rappresenta una ulteriore accellerazione del processo di devoluzione che frammenta la realtà lavorativa nel localismo, dove gli equilibri politici e sindacali presenti in una regione potranno determinare un diverso indirizzo nella distribuzione del personale e quindi della conseguente mobilità.

2-      Il tavolo di contrattazione Regionale svuota ulteriormente di contenuti il tavolo locale in quanto attraverso la definizione dei criteri di distribuzione del personale effettuata dal Tavolo Regionale, secondo il nuovo modello di relazioni sindacali, interviene pesantemente sull’organizzazione del lavoro a livello di singolo istituto.

3-      Sul Tavolo Regionale non vengono rappresentate le strutture sindacali a nostro avviso più democratiche in quanto elette direttamente dai lavoratori e cioè le RSU. A tale proposito la RdB nel caso che l’istituzione del tavolo di Contrattazione Regionale fosse approvata ha comunque richiesto che le RSU degli istituti interessati siano rappresentate, su quel tavolo negoziale, come titolari di contrattazione, attraverso un Coordinamento delle RSU, garantendo così anche quei lavoratori non iscritti o comunque che non si sentono rappresentati dai burocrati dei sindacati concertativi.


 

2) PRECARI

La RdB spiana la strada al full time dell’orario per gli ATM.

Soluzione positiva per gli ATM fiorentini: ora tocca a tutti gli ATM a livello nazionale.

 

Il giorno dello sciopero generale dei pubblici dipendenti, lo scorso 21 maggio, una delegazione della RdB insieme ad un nutrito gruppo di precari (giubilari e Atm) ha incontrato in tarda mattinata il Segretario Generale reggente prof. Proietti. Nell’incontro, pacato e cordiale, si è parlato del prolungamento dell’orario per gli Atm ed in particolare per quelli fiorentini, di assunzione del personale precario, di Fondazioni e privatizzazione. I lavoratori precari presenti hanno interloquito con il prof. Proietti ponendo anche questioni di carattere locale.

Sul prolungamento dell’orario al 100% per gli  Atm l’incontro è servito  a definire le modalità, per ora relative al Polo Museale di Firenze, di un aumento dell’orario al 100% attraverso l’utilizzo di fondi locali escludendo l’applicazione di contratti atipici aggiuntivi al regolare (e approvato al tavolo nazionale) 50%. E’ chiaramente una soluzione temporanea e locale che apre la strada all’ipotesi di prolungamento dell’orario per tutti i lavoratori Atm  a livello nazionale.

La RdB ha criticato qualunque ipotesi di applicazione di contratti ultraflessibili che porterebbero solo ad una ulteriore  frammentazione delle situazioni già esistenti, sostenendo invece il percorso dell’unitarietà dei diritti.

Sulla stabilizzazione per i 2200 circa precari dei Beni Culturali le notizie hanno solo confermato quello che la  RdB già sapeva. Presso la Funzione Pubblica doveva essere istituito un Tavolo Tecnico Interministeriale, auspicato tempo fa anche dal ministro Urbani, che però non ha mai iniziato i lavori. La prima riunione c’è stata il giorno prima del nostro incontro al ministero e non ha prodotto alcunché.

Il nostro obiettivo è di giungere alla definitiva assunzione di tutti i precari dei beni culturali, quindi abbiamo dichiarato che proseguiremo, dopo il riuscitissimo sciopero del 2 maggio a Firenze, con una serie di iniziative, locali e nazionali, e una serie di incontri istituzionali, perché le risposte sulla vertenza precari sono ancora troppo vaghe.

Sulle Fondazioni e le privatizzazioni ovviamente il Segretario Generale ha frenato, cercando di tranquillizzarci ma spiegando anche che ormai il percorso è delineato, aggiungendo che nelle Fondazioni gli organismi pubblici (enti locali e ministero) sono presenti e nessun privato potrebbe comprarsi un museo, perché ci perderebbe tra spese e guadagni. La RdB sa bene che la posta in gioco non è la vendita del Colosseo o degli Uffizi, ma  quello che sancisce il nuovo Codice dei beni culturali, ossia l’affidamento a terzi di quelli che vengono definiti i gioielli di famiglia e, conseguentemente, la possibilità di trasformare i contratti dei dipendenti, con tutto quello che ne deriva in termini di mobilità, esuberi di personale, frammentazione dei lavoratori, restrizioni di garanzie e diritti sindacali ecc.


3) Nulla di fatto per le aperture straordinarie. La politica dei beni culturali sempre più allo sbando.

 

Nella riunione del 24 maggio, convocata in tutta fretta, l’amministrazione voleva siglare i progetti sulle aperture straordinarie: la RdB non si è presentata al tavolo. Cgil, Cisl e Uil non hanno sottoscritto.

Saltano i progetti di apertura straordinaria, una vetrina che nasconde le gravi carenze del settore come la carenza d’organico, il precariato, la restrizione di fondi ecc.

La RdB propone l’abolizione dei progetti straordinari e la stabilizzazione del salario accessorio in busta paga, per tutti, senza criteri di merito e di produttività.

 


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