MANIFESTO IN DIFESA DEI BENI CULTURALI

S.O.S. ARCHIVI E BIBLIOTECHE

Documento
formato .pdf compresso

Scarica il software necessario: Winzip
(1,2 MB)
Acrobat reader
(8,4 MB

Il taglio dei fondi da parte del Governo mette in ginocchio i Beni Culturali: rischio chiusura e allarme per i lavoratori.

Siamo al collasso per il settore degli Archivi e delle Biblioteche. Il Governo continua inesorabile a tagliare i fondi: “ Tagli ai fondi, musei in bolletta” riportava in prima pagina La Repubblica del 13 ottobre 2003. E ancora “Vento di crisi nei musei italiani a causa dei tagli imposti dal Tesoro. A due anni e mezzo dall’insediamento ai Beni Culturali del ministro Urbani, Soprintendenze, archivi e biblioteche non sanno più come arrivare a fine  mese”.

La situazione è aggravata dalla nuova Riforma del Ministero, approvata dal Consiglio dei Ministri, che ha cancellato il dipartimento riservato agli Archivi e alle Biblioteche le cui direzioni sono state accorpate nel dipartimento delle antichità, le belle arti e il paesaggio.

In questo contesto di forte ridimensionamento degli archivi e delle biblioteche, in cui vengono tagliati anche quei fondi necessari a garantire lo svolgimento delle pulizie o il pagamento delle bollette, in data 3 luglio 2003 è stato sottoscritto un accordo tra Amministrazione e OO. SS.  (CGIL–CISL–UIL–FLP–UNSA esclusa la sola RdB) con il quale viene disciplinata per l’anno in corso la materia delle turnazioni del personale. Questo accordo recita che “la contrattazione nazionale assegna a ciascun Istituto un budget di Sede, corrispondente a quello assegnato per l’anno 2000, per la remunerazione delle posizioni di lavoro al personale impiegato nelle turnazioni”  quindi “la contrattazione decentrata di Istituto determinerà le modalità con cui organizzare le turnazioni tenuto conto del budget assegnato”.

Con l’accordo del 3 luglio 2003 vengono tagliate le indennità di turnazione che sforano il budget di sede assegnato e si stabilisce che i lavoratori debbano comunque garantire l’orario di servizio senza pretendere in cambio la retribuzione prevista dal contratto.

Nel corso degli anni  ci siamo abituati alle varie nefandezze sindacali imposteci da CGIL, CISL, UIL- come l’ultimo contratto nazionale che segna un ulteriore pesante attacco al potere d’acquisto delle nostre retribuzioni, mai cadute così in basso - ma francamente sottoscrivere un accordo in cui si pretende che i lavoratori garantiscano comunque la propria prestazione lavorativa senza alcun compenso economico non è degno di una organizzazione sindacale, neanche la più corporativa. Questo è stato uno dei motivi determinanti che hanno costretto alle dimissioni dalla RSU dell’Archivio Centrale dello Stato di Roma - in accordo con i propri elettori – due delegati sindacali eletti nelle liste della RdB, avendo constatato che gli altri delegati eletti nella RSU, facenti riferimento alle sigle sindacali firmatarie di quell’accordo, usavano la RSU stessa, di concerto con l’Amministrazione, per convincere i lavoratori ad accettare il taglio delle indennità. Ai lavoratori è stato minacciato che sarebbe stata sospesa loro la remunerazione per i progetti di “apertura prolungata” e di “produttività ed efficienza” nel caso in cui si fosse arrivati alla chiusura pomeridiana dell’Istituto. Queste sono state le argomentazioni rese in assemblea dai rappresentanti territoriali della CISL e della UIL.

Una vergogna! Un vero e proprio ricatto! 

Siamo dunque di fronte a tre ordini di questioni:

  1. La riforma del ministero che smantella il dipartimento degli Archivi e Biblioteche;
  2. Il  drastico taglio dei fondi da parte del Governo con cui si rischia il vero e proprio collasso del settore e la conseguente chiusura di molti Istituti Statali;
  3. L’accordo del 3 luglio 2003 siglato da tutte le OO.SS. ad esclusione della RdB, utilizzato da Amministrazioni e sindacati concertativi per imporre ai lavoratori di garantire i servizi pomeridiani senza percepire in cambio alcuna retribuzione.

Non c’è più un minuto da perdere!

Facciamo appello a tutte le lavoratrici e ai lavoratori degli Archivi e delle Biblioteche affinché si costruisca in tutto il Paese una forte risposta dal basso in difesa dei nostri posti di lavoro, per ottenere il pagamento delle turnazioni prestate, per salvare l’immenso patrimonio culturale statale da una miope politica fatta di tagli e dismissioni del nostro patrimonio

Sarà necessario giungere ad una riunione nazionale: chiediamo ai lavoratori, anche singoli, ai delegati RSU di ogni Archivio e Biblioteca di aderire al presente appello -telefonando al contatto riportato in basso - e di dare la disponibilità per costruire una “rete nazionale di lavoratori e RSU in difesa dei beni culturali”

Facciamo circolare il presente appello nazionale in tutta Italia, presso tutti gli Archivi, le Biblioteche, i musei statali, gli organi di stampa, le Istituzioni, per arrivare al più presto ad uno o più momenti di mobilitazione, senza escludere lo sciopero nazionale del settore.

Roma, 14 ottobre 2003

I lavoratori dell’Archivio Centrale di Stato di Roma


Contatti: Maurizio, Roberto - Tel. 0654548490