BENI CULTURALI PER FARE CASSA

Il Governo prosegue sulla strada della privatizzazione

Passa il principio del silenzio assenso, viene istituita la Fondazione del Museo Egizio

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Si è detto molto in queste settimane circa la buona fede del ministro Urbani in riferimento alle sue intenzioni di preservare i beni culturali dalla  privatizzazione e del “super” ministro Tremonti scatenato nella logica mercantile di “svendita” dei beni dello Stato al fine di introitare soldi.

E’ un ragionamento che non ci convince. E i fatti -  ogni giorno di più – ci confermano quello che andiamo sostenendo da anni nei posti di lavoro, dove invece Cgil-Cisl-Uil continuano a  diffondere notizie al cloroformio ai lavoratori!!

Il “decretone” collegato alla Finanziaria del governo Berlusconi, approvato a colpi di fiducia, contiene, com’è noto, la formula del silenzio assenso che prevede il pronunciamento delle Soprintendenze regionali  entro 120 giorni per dichiarare l’interesse culturale o meno di un bene da porre sul mercato. E’ un provvedimento che il governo ha voluto a tutti i costi, alla faccia dello stesso ministro Urbani che, se fosse vero che non è d’accordo con questa linea, dimostrerebbe solo di essere completamente in ostaggio dei “falchi” governativi ovvero di non aver alcun potere nell’esecutivo.  

Ma le “chiacchiere stanno a zero” come suol dirsi, e i fatti ci dicono che una pericolosa formula,  indirizzata alla svendita  del patrimonio collettivo di rilievo artistico e culturale, è passata mentre erano in troppi a scommettere il contrario!!

Intanto viene approvato lo schema di Statuto della fondazione  del Museo Egizio di Torino, altro esempio di gestione privatistica dei beni culturali, progetto pilota per l’intero settore. Infatti l’intera gestione del museo passa alla Fondazione costituita da soggetti pubblici e privati come la Fondazione Crt e la Compagnia di San Paolo. 

La RdB P.I. conferma la propria opposizione a questa scellerata politica di selvaggia privatizzazione annunciando che ricorrerà alla mobilitazione dei lavoratori organizzando una giornata di protesta in difesa dei beni culturali, oggi più che mai in pericolo. Acquista pertanto ancora più valore la scadenza dello sciopero generale per l’intera giornata indetto il prossimo 7 novembre a cui chiamiamo i lavoratori dei beni culturali alla massima partecipazione.

Roma, 31 novembre 2003

                                                                                      p.RdB P.I. Beni Culturali

                                                                                               (Ciro Borrelli)