RIQUALIFICAZIONE? SI’, VERA E PER TUTTI!! |
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Non
è ancora del tutto passata la “sbornia riqualificazione” con la
compilazione dei moduli, i corsi di formazione, le tesine da compilare e
presentare, le circolari ministeriali che smentiscono precedenti circolari
ministeriali e quant’altro. Siamo infatti ancora ai corsi della sessione
malati, che si stanno svolgendo a Roma presso la Biblioteca Nazionale
Centrale, mentre in qualche posto di lavoro si stanno ultimando i corsi
cosiddetti pratici: crediamo si possa fare, comunque, un ragionamento
sereno sul processo di riqualificazione in corso nel Ministero beni e
attività culturali, alla luce delle gravi lacune di un accordo firmato
solo da alcuni sindacati e della confusione, disinformazione e
disorganizzazione, che, come spesso succede, vanno a gravare sulla pelle dei
lavoratori. Premesso
che è assolutamente comprensibile che i lavoratori si siano “gettati a
pesce” sull’unica possibilità di avanzamento
di carriera e di formazione del personale dopo decenni di “ingessatura”
professionale; dopo che, da
sempre, assistiamo al solito giochetto clientelare tra direttori, capi
ufficio e sindacati concertativi per spostare lavoratori da una stanza
all’altra, da un ufficio all’altro… da mansione ad altra mansione…;
dopo decenni di mansionismo non remunerato (quanto ha risparmiato
l’amministrazione dopo tanti anni in cui ha “sfruttato” i propri
lavoratori in mansioni superiori?): proviamo a spiegare alle colleghe e ai
colleghi perché la RdB, oggi come ieri, rivendica la giusta scelta della non
firma dell’accordo bidone sulla riqualificazione e propone un altro
modello non selettivo e meritocratico. UN
ACCORDO CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI E’
fin troppo facile per la RdB affermare “noi non lo abbiamo firmato” di
fronte al caos generato da un brutto accordo che divide i lavoratori e
nega le loro legittime aspettative!! Ma questo non risolve il problema.
Oggi sono in tanti, troppi i lavoratori scontenti, arrabbiati ma
anche disorientati con la percezione che “la cosa non va”. La RdB
Pubblico Impiego-Beni Culturali si impegna a portare anche nel Contratto
Integrativo – che si andrà a discutere tra breve – i punti riguardanti
l’ordinamento professionale, affermando che dopo un ventennio di
sfruttamento in mansioni superiori e dopo le riforme che hanno ridisegnato
il volto e le competenze della Pubblica Amministrazione, il riconoscimento
del giusto livello di inquadramento e la giusta remunerazione, ai livelli
europei, sia un atto dovuto. IL NOSTRO PUNTO DI VISTA Il ragionamento che la RdB
porta avanti sulla questione riqualificazione è il seguente. Dall’ultimo scatto di anzianità del personale sono
passati tanti
anni (troppi). Il mondo nel frattempo è
cambiato, sia sul piano politico che sul piano tecnologico. L’unica
cosa che non è cambiata è il nostro inquadramento professionale. Da tantissimi anni noi siamo inchiodati ad un inquadramento
economico che risulta completamente inadeguato rispetto alle nuove
realtà organizzative che hanno
comportato una riduzione del personale, una sua professionalizzazione spinta - sia sul piano
tecnologico che su quello della polifunzionalità – e l’introduzione di
metodologie di lavoro completamente diverse da quelle adottate
precedentemente. Oggi il lavoro è organizzato per processi, non più per
funzioni. Per questo motivo un dipendente, di qualsiasi livello sia,
spesso è obbligato a spaziare nella sua attività lavorativa, dalla
fotocopia all’atto con rilevanza esterna…Se questa realtà è vera, e
crediamo che non possa essere smentita, è anche vero che il personale
attualmente in servizio, garantisce il funzionamento di una macchina dove le
responsabilità divengono sempre più diffuse ed omogenee. Questa
è la chiave di volta della battaglia che stiamo conducendo da tempo,
e su cui invitiamo lavoratori e lavoratrici a confluire. In questo senso parliamo di mansioni
superiori. Non certo come fenomeno
soggettivo, di questo o quel collega che, magari con la compiacenza del
dirigente di turno è riuscito a farsele certificare, ma come fenomeno
oggettivo, che riguarda TUTTI. Il percorso scelto dall’amministrazione e da alcune sigle
sindacali per riqualificare il personale del ministero beni e attività
culturali, e cioè la strada del corso/concorso
selettivo in opposizione al
riconoscimento oggettivo della professionalità – nel senso sopra esposto
- è a nostro avviso errato. Quando si sceglie una strada
meritocratica (o parziale) si
costruiscono le basi per una separazione del personale. Ci sono momenti, è questo è uno di quelli, in cui gli
attacchi ai diritti di chi lavora sono più forti. In questi momenti la
risposta deve essere adeguata. Se l’accordo è inadeguato a risolvere i
problemi del diritto alla carriera, l’accordo va cambiato. Puntare oggi
sull’istituzione di
un’area unica di
inquadramento del personale è l’unica soluzione seriamente praticabile. In tal modo sarà possibile trasformare l’inquadramento
del personale in livelli retributivi superiori, in un riconoscimento
di un diritto incontestabile – nato sulla
base, come visto, dell’analisi dell’organizzazione del lavoro. Meno
livelli retributivi e livellati verso l’alto, sono la vera
rappresentazione della realtà organizzativa degli uffici. Noi vogliamo fare formazione, pretendiamo di fare
formazione, perché vogliamo dare ai cittadini un servizio pubblico sempre
migliore ma vogliamo che la maggiore professionalità
acquisita ci venga riconosciuta inequivocabilmente. Roma,
10 novembre 2003 |
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