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TFR e Fondi pensione Privati. Il fondo pensioni dei lavoratori dell’ex Banca Commerciale Italiana è sull’orlo del commissariamento.

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Nato nel lontano 1905, passato attraverso varie modifiche statutarie, il fondo è oggi in crisi perché non è in grado di garantire le prestazioni previste.

Sotto questo aspetto la vicenda Comit può comunque darci utili insegnamenti in vista del tentativo di scippo del tfr a favore dei fondi pensione..

La crisi del fondo dei dipendenti ex-Comit è dipesa da una gestione più attenta agli interessi della banca che a quelli dei lavoratori, in cui, naturalmente, sono coinvolti i membri del CdA, quattro dei quali sono rappresentanti di Cgil-Cisl-Uil e Fabi (sindacato autonomo dei bancari).

Nel caso della Comit è evidente come la volontà di favorire le politiche aziendali ha portato a scelte molto negative per il fondo pensione

Il fondo è stato utilizzato, nei primi anni ’90, per facilitare una politica di esodi incentivati.

Ecco la prima morale della vicenda: rappresentanti dei lavoratori nei CdA dei fondi pensione, espressione degli stessi sindacati che contrattano in categoria e in azienda assieme ai rappresentanti dell’azienda, rappresentano un clamoroso esempio di conflitto tra l’interesse del fondo e quello dell’impresa.

Un altro dato interessante è che anche la gestione del capitale (sotto il profilo degli investimenti) è stata deficitaria, con un eloquente –7% per l’anno 2002.

La gestione era ed è affidata a Nextra, società il cui nome suonerà non nuovo a chi ha seguito le vicende Parmalat.

I risparmi messi nei fondi pensione saranno amministrati e gestiti da società come queste.

Questa è la seconda morale: che sicurezza ci può essere che i fondi pensione saranno gestiti nell’interesse dei lavoratori?

Non solo i dati degli ultimi quattro anni dimostrano che i fondi di categoria hanno fatto molto peggio del TFR rivalutato a norma di legge, ma l’annuale studio di Mediobanca ha dimostrato, anche per l’anno 2003, che il risparmio gestito (attraverso i fondi di banche e assicurazioni) ha ottenuto risultati deludenti.

Tutto questo è persino ovvio e banale: le società di gestione del risparmio sono società private, che lucrano commissioni sulle transazioni finanziarie effettuate con i capitali che vengono loro affidati. Non c’è bisogno di spiegare oltre a chi andranno i profitti del TFR affidato e investito nei fondi pensione.

Per questo anche lo scandalo del fondo ex-Comit dimostra la correttezza dell’impostazione della CUB, che è contraria allo scippo del TFR e al tentativo di utilizzare i fondi pensione come ulteriore strumento per scardinare definitivamente il sistema pensionistico pubblico, l’unico in grado di garantire prestazioni di carattere universalistico, dignitose e sicure e la solidarietà tra le diverse generazioni.

Il saccheggio operato con il caricamento all’Inps di oneri impropri (pensioni sociali, integrazione al minimo, contributi per la CIG ecc), la rinuncia a perseguire l’evasione contributiva, il calo dei contributi per l’esplosione di contratti precari, sono i principali elementi di scelte politiche volte a mettere in ginocchio la previdenza pubblica.

Solo la difesa delle pensioni pubbliche può garantire un futuro dignitoso a lavoratori e pensionati.


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