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ottobre 2005 - Liberazione
Sei sigle del sindacalismo
di base hanno aperto ieri la stagione degli scioperi
autunnali. «Reddito per tutti e per tutte»
Roma, in piazza contro la
finanziaria
Fabio Sebastiani
«Contro la finanziaria di Tremonti lotta dura e senza sconti».
Le sei sigle del sindacalismo di base (Cub-Rdb, SinCobas, Sult,
Unicobas, Usi e Cnl) che ieri hanno aperto la stagione degli
scioperi autunnali possono dirsi soddisfatte. Anche se il
ministro Lunardi ha precettato tutto il comparto dei
trasporti, il black out dei mass-media il maltempo e il
traffico ritardato l'arrivo di diversi pullman, il grande
serpentone di gente che si è allungato per tutta via Cavour
urlando slogan molto duri contro governo, assicurazioni e
legge Bossi-Fini ha fatto la sua figura. Secondo gli
organizzatori il bilancio di fine giornata è di 80 mila
persone in piazza e più di un milione che hanno aderito allo
sciopero generale di otto ore.
«Una grande vittoria del
sindacalismo di base che lotta per rimettere i soldi in tasca
ai lavoratori e impedire lo scippo del Tfr», dice Pier Giorgio
Tiboni, coordinatore nazionale della Cub. «Dopo diversi anni -
ha commentato Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale delle
Rappresentanze di base - oggi è stata l'occasione per tornare
a organizzare una manifestazione unitaria del sindacalismo di
base».
Il primo sciopero «non
rituale» pone una priorità irrinunciabile: la redistribuzione
del reddito a favore di lavoratori, pensionati e precari. Era
scritto su molti striscioni, con la premessa: "la finanziaria
che vogliamo". Un corteo popolare, di gente vera che ha urlato
a squarciagola la propria rabbia contro chi vuole scippargli
il trattamento di fine rapporto, oppure metterli in mezzo a
una strada con uno sfratto esecutivo o, peggio ancora,
costringerli a un lavoro precario. «Berlusconi ha detto che
non ci metterà le mani in tasca. E ci credo - tuona Marco, da
Milano - per fare una rapina le mani bisogna metterle sulla
pistola altrimenti è furto con destrezza».
A Daniele, delegato Cub, le
"mani in tasca" gliele ha messe il capo del personale della
Marzotto lasciandoci una lettera di licenziamento. Sulla
vicenda delle delocalizzazioni il signor Daniele si è
impegnato un po' troppo e l'azienda ha pensato bene di
allontanarlo. La settimana prossima ci sarà la prima udienza
del ricorso. Grande striscione della Rdb-Università che dal
prossimo anno, grazie al titolo di sindacato rappresentativo,
potrà partecipare alle trattative contrattuali. «Ormai nel
mondo accademico più del quaranta per cento del personale si
trova con un contratto precario - dice Orazio Maccarone. Il
punto è che la lotta contro la precarietà andrebbe
generalizzata, ma i ricercatori fanno fatica ad uscire dalla
logica del percorso individuale». Per il coordinatore
nazionale della Cub scuola Cosimo Scarinzi il settore della
scuola «ha aderito in maniera consistente allo sciopero e alla
manifestazione». «Oltre a sostenere gli obiettivi generali -
sottolinea il sindacalista - i lavoratori della scuola
esprimono contrarietà alla riforma Moratti e ai contenuti
contrattuali che prevedono aumenti retributivi modesti in
cambio invece di consistenti tagli agli organici. Noi -
conclude Scarinzi - chiediamo l'immediata immissione in ruolo
dei precari e il ritiro, senza se e senza ma, della riforma».
Nel mirino del corteo non
solo il presidente del Consiglio con slogan tipo «Silvio
Berlusconi facci sognare parti volontario e non tornare», ma
anche il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, ritratto in
costume alla guida di una scavatrice. "Fermiamolo, le baracche
non sono di sinistra ma neanche le ruspe". E poi, "Cofferati,
siamo tutti lavavetri". Dal comune di Bologna a quello di
Roma, la protesta delle maestre di nidi e materne. «Il nostro
orario di lavoro è sottoposto a una flessibilità estrema, e
tutto per risparmiare sull'impiego delle supplenti. Risultato,
peggioramento del servizio».
Al corteo hanno partecipato
lavoratori provenienti da tutta Italia, con folti gruppi dalla
Sicilia, dalla Campania, dalla Liguria. Erano presenti inoltre
rappresentanti di tutti i settori, dai tessili al pubblico
impiego, dalla scuola ai metalmeccanici, con una forte
delegazione dei lavoratori Fiat di Cassino. «Alla nostra
chiamata - commenta Paolo Sabbatini, coordinatore del SinCobas
- il Paese ha risposto al di sopra delle nostre aspettative.
Nonostante il maltempo e nonostante sia stata negata la
protesta dei lavoratori dei trasporti, eravamo oltre
cinquantamila», tra i quali una delegazione di circa 150
lavoratori immigrati.
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ottobre 2005 - Il Manifesto
Sciopero «di base», in 50.000 a
Roma
Sciopero
generale e manifestazione nazionale, ieri, indetti dai
sindacati di base Cub-RdB, Unicobas, Sincobas, Sult, Cnl,
Usi-Ait. Contro la riforma previdenziale e lo «scippo del tfr»,
per il ripristino della scala mobile e l'abolizione della
legge 30
FRANCESCO PICCIONI
Non è
stato per niente facile, ma alla fine ci sono riusciti. Lo
sciopero generale nazionale dei sindacati di base - Cub-RdB,
Unicobas, Cnl, Sult, Usi-Ait, Sincobas - si è svolto
regolarmente e cinquantamila persone hanno manifestato a Roma.
Neppure la pioggia è riuscita a guastare troppo l'iniziativa.
L'iter, invece, era stato davvero travagliato. I media -
lamentano con ragione gli organizzatori - hanno steso un velo
di silenzio sulla scadenza. Anzi, quando tre giorni fa il
ministro Lunardi ha deciso la precettazione dei lavoratori nei
trasporti pubblici (autoferrotranvieri, ferrovie, aerei, ecc),
molte testate ne hanno tratto la conclusione che «lo sciopero
non c'era più». Le ultime due giornate sono così trascorse nel
frenetico rincorrere tutte le situazioni per «controinformare»
il più possibile e confermare la mobilitazione.
Si era verificato quanto temeva Pierpaolo Leonardi, uno dei
coordinatori nazionali della Cub: precettati i trasporti,
venivano meno le categorie «mediaticamente» più visibili
perché capaci di incidere sulla mobilità quotidiana di tutti i
cittadini. Alcune amministrazioni pubbliche, ci viene
riferito, avrebbero apertamente cavalcato la precettazione per
«avvertire» i dipendenti che lo sciopero era stato «revocato».
Ciò nonostante i sindacati di base dichiarano che più di un
milione di persone avrebbe incrociato ieri le braccia per le
canoniche otto ore.
Complicato anche arrivare a Roma per manifestare. Da Bologna
denunciano che le ferrovie avevano all'ultimo momento
cancellato un treno speciale (debitamente prenotato e pagato),
invitando gli aspiranti manifestanti ad arrangiarsi con le
corse normali (naturalmente già strapiene). Solo dopo un
acceso confronto con i dirigenti delle ferrovie venivano messi
a disposizione alcuni pullman con cui raggiungere la capitale.
Stesse disfunzioni vengono denunciate da altre località,
soprattutto del nord Italia. La riprova la si è avuta in
mattinata quando, a manifestazione partita, in zona stazione
Termini continuavano a formarsi gruppi di persone appena scese
dai treni in ritardo o dalla metropolitana dopo un viaggio in
pullman.
Il corteo si è andato così arricchendo di partecipazione mano
a mano che percorreva le strade, sotto una pioggia a tratti
anche intensa. Striscioni, cartelli e slogan erano incentrati
in prevalenza sulla questione del «trattamento di fine
rapporto» (il tfr, o la «liquidazione») e sull'impossibilità
di sopravvivere decentemente con gli attuali livelli salariali
(«A fine stipendio senza troppo mese»). Ma anche altri temi
sociali hanno trovato ampio spazio, come chi portava la
scritta «Contro Cofferati, siamo tutti lavavetri». Il sindaco
diessino di Bologna, solo tre anni fa nel cuore della folle, è
stato uno dei bersagli più citati: «Le baracche non sono di
sinistra, ma neanche le ruspe», a proposito della
giustificazione usata per abbattere alcuni campi nomadi.
Grande, comprensibilmente, la soddisfazione degli
organizzatori. Magari non saranno stati gli 80mila che citati
a un certo punto da Piergiorgio Tivoni, altro coordinatore
nazionale della Cub e figura storica del sindacalismo
milanese; ma di certo «è una grande vittoria del sindacalismo
di base che lotta per rimettere i soldi in tasca ai lavoratori
e impedire lo scippo del tfr».
La legge delega per la «riforma» del sistema previdenziale è
qui contestata senza mediazioni. Non interessa neppure la
differenza tra l'affidamento del tfr ai «fondi chiusi»
(gestiti da imprese e sindacati confederali) e polizze
assicurative individuali (come piacerebbero tanto al patron di
Mediolanum, casualmente anche presidente del consiglio).
«Governo, sindacati, banche e asscurazioni - ha detto Tiboni -
lottano per spartirsi la torta, mentre i lavoratori il loro
tfr se lo vogliono tenere». E in effetti i pochi sondaggi
condotti sull'argomento mostrano maggioranze schiaccianti a
favore del mantenimento della situazione attuale.
Silenzio completo sullo sciopero e la manifestazione anche dal
«palazzo» e dai partiti. Solo da Rifondazione di è alzata la
voce del senatore Gigi Malabarba - ex operaio dell'Alfa di
Arese e leader dello Slai-Cobas - a chiedere «una nuova scala
mobile». Critico anche lui verso lo «sciopericchio di Cgil,
Cisl e Uil tra un mese, con obiettivi generici e a finanziaria
già fatta». Un atteggiamento cauteloso (ma probabilmente anche
inefficace) che Malabarba accomuna al procedere del
centrosinistra «che punta sul logoramento di Berlusconi,
guardandosi bene dal costruire una mobilitazione si massa su
contenuti sociali». Quando i «grandi» stanno fermi, insomma, i
sindacati di base vanno a riempire il vuoto di iniziativa.
Perché le condizioni di vita, pare, sono tuttora più
importanti dei tatticismi politico-elettorali.
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ottobre 2005 - Il secolo XIX
A Roma 50 mila, sindacati
soddisfatti
Tfr, nella protesta contro la riforma
Liguria in prima fila
Roma. Basta alla precarietà, no
alla riforma del Tfr e impegno per il diritto al reddito e la
redistribuzione della ricchezza. Sono le ragioni dello
sciopero generale organizzato ieri dai sindacati di base che
ha portato in piazza a Roma, nonostante il maltempo, oltre 50
mila lavoratori. Nelle fabbriche, nelle scuole, negli uffici,
secondo le prime stime, circa il 15% dei
lavoratori, cioè oltre un milione, ha incrociato le braccia.
«Dopo diversi anni - ha commentato Pierpaolo Leonardi,
coordinatore nazionale del Cub - è stata l’occasione per
tornare a organizzare una manifestazione unitaria del
sindacalismo di base».
Alla protesta, in effetti, erano presenti tutte le sigle dei
sindacati di base, dall’Unicobas (presente nella scuola) alla
Sincobas (meccanici), dall’Usi-Ait al Cub, dal Sult e al Cnl.
Unica grande organizzazione assente è stata il Cobas, che
sembra invece aderirà alla protesta del 25 novembre
programmata dai sindacati confederali.
La riforma del Tfr, con un no forte ai fondi chiusi, è stato
il tema principe di oggi. Ma la protesta è nata soprattuto per
far sentire la voce del sindacalismo di base in tutti i temi
caldi del lavoro. «La manifestazione - chiarisce Leonardi -
testimonia la disponibilità ampia del settore a battersi sulle
questioni fondamentali del lavoro. Questioni che devono essere
messe al centro della politica».
Al corteo organizzato a Roma hanno partecipato lavoratori
provenienti da tutta Italia, con folti gruppi dalla Liguria
oltrechè da Sicilia e Campania. Erano presenti inoltre
rappresentanti di tutti i settori, dai tessili al pubblico
impiego, dalla scuola ai metalmeccanici, con una forte
delegazione dei lavoratori Fiat. «Alla nostra chiamata -
commenta Paolo Sabbatini, coordinatore del SinCobas - il Paese
ha risposto al di sopra delle nostre aspettative. Nonostante
sia stata negata la protesta dei lavoratori dei trasporti,
eravamo oltre cinquanta mila», tra i quali una delegazione di
circa 150 lavoratori immigrati.
Anche la partecipazione allo sciopero ha lasciato soddisfatte
le sigle del sindacalismo di base. Le prime stime parlano di
oltre un milione di lavoratori. Buona la percentuale dei
dipendenti della scuola che, secondo Stefano D’Errico,
segretario nazionale dell’Unicobas, hanno incrociato le
braccia. «E’ ancora presto per avere dati certi - spiega il
sindacalista - ma reputiamo che in tutto il Paese l’adesione
nei vari settori, che è stata capillare, è stata intorno al
15%, con punte del
40% in alcune aree metropolitane».
22
ottobre 2005 - Supereva news
Cub,
Sincobas, Sult, Cib-Unicobas, Usi e Cnl: ''80mila in corteo a
Roma''
Tfr, sindacati di base:
''Oltre un milione ha aderito allo sciopero''
Tiboni (Cub):
''E' una grande vittoria nella lotta per rimettere i soldi in
tasca ai lavoratori e impedire lo scippo del Tfr''
Roma - I sindacati di base
cantano vittoria. Allo sciopero di 8 ore proclamato da
Cub,
Sincobas, Sult, Cib-Unicobas, Usi e Cnl ha aderito oltre 1
milione di persone e in 80 mila sono scesi in piazza. ''E' una
grande vittoria del sindacalismo di base che lotta per
rimettere i soldi in tasca ai lavoratori e impedire lo scippo
del Tfr'', commenta Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale
Cub.
''Un grande corteo organizzato dalla
Cub e
dal sindacalismo di base - dice - ha riempito le vie di Roma.
Siamo partiti in 30-40mila anche a causa di tanti pullman
rimasti bloccati un po' in tutta Italia per arrivare alla fine
del percorso in almeno 80 mila''. Un corteo che ha visto
sfilare ''migliaia e migliaia di persone tra cui anche i
migranti, i marittimi della Corsica, gli studenti e molti
responsabili rsu della Cgil che dissentono dallo sciopericchio
proclamato dal loro sindacato e hanno manifestato oggi per
cambiare davvero rotta''.
''E' una grande vittoria del sindacalismo di base - ribadisce
Tiboni - che vede sempre maggiori adesioni da parte di masse
di lavoratori stanche di venir prese in giro. Malgrado il
black out di molti grandi media e malgrado la precettazione di
Lunardi che ha impedito di scioperare ai lavoratori dei
trasporti urbani, ferroviari e aerei l'adesione è stata
davvero ampia. E' evidente ormai che questa grande adesione
viene anche per tentare di impedire lo scippo del Tfr. Quello
dei lavoratori è un rifiuto netto. Mentre governo, sindacati,
banche e assicurazioni lottano per spartirsi la torta, i
lavoratori il loro Tfr se lo vogliono tenere e noi siamo gli
unici che chiediamo il ritiro del decreto''.
''Lo sciopero è riuscito perché vogliamo incidere sulle
politiche sociali ed economiche e ottenere risultati di
carattere generale. Questo non è stato uno sciopero rituale di
protesta - spiega ancora Tiboni - ma il momento culminante di
una mobilitazione costruita dal basso che rivendica un vero e
proprio programma di politica economica e sociale, totalmente
alternativo alle politiche liberiste, e che ha come parola
d'ordine la ridistribuzione del reddito a favore dei ceti
popolari. Ridistribuire il reddito a favore di lavoratori
pensionati e precari è la priorità''.
Per il sindacalismo di base, ''per rilanciare l'economia
italiana è necessario dunque prendere una direzione
completamente diversa, perché sono le politiche liberiste che
hanno reso precaria l'esistenza di milioni di persone molte
delle quali non solo non riescono ad arrivare alla quarta
settimana ma neanche alla terza. Per rimettere in piedi
l'economia non serve dare più soldi alle imprese come vuole
anche questa finanziaria ma ridistribuire il reddito per
rimettere in moto i consumi''.
22
ottobre 2005 - La Libertà
In
piazza contro la riforma del Tfr
Cinquantamila persone hanno aderito alla protesta dei
sindacati di base
di Antonella
Fantò
ROMA - «A fine stipendio avanza
troppo mese». Dietro a questo striscione hanno manifestato i
Sindacati di base, per protestare contro la politica economica
del governo e contro la riforma del TFR, il trattamento di
fine rapporto, oggetto in questi giorni delle accuse del
presidente del Consiglio.
Secondo gli organizzatori erano in 50.000 a sfilare per le
strade di Roma, pacificamente, da Piazza della Repubblica fino
a Piazza Navona. Gli slogan più urlati sono stati contro la
finanziaria e ancora: «Il TFR non si tocca, lo difenderemo con
la lotta».
Cub,
Cobas, Rdb,
Unicobas, Sin-cobas, Usi e Cnl: queste sono le sigle che hanno
aderito alla manifestazione. Mancavano invece i lavoratori del
trasporto urbano, ferroviario e aereo, precettati dal ministro
per le Infrastrutture Pietro Lunardi . La precettazione è
stata presa come un'intimidazione nei confronti dello
sciopero, un boicottaggio dell'appuntamento voluto anche dai
media che non avrebbero dato risonanza all'evento. Non è
mancata la polemica anche nei confronti dei sindacati
confederali.
Paola Palmieri del coordinamento nazionale del
Cub ha
detto che «si sta negando ai lavoratori il diritto di
manifestare al di fuori dei sindacati confederali. Cgil Cisl e
Uil continuano ad esercitare un monopolio sia nel settore
pubblico che privato».
Secondo i Cobas in tutta Italia hanno aderito alla protesta un
milione e duecentocinquantamila persone, compresi i dipendenti
della scuola. Secondo il ministero della pubblica istruzione
invece nelle 4745 scuole prese a campione hanno scioperato
6361 dipendenti su 442.580 in servizio, cioè l'1,43 per cento
del personale scolastico. Secondo i Cobas comunque la riforma
del TFR è un affare da 13 miliardi di euro. I sindacati
confederali vogliono gestire una parte del patrimonio, dicono
i sindacati di base, con i fondi chiusi (ma non hanno ottenuto
alcuna fiscalità di vantaggio, n.d.r.), mentre il partito
delle assicurazioni vuole liberalizzare e basta.
Le compagnie di assicurazioni fanno propria l'asserzione di
Silvio Berlusconi che chiede la libertà di scelta per i
lavoratori, dal primo momento. Secondo Il ministro del welfare
Roberto Maroni , invece, le compagnie di assicurazione
vogliono solo avere mano libera sui soldi che vengono loro
affidati e si vogliono sottrarre ai controlli della Covip.
«Non ci sentiamo né più forti, né meno forti: secondo noi la
condizione essenziale è che che ci sia libertà di scelta». Lo
ha affermato ieri il presidente dell'Ania, l'associazione
delle compagnie di assicurazione, Fabio Cerchiai , alludendo
alle modifiche al decreto che vuole il presidente del
consiglio. Cerchiai ha annunciato di essere in attesa di una
convocazione da parte di Maroni al quale è stato chiesto un
incontro. Le compagnie di assicurazioni, tra le quali figura
Mediolanum di proprietà del presidente del consiglio, chiedono
anche uno slittamento dell'entrata in vigore della legge
perché le compagnie non avrebbero il tempo di adeguarsi alle
nuove normative e ai controlli della Covip.
22
ottobre 2005 - Il Giornale di Vicenza/L'Arena
Mentre
l’Ania rilancia il no alle scelte del governo, scendono in
piazza le sigle non confederali eccetto la Cobas
Previdenza bloccata e
protesta sul Tfr
Le organizzazioni di base
contro il decreto e il precariato
Roma - L’Ania rilancia il no al
decreto attuativo voluto dal ministro Roberto Maroni dopo aver
sollevato il problema di una insufficiente copertura
finanziaria. E i sindacati di base scendono sul piede di
guerra. Basta alla precarietà, no alla riforma del tfr e
impegno per il diritto al reddito e la redistribuzione della
ricchezza. Ecco le ragioni dello sciopero generale organizzato
ieri che ha portato in piazza a Roma oltre 50 mila lavoratori.
Nelle fabbriche, nelle scuole, negli uffici, secondo le prime
stime, circa il 15% dei lavoratori, cioè oltre un milione, ha
incrociato le braccia. «Dopo diversi anni - ha commentato
Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale del
Cub -
oggi è stata l’occasione per tornare a organizzare una
manifestazione unitaria del sindacalismo di base».
Alla protesta, in effetti, erano presenti tutte le sigle dei
sindacati di base, dall’Unicobas (presente nella scuola) alla
Sincobas (meccanici), dall’Usi-Ait al
Cub, dal
Sult e al Cnl.
Unica grande organizzazione assente è stata il Cobas, che
sembra invece aderirà alla protesta del 25 novembre
programmata dai sindacati confederali. La riforma del tfr, con
un no forte ai fondi chiusi, è stato il tema principe di ieri.
Ma la protesta è nata soprattuto per far sentire la voce del
sindacalismo di base in tutti i temi caldi del lavoro. «La
manifestazione - chiarisce Leonardi - testimonia la
disponibilità ampia del settore a battersi sulle questioni
fondamentali del lavoro».
Al corteo organizzato a Roma hanno partecipato lavoratori
provenienti da tutta Italia. Erano presenti inoltre
rappresentanti di tutti i settori, dai tessili al pubblico
impiego, dalla scuola ai metalmeccanici, con una forte
delegazione dei lavoratori Fiat. «Alla nostra chiamata -
commenta Paolo Sabbatini, coordinatore del SinCobas - il Paese
ha risposto al di sopra delle nostre aspettative. A Roma,
nonostante il maltempo e nonostante sia stata negata la
protesta dei lavoratori dei trasporti, eravamo oltre cinquanta
mila», tra i quali una delegazione di circa 150 lavoratori
immigrati.
Anche la partecipazione allo sciopero ha lasciato soddisfatti
le sigle del sindacalismo di base. Le prime stime parlano di
oltre un milione di lavoratori. Buona la percentuale dei
dipendenti della scuola che, secondo Stefano D’Errico,
segretario nazionale dell’Unicobas, hanno incrociato le
braccia. «È ancora presto per avere dati certi - spiega il
sindacalista - ma reputiamo che in tutto il Paese l’adesione
nei vari settori, che è stata capillare, è stata intorno al
15%, con punte del 40% in alcune aree metropolitane».
Intanto a Melfi si profila la firma di un’ipotesi di accordo
da sottoporre a referendum fra i lavoratori, così da ottenere
il «via libera» alla conclusione dell’ intesa. Ecco la
proposta per sbloccare la trattativa fra Fiat e sindacati sui
turni e il futuro dello stabilimento di Melfi (Potenza), dove
si produce la Grande Punto.
22
ottobre 2005 - Gazzetta del Mezzogiorno
A Roma,
nonostante il maltempo, 50mila persone contro precarietà e
riforma
Tfr, sindacati di base in piazza stop di un milione di
lavoratori
ROMA - Basta alla precarietà,
no alla riforma del tfr e impegno per il diritto al reddito e
la redistribuzione della ricchezza. Sono le ragioni dello
sciopero generale organizzato dai sindacati di base che ha
portato in piazza a Roma, nonostante il maltempo, oltre 50mila
lavoratori. Nelle fabbriche, nelle scuole, negli uffici,
secondo le prime stime, circa il 15% dei lavoratori, cioè
oltre un milione, ha incrociato le braccia. «Dopo diversi anni
- ha commentato Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale del
Cub - è
stata l'occasione per tornare a organizzare una manifestazione
unitaria del sindacalismo di base». Alla protesta, in effetti,
erano presenti tutte le sigle dei sindacati di base, dall'Unicobas
(presente nella scuola) alla Sincobas (meccanici), dall'Usi-Ait
al Cub,
dal Sult e al Cnl. Unica grande organizzazione assente è stata
il Cobas, che sembra invece aderirà alla protesta del 25
novembre programmata dai sindacati confederali. La riforma del
tfr (ieri nel Consiglio dei ministri non se ne è parlato), con
un no forte ai fondi chiusi, è stato il tema principe. Ma la
protesta è nata soprattuto per far sentire la voce del
sindacalismo di base in tutti i temi caldi del lavoro. «La
manifestazione - chiarisce Leonardi - testimonia la
disponibilità ampia del settore a battersi sulle questioni
fondamentali del lavoro. Questioni che devono essere messe al
centro della politica». Al corteo organizzato a Roma hanno
partecipato lavoratori provenienti da tutta Italia, con folti
gruppi dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Liguria. Erano
presenti inoltre rappresentanti di tutti i settori, dai
tessili al pubblico impiego, dalla scuola ai metalmeccanici,
con una forte delegazione dei lavoratori Fiat. «Alla nostra
chiamata - commenta Paolo Sabbatini, coordinatore del SinCobas
- il Paese ha risposto al di sopra delle nostre aspettative. A
Roma, nonostante il maltempo e nonostante sia stata negata la
protesta dei lavoratori dei trasporti, eravamo oltre cinquanta
mila», tra i quali una delegazione di circa 150 lavoratori
immigrati. Anche la partecipazione allo sciopero ha lasciato
soddisfatti le sigle del sindacalismo di base. Le prime stime
parlano di oltre un milione di lavoratori. Buona la
percentuale dei dipendenti della scuola che, secondo Stefano
D'Errico, segretario nazionale dell'Unicobas, hanno incrociato
le braccia. «E' ancora presto per avere dati certi - spiega il
sindacalista - ma reputiamo che in tutto il Paese l'adesione
nei vari settori, che è stata capillare, è stata intorno al
15%, con punte del 40% in alcune aree metropolitane». Qualche
polemica da parte dei sindacati arriva infine sul modo in cui
i media hanno seguito l'evento: l'oscuramento nei giorni
scorsi è stato definito «pressochè totale».
22
ottobre 2005 - Il Campanile
TFR,
SINDACATI DI BASE IN PIAZZA
Roma - Sindacalismo di base in
piazza contro Tfr e Finanziaria. Usi,
Cub,
Rdb,
Unicobas hanno manifestato a Roma contro la riforma del
trattamento di fine rapporto (Tfr). Un milione e
duecentocinquantamila gli aderenti allo sciopero in tutta
Italia, secondo gli organizzatori, ed alcune migliaia
stamattina in piazza a Roma. «Hanno fatto di tutto per
impedirci di arrivare sin qui - spiega Pier Paolo Leonardi,
coordinatore nazionale
Cub -
hanno precettato i lavoratori dei trasporti e c’è stato un
incredibile silenzio dei media su questo sciopero». Striscioni
e cartelli dei manifestanti soprattutto contro la riforma del
Tfr: «Contro lo scippo del Tfr e per il rilancio della
previdenza pubblica» e contro il carovita: «A fine stipendio
senza troppo mese», ma alcuni slogan erano anche rivolti
contro le recenti svolte del sindaco di Bologna Sergio
Cofferati, reo, a loro giudizio, di aver smobilitato un
accampamento illegale di immigrati.
22
ottobre 2005 - La Provincia
la
protesta - Tfr e precarietà In piazza a Roma 50mila autonomi
ROMA - Basta alla precarietà,
no alla riforma del tfr e impegno per il diritto al reddito e
la redistribuzione della ricchezza:sono le ragioni dello
sciopero generale organizzato ieri dai sindacati di base che
hanno portato in piazza a Roma, nonostante il maltempo, oltre
50 mila lavoratori. Nelle fabbriche, nelle scuole, negli
uffici, secondo le prime stime, circa il 15% dei lavoratori,
cioè oltre un milione di persone, ha incrociato le braccia.
«Dopo diversi anni - ha commentato Pierpaolo Leonardi,
coordinatore nazionale del
Cub - è
stata l'occasione per tornare a organizzare una manifestazione
unitaria del sindacalismo di base». Alla protesta, in effetti,
erano presenti tutte le sigle dei sindacati di base, dall'Unicobas
(presente nella scuola) alla Sincobas (meccanici), dall'Usi-Ait
al Cub,
dal Sult e al Cnl. Unica grande organizzazione assente è stata
il Cobas, che sembra invece aderirà alla protesta del 25
novembre programmata dai sindacati confederali. La riforma del
tfr, con un «no» forte ai fondi chiusi, è stato il tema
principe di ieri. Ma la protesta è nata soprattutto per far
sentire la voce del sindacalismo di base in tutti i temi caldi
del lavoro.
22
ottobre 2005 - Il Gazzettino
Udine -
Partecipazione allo sciopero scuola
Udine - «Anche nella nostra
provincia lo sciopero generale della scuola ha visto una
significativa partecipazione da parte del personale docente ed
Ata» afferma Mauro De Agostini del coordinamento regionale del
Cub scuola.
«In mattinata una delegazione friulana ha partecipato,
insieme agli altri lavoratori pubblici e privati, alla
manifestazione nazionale a Roma e la mobilitazione proseguirà
con nuove iniziative nei prossimi mesi». La protesta indetta
da Cub,
Usi-Ait, Cib, Unicobas, Sincobas, Sult e Cnl riguardava anche
il settore sanitario ma l'impressione è stata quella di una
bassa partecipazione in corsia: all'Ospedale S.Maria di Udine
nella mattinata risultavano 41 aderenti su 2923 dipendenti,
pari all'1.4 per cento (si trattava ancora di un dato
provvisorio, dato che si lavora a turni e non tutti si erano
ancora recati a prendere servizio).
Quanto ai trasporti, dopo la precettazione da parte del
ministro, gli autoferrotranvieri erano stati invitati a
lavorare con un nastro nero al braccio e quelli liberi dal
servizio hanno dato vita a un presidio a Trieste.
21
ottobre 2005 - Adnkronos
TFR:
SINDACATI BASE, OLTRE UN MILIONE HA ADERITO A SCIOPERO,
80 MILA IN PIAZZA
Roma -I sindacati di base
cantano vittoria. Allo sciopero di 8 ore proclamato da
Cub,
Sincobas, Sult, Cib-Unicobas, Usi e Cnl hanno aderito oltre 1
milione di persone e in 80 mila sono scesi in piazza. ''E' una
grande vittoria del sindacalismo di base che lotta per
rimettere i soldi in tasca ai lavoratori e impedire lo scippo
del Tfr'', commenta Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale
Cub. ''
Un grande corteo organizzato dalla
Cub e
dal sindacalismo di base -dice- ha riempito le vie di Roma.
Siamo partiti in 30-40mila anche a causa di tanti pullman
rimasti bloccati un po' in tutta Italia per arrivare alla fine
del percorso in almeno 80 mila''. Un corteo che ha visto
sfilare ''migliaia e migliaia di persone tra cui anche i
migranti, i marittimi della Corsica, gli studenti e molti
responsabili rsu della Cgil che dissentono dallo sciopericchio
proclamato dal loro sindacato hanno manifestato oggi per
cambiare davvero rotta''. ''E' una grande vittoria del
sindacalismo di base -ribadisce Tiboni- che vede sempre
maggiori adesioni da parte di masse di lavoratori stanche di
venir prese in giro. Malgrado il black out di molti grandi
media e malgrado la precettazione di Lunardi che ha impedito
di scioperare ai lavoratori dei trasporti urbani, ferroviari e
aerei l'adesione e' stata davvero ampia. E' evidente ormai che
questa grande adesione viene anche per tentare di impedire lo
scippo del Tfr. Quello dei lavoratori e' un rifiuto netto.
Mentre governo, sindacati, banche e assicurazioni lottano per
spartirsi la torta i lavoratori il loro Tfr se lo vogliono
tenere e noi siamo gli unici che chiediamo il ritiro del
decreto''.
21
ottobre 2005 - Ansa
TFR:
MANIFESTAZIONE
RDB; SINDACATI, SIAMO IN 50 MILA
ROMA - Sono circa 50 mila i
partecipanti alla manifestazione indetta dai Sindacati di
Base, partita questa mattina da Piazza della Repubblica e
diretta a Piazza Navona. Lo ha affermato il coordinatore
nazionale del
Cub, Pierpaolo Leonardi. ''Abbiamo superato di gran
lunga le aspettative, nonostante il tentativo di boicottaggio
fatto ai danni di questo sciopero'', ha detto Leonardi.
''A fine stipendio avanza troppo mese'': questo lo slogan di
apertura della manifestazione a Roma dei Sindacati di base,
per protestare contro la politica economica del governo e
contro la riforma del Trattamento di fine rapporto (Tfr). In
50.000, secondo le stime degli organizzatori, hanno sfilato
pacificamente da piazza della Repubblica fino a Piazza Navona
''contro la precarieta' del lavoro, lo 'scippo' del Tfr, la
legge 30 e il pacchetto Treu''. Tra gli slogan piu' urlati: ''
Angeletti, Pezzotta, Epifani, dal salario giu' le mani'',
oppure ''contro la Finanziaria di Tremonti lotta dura senza
sconti'', e ancora '' il Tfr non si tocca, lo difenderemo con
la lotta''. Cub,
Cobas, Rdb,
Unicobas, Sin-Cobas, Usi e Cnl: sono le sigle che hanno
aderito alla manifestazione. Mancavano invece i lavoratori del
trasporto ferroviario, urbano e aereo, precettati dal ministro
delle Infrastrutture Pietro Lunardi. ''Questo non e' il solito
sciopero contro la finanziaria - ha detto Paola Palmieri del
coordinamento nazionale del
Cub - ma
e' un sostegno alla lotta contro il carovita, perche' molte
famiglie in Italia non solo non arrivano a fine mese, ma
neanche a 15 giorni'' Non e' mancata la polemica nei confronti
di Cgil, Cisl e Uil: ''Si sta negando ai lavoratori il diritto
di manifestare al di fuori dei sindacati confederali - ha
aggiunto la Palmieri - Cgil, Cisl e Uil continuano ad
esercitare il monopolio sia nel settore pubblico che nel
privato. Questo e' dimostrato dal fatto che i media hanno
ignorato il corteo. Lo sciopero di oggi e' stato promosso dal
sindacalismo di base contro quello inutile, di solo 4 ore,
indetto dai sindacati confederali per il 25 novembre''. Il
coordinatore provinciale Sin-cobas Palo Sabatini ha
sottolineato l'ampia partecipazione di tutti, dagli operai
della Fiat di Mirafiori e Cassino, agli impiegati del settore
pubblico.
TFR:
SINDACATI DI BASE,GRANDE SODDISFAZIONE SCIOPERO DI OGGI
ROMA - Lo sciopero generale di
oggi contro il Tfr e i contenuti della Finanziaria ha contato
''forti adesioni quasi in ogni comparto lavorativo del sistema
pubblico e privato''. E a Roma, secondo le organizzazioni di
base che hanno proclamato lo sciopero (Cub,
Cib Unicobas, Cnl, Sult, Sincobasper, Usi) al corteo
nazionale, nonostante la pioggia, c'erano 50.000 lavoratori.
C'e' soddisfazione quindi ma anche qualche polemica dovuta ''all'oscuramento
pressoche' totale, dello sciopero, da parte dei media'';
secondo i sindacati di base infatti ''l'oscuramento non e'
solo la riprova del bassissimo livello di democrazia sindacale
nel nostro Paese, ma rappresenta anche la prova generale di
oscuramento in funzione del futuro governo di centro-sinistra:
cancellazione preventiva delle organizzazioni sindacali
libertarie''. Inoltre, secondo
Cub e
gli altri '' chi, nel sindacalismo cosi' detto alternativo, ha
deciso non solo di non essere con noi oggi ma addirittura di
dire che bisogna scioperare il 25 novembre con Cgil, Cisl e
Uil, non ha scusanti''. D'altronde secondo le organizzazioni
di base scioperare con i sindacati confederali e quelli
autonomi ''e' stato sempre mediamente ambiguo e compromissorio
perch‚ sono quelli che hanno ogni volta firmato contratti
vergognosi''. Come i fondi chiusi pensione (i cosiddetti Tfr)
che definiscono ''una vera e propria truffa istituzionale che
comprende il ministro Maroni, la Confindustria e Cgil, Cisl e
Uil''.
SCUOLA:
CUB,
GRANDE ADESIONE SETTORE A MANIFESTAZIONE
ROMA - Il settore della scuola
''ha aderito in maniera consistente allo sciopero e alla
manifestazione proclamati dai sindacati di base contro la
precarieta' del lavoro e i contenuti della Finanziaria''. Lo
afferma con soddisfazione il coordinatore nazionale della
Cub
scuola Cosimo Scarinzi. ''Oltre a sostenere gli obiettivi
generali - ha osservato il sindacalista - i lavoratori della
scuola esprimono contrarieta' alla riforma Moratti e ai
contenuti contrattuali che prevedono aumenti retributivi
modesti in cambio invece di consistenti tagli agli organici.
Noi - ha aggiunto Scarinzi - chiediamo l' immediata immissione
in ruolo dei precari e il ritiro, senza se e senza ma, della
riforma''.
TFR: IN
LIGURIA ADESIONE SOPRA IL 10 PER CENTO
GENOVA - Allo sciopero
nazionale di quattro ore dei sindacati di base ''contro la
precarieta' del lavoro e la truffa del Tfr'', hanno aderito in
Liguria, secondo
Rdb-Cub,
oltre il 10 per cento dei lavoratori di tutti i settori
pubblici e privati, esclusi i trasporti. ''Siamo molto
soddisfatti - ha detto il portavoce del
Coordinamento
ligure Rdb-Cub, Pietro Falanga - complessivamente hanno
aderito il 10 per cento dei lavoratori con punte del 50-60 per
cento in alcune aziende. Questo nonostante la precettazione
dei lavoratori del trasporto pubblico. Molti sono venuti a
manifestare a Roma, abbiamo riempito due carrozze ferroviarie''.
TFR:
PARTITA MANIFESTAZIONE DEI SINDACATI DI BASE
ROMA - E' partita poco prima
delle 11, da piazza della Repubblica, la manifestazione
nazionale dei sindacati di base ''contro la precarieta' del
lavoro e la truffa del Tfr''. I lavoratori sfilano dietro lo
striscione ''No allo scippo del Tfr, rilanciamo la previdenza
pubblica e la finanziaria che vogliamo''. ''E' una
manifestazione che si annuncia grande, mi sembra che la piazza
sia pena - ha detto il coordinatore nazionale del
Cub,
Pierpaolo Leonardi - le Ferrovie Italiane ci hanno ostacolato
in tutti i modi, negandoci molti dei treni che ci avevano
promesso per arrivare a Roma. Mai visto un attacco del genere
ad uno sciopero generale. Senza contare poi il fatto che i
trasporti urbani, ferroviari ed aerei sono stati precettati e
a molti lavoratori e' stato impedito di venire nella capitale
per manifestare''. Alla testa del corteo sono schierate
camionette della polizia.
21
ottobre 2005 - AGI
TFR:
UNICOBAS,SCIOPERO RIUSCITO, 50.000 IN PIAZZA A ROMA
Roma - "Nonostante
l'oscuramento mediatico dettato dal Governo e da Cgil, Cisl e
Uil e' riuscito lo sciopero generale del sindacalismo di
base": lo ha dichiarato Stefano d'Errico (Segretario Nazionale
Unicobas). Nonostante la "voluta confusione operata ad arte"
fra revoca dello sciopero nei trasporti (a seguito della
precettazione del ministro Lunardi) e sciopero in tutti gli
altri settori, lo sciopero generale ha avuto oggi forti
adesioni quasi in ogni comparto lavorativo del sistema
pubblico e privato. Forte la partecipazione nelle scuole,
soprattutto nelle grandi aree metropolitane, con Roma a fare
da traino con il suo 20% di adesioni. Soddisfazione quindi,
per Unicobas, da parte di tutte le organizzazioni proclamanti:
CUB; Cib
Unicobas; CNL; SULT; Sincobas; USI. A Roma il corteo nazionale
ha visto, nonostante la pioggia, la presenza di 50.000
lavoratori, confluiti alla fine in Piazza Navona, dove tutte
le organizzazioni hanno preso la parola. Il dato centrale, da
tutti rilevato, e' lo spartiacque fra sindacalismo confederale
concertativo e governo "dal momento che oggi la posta in palio
e' la truffa sul TFR". Si tratta di un affare da 26 mila
miliardi di vecchie lire annui sborsati dai lavoratori, i
quali "sanno bene che si tratta di un grosso rischio e che a
pagare posso essere solo loro: tanto e' vero che il fondo
Espero, il primo, previsto per la scuola ed attivato
nell'aprile 2004, ha raccolto ad aprile 2005 solo 1.000
adesioni su un milione di addetti. Non vi hanno aderito
neanche i 2.500 distaccati sindacali di Cgil, Cisl e Uil.
"L'oscuramento dello sciopero odierno - sostiene d'Errico -
non solo e' la riprova del bassissimo livello di democrazia
sindacale nel nostro Paese, ma rappresenta anche la prova
generale di oscuramento in funzione del futuro governo del
centro-sinistra: cancellazione preventiva delle organizzazioni
sindacali libertarie, di base e senza padroni o dipendenze di
partito. Quelle stesse che non solo non si sono piegate di
fronte al centro-destra, bensi' altrettanto hanno fatto in
passato con altri governi. L'indipendenza e' l'unica garanzia
per i lavoratori: per noi non ci sono governi amici, non siamo
cinghia di trasmissione di partiti politici".
21
ottobre 2005 - Televideo Rai
TFR, MANIFESTANO
I SINDACATI DI BASE
Contro la riforma del
Trattamento di fine rapporto, questa mattina sono scesi in
piazza a Roma i sindacati di base La manifestazione nazionale
del Cub
è stata indetta contro "la precarietà del lavoro e la truffa
del Tfr". Secondo i dirigenti del Cub sarebbero 50 mila i
partecipanti alla protesta."Abbiamo superato di gran lunga le
aspettative nonostante il tentativo di boicottaggio-dice il
coordinatore nazionale del
Cub
Leonardi-. Le Ferrovie ci hanno ostacolato negandoci molti
treni promessi. Senza poi contare che i trasporti urbani
ferroviari ed aerei sono stati precettati ed a molti
lavoratori è stato impedito di venire"a Roma a manifestare
21
ottobre 2005 - TG5
Sindacati di
base in piazza contro la riforma del Tfr
Le varie sigle del sindacalismo
di base (Usi,
Cub, Rdb,
Unicobas) sono scese oggi in piazza a Roma per lo sciopero
generale proclamato contro la riforma della liquidazione, il
cosiddetto trattamento di fine rapporto (Tfr). Un milione e
duecentocinquantamila gli aderenti allo sciopero in tutta
Italia, secondo gli organizzatori, alcune migliaia stamattina
in piazza a Roma. "Hanno fatto di tutto per impedirci di
arrivare sin qui - ha spiegato Pier Paolo Leonardi, il
coordinatore nazionale
Cub -
hanno precettato i lavoratori dei trasporti e c'e' stato un
incredibile silenzio dei media su questo sciopero". Cosimo
Scarinzi, del coordinamento nazionale
Cub,
spiega l'opposizione alla riforma del Tfr: "La riforma del Tfr
e' un affare da 13 miliardi di euro: i sindacati confederali
vogliono privilegiare i fondi chiusi gestiti da loro, mentre
il partito delle assicurazioni vuole liberalizzare e basta, ma
entrambi i partiti vogliono sfilare i soldi ai lavoratori".
Contestualmente anche gli studenti sono scesi in piazza
stamattina contro la riforma Moratti, duramente contestata nei
giorni scorsi anche dalle università. Gli studenti hanno
lanciato uova contro la sede del dicastero di viale Trastevere.
Subito dopo un fuggi-fuggi generale che ha portato ad alcuni
incidenti con le forze dell'ordine che presidiavano il
ministero.
21
ottobre 2005 - Repubblica online
Lo
sciopero generale dei Cobas contro la riforma del governo
Gli organizzatori: "Un
milione e 200mila persone in tutta Italia
Tfr, sindacati di base in piazza"A Roma siamo in
cinquantamila"
ROMA - Sindacati di base in
piazza in tutta Italia. Gli aderenti alle diverse sigle (Usi,
Cub,
Rdb,
Unicobas) manifestano contro la politica economica del governo
e la riforma del trattamento di fine rapporto (Tfr). secondo
gli organizzatori sono un milione e duecentocinquantamila gli
aderenti allo sciopero generale in tutta Italia, e le stesse
fonti parlano di cinquantamila persone che sono scese in
piazza a Roma.
"Hanno fatto di tutto per impedirci di arrivare sin qui -
spiega Pier Paolo Leonardi, coordinatore nazionale dei
Cub -
hanno precettato i lavoratori dei trasporti e c'è stato un
incredibile silenzio dei media su questo sciopero".
Striscioni e cartelli dei manifestanti soprattutto contro la
riforma del Tfr: "Contro lo scippo del Tfr e per il
rilancio della previdenza pubblica" , e contro il
carovita: "A fine stipendio senza troppo mese", ma
alcuni slogan erano anche rivolti contro le recenti scelte del
sindaco di Bologna Sergio Cofferati: "Le baracche non sono
di sinistra ma neanche le ruspe".
"Abbiamo superato di gran lunga le aspettative, nonostante il
tentativo di boicottaggio fatto ai danni di questo sciopero",
ha aggiunto Leonardi: "E' una grande manifestazione"
21
ottobre 2005 - Quotidiano Nazionale
STOP DEI
SINDACATI
Migliaia in piazza a Roma
per protestare contro la riforma del tfr
Roma - Le varie sigle del
sindacalismo di base (Usi,
Cub,
Rdb,
Unicobas) sono scese oggi in piazza a Roma perlo sciopero
generale proclamato contro la riforma del trattamento di fine
rapporto (Tfr).
Un milione e duecento cinquantamila gli aderenti allo sciopero
in tutta Italia, secondo gli organizzatori, ed alcune migliaia
stamattina in piazza a Roma. «Hanno fatto di tutto per
impedirci di arrivare sin qui - spiega Pier Paolo Leonardi,coordinatore
nazionale Cub
- hanno precettato i lavoratori deitrasporti e c'è stato un
incredibile silenzio dei media su questo sciopero».
Striscioni e cartelli dei manifestanti soprattutto contro la
riforma del Tfr: «Contro lo scippo delTfr e per il rilancio
della previdenza pubblica» , e contro il carovita: «A fine
stipendio senza troppo mese», ma alcunislogan erano anche
rivolti contro le recenti svolte del sindacodi Bologna Sergio
Cofferati: «Le baracche non sono di sinistra ma neanche le
ruspe».
Cosimo Scarinzi, del coordinamento nazionale
Cub,
spiega l'opposizione alla riforma del Tfr: «Lariforma del Tfr
è un affare da 13 mld di euro. I sindacati confederali
vogliono privilegiare i fondi chiusi gestiti da lor o, mentre
il partito delle assicurazioni vuole liberalizzare e basta, ma
entrambi i partiti vogliono sfilare i soldi ai lavoratori».
«Solo noi - conclude Scarinzi - siamo rimasti a difendere
l'attuale Tfr-Tfs e le pensioni». Tra le altre rivendicazioni
dei manifestanti la lotta al carovita e contro il lavoro
precario e lo stop alle riforme Moratti della scuola e
dell'università.
21
ottobre 2005 - Gazzettino del Mezzogiorno
Tfr -
«Oltre un milione aderisce a sciopero»
I sindacati di base cantano
vittoria. Allo sciopero di 8 ore proclamato da
Cub,
Sincobas, Sult, Cib-Unicobas, Usi e Cnl hanno aderito oltre 1
milione di persone e in 80 mila sono scesi in piazza
ROMA - I sindacati di base
cantano vittoria. Allo sciopero di 8 ore proclamato da
Cub,
Sincobas, Sult, Cib-Unicobas, Usi e Cnl hanno aderito oltre 1
milione di persone e in 80 mila sono scesi in piazza. «E’ una
grande vittoria del sindacalismo di base che lotta per
rimettere i soldi in tasca ai lavoratori e impedire lo scippo
del Tfr», commenta Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale
Cub. «
Un grande corteo organizzato dalla
Cub e
dal sindacalismo di base -dice- ha riempito le vie di Roma.
Siamo partiti in 30-40mila anche a causa di tanti pullman
rimasti bloccati un po’ in tutta Italia per arrivare alla fine
del percorso in almeno 80 mila». Un corteo che ha visto
sfilare «migliaia e migliaia di persone tra cui anche i
migranti, i marittimi della Corsica, gli studenti e molti
responsabili rsu della Cgil che dissentono dallo sciopericchio
proclamato dal loro sindacato hanno manifestato oggi per
cambiare davvero rotta».
«E’ una grande vittoria del sindacalismo di base -ribadisce
Tiboni- che vede sempre maggiori adesioni da parte di masse di
lavoratori stanche di venir prese in giro. Malgrado il black
out di molti grandi media e malgrado la precettazione di
Lunardi che ha impedito di scioperare ai lavoratori dei
trasporti urbani, ferroviari e aerei l’adesione è stata
davvero ampia. E’ evidente ormai che questa grande adesione
viene anche per tentare di impedire lo scippo del Tfr. Quello
dei lavoratori è un rifiuto netto. Mentre governo, sindacati,
banche e assicurazioni lottano per spartirsi la torta i
lavoratori il loro Tfr se lo vogliono tenere e noi siamo gli
unici che chiediamo il ritiro del decreto».
«Lo sciopero è riuscito perchè vogliamo incidere sulle
politiche sociali ed economiche e ottenere risultati di
carattere generale. Questo non è stato uno sciopero rituale di
protesta - spiega ancora Tiboni -ma il momento culminante di
una mobilitazione costruita dal basso che rivendica un vero e
proprio programma di politica economica e sociale, totalmente
alternativo alle politiche liberiste, e che ha come parola
d’ordine la ridistribuzione del reddito a favore dei ceti
popolari. Ridistribuire il reddito a favore di lavoratori
pensionati e precari è la priorità».
Per il sindacalismo di base, «per rilanciare l’economia
italiana è necessario dunque prendere una direzione
completamente diversa, perchè sono le politiche liberiste che
hanno reso precaria l’esistenza di milioni di persone molte
delle quali non solo non riescono ad arrivare alla quarta
settimana ma neanche alla terza. Per rimettere in piedi
l’economia non serve dare più soldi alle imprese come vuole
anche questa finanziaria ma ridistribuire il reddito per
rimettere in moto i consumi».
21
ottobre 2005 - Liberazione
Si fermano le
Rdb
Buono sciopero
di Paolo
Ferrero
Oggi c'è lo sciopero generale
proclamato dal sindacalismo di base contro governo e
confindustria. E' uno sciopero che sosteniamo; è convocato su
una piattaforma largamente condivisibile e segna una certa
capacità di mettere insieme più sigle del sindacalismo di
base, rompendo con la tendenza alla frammentazione. Inoltre,
oggi è matura una azione di lotta sindacale contro il governo
e il sindacato confederale si muove con eccessiva lentezza. Da
un lato Berlusconi insulta pubblicamente le organizzazioni
sindacali e le tratta da avversari politici e con la
finanziaria demolisce il welfare residuo anche attraverso la
strozzinaggio degli enti locali. Parallelamente la
partecipazione alla manifestazione delle opposizioni e la
valanga di votanti alle primarie segnalano una disponibilità
alla lotta contro il governo.
In questo contesto è vitale costruire canali attraverso cui il
disagio sociale si possa esprimere. Uno sciopero generale di 8
ore con manifestazione a Roma da fare a tambur battente
sarebbe quantomai necessario.
Per questo appoggiamo lo sciopero di oggi e ci auguriamo che
abbia una buona riuscita, nonostante le solite precettazioni
che hanno impedito lo sciopero nel settore dei trasporti.
Questa giornata di lotta non può ovviamente risolvere da sola
il problema della costruzione di una opposizione sociale di
massa al governo Berlusconi; può rappresentare un utile
strumento per aprire questa prospettiva e allargare la lotta.
Buono sciopero e buona manifestazione!
21
ottobre 2005 - Il Manifesto
SCIOPERO
I sindacati di base in
piazza a Roma
Sciopero generale nazionale di
otto ore, oggi, indetto da
Cub-RdB,
Unicobas, Sult, Cnl e Usi-Ait contro la finanziaria. Tre gli
obiettivi della mobilitazione: no allo «scippo» del tfr a
favore dei fondi pensione (non importa se quelli «chiusi»
gestiti da sindacati e aziende, oppure quelli delle normali
società di assicurazione), aumenti salariali medi di 250 euro
e reintroduzione della scala mobile, stop al lavoro precario e
introduzione del reddito sociale. Una manifestazione,
anch'essa nazionale, si terrà stamattina a Roma, con partenza
da piazza Repubblica alle 9,30.
21
ottobre 2005 - Il Gazzettino
SCUOLA -
Sciopero dei docenti aderenti ai
Cub
Cub
scuola e altri organismi sindacali di base hanno indetto per
oggi uno sciopero generale della scuola. L'agitazione
culminerà in una manifestazione nazionale a Roma a cui
parteciperà una delegazione friulana. Lo sciopero è contro il
decreto legislativo sulla riforma delle superiori, varato
«nonostante la vasta opposizione nel paese e la precisa
richiesta di una pausa istituzionale da parte delle Regioni» e
contro contro i nuovi tagli previsti dalla Finanziaria e
contro «lo scippo del Tfr».
20
ottobre 2005 - Il Manifesto
INTERVISTA
Sindacati di base, domani
lo sciopero
Leonardi (Cub):
in piazza su reddito, tfr e precarietà. E Lunardi precetta
di FRANCESCO
PICCIONI
Domani si terrà lo sciopero
generale nazionale contro la finanziaria di otto ore indetto
da Cub-RdB,
Unicobas, Cnl, Sult, Sincobas e Usi-Ait. Proprio ieri questi
sindacati di base hanno raggiunto un accordo politico anche
con rappresentanze provinciali e aziendali dello Slai-Cobas
«per la costruzione di un sindacato di classe» e
«l'unificazione delle lotte». Di tutto ciò parliamo con
Pierpaolo Leonardi, dirigente nazionale della
Cub.
Quali sono le ragioni che spingono a muoversi da soli, in
una situazione che sembra, almeno dal punto di vista mediatico,
molto minoritaria.
Lo sciopero è convocato su tre questioni fondamentali. La
prima è la redistribuzione del reddito e della ricchezza. Il
fattore finanziario ha la meglio sul fattore lavoro, i salari
non permettono di arrivare alla quarta settimana del mese, non
c'è più la scala mobile, che chiediamo di reintegrare come
tutela dei salari. Né è alle viste un reddito sociale per i
disoccupati. In secondo luogo, «no allo scippo del Tfr» e sì
al rilancio della previdenza pubblica; credo che sia questo il
punto per cui viene negata ogni visibilità a questo sciopero,
l'unico contro la destinazione del tfr ai fondi pensione.
Mentre ci si accapiglia per vedere se la «torta» debba andare
solo ai fondi chiusi o anche alle assicurazioni, c'è un pezzo
molto ampio del mondo del lavoro che rifiuta di dare il
proprio risparmio al capitale di rischio. Diciamola così: non
fanno i fondi pensione perché la previdenza pubblica «non
regge più», ma hanno sfasciato la previdenza pubblica per
consentire il decollo dei fondi. Il fallimento della «seconda
gamba previdenziale» è la precondizione per poter costringere
il governo, quale che sarà, a rivedere le politiche
previdenziali, ridando a quella pubblica la sua funzione
universalistica. Questo è un punto dirimente anche rispetto a
Cgil, Cisl e Uil. Infine, il lavoro precario. Siamo per porre
uno stop alla precarietà, per abolire il «pacchetto Treu» e
alla «legge 30». Siamo per un lavoro stabile e garantito per
tutti. Queste sono le questioni su cui si può vincere, o
almeno condurre una battaglia vera.
Per vincere occorrono i numeri. Come si fa, fuori e contro
tutte le altre piattaforme sindacali e politiche.
Sono milioni i lavoratori già ora indisponibili alla
cessione del tfr; questo è un dato che tutti i sondaggi
evidenziano (60-70%). Questa è la massa critica utile a
riproporre con forza il rilancio della previdenza pubblica. E'
chiaro che se i fondi pensione non decollano c'è una bomba ad
orologeria innescata.
In che senso?
Se esiste un milione di lavoratori che non passerà il
prorpio tfr ai fondi pensione, e quindi non decollerà
l'ipotesi della pensione integrativa, perché i fondi pensione
non avranno sufficienti risorse per partire, si porrà il
problema di dover rivedere il sistema previdenziale in termini
di welfare.
I Cobas non partecipano.
E' una cosa un po' bruttina. Ancora una volta scioperano
con Cgil Cisl e Uil. E' un dato che ci dispiace, ma che deve
far riflettere sulla natura del sindacalismo di base e del
sindacalismo conflittuale.
Il settore privato ha il tfr, il pubblico il tfs. Voi siete
presenti soprattutto nel pubblico...
Come RdB,
sì. Come Cub
siamo presenti in molti settori, tra cui i trasporti, per cui
è arrivata proprio oggi la precettazione del ministro Lunardi.
C'è però una differenza di approccio nei due settori,
perché nel pubblico non c'è una cifra immediatamente
disponibile a ogni busta paga.
Il tfr che dovrebbe partire riguarda il settore privato;
ma la stessa delega stabilisce che «tramite accordo» si
omogeneizza il tfs degli statali al tfr. Ci sono anche
complicazioni giuridiche. Ma, per esempio, i fondi pensione
nella scuola sono già partiti. Non decollano perché la gente
non è disponibile a versare i soldi lì. Ci possono essere
tempi diversi, ma il disegno è lo stesso.
Voi, è noto, siete forti nell'Inps. Come vedete la
situazione nell'istituto?
C'è una tendenza all'abbandono. Vi leggiamo una volontà
evidente di lasciar andare la barca. Lo si vede nella gestione
del personale, in scelte fatte sui corpi ispettivi - il
recupero dell'evasione contributiva adesso è soggetta al
ministero del lavoro; spesso i «nostri» ispettori sono
diventati consulenti delle aziende invece che ispettori. Sono
state sfilate le riserve tecniche (immobiliari),
cartolarizzato i contributi, svuotati i servizi ispettivi; è
chiara la forte tendenza alla smobilitazione.
Le attese per questa giornata?
Stiamo lavorando molto. La partecipazione sarà buona,
all'altezza delle necessità. C'è un dato oggettivo: il
silenzio micidiale che è sceso intorno a questo sciopero. Io
credo che la precettazione di Lunardi sia stata decisa proprio
per bloccare le categorie che hanno più visibilità mediatica.
Se blocco l'asilo nido non va sul giornale, se blocco la
metropolitana di Roma sì.
20
ottobre 2005 - Ansa
SCIOPERI: CUB,
ATTACCHI PER FAR FALLIRE PROTESTA CONTRO TFR
ROMA - Il ministero dei
Trasporti ''precetta i lavoratori dei trasporti, le Ferrovie
dello Stato sopprimono i treni con cui i manifestanti dovevano
giungere a Roma per la manifestazione nazionale, i media
ignorano totalmente i motivi dello sciopero e non ne parlano,
le amministrazioni pubbliche utilizzano la sospensione dello
sciopero dei trasporti - conseguenza della precettazione - per
intimidire i lavoratori sostenendo che lo sciopero generale e'
stato revocato''. Lo afferma Pierpaolo Leonardi, coordinatore
nazionale della
CUB, secondo il quale ''tutto cio' che sta avvenendo
attorno allo sciopero generale di domani non e' affatto
casuale''. Leonardi sottolinea che ''ci troviamo di fronte ad
un vero e proprio attacco liberticida che ha una sola ragione:
non si deve scioperare contro lo scippo del TFR, la torta in
gioco fa gola a troppi e non e' consentito a nessuno mettere i
bastoni tra le ruote alla piu' grande operazione di rapina su
larga scala che i sindacati confederali assieme a governo,
banche ed assicurazioni stanno preparando''.
SCIOPERI: DOMANI PROTESTA
CUB, MA
TRASPORTI REGOLARI
GENOVA - Saranno regolari
domani i servizi di trasporto pubblico in tutta la regione,
nonostante lo sciopero nazionale generale di tutte le
categorie indetto dai sindacati autonomi
CUB e
COBAS. Il ministro Lunardi ha infatti ordinato di escludere
dalla protesta il settore dei trasporti per ''evitare un
pregiudizio grave ed irreparabile al diritto di libera
circolazione costituzionalmente garantito''. Numerosi pullman
sono stati organizzati anche dalla Liguria per trasportare gli
aderenti ai sindacati autonomi a Roma, dove e' in programma la
manifestazione nazionale di protesta promossa da
CUB, Cib,
Cnl, Sult, Sincobas e Usi-Ait. I sindacati autonomi protestano
contro lo 'scippo' del Tfr e chiedono il rilancio della
previdenza pubblica, aumenti salariali europei e
reintroduzione della scala mobile, stop al lavoro precario.
20
ottobre 2005 - Apcom
LAVORO/RDB-CUB
AGENZIE FISCALI ADERISCE
SCIOPERO CONTRO CAROVITA
In programma il 21 ottobre
Roma - Anche la
Rdb-Cub Agenzie
fiscali aderisce allo sciopero generale del 21 ottobre
indetto dai sindacati base contro il carovita e la precarietà
e a difesa del Tfr. Lo annuncia Stefano Vendetti, componente
dell'esecutivo nazionale del sindacato autonomo. "La
Rdb-Cub Agenzie
fiscali - dice in una nota Vendetti - sciopera anche
contro il reiterato calpestamento delle regole da parte dei
vertici delle agenzie che non consultano i lavoratori e i suoi
rappresentanti in merito a scelte che riguardano il futuro
delle agenzie fiscali come la previsione di
autofinanziamento".
20
ottobre 2005 - Adnkronos
P.I:
DOMANI SCIOPERO INDETTO DA SINDACATI BASE
LEONARDI (CUB),
TENTATIVI DI BOICOTTAGGIO
Roma - Tfr, aumenti salariali e
stabilizzazione dei precari sono al centro dello sciopero
generale del pubblico impiego che i sindacati di base
Cub, Cnl,
Sult, Sincobas, Unicobas, Usi e Ait hanno proclamato per
domani. Prevista anche una manifestazione nazionale a Roma,
alle 9,30, a piazza della Repubblica. Pierpaolo Leonardi,
coordinatore nazionale della
Cub,
denuncia tentativi di ''boicottaggio''. ''Il ministero dei
Trasporti -fa sapere Leonardi con una nota- precetta i
lavoratori dei trasporti, le Ferrovie dello Stato sopprimono i
treni con cui i manifestanti dovevano giungere a Roma per la
manifestazione nazionale, i media ignorano totalmente i motivi
dello sciopero e non ne parlano, le amministrazioni pubbliche
utilizzano la sospensione dello sciopero dei trasporti,
conseguenza della precettazione, per intimidire i lavoratori
sostenendo che lo sciopero generale e' stato revocato''.
INPS:
POSSIBILI DISAGI PER SCIOPERO VENERDI'
Roma - L'Inps comunica che
venerdi' 21 ottobre potrebbero verificarsi disagi per gli
utenti presso i propri uffici, a causa dello sciopero generale
proclamato per l'intera giornata dalle Confederazioni e
Organizzazioni Sindacali a cui aderisce l'organizzazione
sindacale
RdB-CUB PI operante nell'Istituto.
20
ottobre 2005 - Liberazione
Chiedono aumenti salariali di 250 euro, no allo "scippo del
tfr"
Sciopero generale, domani
in piazza a Roma i sindacati di base
di Claudio
Jampaglia
Milano - «Uno sciopero diverso
da quelli del passato per ottenere risultati generali». C'è
attesa per lo sciopero generale di otto ore promosso dal
sindacalismo di base (Cub-Rdb,
Cib-Unicobas, Cnl, Sult, SinCobas, Usi/Ait, mancheranno Slai e
Confederazione Cobas), con una manifestazione nazionale in
mattinata a Roma, da piazza della Repubblica a piazza Navona.
Gli organizzatori si aspettano 100mila presenze, con
delegazioni dei marittimi della Corsica, diverse Rsu
dissenzienti dall'iniziativa confederale del 25 novembre,
migranti e un'associazione dei consumatori (l'Acu). Mancherà
però uno dei settori più forti del basismo italiano, i
lavoratori dei trasporti, precettati dal ministro Lunardi.
Sult, Cnl e SinCobas (in via di riunificazione tra loro) sono
stati così costretti a revocare la loro presenza del settore
che sarà comunque garantita da alcune delegazioni: «La
Commissione di garanzia e il governo hanno decretato la morte
dello sciopero generale - dichiarano in una nota - nessuno
potrà più attuarlo». Questi sindacati denunciano
«comportamenti e decisioni che rasentano l'illegalità e
comprimono i diritti costituzionali», nel silenzio assoluto di
tutti i partiti, e insinuano un dubbio che andrebbe
approfondito: «Esistono evidentemente rapporti specifici e
relazioni particolari di forze politiche e singoli esponenti
con ben identificabili aree economiche che hanno interessi nel
settore». La risposta sarà l'intensificarsi del conflitto e
delle mobilitazioni.
Malgrado la mazzata dell'ultimo minuto sulla riuscita dello
sciopero, Piergiorgio Tiboni, storico leader e fondatore della
Cub, è più che ottimista: «Siamo cresciuti molto in questi
anni, come iscritti e capacità di mobilitazione, è venuto il
momento di porsi degli obiettivi di medio periodo e domani
sarà il primo passo di un nuovo corso». Tradotto in
piattaforma significa uscire dalla crisi del liberismo
attraverso un piano di redistribuzione: bloccare "lo scippo
del Tfr" e rilanciare la previdenza pubblica, aumento
generalizzato dei salari di 250 euro e ripristino della scala
mobile, reddito sociale e sostegni al reddito contro la
precarietà, le principali proposte. E la
Cub si
spinge oltre, annunciando un piano "elettorale" in nove punti
per un rilancio del paese ben centrato sul mondo del lavoro:
«Un promemoria per l'attuale e il futuro governo», spiega
Tiboni. Una delle proposte dovrebbe essere un ridisegno dei
rapporti di lavoro con 4-5 tipologie di contratto rispetto al
supermercato attuale, per superare pacchetto Treu e legge 30.
E la flessibilità? «Sarà questione di libera scelta, una volta
determinata la centralità del lavoro a tempo indeterminato, si
possono prevedere casi in cui sia il lavoratore a scegliere
modalità diverse», commenta Tiboni.
Il sindacalismo di base scende in piazza a geometrie variabili
da anni, dalle iniziative di movimento, alla May Day milanese
fino alla presentazione di proposte di legge locali per il
reddito sociale, in Puglia, come in Lombardia o in Lazio.
L'appuntamento di domani ha però un sapore più sindacale, come
se i tanti "cobas" si ponessero la questione di una "alleanza
nazionale" (Fini non c'entra) per rompere con le politiche
liberiste. «Ad oggi sono 50 miliardi di euro sottratti ai
lavoratori ed intascati dalle imprese in dieci anni - afferma
Tiboni - di fronte a una finanziaria che dà altri due miliardi
di euro alle imprese nessuno ha detto nulla e Cgil-Cisl-Uil
promuovono uno sciopericchio di quatto ore, è venuta l'ora di
muoversi». Intanto,
Cub e
gli Slai Cobas delle province di Varese, Como, Lecce,
dell'azienda dei trasporti pubblici milanese (Atm) e della Max
Mayer, hanno siglato lunedì scorso un "accordo per la
costruzione di un sindacato di classe, di massa e indipendente
e per l'unificazione delle lotte". «Le identità, la storia ed
il percorso di ognuno, costati anni di lotte e di sacrifici
per tanti e tante militanti di base, possono essere messi in
comune - scrivono le organizzazioni - l'assenza di unione
delle pratiche di lotta e una difesa della propria "unicità"
rappresenta un freno alla potenzialità d'intervento tra i
lavoratori ed al loro bisogno d'opposizione alle politiche di
Cgil-Cisl-Uil e sindacati autonomi filo-padronali». Il
programma: pratiche di lotta sindacali, piattaforme e vertenze
nel rispetto reciproco, ciascuno con la propria autonomia e
struttura. Nessuno ingloba nessuno. Il grosso dello Slai-Cobas,
però, non ci sta e annuncia provvedimenti contro i promotori
dell'accordo. E domani mattina a Milano manifesteranno davanti
ad Assolombarda, Borsa e Prefettura, contro la riforma
previdenziale che "ruba le liquidazioni" nell'ambito di una
settimana di mobilitazione nazionale.
20
ottobre 2005 - In Italia online
Sciopero
generale il 21 ottobre
Ci saranno pure gli
universitari, intesi come studenti e come dipendenti. Insieme
contro gli sbagli precedenti del centro sinistra e "nuovi"
della Moratti e di questo governo
La
RdB Pubblico Impiego saluta con entusiasmo ed esprime
la propria solidarietà agli studenti che iniziano un percorso
alto di lotta contro la riforma Moratti e contro ogni ipotesi
di privatizzazione dell’Università.
Sono contenti soprattutto per la totale assonanza di analisi e
di rivendicazioni degli studenti che contestano il sistema
baronale dell’Università ed individuano con consapevolezza, la
causa di tanti mali attuali in riforme attuate dai precedenti
ministri, anche di centro sinistra.
Cosa ha significato questa "autonomia" così apprezzata dai
baroni? Innanzitutto maggiori costi per studenti e dipendenti,
ma soprattutto la riforma del 3+2 ha dequalificato il sapere
ed ha prodotto un’esplosione di corsi di laurea spesso del
tutto inutili. Comunque i processi di esternalizzazione, di
precarizzazione e di consegna ai privati delle parti
profittevoli dell’Università, sono effetti derivati da un
quindicennio di "riforme". A queste si aggiunge ora la
"riforma Moratti".
La soluzione? Occorre riflessione seriamente per un progetto
di rilancio dell’Università pubblica, escludendo è ovvio ogni
ennesima ipotesi di ulteriore privatizzazione, stando attenti
alle proposte di quanti dicono di avversare la Moratti,
proponendo però alternative… che non sono tali.
Prendiamo come esempio alcuni progetti dichiarati dal centro
sinistra: parlano di trasformare le Università in tante
Fondazioni di diritto privato. Sì, ha detto così di
recentemente il Senatore DS Modica, ex Rettore di Pisa, ex
Presidente CRUI, ed oggi parlamentare: ebbene lui critica la
Moratti, ma le sue proposte sono state contestate da
RdB/CUB
P.I. e dagli studenti.
Queste tematiche sono al centro dello sciopero generale del 21
Ottobre 2005, che prevede una manifestazione a Roma, alle ore
10.00 in Piazza della Repubblica.
Si scenderà in piazza per dire "no!" ad ogni ipotesi di
smantellamento di servizi pubblici, contro la precarietà, per
i Saperi, la Sanità, la Previdenza pubblici e dignitosi.
20
ottobre 2005 - Il Messaggero
Alla
manifestazione di domani parteciperanno centinaia di precari
provenienti da molti paesi della Sabina
Lsu in marcia contro la
Finanziaria
I lavoratori reatini a Roma
per protestare contro la mancata stabilizzazione
di PIETRO
BIZZONI
Sciopero generale di tutti i
Lavoratori socialmente utili del Lazio (1.100 solo in
provincia di Rieti) indetto dai Comitati unitari di base che
domani mattina si ritroveranno a Roma (appuntamento in piazza
della Repubblica ore 9.30) per manifestare il proprio
malcontento nei confronti della situazione di precarietà cha
da quasi dieci anni li costringe a lavorare come impiegati ed
operai nella pubblica amministrazione senza contribuzione
previdenziale e con assegni mensili che non arrivano ai
cinquecento euro. «E’ un vero sfruttamento legalizzato -
conferma Elisabetta Callari rappresentante della
RdB di
Rieti - che finisce per produrre reddito per i bilanci degli
Enti utilizzatori (Comuni, Comunità Montane, Provincia, Asl)
senza la possibilità di avere in cambio assunzioni stabili per
i lavoratori».
E la Finanziaria per l’anno venturo lascia poche speranze ai
Lavoratori socialmente utili che si aspettavano l’avvio di una
politica di stabilizzazione da parte del Governo Berlusconi e
dalle stesse Regioni.
Purtroppo nessuna proroga ai progetti socialmente utili
semestrali (scadranno il 31 dicembre prossimo) è stata ad oggi
preventivata in bilancio; una condizione di incertezza che da
inizio ottobre ha finito per innescare numerose proteste da
parte dei lavoratori davanti al palazzo della Regione e
l’avvio di scioperi a catena, indetti dai sindacati di base.
Da parte sua, la Provincia di Rieti lancia invece una speranza
agli Lsu reatini poichè la delibera regionale - secondo le
affermazioni del presidente Melilli - prevede di poter
attingere a una riserva di assunzioni del 40 per cento tra
quelle previste dal programma regionale. «Si potrà contare su
posti disponibili presso l’Asl, Arpa, gli enti dipendenti e
collegati con la stessa regione e gli enti locali. L’incentivo
economico regionale all’assunzione presso questi enti da parte
della regione sarà di 12 mila euro per ciascun Lsu assunto a
tempo indeterminato» chiarisce Melilli. L’assessore al
Personale Taddei ricorda invece l’impegno profuso e la
pressione esercitata nell’ultimo anno dal suo stesso
assessorato sulla Giunta regionale per giungere ad un
risultato «con cui dovremo affrontare la stabilizzazione di
poco meno di 150 unità di Lsu nella sola amministrazione
provinciale di Rieti».
20
ottobre 2005 - Il Gazzettino
ACTV
Ordinanza di Lunardi contestata da
Rdb Cub
Il ministro sospende lo sciopero dei trasporti
Mestre - (r.v.) Niente sciopero
di autobus e vaporetti, domani, che dovevano fermarsi a
Venezia e a Mestre per tre ore dalle 10 alle 13 in adesione
alla manifestazione generale proclamata dai sindacati di base
"contro lo scippo del trattamento di fine rapporto", la
finanziaria e lo smantellamento del trasporto pubblico.
Il ministro Lunardi, in una lettera perentoria di martedì
sera, ha emesso un'ordinanza in cui si intima ai lavoratori
dei trasporti di lavorare invocando la necessità di farlo in
quanto si sovrapporrebbero troppe categorie in sciopero, ad
esempio nel settore aereo, che però protestava ieri.Una specie
di precettazione collettiva proprio direttamente da Roma, e
quindi Rdb ha invitato tutti i dipendenti delle aziende di
trasporto pubblico a presentarsi regolarmente in servizio per
non incorrere in sanzioni, ma con una fascetta nera al braccio
in segno di lutto per "questo nuovo episodio di cancellazione
del diritto costituzionale di sciopero".
«La commissione di garanzia non aveva eccepito nulla riguardo
alla proclamazione del nostro sciopero - spiega il
coordinatore generale di
Rdb Cub,
Giampietro Antonini - nei giorni scorsi il ministro aveva
segnalato la presunta incompatibilità delle agitazioni, ma
trattandosi di trasporto aereo ci sembrava che i due settori
non avessero nulla a che spartire, visto poi che i giorni di
astensione erano diversi. Tanto più che a Venezia, per evitare
disagi alla popolazione e per agevolare lo svolgimento delle
manifestazioni di protesta generali, lo sciopero dalle 24 ore
iniziali era stato ridotto solo a tre».Dunque domani tutti i
servizi saranno regolari. «Ma valuteremo tutte le azioni
legali da intraprendere - conclude Antonini - Non era nostra
intenzione iniziare un braccio di ferro, ma neppure farci
prendere in giro»
Autoferrotranvieri al lavoro col lutto
Precettati dal ministro dei
Trasporti Pietro Lunardi martedì scorso, gli
autoferrotranvieri non potranno aderire allo sciopero generale
proclamato dai sindacati di base per domani contro il Governo.
La Cub Trasporti,
considerando assurde le motivazioni indicate nella lettera
ministeriale di precettazione, intende comunque attivare una
forma di protesta per venerdì. L'invito rivolto agli
autoferrotranvieri è quello di prestare servizio con un nastro
nero al braccio. «Sarà un segno di protesta e di lutto -
spiega Willy Puglia, della Cub Friuli Venezia Giulia -
Invitiamo tutti gli autoferrotranvieri liberi dal servizio, a
protestare contro l'arroganza governativa, partecipando al
presidio che si svolgerà domani a Trieste dalle 9.30 alle
12.30 in P.za Oberdan, sotto al palazzo Regionale».
19
ottobre 2005 - Apcom
Oggi
cortei in diverse città in preparazione sciopero del 21
Roma - La giornata del
precariato che si sta svolgendo per oggi e promossa dalla
Rdb-Cub
in preparazione dello sciopero generale e della manifestazione
nazionale del 21 ottobre prossimo ha avuto "una grossa
risposta da parte dei lavoratori pubblici precari e non". Lo
comunica l'organizzazione sindacale autonoma. A Roma un
vecchio bus inglese a due piani ha fatto il tour dei luoghi
simbolo del precariato. Partito da Cinecittà, ha fatto la sua
prima tappa all'Inps Tuscolano, poi verso il centro passando
per San Giovanni, via Merulana, l'università La Sapienza, il
ministero dell'Economia, l'ospedale Santo Spirito, il
ministero dell'Istruzione per concludere la corsa all'Eur.
Iniziative di mobilitazione si sono tenute anche in altre
città. Nel Veneto sono stati effettuati presidi a Padova,
Mestre, Rovigo, Treviso e Vicenza legando l'iniziativa al
licenziamento di 125 operai della Marzotto. A Torino si è
tenuto un presidio davanti alla sede della Regione Piemonte.
19
ottobre 2005 - Ansa
LAVORO/
RDB-CUB:
LA GIORNATA DEL PRECARIATO E' STATA UN SUCCESSO
SCIOPERI: RDB;
PRECARIATO, SALARI, TFR, MOTIVI STOP VENERDI'
MOBILITAZIONE SINDACALISMO DI BASE IL 21, CORTEO A ROMA
MILANO - No allo 'scippo' del
Tfr; rilancio della previdenza pubblica; aumenti salariali
europei e reintroduzione della scala mobile; stop al lavoro
precario. Sono queste le principali parole d'ordine del
sindacalismo di base che ha indetto, per dopodomani, lo
sciopero generale con manifestazione nazionale a Roma.
L'iniziativa e' stata promossa da
Cub, Cib,
Cnl, Sult, Sincobas e Usi-Ait. Durante la conferenza stampa di
presentazione della mobilitazione, nella sede della
Confederazione
unitaria di base (Cub), e' stato denunciato che il
ministro dei Trasporti Pietro Lunardi ''ha ostacolato piu'
volte l'attuazione dell' astensione'' e ''calpestato i diritti
dei lavoratori, vietando l'unico mezzo di protesta che e' loro
concesso, cioe' lo sciopero dei dipendenti pubblici e privati
nel settore dei trasporti''. ''Il comportamento di Lunardi e'
illegittimo - ha affermato Piergiorgio Tiboni, coordinatore
della Cub
-. Venerdi' sara' comunque una grande giornata di
mobilitazione''. La manifestazione nazionale si svolgera' a
Roma, con concentramento in piazza della Repubblica a partire
dalle 9.30. Oltre ad alcune delegazioni di studenti
universitari parteciperanno al corteo - e' stato annunciato -
anche alcune centinaia di Rsu della Cgil che, secondo quanto
affermato dal sindacato di base, prenderebbero ''le distanze
dal flebile sciopero previsto per novembre da Cgil, Cisl e Uil.
Sono inoltre attesi i lavoratori marittimi della Corsica. ''
Innanzitutto ci opponiamo alle politiche liberiste - dice
Tiboni - che stanno creando in Italia un grave squilibrio di
distribuzione del reddito. Ci sono famiglie super ricche e
altre decisamente povere''. Secondo i dati forniti dalla
Cub, la
ricchezza finanziaria e immobiliare e' detenuta per il 48,5%
dal 10% delle famiglie piu' ricche e per il 17,2% dall'1%
delle famiglie.'' In questo Paese ci sono circa nove milioni
di persone che versano in gravi condizioni di poverta' -
aggiunge il sindacalista -. Il Pil e' aumentato, ma a giovare
di questa situazione sono stati solamente in pochi. Un altro
punto di protesta e' l'abolizione del Tfr, previsto dal
decreto legislativo 522 del governo Berlusconi. ''Se passasse
il decreto Maroni si ribalterebbe la situazione di un tempo.
La previdenza integrativa e' iniqua e rischiosa - denuncia
Tiboni - se prima il lavoratore aveva a suo carico il 25% di
spese per la pensione, ora si ritrova a dover sborsare l'85%.
Bisogna, invece, rilanciare la previdenza pubblica''. La
Cub
chiede anche il rilancio della scala mobile e la abolizione
del lavoro precario: ''Vogliamo aumenti salariali di 250 euro
mensili, che difendano salari e pensioni dalla crescita del
costo della vita. Continuiamo - conclude Giorgio Tiboni - a
sostenere l'idea di un lavoro stabile. Vogliamo fondi
regionali che sostengano i precari e i lavoratori in cassa
integrazione''.
TRASPORTI:TORIN0; GTT, REVOCATO SCIOPERO MEZZI PUBBLICI
TORINO - Venerdi' i mezzi
pubblici del servizio urbano, suburbano, le autolinee
extraurbane e le ferrovie del Gtt viaggeranno normalmente. Ne
da' notizia la stesso Gtt con una nota in cui si dice: ''E'
stato revocato lo sciopero del trasporto pubblico locale di 4
ore proclamato dal Coordinamento Provinciale
RdB che
aveva aderito a uno sciopero nazionale''. ''La revoca -
aggiunge Gtt - fa seguito al provvedimento del ministro delle
Infrastrutture e Trasporti che ha ordinato 'l' esclusione di
tutti i settori del trasporto pubblico dallo sciopero generale
di tutte le categorie pubbliche e private del giorno 21
ottobre 2005'''.
19
ottobre 2005 - Adnkronos
TRASPORTO LOCALE: REVOCATO SCIOPERO, A TORINO TRAM E BUS
REGOLARI
Torino - Tram e bus regolari
venerdi' a Torino. E' stato revocato lo sciopero di quattro
ore del trasporto pubblico locale proclamato dal Coordinamento
provinciale Rdb
che aveva aderito allo sciopero nazionale.
19
ottobre 2005 - Giornal.it
Venerdì
Sciopero Generale: servizi a rischio
Alessandria - Trasporti
diffiocoltosi e servizi ridotti al minimo per la giornata di
venerdì 21 ottobre, in occasione dello sciopero generale
indetto dalla
Confederazione Unitaria di Base (CUB), Unicobas, Cnl,
Sult, Sincobas, Usi-ait.
Si sciopera contro la Finanziaria e la precarietà, una
migliore politica sociale per le fasce più deboli e le paghe
"da fame".
E’ previsto un grande corteo a Roma cui parteciperanno
delegazioni da ogni provincia, compresa quella di Alessandria.
Per la giornata di venerdì, dunque, sono previsti disagi ed
interruzione di servizi pubblici e privati. Palazzo Rosso ha
già fatto sapere che saranno garantiti solo i servizi di stato
civile, quelli cimiteriali, la vigilanza urbana urgente, ed il
presidio di Protezione Civile. Le scuole comunali
dell’infanzia e asili nido garantiranno il regolare
svolgimento del servizio, ad eccezione dell’extra scuola di
Spinetta Marengo.
Braccia incrociate anche per i Vigili del Fuoco.
18
ottobre 2005 - Ansa
TFR:
RDB-CUB,
NO A SCIPPO LIQUIDAZIONE
STASERA AUDIZIONE A COMMISSIONE LAVORO CAMERA
ROMA - I sindacati di base
Rdb-Cub,
Cnl, Sult e Sincobas dicono no al decreto legislativo sulla
previdenza complementare. e ricordano che ''contro lo scippo
del Tfr'' saranno in piazza a Roma venerdi' prossimo 21
ottobre per uno sciopero generale. Questa sera i sindacati
autonomi hanno partecipato all'audizione convocata dal
presidente della commissione lavoro della Camera, Domenico
Benedetti Valentini, sul decreto legislativo sulla previdenza
complementare insieme alle associazioni che non hanno firmato
l'avviso comune sul Tfr. Le altre associazioni pur convocate (Cgil,
Cisl e Uil, Ugl, Confcommercio, Confesercenti e le
associazioni artigiane) hanno deciso di non partecipare
chiedendo una audizione specifica per i firmatari dell'avviso
comune. All'audizione di stasera oltre ai sindacati autonomi
hanno partecipato Cisal, Confsal e le associazioni dei quadri
Cuq e Unionquadri.
SCIOPERI: LUNARDI, TRASPORTI ESCLUSI DA FERMO 21 OTTOBRE
ROMA - Trasporti regolari il
prossimo 21 ottobre. Lo chiede il ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi, il quale ha
ordinato alle organizzazioni sindacali
Cub,
Usi-Ait, Cib-Unicobas, Sin-Cobas, Sult, Cnl di escludere dallo
sciopero generale del 21 ottobre 2005, della durata di 24 ore,
tutti i settori del trasporto pubblico di tutte le categorie
pubbliche e private. Il provvedimento, si legge, ''si e' reso
necessario al fine di evitare un pregiudizio grave ed
irreparabile al diritto di libera circolazione
costituzionalmente garantito in un settore di particolare
sensibilita' sociale ed economica''.
18
ottobre 2005 - Apcom
TRASPORTI/ LUNARDI: ESCLUDERE DA SCIOPERO 21 I SETTORI
PUBBLICI
Per evitare pregiudizio grave a diritto di libera circolazione
Roma - Il ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi ha ordinato a
sindacati di "escludere dallo sciopero generale del 21 ottobre
della durata di 24 ore tutti i settori del trasporto pubblico
di tutte le categorie pubbliche e private". E' quanto si legge
in una nota del ministero. La decisione del ministro, si
legge, "è in attuazione alle legge 146/90 (che regolamenta gli
scioperi nei servizi pubblici essenziali ndr) e si è resa
necessaria al fine di evitare un pregiudizio grave ed
irreparabile al diritto di libera circolazione
costituzionalmente garantito in un settore di particolare
sensibilità sociale ed economica". Lo sciopero è stato
proclamato da
Cub, Usi-Ait, Cib-Unicobas, Sin-Cobas, Sult e Cnl.
18
ottobre 2005 - Adnkronos
SCIOPERI: LUNARDI ORDINA ESCLUSIONE TRASPORTO PUBBLICO DA STOP
VENERDI'
Roma - Il ministro delle
Infrastrutture e Trasporti, Pietro Lunardi, ha ordinato a
Cub,
Usi-Ait, Cib-Unicobas, Sin-Cobas, Sult, Cnl di escludere dallo
sciopero generale del 21 ottobre prossimo di 24 ore tutti i
settori del trasporto pubblico di tutte le cateogrie pubbliche
e private. Il provvedimento, spiega una nota ministeriale, si
e' reso necessario al fine di evitare un pregiudizio grave ed
irreparabile al diritto di libera circolazione
costituzionalmente garantito in un settore di particolare
sensibilita' sociale ed economica.
SANITA':
VENERDI' SCIOPERO 24 ORE PERSONALE COMPARTO
Roma - Sciopero generale di 24
ore del comparto sanità (personale infermieristico, sanitario,
tecnico e amministrativo), in programma venerdì, proclamato
dalle Organizzazioni Sindacali:
RdB,
Cub,
Usi-Ait, Unicobas, Sinicobas, Sult e Cnl, in concomitanza con
lo sciopero generale.
18
ottobre 2005 - AGI
SCIOPERO
GENERALE: LUNARDI, 21 VANNO ESCLUSI TRASPORTI
Roma - Il Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi, ha ordinato
alle organizzazioni sindacali
Cub,
Usi-Ait, Cib-Unicobas, Sin-Cobas, Sult, CNL di escludere dallo
sciopero generale del 21 ottobre (della durata di 24 ore)
tutti i settori del trasporto pubblico di tutte le categorie
pubbliche e private. Il provvedimento, si legge in una nota
del ministero, si e' reso necessario "al fine di evitare un
pregiudizio grave ed irreparabile al diritto di libera
circolazione costituzionalmente garantito in un settore di
particolare sensibilita' sociale ed economica".
18
ottobre 2005 - Il Gazzettino
Nuovo
appuntamento con lo sciopero ...
Nuovo appuntamento con lo
sciopero dei trasporti. A proclamare l'astensione dal lavoro è
la Cub
di Venezia che aderisce così ad uno sciopero nazionale di
venerdì 21.
"In adesione alla giornata di lotta - spiega Giampietro
Antonini - la
Cub trasporti Actv ha dichiarato tre ore di sciopero
per i lavoratori Actv e Linea spa dalle 10 alle 13 contro lo
smantellamento del trasporto pubblico locale, contro i tagli
della legge finanziaria alle già scarse risorse per il
trasporto pubblico locale". Il sindacato di base ricorda che
la protesta, in linea generale, mira anche a rivendicare
risorse per il rilancio del trasporto pubblico, per la
copertura economica del trattamento di malattia e per il
rinnovo del secondo biennio economico.
A Roma venerdì si terrà una manifestazione che punta al
rilancio della previdenza pubblica e alla salvaguardia del Tfr.
I sindacati chiedono aumenti salariali di 250 euro mensili e
una nuova scala mobile per difendere salari e pensioni dal
carovita. "Manifesteremo - dicono i lavoratori - per
contestare la discriminazione nei confronti del sindacalismo
di base, la privatizzazione dei servizi sociali e la
scuola-azienda".
17
ottobre 2005 - Adnkronos
P.I.:
RDB, UNA
SCANDALOSA COMMEDIA DELL'ASSURDO
CGIL, CISL E UIL HANNO FIRMATO UNA MONTAGNA DI CARTA STRACCIA
Roma - ''Siamo praticamente
alla scadenza del biennio economico 2004-2005 e sui contratti
del Pubblico Impiego ancora non c'e' alcuna certezza''. Ad
affermarlo in una nota e' Paola Palmieri della direzione
nazionale RdB
Pubblico Impiego. ''Ci troviamo da una parte un Governo
inadempiente dall'altra Cgil, Cisl e Uil che hanno firmato,
contro il nostro parere, una montagna di carta straccia
-prosegue Palmieri-, si sono fidati di assicurazioni da parte
governativa che non trovano nessun fondamento negli
stanziamenti a disposizione, anzi hanno firmato i contratti,
proprio mentre emergeva che la prossima finanziaria non
stanziava i soldi necessari al contratto 2006-2007''. La RdB
Pubblico Impiego invita tutti i lavoratori pubblici ad una
prima ferma risposta, partecipando allo sciopero generale del
21 ottobre e alla manifestazione nazionale a Roma.
17
ottobre 2005 - Apcom
P.I./RDB-CUB:
NIENTE CERTEZZA SU CONTRATTI, GOVERNO INADEMPIENTE
"Confederali hanno firmato montagna carta straccia"
Roma - "Siamo praticamente alla
scadenza del biennio economico 2004-2005 e sui contratti del
pubblico impiego ancora non c'è alcuna certezza". Lo dice
Paola Palmieri, componente della direzione nazionale
Rdb-Cub,
che invita tutti i lavoratori pubblici a una prima ferma
risposta partecipando allo sciopero generale del 21 ottobre e
alla manifestazione in programma a Roma. "Ci troviamo da una
parte un Governo inadempiente - osserva Palmieri in un
comunicato - dall'altra Cgil, Cisl e Uil che hanno firmato,
contro il nostro parere, una montagna di carta straccia. Si
sono fidati di assicurazioni da parte governativa che non
trovano nessun fondamento negli stanziamenti a disposizione.
Anzi hanno firmato i contratti, proprio mentre emergeva che la
prossima Finanziaria non stanziava i soldi necessari al
contratto 2006-2007".
17
ottobre 2005 - Sesto Potere
AUTOFERROTRANVIERI: SCIOPERO A RAVENNA VENERDI' 21 OTTOBRE
Ravenna - 17 ottobre 2005 - Il
Comune di Ravenna comunica che per il giorno 21 ottobre 2005
le Confederazioni ed Organizzazioni Sindacali
CUB,
USI-AIT, CIB UNICOBAS, SINCOBAS, SULT e CNL hanno proclamato
uno sciopero generale nazionale di 24 ore, al quale hanno
aderito il SULT e il CUB Trasporti Settore Autoferrotranvieri
(per 4 ore).
In sede locale le Segreterie Trasporti aderenti (RDB
CUB Trasporti E.R. e SULT TPL E.R.), definendo la
sospensione dei servizi per 4 ore, hanno garantito
l'effettuazione dei servizi qualificati come prestazioni
essenziali ai sensi della legge 12.06.1990 n. 146 e successive
modifiche, assicurando quindi lo svolgimento di tutti i
servizi nell'ambito delle fasce orarie localmente convenute.
Pertanto A.T.M. non è in grado di assicurare il normale
svolgimento dei servizi di:
- trasporto pubblico urbano (città di Ravenna e città di
Faenza) ed extraurbano
- traghetto sul Canale Candiano fra Porto Corsini e Marina di
Ravenna
Nella giornata di venerdì 21 ottobre 2005 dalle ore 8.30 alle
ore 12.00.
17
ottobre 2005 - Radio Amicizia
Il 21
ottobre sciopero generale del personale di tutte le categorie
pubbliche e private
Le Confederazioni e
Organizzazioni sindacali
CUB,
USI-AIT, CIB UNICOBAS, SINCOBAS, SULT e CNL hanno proclamato
lo sciopero generale per l’intera giornata del 21 Ottobre.
Nel corso dello sciopero "saranno assicurati dalle
Amministrazioni Pubbliche interessate adeguati livelli di
funzionamento dei Servizi Pubblici essenziali".
E’ quanto comunica nella nota del 3 Ottobre il Dipartimento
della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
16
ottobre 2005 - Nuova Cosenza.com
Le
motivazioni delle
RdB/CUB
per lo sciopero del 21
"Lo sciopero generale indetto
dalle RdB/CUB
per il prossimo 21 ottobre, è un appuntamento importante per
tutti i lavoratori ed è l’occasione per rilanciare alcuni temi
essenziali che sono all’ordine del giorno di questo sciopero:
• i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego;
• l’attacco al TFR (liquidazione) con il tentativo di scippo,
portato avanti con preoccupante determinazione;
• l’approvazione di una legge finanziaria che attacca ancora
una volta le fasce deboli;
• il problema sempre più pressante del precariato".
Ad affermarlo in una nota è la Direzione regionale Calabria
Pubblico Impiego del RdB/CUB.
"Su quest’ultimo punto in particolare, .prosegue la nota, c’è
da registrare la posizione delle RdB/CUB, da sempre schierate
contro queste forme di precariato a vita e che, facendo
seguito alle numerosissime iniziative messe in piedi in questi
anni insieme ai precari, oggi più che mai ne chiede con forza
la stabilizzazione.
Infatti, la sempre maggior diffusione di varie forme di lavoro
a tempo determinato (solo nel Pubblico Impiego sono oltre
300.000), ha fatto precipitare giovani e meno giovani
nell’incertezza più assoluta: incertezza del proprio futuro
lavorativo, ovviamente, ma anche incertezza per il
raggiungimento dei limiti pensionabili, e ancora incertezza
nel normale svolgimento della vita sociale (come mettere su
famiglia, ad esempio, senza la sicurezza nel futuro?). Per
tutti questi motivi, nello sciopero del 21 ottobre, assieme ai
temi inerenti al carovita, agli aumenti contrattuali che siano
veri e non ridicoli, ad una finanziaria che ponga il problema
della ridistribuzione del reddito, al rilancio della
previdenza pubblica, il tema del precariato occupa per forza
di cose un ruolo centrale. Pertanto le
RdB/CUB
chiamano a raccolta tutti i lavoratori siano essi precari o a
tempo indeterminato, ad aderire compatti allo sciopero e a
partecipare in massa alla manifestazione che si terrà a Roma.
Con l’occasione le RdB/CUB comunicano che pullman
appositamente organizzati, partiranno dalla Calabria verso la
capitale, per far sì che anche la nostra regione svolga un
importante ruolo nel portare alla ribalta la voce dei più
deboli e nel rilanciare un ponte ideale per una lunga stagione
di lotte."
15
ottobre 2005 - Ansa
SCUOLA:CUB;DA
MORATTI PAROLE IN LIBERTA',CONFERMATO SCIOPERO
ANSA) - ROMA, 15 ott -
Definisce 'parole in liberta'' quelle del ministro
dell'istruzione, Letizia Moratti, e conferma lo sciopero di
venerdi' prossimo, 21 ottobre: Cosimo Scarinzi, coordinatore
nazionale della
Cub Scuola, ritiene che le ragioni per scioperare siano
oggi, alla luce del completamento della riforma scolastica,
''ancora maggiori''. Facendo riferimento a una dichiarazione
del ministro relativa alle nuove norme grazie alle quali,
secondo Moratti, ''la scuola italiana avra' contenuti piu'
moderni e insegnanti piu' giovani e qualificati'', Scarinzi
afferma che ''una riforma che consegna una quota rilevante di
studenti a un addestramento al lavoro ci riporta ad oltre 40
anni addietro e favorisce il degrado della scuola pubblica e
della societa' tutta''. Quanto alla giovane eta' degli
insegnanti, ''tutti sanno - afferma la
Cub -
che, grazie alla sciagurata politica di reclutamento di questo
e dei precedenti governi, l'eta' media degli immessi in ruolo
si avvicina ai 40 anni''.
14
ottobre 2005 - Adnkronos
TRASPORTO LOCALE: BOLOGNA, MEZZI PUBBLICI IN SCIOPERO VENERDI'
21
Bologna - In adesione allo
sciopero generale nazionale del sindacalismo di base, indetto
per venerdi' 21 ottobre, il personale viaggiante di Atc,
l'azienda del trasporto pubblico di Bologna, aderente alle
organizzazioni sindacali
Rdb-Cub
e Sult, incrocera' le braccia dalle 12.30 alle 16.30. In tali
orari, dunque, i servizi di trasporto pubblico urbano,
suburbano ed extraurbano non saranno garantiti. In particolare
per i mezzi urbani, suburbani ed extraurbani saranno garantite
solamente le corse in partenza dai capolinea fino alle ore
12.15. Per le linee urbane di Imola verranno garantite tutte
le corse complete in partenza dalla stazione Fs, o
dall'autostazione, fino alle ore 12.20. Circoleranno comunque
i 'riservati scolastici'.
14
ottobre 2005 - Ansa
SCIOPERI: STOP TRASPORTI 21/10; MODALITA' CTM CAGLIARI
CAGLIARI - Il personale
viaggiante del Ctm di Cagliari aderente ai sindacati di base
si asterra' dal lavoro dalle 13 alle 17 del 21 ottobre
prossimo nell'ambito dello sciopero nazionale dei trasporti
indetto dalle
RdB. Il personale degli uffici, officine e impianti
fissi, invece, incrociera' le braccia nelle ultime quattro ore
del turno di servizio.
14
ottobre 2005 - Romagnaoggi.it
REGIONE
- Venerdì sciopero sindacati di base
Garantiti comunque i
servizi essenziali
BOLOGNA - Ai sensi di quanto
previsto dall'art. 2 della legge 146/90, come modificata dalla
L.83/2000, in materia di esercizio del diritto di sciopero nei
servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti
alla persona costituzionalmente tutelati, che è stato
proclamato uno sciopero generale nazionale dai sindacati di
base a cui ha aderito
RdB
Pubblico Impiego per l'intera giornata di venerdì 21 ottobre
2005.
La Regione Emilia-Romagna garantirà comunque le prestazioni
relative ai servizi pubblici essenziali come individuati dagli
accordi collettivi decentrati di lavoro sottoscritti nel 2002
(servizi per le consultazioni referendarie, per la
sorveglianza idraulica dei fiumi, per i cantieri, per la
protezione civile, per gli emolumenti retributivi e gli
adempimenti contributivi relativi al personale, per
l'assistenza igienico-sanitaria e la custodia degli animali in
capo al Servizio produzioni animali, nonché le attività di
autoparco e di portineria se strumentali ai predetti servizi)
e secondo le modalità in tali accordi previsti.
14
ottobre 2005 - Il Quotidiano di Ascoli
Contro
Riforma TFR e Finanziaria:
21 ottobre sciopero nazionale dei Sindacati di Base
ASCOLI PICENO - Quaglietti,
Sincobas Ascoli : " Fermare gli sciacalli che vogliono rubare
ai poveri per dare ai ricchi. No allo scippo del TFR". A Roma
manifestazione nazionale.
Il Sincobas e le altre 5 sigle del sindacalismo di base,
presenti nel mondo dell’industria, dei servizi, del pubblico
impiego, dei trasporti e delle attività marittime hanno
indetto uno sciopero generale nazionale per venerdi 21
ottobre, con contemporanea manifestazione a Roma, in Piazza
Esedra, per protestare contro i progetti di riforma del TFR e
la Legge Finanziaria messa in cantiere dal Governo.
Lo annuncia Andrea Quaglietti, coordinatore provinciale del
Sincobas di Ascoli, ricordando i rischi delle modifiche
legislative ora in discussione: " Lo sciopero nazionale è
stato convocato da noi e dalle altre cinque organizzazione di
base (SULT, CNL, Unicobas,
Cub/RDB)
per protestare e continuare a lottare prima di tutto contro
programmi devastanti e pericolosi, ideati da veri sciacalli,
come quello del trasferimento del TFR ai fondi pensione.
Ricordiamo ancora una volta ai lavoratori, invitandoli a
partecipare proprio per dare un segnale forte al Governo e
all’opinione pubblica e alle parti che ne stanno ancora
discutendo nel merito, che i fondi pensione non garantiscono
affatto, come viene detto, rendimenti e pensioni più alte.
Questi fondi continua Quaglietti – come l’esperienza di altre
Paesi dimostra, possono invece far completamente sparire il
capitale affidato loro, senza fornire alcun rendimento o
guadagno, e tantomeno una vecchiaia tranquilla a coloro che vi
hanno creduto. E’ necessario tornare al sistema pubblico per
garantire una pensione dignitosa e sicura a milioni di
persone, che se la sono meritata in anni e anni di lavoro e
sacrifici".
Seconda questione, la Legge Finanziaria in preparazione da
parte del Governo. "E’ l’ennesima legge che taglia la spesa
sociale – sostiene il coordinatore del Sincobas - blocca i
contratti pubblici, limita le libertà sindacali e infine
impoverisce gli enti locali, e quindi il territorio e i
lavoratori. Questi ultimi vedranno aumentare la pressione
fiscale nei loro confronti, perché Comuni, Provincie e Regioni
non potranno più far quadrare i bilanci come nel passato,
senza intervenire sui balzelli e aliquote varie. Tali
programmi – continua Quaglietti – comporteranno ripercussioni
ancora più gravi per il Piceno e il comprensorio ascolano, già
afflitto da una crisi industriale e occupazionale senza
precedenti. Per fermare tutto questo, e difendere salari e
pensioni, bloccare la deriva del precariato, aumentare i
redditi di almeno 250 euro mensili, e tutelare le fascie
deboli è urgente che i lavoratori aderiscano allo sciopero
generale del 21 ottobre, partecipando in massa alla
manifestazione di Roma".
13
ottobre 2005 - Ansa
LAVORO:
PRECARI IN PIAZZA CON LE
RDB A
BOLOGNA
CORTEO APERTO DA CARTELLI CON LA SCRITTA 'SIAMO TUTTI
LAVAVETRI'
BOLOGNA - Iniziativa di
mobilitazione del precariato della Pubblica amministrazione a
Bologna: in mattinata una delegazione
RdB ha
incontrato rappresentanti delle Giunte regionale, provinciale
e comunale, nel pomeriggio un corteo di lavoratori precari
(300 secondo i promotori) e' partito da piazza Nettuno per
recarsi sotto la Prefettura. Il corteo era aperto
simbolicamente da quattro 'lavavetri' che portavano al collo
cartelli con la scritta 'Siamo tutti lavavetri - Reddito,
diritti, dignita''', a simboleggiare - hanno rilevato le
RdB - il
fatto ''che anch'essi sono parte del mondo del lavoro e della
disoccupazione e che non possono essere fatti vivere come un
problema di legalita'''. Seguiva uno striscione con scritto
'Basta precarieta'' e molti lavoratori indossavano magliette
rosse con la scritta 'Contro la precarieta' del lavoro e della
vita - Sciopero generale', in riferimento allo sciopero
generale indetto dal sindacalismo di base per il 21 ottobre.
Una delegazione di manifestanti e' stata poi ricevuta in
Prefettura, dove ha potuto rappresentare le diverse situazioni
di precarieta' nel pubblico impiego: co.co.co., tempo
determinato, discontinui dei vigili del fuoco, interinali,
contratti di formazione e lavoro. La Prefettura - hanno reso
noto le RdB
- ''si e' impegnata a rappresentare al Governo i motivi della
protesta''. Per contrastare ''i pesanti tagli ai posti di
lavoro precari e l'assoluta mancanza di prospettive per la
stabilizzazione previsti nel disegno di legge della
finanziaria 2006'', alle istituzioni locali e' stata
presentata una lettera aperta in cui
RdB
chiede di presentare emendamenti abrogativi alla legge
finanziaria stessa ed opporsi ''fino a mettere in campo una
vera e propria disobbedienza istituzionale''. Le
Rappresentanze sindacali di Base ritengono ''inaccettabile un
ulteriore taglio di posti di lavoro ed il mantenimento di una
situazione che tiene nella precarieta' circa 15.000 dipendenti
pubblici nella nostra regione''.
SCIOPERI: CUB,
DA LUNARDI ATTACCO A DIRITTO LAVORATORI
MINISTRO HA CHIESTO DI ESCLUDERE SETTORE PUBBLICO DA STOP
21/10
ROMA - Il ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, invitando la
CUB e le
altre sigle del sindacalismo di base italiano a escludere
tutti i settori di trasporto pubblico dallo sciopero generale
del 21 ottobre, mette in atto ''un attacco inaudito al diritto
di sciopero''. Lo afferma Walter Montagnoli coordinatore
nazionale CUB
secondo cui ''e' davvero incredibile che il ministro Lunardi
voglia negare un diritto costituzionale prevaricando anche la
Commissione di Garanzia che ci aveva invitato ad osservare
alcune limitazioni'' per la rarefazione oggettiva rispetto a
scioperi precedentemente proclamati. La
CUB,
insieme a numerose sigle del sindacalismo di base italiano -
si legge in una nota - ha indetto per il 21 ottobre lo
sciopero generale di 8 ore di tutte le categorie ''contro lo
scippo del tfr e per il rilancio della previdenza pubblica,
contro la perdita di potere di acquisto dei salari, contro la
precarieta', la legge 30 e il pacchetto Treu, rivendicando un
vero e proprio programma di politica economica e sociale''.
Montagnoli sottolinea che ''e' tutto in regola, i tempi della
comunicazione sono stati rispettati, e la Commissione di
Garanzia ci aveva scritto per specificare, da un lato, solo un
paio di limitazioni territoriali per quanto riguarda il
trasporto locale e ferroviario e dall'altro per chiedere la
revoca o il posticipo dello stop nel trasporto aereo. Noi -
spiega Montagnoli - abbiamo preso atto contestando la seconda
comunicazione attraverso l'art.700 perche' malgrado il numero
delle indizioni fosse un po' piu' ampio, lo sciopero generale
prevale sulle indizioni territoriali e di categoria''.
SCUOLA:
CUB,
ASSUNZIONI? SI SOSTITUISCONO SOLO PENSIONATI
CONFERMATO SCIOPERO DEL 21 OTTOBRE
MILANO - La
Cub Scuola
considera ''una palese presa in giro'' le dichiarazioni fatte
del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, che ha
annunciato 30mila assunzioni di insegnanti, 20mila nel 2006 e
gli altri nel 2007. Il sindacato di base ha confermato il
blocco delle lezioni nell'ambito dello sciopero generale del
21 ottobre. ''Il trucco e' evidente - ha affermato Cosimo
Scarinzi, coordinatore nazionale di
Cub Scuola
- le immissioni in ruolo previste corrispondono a malapena ai
pensionamenti previsti''. ''Numeri che sembrano eccezionali -
ha aggiunto Scarinzi - in realta' non coprono nemmeno il
normale turnover. Ma quello che lascia piu' sconcertati e' che
il ministro presenta le assunzioni come se fossero un'attivita'
benefica. Non dimentichiamo che si tratta di persone che hanno
vinto un regolare concorso e che, in media, vengono assunte a
38 anni. Fino ad allora sono ancora precari, con tutte le
conseguenze quanto a frustrazione, impossibilita' di crearsi
una famiglia, marginalita' sociale''. Contestato anche il dato
numerico: il ministro ha parlato di 160mila assunzioni negli
ultimi 4 anni, ma secondo Scarinzi non si arriva ai 120mila.
Il personale non docente, secondo la
Cub,
''e' in una condizione ancora peggiore rispetto agli
insegnanti. Nulla di preciso e' definito e possiamo facilmente
immaginare le ragioni di questa indeterminatezza. E', con ogni
evidenza, intenzione dell'amministrazione non garantire le
necessarie immissioni in ruolo del personale Ata''.
13
ottobre 2005 - Adnkronos
P.A.:
FUNZIONE PUBBLICA, PER SCIOPERO 21 OTTOBRE GARANTITI SERVIZI
ESSENZIALI
Roma - Nel corso dello sciopero
del 21 ottobre ''saranno assicurati dalle Amministrazioni
pubbliche interessate adeguati livelli di funzionamento dei
servizi pubblici essenziali''. E' quanto comunica in una nota
il dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del
Consiglio dei Ministri in relazione allo sciopero generale
nazionale di tutto il personale del settore pubblico e privato
proclamato per l'intera giornata del 21 da una serie di sigle
sindacali. Si tratta di
Cub,
Usi-a, Cib Unicobas, Sincobas, Sult e Cnl.
13
ottobre 2005 - Emilianet
Energia.
Sciopero nazionale di venerdì 21 ottobre
Sat ha predisposto i
servizi minimi in accordo con le Organizzazioni Sindacali
Aziendali
MODENA - Sciopero proclamato da
FLAICA
Uniti-CUB, USIAIT, CIB Unicobas, SinCobas, Sult e Cnl
del settore ambiente, a cui aderisce anche l'organizzazione
sindacale RDB
Energia (settori elettrico e gas-acqua), nell'intera
giornata di venerdì 21 ottobre 2005. Comunicazione agli utenti
ai sensi dell'art. 2 comma 6, della Legge 146/90.
In ottemperanza alla Legge 146/90 e agli Accordi Nazionali
sottoscritti, Sat ha predisposto i servizi minimi in accordo
con le Organizzazioni Sindacali Aziendali. Ci scusiamo con i
cittadini per i disagi che si potranno verificare, pur
garantendo l'espletamento dei servizi di emergenza e dei
"minimi" previsti, nonché la pronta riattivazione dei servizi
al termine dello sciopero. |