CUB. Confederazione Unitaria di Base
Federazione Nazionale RdB

Telefono: 06/762821  - FAX 06/7628233


Sciopero Generale 21 ottobre 2005
La stampa ha detto dello sciopero...


22 ottobre 2005 - Liberazione

Sei sigle del sindacalismo di base hanno aperto ieri la stagione degli scioperi autunnali. «Reddito per tutti e per tutte»
Roma, in piazza contro la finanziaria

Fabio Sebastiani
«Contro la finanziaria di Tremonti lotta dura e senza sconti». Le sei sigle del sindacalismo di base (Cub-Rdb, SinCobas, Sult, Unicobas, Usi e Cnl) che ieri hanno aperto la stagione degli scioperi autunnali possono dirsi soddisfatte. Anche se il ministro Lunardi ha precettato tutto il comparto dei trasporti, il black out dei mass-media il maltempo e il traffico ritardato l'arrivo di diversi pullman, il grande serpentone di gente che si è allungato per tutta via Cavour urlando slogan molto duri contro governo, assicurazioni e legge Bossi-Fini ha fatto la sua figura. Secondo gli organizzatori il bilancio di fine giornata è di 80 mila persone in piazza e più di un milione che hanno aderito allo sciopero generale di otto ore.

«Una grande vittoria del sindacalismo di base che lotta per rimettere i soldi in tasca ai lavoratori e impedire lo scippo del Tfr», dice Pier Giorgio Tiboni, coordinatore nazionale della Cub. «Dopo diversi anni - ha commentato Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale delle Rappresentanze di base - oggi è stata l'occasione per tornare a organizzare una manifestazione unitaria del sindacalismo di base».

Il primo sciopero «non rituale» pone una priorità irrinunciabile: la redistribuzione del reddito a favore di lavoratori, pensionati e precari. Era scritto su molti striscioni, con la premessa: "la finanziaria che vogliamo". Un corteo popolare, di gente vera che ha urlato a squarciagola la propria rabbia contro chi vuole scippargli il trattamento di fine rapporto, oppure metterli in mezzo a una strada con uno sfratto esecutivo o, peggio ancora, costringerli a un lavoro precario. «Berlusconi ha detto che non ci metterà le mani in tasca. E ci credo - tuona Marco, da Milano - per fare una rapina le mani bisogna metterle sulla pistola altrimenti è furto con destrezza».

A Daniele, delegato Cub, le "mani in tasca" gliele ha messe il capo del personale della Marzotto lasciandoci una lettera di licenziamento. Sulla vicenda delle delocalizzazioni il signor Daniele si è impegnato un po' troppo e l'azienda ha pensato bene di allontanarlo. La settimana prossima ci sarà la prima udienza del ricorso. Grande striscione della Rdb-Università che dal prossimo anno, grazie al titolo di sindacato rappresentativo, potrà partecipare alle trattative contrattuali. «Ormai nel mondo accademico più del quaranta per cento del personale si trova con un contratto precario - dice Orazio Maccarone. Il punto è che la lotta contro la precarietà andrebbe generalizzata, ma i ricercatori fanno fatica ad uscire dalla logica del percorso individuale». Per il coordinatore nazionale della Cub scuola Cosimo Scarinzi il settore della scuola «ha aderito in maniera consistente allo sciopero e alla manifestazione». «Oltre a sostenere gli obiettivi generali - sottolinea il sindacalista - i lavoratori della scuola esprimono contrarietà alla riforma Moratti e ai contenuti contrattuali che prevedono aumenti retributivi modesti in cambio invece di consistenti tagli agli organici. Noi - conclude Scarinzi - chiediamo l'immediata immissione in ruolo dei precari e il ritiro, senza se e senza ma, della riforma».

Nel mirino del corteo non solo il presidente del Consiglio con slogan tipo «Silvio Berlusconi facci sognare parti volontario e non tornare», ma anche il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, ritratto in costume alla guida di una scavatrice. "Fermiamolo, le baracche non sono di sinistra ma neanche le ruspe". E poi, "Cofferati, siamo tutti lavavetri". Dal comune di Bologna a quello di Roma, la protesta delle maestre di nidi e materne. «Il nostro orario di lavoro è sottoposto a una flessibilità estrema, e tutto per risparmiare sull'impiego delle supplenti. Risultato, peggioramento del servizio».

Al corteo hanno partecipato lavoratori provenienti da tutta Italia, con folti gruppi dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Liguria. Erano presenti inoltre rappresentanti di tutti i settori, dai tessili al pubblico impiego, dalla scuola ai metalmeccanici, con una forte delegazione dei lavoratori Fiat di Cassino. «Alla nostra chiamata - commenta Paolo Sabbatini, coordinatore del SinCobas - il Paese ha risposto al di sopra delle nostre aspettative. Nonostante il maltempo e nonostante sia stata negata la protesta dei lavoratori dei trasporti, eravamo oltre cinquantamila», tra i quali una delegazione di circa 150 lavoratori immigrati.


22 ottobre 2005 - Il Manifesto

Sciopero «di base», in 50.000 a Roma
Sciopero generale e manifestazione nazionale, ieri, indetti dai sindacati di base Cub-RdB, Unicobas, Sincobas, Sult, Cnl, Usi-Ait. Contro la riforma previdenziale e lo «scippo del tfr», per il ripristino della scala mobile e l'abolizione della legge 30
FRANCESCO PICCIONI
Non è stato per niente facile, ma alla fine ci sono riusciti. Lo sciopero generale nazionale dei sindacati di base - Cub-RdB, Unicobas, Cnl, Sult, Usi-Ait, Sincobas - si è svolto regolarmente e cinquantamila persone hanno manifestato a Roma. Neppure la pioggia è riuscita a guastare troppo l'iniziativa. L'iter, invece, era stato davvero travagliato. I media - lamentano con ragione gli organizzatori - hanno steso un velo di silenzio sulla scadenza. Anzi, quando tre giorni fa il ministro Lunardi ha deciso la precettazione dei lavoratori nei trasporti pubblici (autoferrotranvieri, ferrovie, aerei, ecc), molte testate ne hanno tratto la conclusione che «lo sciopero non c'era più». Le ultime due giornate sono così trascorse nel frenetico rincorrere tutte le situazioni per «controinformare» il più possibile e confermare la mobilitazione.

Si era verificato quanto temeva Pierpaolo Leonardi, uno dei coordinatori nazionali della Cub: precettati i trasporti, venivano meno le categorie «mediaticamente» più visibili perché capaci di incidere sulla mobilità quotidiana di tutti i cittadini. Alcune amministrazioni pubbliche, ci viene riferito, avrebbero apertamente cavalcato la precettazione per «avvertire» i dipendenti che lo sciopero era stato «revocato». Ciò nonostante i sindacati di base dichiarano che più di un milione di persone avrebbe incrociato ieri le braccia per le canoniche otto ore.

Complicato anche arrivare a Roma per manifestare. Da Bologna denunciano che le ferrovie avevano all'ultimo momento cancellato un treno speciale (debitamente prenotato e pagato), invitando gli aspiranti manifestanti ad arrangiarsi con le corse normali (naturalmente già strapiene). Solo dopo un acceso confronto con i dirigenti delle ferrovie venivano messi a disposizione alcuni pullman con cui raggiungere la capitale. Stesse disfunzioni vengono denunciate da altre località, soprattutto del nord Italia. La riprova la si è avuta in mattinata quando, a manifestazione partita, in zona stazione Termini continuavano a formarsi gruppi di persone appena scese dai treni in ritardo o dalla metropolitana dopo un viaggio in pullman.

Il corteo si è andato così arricchendo di partecipazione mano a mano che percorreva le strade, sotto una pioggia a tratti anche intensa. Striscioni, cartelli e slogan erano incentrati in prevalenza sulla questione del «trattamento di fine rapporto» (il tfr, o la «liquidazione») e sull'impossibilità di sopravvivere decentemente con gli attuali livelli salariali («A fine stipendio senza troppo mese»). Ma anche altri temi sociali hanno trovato ampio spazio, come chi portava la scritta «Contro Cofferati, siamo tutti lavavetri». Il sindaco diessino di Bologna, solo tre anni fa nel cuore della folle, è stato uno dei bersagli più citati: «Le baracche non sono di sinistra, ma neanche le ruspe», a proposito della giustificazione usata per abbattere alcuni campi nomadi.

Grande, comprensibilmente, la soddisfazione degli organizzatori. Magari non saranno stati gli 80mila che citati a un certo punto da Piergiorgio Tivoni, altro coordinatore nazionale della Cub e figura storica del sindacalismo milanese; ma di certo «è una grande vittoria del sindacalismo di base che lotta per rimettere i soldi in tasca ai lavoratori e impedire lo scippo del tfr».

La legge delega per la «riforma» del sistema previdenziale è qui contestata senza mediazioni. Non interessa neppure la differenza tra l'affidamento del tfr ai «fondi chiusi» (gestiti da imprese e sindacati confederali) e polizze assicurative individuali (come piacerebbero tanto al patron di Mediolanum, casualmente anche presidente del consiglio). «Governo, sindacati, banche e asscurazioni - ha detto Tiboni - lottano per spartirsi la torta, mentre i lavoratori il loro tfr se lo vogliono tenere». E in effetti i pochi sondaggi condotti sull'argomento mostrano maggioranze schiaccianti a favore del mantenimento della situazione attuale.

Silenzio completo sullo sciopero e la manifestazione anche dal «palazzo» e dai partiti. Solo da Rifondazione di è alzata la voce del senatore Gigi Malabarba - ex operaio dell'Alfa di Arese e leader dello Slai-Cobas - a chiedere «una nuova scala mobile». Critico anche lui verso lo «sciopericchio di Cgil, Cisl e Uil tra un mese, con obiettivi generici e a finanziaria già fatta». Un atteggiamento cauteloso (ma probabilmente anche inefficace) che Malabarba accomuna al procedere del centrosinistra «che punta sul logoramento di Berlusconi, guardandosi bene dal costruire una mobilitazione si massa su contenuti sociali». Quando i «grandi» stanno fermi, insomma, i sindacati di base vanno a riempire il vuoto di iniziativa. Perché le condizioni di vita, pare, sono tuttora più importanti dei tatticismi politico-elettor
ali.


22 ottobre 2005 - Il secolo XIX

A Roma 50 mila, sindacati soddisfatti

Tfr, nella protesta contro la riforma Liguria in prima fila

Roma. Basta alla precarietà, no alla riforma del Tfr e impegno per il diritto al reddito e la redistribuzione della ricchezza. Sono le ragioni dello sciopero generale organizzato ieri dai sindacati di base che ha portato in piazza a Roma, nonostante il maltempo, oltre 50 mila lavoratori. Nelle fabbriche, nelle scuole, negli uffici, secondo le prime stime, circa il 15% dei
lavoratori, cioè oltre un milione, ha incrociato le braccia.
«Dopo diversi anni - ha commentato Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale del Cub - è stata l’occasione per tornare a organizzare una manifestazione unitaria del sindacalismo di base».
Alla protesta, in effetti, erano presenti tutte le sigle dei sindacati di base, dall’Unicobas (presente nella scuola) alla Sincobas (meccanici), dall’Usi-Ait al Cub, dal Sult e al Cnl. Unica grande organizzazione assente è stata il Cobas, che sembra invece aderirà alla protesta del 25 novembre programmata dai sindacati confederali.
La riforma del Tfr, con un no forte ai fondi chiusi, è stato il tema principe di oggi. Ma la protesta è nata soprattuto per far sentire la voce del sindacalismo di base in tutti i temi caldi del lavoro. «La manifestazione - chiarisce Leonardi - testimonia la disponibilità ampia del settore a battersi sulle questioni fondamentali del lavoro. Questioni che devono essere messe al centro della politica».
Al corteo organizzato a Roma hanno partecipato lavoratori provenienti da tutta Italia, con folti gruppi dalla Liguria oltrechè da Sicilia e Campania. Erano presenti inoltre rappresentanti di tutti i settori, dai tessili al pubblico impiego, dalla scuola ai metalmeccanici, con una forte delegazione dei lavoratori Fiat. «Alla nostra chiamata - commenta Paolo Sabbatini, coordinatore del SinCobas - il Paese ha risposto al di sopra delle nostre aspettative. Nonostante sia stata negata la protesta dei lavoratori dei trasporti, eravamo oltre cinquanta mila», tra i quali una delegazione di circa 150 lavoratori immigrati.
Anche la partecipazione allo sciopero ha lasciato soddisfatte le sigle del sindacalismo di base. Le prime stime parlano di oltre un milione di lavoratori. Buona la percentuale dei dipendenti della scuola che, secondo Stefano D’Errico, segretario nazionale dell’Unicobas, hanno incrociato le braccia. «E’ ancora presto per avere dati certi - spiega il sindacalista - ma reputiamo che in tutto il Paese l’adesione nei vari settori, che è stata capillare, è stata intorno al 15%, con punte del
40% in alcune aree metropolitane».


22 ottobre 2005 - Supereva news

Cub, Sincobas, Sult, Cib-Unicobas, Usi e Cnl: ''80mila in corteo a Roma''
Tfr, sindacati di base: ''Oltre un milione ha aderito allo sciopero''
Tiboni (Cub): ''E' una grande vittoria nella lotta per rimettere i soldi in tasca ai lavoratori e impedire lo scippo del Tfr''

Roma - I sindacati di base cantano vittoria. Allo sciopero di 8 ore proclamato da Cub, Sincobas, Sult, Cib-Unicobas, Usi e Cnl ha aderito oltre 1 milione di persone e in 80 mila sono scesi in piazza. ''E' una grande vittoria del sindacalismo di base che lotta per rimettere i soldi in tasca ai lavoratori e impedire lo scippo del Tfr'', commenta Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale Cub. ''Un grande corteo organizzato dalla Cub e dal sindacalismo di base - dice - ha riempito le vie di Roma. Siamo partiti in 30-40mila anche a causa di tanti pullman rimasti bloccati un po' in tutta Italia per arrivare alla fine del percorso in almeno 80 mila''. Un corteo che ha visto sfilare ''migliaia e migliaia di persone tra cui anche i migranti, i marittimi della Corsica, gli studenti e molti responsabili rsu della Cgil che dissentono dallo sciopericchio proclamato dal loro sindacato e hanno manifestato oggi per cambiare davvero rotta''.
''E' una grande vittoria del sindacalismo di base - ribadisce Tiboni - che vede sempre maggiori adesioni da parte di masse di lavoratori stanche di venir prese in giro. Malgrado il black out di molti grandi media e malgrado la precettazione di Lunardi che ha impedito di scioperare ai lavoratori dei trasporti urbani, ferroviari e aerei l'adesione è stata davvero ampia. E' evidente ormai che questa grande adesione viene anche per tentare di impedire lo scippo del Tfr. Quello dei lavoratori è un rifiuto netto. Mentre governo, sindacati, banche e assicurazioni lottano per spartirsi la torta, i lavoratori il loro Tfr se lo vogliono tenere e noi siamo gli unici che chiediamo il ritiro del decreto''.
''Lo sciopero è riuscito perché vogliamo incidere sulle politiche sociali ed economiche e ottenere risultati di carattere generale. Questo non è stato uno sciopero rituale di protesta - spiega ancora Tiboni - ma il momento culminante di una mobilitazione costruita dal basso che rivendica un vero e proprio programma di politica economica e sociale, totalmente alternativo alle politiche liberiste, e che ha come parola d'ordine la ridistribuzione del reddito a favore dei ceti popolari. Ridistribuire il reddito a favore di lavoratori pensionati e precari è la priorità''.
Per il sindacalismo di base, ''per rilanciare l'economia italiana è necessario dunque prendere una direzione completamente diversa, perché sono le politiche liberiste che hanno reso precaria l'esistenza di milioni di persone molte delle quali non solo non riescono ad arrivare alla quarta settimana ma neanche alla terza. Per rimettere in piedi l'economia non serve dare più soldi alle imprese come vuole anche questa finanziaria ma ridistribuire il reddito per rimettere in moto i consumi''.


22 ottobre 2005 - La Libertà

In piazza contro la riforma del Tfr
Cinquantamila persone hanno aderito alla protesta dei sindacati di base
di Antonella Fantò

ROMA - «A fine stipendio avanza troppo mese». Dietro a questo striscione hanno manifestato i Sindacati di base, per protestare contro la politica economica del governo e contro la riforma del TFR, il trattamento di fine rapporto, oggetto in questi giorni delle accuse del presidente del Consiglio.
Secondo gli organizzatori erano in 50.000 a sfilare per le strade di Roma, pacificamente, da Piazza della Repubblica fino a Piazza Navona. Gli slogan più urlati sono stati contro la finanziaria e ancora: «Il TFR non si tocca, lo difenderemo con la lotta».
Cub, Cobas, Rdb, Unicobas, Sin-cobas, Usi e Cnl: queste sono le sigle che hanno aderito alla manifestazione. Mancavano invece i lavoratori del trasporto urbano, ferroviario e aereo, precettati dal ministro per le Infrastrutture Pietro Lunardi . La precettazione è stata presa come un'intimidazione nei confronti dello sciopero, un boicottaggio dell'appuntamento voluto anche dai media che non avrebbero dato risonanza all'evento. Non è mancata la polemica anche nei confronti dei sindacati confederali.
Paola Palmieri del coordinamento nazionale del Cub ha detto che «si sta negando ai lavoratori il diritto di manifestare al di fuori dei sindacati confederali. Cgil Cisl e Uil continuano ad esercitare un monopolio sia nel settore pubblico che privato».
Secondo i Cobas in tutta Italia hanno aderito alla protesta un milione e duecentocinquantamila persone, compresi i dipendenti della scuola. Secondo il ministero della pubblica istruzione invece nelle 4745 scuole prese a campione hanno scioperato 6361 dipendenti su 442.580 in servizio, cioè l'1,43 per cento del personale scolastico. Secondo i Cobas comunque la riforma del TFR è un affare da 13 miliardi di euro. I sindacati confederali vogliono gestire una parte del patrimonio, dicono i sindacati di base, con i fondi chiusi (ma non hanno ottenuto alcuna fiscalità di vantaggio, n.d.r.), mentre il partito delle assicurazioni vuole liberalizzare e basta.
Le compagnie di assicurazioni fanno propria l'asserzione di Silvio Berlusconi che chiede la libertà di scelta per i lavoratori, dal primo momento. Secondo Il ministro del welfare Roberto Maroni , invece, le compagnie di assicurazione vogliono solo avere mano libera sui soldi che vengono loro affidati e si vogliono sottrarre ai controlli della Covip.
«Non ci sentiamo né più forti, né meno forti: secondo noi la condizione essenziale è che che ci sia libertà di scelta». Lo ha affermato ieri il presidente dell'Ania, l'associazione delle compagnie di assicurazione, Fabio Cerchiai , alludendo alle modifiche al decreto che vuole il presidente del consiglio. Cerchiai ha annunciato di essere in attesa di una convocazione da parte di Maroni al quale è stato chiesto un incontro. Le compagnie di assicurazioni, tra le quali figura Mediolanum di proprietà del presidente del consiglio, chiedono anche uno slittamento dell'entrata in vigore della legge perché le compagnie non avrebbero il tempo di adeguarsi alle nuove normative e ai controlli della Covip.


22 ottobre 2005 - Il Giornale di Vicenza/L'Arena

Mentre l’Ania rilancia il no alle scelte del governo, scendono in piazza le sigle non confederali eccetto la Cobas
Previdenza bloccata e protesta sul Tfr
Le organizzazioni di base contro il decreto e il precariato

Roma - L’Ania rilancia il no al decreto attuativo voluto dal ministro Roberto Maroni dopo aver sollevato il problema di una insufficiente copertura finanziaria. E i sindacati di base scendono sul piede di guerra. Basta alla precarietà, no alla riforma del tfr e impegno per il diritto al reddito e la redistribuzione della ricchezza. Ecco le ragioni dello sciopero generale organizzato ieri che ha portato in piazza a Roma oltre 50 mila lavoratori. Nelle fabbriche, nelle scuole, negli uffici, secondo le prime stime, circa il 15% dei lavoratori, cioè oltre un milione, ha incrociato le braccia. «Dopo diversi anni - ha commentato Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale del Cub - oggi è stata l’occasione per tornare a organizzare una manifestazione unitaria del sindacalismo di base».
Alla protesta, in effetti, erano presenti tutte le sigle dei sindacati di base, dall’Unicobas (presente nella scuola) alla Sincobas (meccanici), dall’Usi-Ait al Cub, dal Sult e al Cnl.
Unica grande organizzazione assente è stata il Cobas, che sembra invece aderirà alla protesta del 25 novembre programmata dai sindacati confederali. La riforma del tfr, con un no forte ai fondi chiusi, è stato il tema principe di ieri. Ma la protesta è nata soprattuto per far sentire la voce del sindacalismo di base in tutti i temi caldi del lavoro. «La manifestazione - chiarisce Leonardi - testimonia la disponibilità ampia del settore a battersi sulle questioni fondamentali del lavoro».
Al corteo organizzato a Roma hanno partecipato lavoratori provenienti da tutta Italia. Erano presenti inoltre rappresentanti di tutti i settori, dai tessili al pubblico impiego, dalla scuola ai metalmeccanici, con una forte delegazione dei lavoratori Fiat. «Alla nostra chiamata - commenta Paolo Sabbatini, coordinatore del SinCobas - il Paese ha risposto al di sopra delle nostre aspettative. A Roma, nonostante il maltempo e nonostante sia stata negata la protesta dei lavoratori dei trasporti, eravamo oltre cinquanta mila», tra i quali una delegazione di circa 150 lavoratori immigrati.
Anche la partecipazione allo sciopero ha lasciato soddisfatti le sigle del sindacalismo di base. Le prime stime parlano di oltre un milione di lavoratori. Buona la percentuale dei dipendenti della scuola che, secondo Stefano D’Errico, segretario nazionale dell’Unicobas, hanno incrociato le braccia. «È ancora presto per avere dati certi - spiega il sindacalista - ma reputiamo che in tutto il Paese l’adesione nei vari settori, che è stata capillare, è stata intorno al 15%, con punte del 40% in alcune aree metropolitane».
Intanto a Melfi si profila la firma di un’ipotesi di accordo da sottoporre a referendum fra i lavoratori, così da ottenere il «via libera» alla conclusione dell’ intesa. Ecco la proposta per sbloccare la trattativa fra Fiat e sindacati sui turni e il futuro dello stabilimento di Melfi (Potenza), dove si produce la Grande Punto.


22 ottobre 2005 - Gazzetta del Mezzogiorno

A Roma, nonostante il maltempo, 50mila persone contro precarietà e riforma
Tfr, sindacati di base in piazza stop di un milione di lavoratori

ROMA - Basta alla precarietà, no alla riforma del tfr e impegno per il diritto al reddito e la redistribuzione della ricchezza. Sono le ragioni dello sciopero generale organizzato dai sindacati di base che ha portato in piazza a Roma, nonostante il maltempo, oltre 50mila lavoratori. Nelle fabbriche, nelle scuole, negli uffici, secondo le prime stime, circa il 15% dei lavoratori, cioè oltre un milione, ha incrociato le braccia. «Dopo diversi anni - ha commentato Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale del Cub - è stata l'occasione per tornare a organizzare una manifestazione unitaria del sindacalismo di base». Alla protesta, in effetti, erano presenti tutte le sigle dei sindacati di base, dall'Unicobas (presente nella scuola) alla Sincobas (meccanici), dall'Usi-Ait al Cub, dal Sult e al Cnl. Unica grande organizzazione assente è stata il Cobas, che sembra invece aderirà alla protesta del 25 novembre programmata dai sindacati confederali. La riforma del tfr (ieri nel Consiglio dei ministri non se ne è parlato), con un no forte ai fondi chiusi, è stato il tema principe. Ma la protesta è nata soprattuto per far sentire la voce del sindacalismo di base in tutti i temi caldi del lavoro. «La manifestazione - chiarisce Leonardi - testimonia la disponibilità ampia del settore a battersi sulle questioni fondamentali del lavoro. Questioni che devono essere messe al centro della politica». Al corteo organizzato a Roma hanno partecipato lavoratori provenienti da tutta Italia, con folti gruppi dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Liguria. Erano presenti inoltre rappresentanti di tutti i settori, dai tessili al pubblico impiego, dalla scuola ai metalmeccanici, con una forte delegazione dei lavoratori Fiat. «Alla nostra chiamata - commenta Paolo Sabbatini, coordinatore del SinCobas - il Paese ha risposto al di sopra delle nostre aspettative. A Roma, nonostante il maltempo e nonostante sia stata negata la protesta dei lavoratori dei trasporti, eravamo oltre cinquanta mila», tra i quali una delegazione di circa 150 lavoratori immigrati. Anche la partecipazione allo sciopero ha lasciato soddisfatti le sigle del sindacalismo di base. Le prime stime parlano di oltre un milione di lavoratori. Buona la percentuale dei dipendenti della scuola che, secondo Stefano D'Errico, segretario nazionale dell'Unicobas, hanno incrociato le braccia. «E' ancora presto per avere dati certi - spiega il sindacalista - ma reputiamo che in tutto il Paese l'adesione nei vari settori, che è stata capillare, è stata intorno al 15%, con punte del 40% in alcune aree metropolitane». Qualche polemica da parte dei sindacati arriva infine sul modo in cui i media hanno seguito l'evento: l'oscuramento nei giorni scorsi è stato definito «pressochè totale».


22 ottobre 2005 - Il Campanile

TFR, SINDACATI DI BASE IN PIAZZA

Roma - Sindacalismo di base in piazza contro Tfr e Finanziaria. Usi, Cub, Rdb, Unicobas hanno manifestato a Roma contro la riforma del trattamento di fine rapporto (Tfr). Un milione e duecentocinquantamila gli aderenti allo sciopero in tutta Italia, secondo gli organizzatori, ed alcune migliaia stamattina in piazza a Roma. «Hanno fatto di tutto per impedirci di arrivare sin qui - spiega Pier Paolo Leonardi, coordinatore nazionale Cub - hanno precettato i lavoratori dei trasporti e c’è stato un incredibile silenzio dei media su questo sciopero». Striscioni e cartelli dei manifestanti soprattutto contro la riforma del Tfr: «Contro lo scippo del Tfr e per il rilancio della previdenza pubblica» e contro il carovita: «A fine stipendio senza troppo mese», ma alcuni slogan erano anche rivolti contro le recenti svolte del sindaco di Bologna Sergio Cofferati, reo, a loro giudizio, di aver smobilitato un accampamento illegale di immigrati.


22 ottobre 2005 - La Provincia

la protesta - Tfr e precarietà In piazza a Roma 50mila autonomi

ROMA - Basta alla precarietà, no alla riforma del tfr e impegno per il diritto al reddito e la redistribuzione della ricchezza:sono le ragioni dello sciopero generale organizzato ieri dai sindacati di base che hanno portato in piazza a Roma, nonostante il maltempo, oltre 50 mila lavoratori. Nelle fabbriche, nelle scuole, negli uffici, secondo le prime stime, circa il 15% dei lavoratori, cioè oltre un milione di persone, ha incrociato le braccia. «Dopo diversi anni - ha commentato Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale del Cub - è stata l'occasione per tornare a organizzare una manifestazione unitaria del sindacalismo di base». Alla protesta, in effetti, erano presenti tutte le sigle dei sindacati di base, dall'Unicobas (presente nella scuola) alla Sincobas (meccanici), dall'Usi-Ait al Cub, dal Sult e al Cnl. Unica grande organizzazione assente è stata il Cobas, che sembra invece aderirà alla protesta del 25 novembre programmata dai sindacati confederali. La riforma del tfr, con un «no» forte ai fondi chiusi, è stato il tema principe di ieri. Ma la protesta è nata soprattutto per far sentire la voce del sindacalismo di base in tutti i temi caldi del lavoro.


22 ottobre 2005 - Il Gazzettino

Udine - Partecipazione allo sciopero scuola

Udine - «Anche nella nostra provincia lo sciopero generale della scuola ha visto una significativa partecipazione da parte del personale docente ed Ata» afferma Mauro De Agostini del coordinamento regionale del Cub scuola. «In mattinata una delegazione friulana ha partecipato, insieme agli altri lavoratori pubblici e privati, alla manifestazione nazionale a Roma e la mobilitazione proseguirà con nuove iniziative nei prossimi mesi». La protesta indetta da Cub, Usi-Ait, Cib, Unicobas, Sincobas, Sult e Cnl riguardava anche il settore sanitario ma l'impressione è stata quella di una bassa partecipazione in corsia: all'Ospedale S.Maria di Udine nella mattinata risultavano 41 aderenti su 2923 dipendenti, pari all'1.4 per cento (si trattava ancora di un dato provvisorio, dato che si lavora a turni e non tutti si erano ancora recati a prendere servizio).
Quanto ai trasporti, dopo la precettazione da parte del ministro, gli autoferrotranvieri erano stati invitati a lavorare con un nastro nero al braccio e quelli liberi dal servizio hanno dato vita a un presidio a Trieste.


21 ottobre 2005 - Adnkronos

TFR: SINDACATI BASE, OLTRE UN MILIONE HA ADERITO A SCIOPERO,
80 MILA IN PIAZZA

Roma -I sindacati di base cantano vittoria. Allo sciopero di 8 ore proclamato da Cub, Sincobas, Sult, Cib-Unicobas, Usi e Cnl hanno aderito oltre 1 milione di persone e in 80 mila sono scesi in piazza. ''E' una grande vittoria del sindacalismo di base che lotta per rimettere i soldi in tasca ai lavoratori e impedire lo scippo del Tfr'', commenta Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale Cub. '' Un grande corteo organizzato dalla Cub e dal sindacalismo di base -dice- ha riempito le vie di Roma. Siamo partiti in 30-40mila anche a causa di tanti pullman rimasti bloccati un po' in tutta Italia per arrivare alla fine del percorso in almeno 80 mila''. Un corteo che ha visto sfilare ''migliaia e migliaia di persone tra cui anche i migranti, i marittimi della Corsica, gli studenti e molti responsabili rsu della Cgil che dissentono dallo sciopericchio proclamato dal loro sindacato hanno manifestato oggi per cambiare davvero rotta''. ''E' una grande vittoria del sindacalismo di base -ribadisce Tiboni- che vede sempre maggiori adesioni da parte di masse di lavoratori stanche di venir prese in giro. Malgrado il black out di molti grandi media e malgrado la precettazione di Lunardi che ha impedito di scioperare ai lavoratori dei trasporti urbani, ferroviari e aerei l'adesione e' stata davvero ampia. E' evidente ormai che questa grande adesione viene anche per tentare di impedire lo scippo del Tfr. Quello dei lavoratori e' un rifiuto netto. Mentre governo, sindacati, banche e assicurazioni lottano per spartirsi la torta i lavoratori il loro Tfr se lo vogliono tenere e noi siamo gli unici che chiediamo il ritiro del decreto''.


21 ottobre 2005 - Ansa

TFR: MANIFESTAZIONE RDB; SINDACATI, SIAMO IN 50 MILA

ROMA - Sono circa 50 mila i partecipanti alla manifestazione indetta dai Sindacati di Base, partita questa mattina da Piazza della Repubblica e diretta a Piazza Navona. Lo ha affermato il coordinatore nazionale del Cub, Pierpaolo Leonardi. ''Abbiamo superato di gran lunga le aspettative, nonostante il tentativo di boicottaggio fatto ai danni di questo sciopero'', ha detto Leonardi.
''A fine stipendio avanza troppo mese'': questo lo slogan di apertura della manifestazione a Roma dei Sindacati di base, per protestare contro la politica economica del governo e contro la riforma del Trattamento di fine rapporto (Tfr). In 50.000, secondo le stime degli organizzatori, hanno sfilato pacificamente da piazza della Repubblica fino a Piazza Navona ''contro la precarieta' del lavoro, lo 'scippo' del Tfr, la legge 30 e il pacchetto Treu''. Tra gli slogan piu' urlati: '' Angeletti, Pezzotta, Epifani, dal salario giu' le mani'', oppure ''contro la Finanziaria di Tremonti lotta dura senza sconti'', e ancora '' il Tfr non si tocca, lo difenderemo con la lotta''. Cub, Cobas, Rdb, Unicobas, Sin-Cobas, Usi e Cnl: sono le sigle che hanno aderito alla manifestazione. Mancavano invece i lavoratori del trasporto ferroviario, urbano e aereo, precettati dal ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi. ''Questo non e' il solito sciopero contro la finanziaria - ha detto Paola Palmieri del coordinamento nazionale del Cub - ma e' un sostegno alla lotta contro il carovita, perche' molte famiglie in Italia non solo non arrivano a fine mese, ma neanche a 15 giorni'' Non e' mancata la polemica nei confronti di Cgil, Cisl e Uil: ''Si sta negando ai lavoratori il diritto di manifestare al di fuori dei sindacati confederali - ha aggiunto la Palmieri - Cgil, Cisl e Uil continuano ad esercitare il monopolio sia nel settore pubblico che nel privato. Questo e' dimostrato dal fatto che i media hanno ignorato il corteo. Lo sciopero di oggi e' stato promosso dal sindacalismo di base contro quello inutile, di solo 4 ore, indetto dai sindacati confederali per il 25 novembre''. Il coordinatore provinciale Sin-cobas Palo Sabatini ha sottolineato l'ampia partecipazione di tutti, dagli operai della Fiat di Mirafiori e Cassino, agli impiegati del settore pubblico.

TFR: SINDACATI DI BASE,GRANDE SODDISFAZIONE SCIOPERO DI OGGI

ROMA - Lo sciopero generale di oggi contro il Tfr e i contenuti della Finanziaria ha contato ''forti adesioni quasi in ogni comparto lavorativo del sistema pubblico e privato''. E a Roma, secondo le organizzazioni di base che hanno proclamato lo sciopero (Cub, Cib Unicobas, Cnl, Sult, Sincobasper, Usi) al corteo nazionale, nonostante la pioggia, c'erano 50.000 lavoratori. C'e' soddisfazione quindi ma anche qualche polemica dovuta ''all'oscuramento pressoche' totale, dello sciopero, da parte dei media''; secondo i sindacati di base infatti ''l'oscuramento non e' solo la riprova del bassissimo livello di democrazia sindacale nel nostro Paese, ma rappresenta anche la prova generale di oscuramento in funzione del futuro governo di centro-sinistra: cancellazione preventiva delle organizzazioni sindacali libertarie''. Inoltre, secondo Cub e gli altri '' chi, nel sindacalismo cosi' detto alternativo, ha deciso non solo di non essere con noi oggi ma addirittura di dire che bisogna scioperare il 25 novembre con Cgil, Cisl e Uil, non ha scusanti''. D'altronde secondo le organizzazioni di base scioperare con i sindacati confederali e quelli autonomi ''e' stato sempre mediamente ambiguo e compromissorio perch‚ sono quelli che hanno ogni volta firmato contratti vergognosi''. Come i fondi chiusi pensione (i cosiddetti Tfr) che definiscono ''una vera e propria truffa istituzionale che comprende il ministro Maroni, la Confindustria e Cgil, Cisl e Uil''.

SCUOLA: CUB, GRANDE ADESIONE SETTORE A MANIFESTAZIONE

ROMA - Il settore della scuola ''ha aderito in maniera consistente allo sciopero e alla manifestazione proclamati dai sindacati di base contro la precarieta' del lavoro e i contenuti della Finanziaria''. Lo afferma con soddisfazione il coordinatore nazionale della Cub scuola Cosimo Scarinzi. ''Oltre a sostenere gli obiettivi generali - ha osservato il sindacalista - i lavoratori della scuola esprimono contrarieta' alla riforma Moratti e ai contenuti contrattuali che prevedono aumenti retributivi modesti in cambio invece di consistenti tagli agli organici. Noi - ha aggiunto Scarinzi - chiediamo l' immediata immissione in ruolo dei precari e il ritiro, senza se e senza ma, della riforma''.

TFR: IN LIGURIA ADESIONE SOPRA IL 10 PER CENTO

GENOVA - Allo sciopero nazionale di quattro ore dei sindacati di base ''contro la precarieta' del lavoro e la truffa del Tfr'', hanno aderito in Liguria, secondo Rdb-Cub, oltre il 10 per cento dei lavoratori di tutti i settori pubblici e privati, esclusi i trasporti. ''Siamo molto soddisfatti - ha detto il portavoce del Coordinamento ligure Rdb-Cub, Pietro Falanga - complessivamente hanno aderito il 10 per cento dei lavoratori con punte del 50-60 per cento in alcune aziende. Questo nonostante la precettazione dei lavoratori del trasporto pubblico. Molti sono venuti a manifestare a Roma, abbiamo riempito due carrozze ferroviarie''.

TFR: PARTITA MANIFESTAZIONE DEI SINDACATI DI BASE

ROMA - E' partita poco prima delle 11, da piazza della Repubblica, la manifestazione nazionale dei sindacati di base ''contro la precarieta' del lavoro e la truffa del Tfr''. I lavoratori sfilano dietro lo striscione ''No allo scippo del Tfr, rilanciamo la previdenza pubblica e la finanziaria che vogliamo''. ''E' una manifestazione che si annuncia grande, mi sembra che la piazza sia pena - ha detto il coordinatore nazionale del Cub, Pierpaolo Leonardi - le Ferrovie Italiane ci hanno ostacolato in tutti i modi, negandoci molti dei treni che ci avevano promesso per arrivare a Roma. Mai visto un attacco del genere ad uno sciopero generale. Senza contare poi il fatto che i trasporti urbani, ferroviari ed aerei sono stati precettati e a molti lavoratori e' stato impedito di venire nella capitale per manifestare''. Alla testa del corteo sono schierate camionette della polizia.


21 ottobre 2005 - AGI

TFR: UNICOBAS,SCIOPERO RIUSCITO, 50.000 IN PIAZZA A ROMA

Roma - "Nonostante l'oscuramento mediatico dettato dal Governo e da Cgil, Cisl e Uil e' riuscito lo sciopero generale del sindacalismo di base": lo ha dichiarato Stefano d'Errico (Segretario Nazionale Unicobas). Nonostante la "voluta confusione operata ad arte" fra revoca dello sciopero nei trasporti (a seguito della precettazione del ministro Lunardi) e sciopero in tutti gli altri settori, lo sciopero generale ha avuto oggi forti adesioni quasi in ogni comparto lavorativo del sistema pubblico e privato. Forte la partecipazione nelle scuole, soprattutto nelle grandi aree metropolitane, con Roma a fare da traino con il suo 20% di adesioni. Soddisfazione quindi, per Unicobas, da parte di tutte le organizzazioni proclamanti: CUB; Cib Unicobas; CNL; SULT; Sincobas; USI. A Roma il corteo nazionale ha visto, nonostante la pioggia, la presenza di 50.000 lavoratori, confluiti alla fine in Piazza Navona, dove tutte le organizzazioni hanno preso la parola. Il dato centrale, da tutti rilevato, e' lo spartiacque fra sindacalismo confederale concertativo e governo "dal momento che oggi la posta in palio e' la truffa sul TFR". Si tratta di un affare da 26 mila miliardi di vecchie lire annui sborsati dai lavoratori, i quali "sanno bene che si tratta di un grosso rischio e che a pagare posso essere solo loro: tanto e' vero che il fondo Espero, il primo, previsto per la scuola ed attivato nell'aprile 2004, ha raccolto ad aprile 2005 solo 1.000 adesioni su un milione di addetti. Non vi hanno aderito neanche i 2.500 distaccati sindacali di Cgil, Cisl e Uil. "L'oscuramento dello sciopero odierno - sostiene d'Errico - non solo e' la riprova del bassissimo livello di democrazia sindacale nel nostro Paese, ma rappresenta anche la prova generale di oscuramento in funzione del futuro governo del centro-sinistra: cancellazione preventiva delle organizzazioni sindacali libertarie, di base e senza padroni o dipendenze di partito. Quelle stesse che non solo non si sono piegate di fronte al centro-destra, bensi' altrettanto hanno fatto in passato con altri governi. L'indipendenza e' l'unica garanzia per i lavoratori: per noi non ci sono governi amici, non siamo cinghia di trasmissione di partiti politici".


21 ottobre 2005 - Televideo Rai

TFR, MANIFESTANO I SINDACATI DI BASE

Contro la riforma del Trattamento di fine rapporto, questa mattina sono scesi in piazza a Roma i sindacati di base La manifestazione nazionale del Cub è stata indetta contro "la precarietà del lavoro e la truffa del Tfr". Secondo i dirigenti del Cub sarebbero 50 mila i partecipanti alla protesta."Abbiamo superato di gran lunga le aspettative nonostante il tentativo di boicottaggio-dice il coordinatore nazionale del Cub Leonardi-. Le Ferrovie ci hanno ostacolato negandoci molti treni promessi. Senza poi contare che i trasporti urbani ferroviari ed aerei sono stati precettati ed a molti lavoratori è stato impedito di venire"a Roma a manifestare


21 ottobre 2005 - TG5

Sindacati di base in piazza contro la riforma del Tfr

Le varie sigle del sindacalismo di base (Usi, Cub, Rdb, Unicobas) sono scese oggi in piazza a Roma per lo sciopero generale proclamato contro la riforma della liquidazione, il cosiddetto trattamento di fine rapporto (Tfr). Un milione e duecentocinquantamila gli aderenti allo sciopero in tutta Italia, secondo gli organizzatori, alcune migliaia stamattina in piazza a Roma. "Hanno fatto di tutto per impedirci di arrivare sin qui - ha spiegato Pier Paolo Leonardi, il coordinatore nazionale Cub - hanno precettato i lavoratori dei trasporti e c'e' stato un incredibile silenzio dei media su questo sciopero". Cosimo Scarinzi, del coordinamento nazionale Cub, spiega l'opposizione alla riforma del Tfr: "La riforma del Tfr e' un affare da 13 miliardi di euro: i sindacati confederali vogliono privilegiare i fondi chiusi gestiti da loro, mentre il partito delle assicurazioni vuole liberalizzare e basta, ma entrambi i partiti vogliono sfilare i soldi ai lavoratori".
Contestualmente anche gli studenti sono scesi in piazza stamattina contro la riforma Moratti, duramente contestata nei giorni scorsi anche dalle università. Gli studenti hanno lanciato uova contro la sede del dicastero di viale Trastevere. Subito dopo un fuggi-fuggi generale che ha portato ad alcuni incidenti con le forze dell'ordine che presidiavano il ministero.


21 ottobre 2005 - Repubblica online

Lo sciopero generale dei Cobas contro la riforma del governo
Gli organizzatori: "Un milione e 200mila persone in tutta Italia
Tfr, sindacati di base in piazza"A Roma siamo in cinquantamila"

ROMA - Sindacati di base in piazza in tutta Italia. Gli aderenti alle diverse sigle (Usi, Cub, Rdb, Unicobas) manifestano contro la politica economica del governo e la riforma del trattamento di fine rapporto (Tfr). secondo gli organizzatori sono un milione e duecentocinquantamila gli aderenti allo sciopero generale in tutta Italia, e le stesse fonti parlano di cinquantamila persone che sono scese in piazza a Roma.
"Hanno fatto di tutto per impedirci di arrivare sin qui
- spiega Pier Paolo Leonardi, coordinatore nazionale dei Cub - hanno precettato i lavoratori dei trasporti e c'è stato un incredibile silenzio dei media su questo sciopero".
Striscioni e cartelli dei manifestanti soprattutto contro la riforma del Tfr: "Contro lo scippo del Tfr e per il rilancio della previdenza pubblica" , e contro il carovita: "A fine stipendio senza troppo mese", ma alcuni slogan erano anche rivolti contro le recenti scelte del sindaco di Bologna Sergio Cofferati: "Le baracche non sono di sinistra ma neanche le ruspe".
"Abbiamo superato di gran lunga le aspettative, nonostante il tentativo di boicottaggio fatto ai danni di questo sciopero"
, ha aggiunto Leonardi: "E' una grande manifestazione"


21 ottobre 2005 - Quotidiano Nazionale

STOP DEI SINDACATI
Migliaia in piazza a Roma per protestare contro la riforma del tfr

Roma - Le varie sigle del sindacalismo di base (Usi, Cub, Rdb, Unicobas) sono scese oggi in piazza a Roma perlo sciopero generale proclamato contro la riforma del trattamento di fine rapporto (Tfr).
Un milione e duecento cinquantamila gli aderenti allo sciopero in tutta Italia, secondo gli organizzatori, ed alcune migliaia stamattina in piazza a Roma. «Hanno fatto di tutto per impedirci di arrivare sin qui - spiega Pier Paolo Leonardi,coordinatore nazionale Cub - hanno precettato i lavoratori deitrasporti e c'è stato un incredibile silenzio dei media su questo sciopero».
Striscioni e cartelli dei manifestanti soprattutto contro la riforma del Tfr: «Contro lo scippo delTfr e per il rilancio della previdenza pubblica» , e contro il carovita: «A fine stipendio senza troppo mese», ma alcunislogan erano anche rivolti contro le recenti svolte del sindacodi Bologna Sergio Cofferati: «Le baracche non sono di sinistra ma neanche le ruspe».
Cosimo Scarinzi, del coordinamento nazionale Cub, spiega l'opposizione alla riforma del Tfr: «Lariforma del Tfr è un affare da 13 mld di euro. I sindacati confederali vogliono privilegiare i fondi chiusi gestiti da lor o, mentre il partito delle assicurazioni vuole liberalizzare e basta, ma entrambi i partiti vogliono sfilare i soldi ai lavoratori».
«Solo noi - conclude Scarinzi - siamo rimasti a difendere l'attuale Tfr-Tfs e le pensioni». Tra le altre rivendicazioni dei manifestanti la lotta al carovita e contro il lavoro precario e lo stop alle riforme Moratti della scuola e dell'università.


21 ottobre 2005 - Gazzettino del Mezzogiorno

Tfr - «Oltre un milione aderisce a sciopero»
I sindacati di base cantano vittoria. Allo sciopero di 8 ore proclamato da Cub, Sincobas, Sult, Cib-Unicobas, Usi e Cnl hanno aderito oltre 1 milione di persone e in 80 mila sono scesi in piazza

ROMA - I sindacati di base cantano vittoria. Allo sciopero di 8 ore proclamato da Cub, Sincobas, Sult, Cib-Unicobas, Usi e Cnl hanno aderito oltre 1 milione di persone e in 80 mila sono scesi in piazza. «E’ una grande vittoria del sindacalismo di base che lotta per rimettere i soldi in tasca ai lavoratori e impedire lo scippo del Tfr», commenta Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale Cub. « Un grande corteo organizzato dalla Cub e dal sindacalismo di base -dice- ha riempito le vie di Roma. Siamo partiti in 30-40mila anche a causa di tanti pullman rimasti bloccati un po’ in tutta Italia per arrivare alla fine del percorso in almeno 80 mila». Un corteo che ha visto sfilare «migliaia e migliaia di persone tra cui anche i migranti, i marittimi della Corsica, gli studenti e molti responsabili rsu della Cgil che dissentono dallo sciopericchio proclamato dal loro sindacato hanno manifestato oggi per cambiare davvero rotta».
«E’ una grande vittoria del sindacalismo di base -ribadisce Tiboni- che vede sempre maggiori adesioni da parte di masse di lavoratori stanche di venir prese in giro. Malgrado il black out di molti grandi media e malgrado la precettazione di Lunardi che ha impedito di scioperare ai lavoratori dei trasporti urbani, ferroviari e aerei l’adesione è stata davvero ampia. E’ evidente ormai che questa grande adesione viene anche per tentare di impedire lo scippo del Tfr. Quello dei lavoratori è un rifiuto netto. Mentre governo, sindacati, banche e assicurazioni lottano per spartirsi la torta i lavoratori il loro Tfr se lo vogliono tenere e noi siamo gli unici che chiediamo il ritiro del decreto».
«Lo sciopero è riuscito perchè vogliamo incidere sulle politiche sociali ed economiche e ottenere risultati di carattere generale. Questo non è stato uno sciopero rituale di protesta - spiega ancora Tiboni -ma il momento culminante di una mobilitazione costruita dal basso che rivendica un vero e proprio programma di politica economica e sociale, totalmente alternativo alle politiche liberiste, e che ha come parola d’ordine la ridistribuzione del reddito a favore dei ceti popolari. Ridistribuire il reddito a favore di lavoratori pensionati e precari è la priorità».
Per il sindacalismo di base, «per rilanciare l’economia italiana è necessario dunque prendere una direzione completamente diversa, perchè sono le politiche liberiste che hanno reso precaria l’esistenza di milioni di persone molte delle quali non solo non riescono ad arrivare alla quarta settimana ma neanche alla terza. Per rimettere in piedi l’economia non serve dare più soldi alle imprese come vuole anche questa finanziaria ma ridistribuire il reddito per rimettere in moto i consumi».


21 ottobre 2005 - Liberazione

Si fermano le Rdb
Buono sciopero
di Paolo Ferrero

Oggi c'è lo sciopero generale proclamato dal sindacalismo di base contro governo e confindustria. E' uno sciopero che sosteniamo; è convocato su una piattaforma largamente condivisibile e segna una certa capacità di mettere insieme più sigle del sindacalismo di base, rompendo con la tendenza alla frammentazione. Inoltre, oggi è matura una azione di lotta sindacale contro il governo e il sindacato confederale si muove con eccessiva lentezza. Da un lato Berlusconi insulta pubblicamente le organizzazioni sindacali e le tratta da avversari politici e con la finanziaria demolisce il welfare residuo anche attraverso la strozzinaggio degli enti locali. Parallelamente la partecipazione alla manifestazione delle opposizioni e la valanga di votanti alle primarie segnalano una disponibilità alla lotta contro il governo.
In questo contesto è vitale costruire canali attraverso cui il disagio sociale si possa esprimere. Uno sciopero generale di 8 ore con manifestazione a Roma da fare a tambur battente sarebbe quantomai necessario.
Per questo appoggiamo lo sciopero di oggi e ci auguriamo che abbia una buona riuscita, nonostante le solite precettazioni che hanno impedito lo sciopero nel settore dei trasporti. Questa giornata di lotta non può ovviamente risolvere da sola il problema della costruzione di una opposizione sociale di massa al governo Berlusconi; può rappresentare un utile strumento per aprire questa prospettiva e allargare la lotta. Buono sciopero e buona manifestazione!


21 ottobre 2005 - Il Manifesto

SCIOPERO
I sindacati di base in piazza a Roma

Sciopero generale nazionale di otto ore, oggi, indetto da Cub-RdB, Unicobas, Sult, Cnl e Usi-Ait contro la finanziaria. Tre gli obiettivi della mobilitazione: no allo «scippo» del tfr a favore dei fondi pensione (non importa se quelli «chiusi» gestiti da sindacati e aziende, oppure quelli delle normali società di assicurazione), aumenti salariali medi di 250 euro e reintroduzione della scala mobile, stop al lavoro precario e introduzione del reddito sociale. Una manifestazione, anch'essa nazionale, si terrà stamattina a Roma, con partenza da piazza Repubblica alle 9,30.


21 ottobre 2005 - Il Gazzettino

SCUOLA - Sciopero dei docenti aderenti ai Cub

Cub scuola e altri organismi sindacali di base hanno indetto per oggi uno sciopero generale della scuola. L'agitazione culminerà in una manifestazione nazionale a Roma a cui parteciperà una delegazione friulana. Lo sciopero è contro il decreto legislativo sulla riforma delle superiori, varato «nonostante la vasta opposizione nel paese e la precisa richiesta di una pausa istituzionale da parte delle Regioni» e contro contro i nuovi tagli previsti dalla Finanziaria e contro «lo scippo del Tfr».


20 ottobre 2005 - Il Manifesto

INTERVISTA
Sindacati di base, domani lo sciopero
Leonardi (Cub): in piazza su reddito, tfr e precarietà. E Lunardi precetta
di FRANCESCO PICCIONI

Domani si terrà lo sciopero generale nazionale contro la finanziaria di otto ore indetto da Cub-RdB, Unicobas, Cnl, Sult, Sincobas e Usi-Ait. Proprio ieri questi sindacati di base hanno raggiunto un accordo politico anche con rappresentanze provinciali e aziendali dello Slai-Cobas «per la costruzione di un sindacato di classe» e «l'unificazione delle lotte». Di tutto ciò parliamo con Pierpaolo Leonardi, dirigente nazionale della Cub.
Quali sono le ragioni che spingono a muoversi da soli, in una situazione che sembra, almeno dal punto di vista mediatico, molto minoritaria.
Lo sciopero è convocato su tre questioni fondamentali. La prima è la redistribuzione del reddito e della ricchezza. Il fattore finanziario ha la meglio sul fattore lavoro, i salari non permettono di arrivare alla quarta settimana del mese, non c'è più la scala mobile, che chiediamo di reintegrare come tutela dei salari. Né è alle viste un reddito sociale per i disoccupati. In secondo luogo, «no allo scippo del Tfr» e sì al rilancio della previdenza pubblica; credo che sia questo il punto per cui viene negata ogni visibilità a questo sciopero, l'unico contro la destinazione del tfr ai fondi pensione. Mentre ci si accapiglia per vedere se la «torta» debba andare solo ai fondi chiusi o anche alle assicurazioni, c'è un pezzo molto ampio del mondo del lavoro che rifiuta di dare il proprio risparmio al capitale di rischio. Diciamola così: non fanno i fondi pensione perché la previdenza pubblica «non regge più», ma hanno sfasciato la previdenza pubblica per consentire il decollo dei fondi. Il fallimento della «seconda gamba previdenziale» è la precondizione per poter costringere il governo, quale che sarà, a rivedere le politiche previdenziali, ridando a quella pubblica la sua funzione universalistica. Questo è un punto dirimente anche rispetto a Cgil, Cisl e Uil. Infine, il lavoro precario. Siamo per porre uno stop alla precarietà, per abolire il «pacchetto Treu» e alla «legge 30». Siamo per un lavoro stabile e garantito per tutti. Queste sono le questioni su cui si può vincere, o almeno condurre una battaglia vera.
Per vincere occorrono i numeri. Come si fa, fuori e contro tutte le altre piattaforme sindacali e politiche.
Sono milioni i lavoratori già ora indisponibili alla cessione del tfr; questo è un dato che tutti i sondaggi evidenziano (60-70%). Questa è la massa critica utile a riproporre con forza il rilancio della previdenza pubblica. E' chiaro che se i fondi pensione non decollano c'è una bomba ad orologeria innescata.
In che senso?
Se esiste un milione di lavoratori che non passerà il prorpio tfr ai fondi pensione, e quindi non decollerà l'ipotesi della pensione integrativa, perché i fondi pensione non avranno sufficienti risorse per partire, si porrà il problema di dover rivedere il sistema previdenziale in termini di welfare.
I Cobas non partecipano.
E' una cosa un po' bruttina. Ancora una volta scioperano con Cgil Cisl e Uil. E' un dato che ci dispiace, ma che deve far riflettere sulla natura del sindacalismo di base e del sindacalismo conflittuale.
Il settore privato ha il tfr, il pubblico il tfs. Voi siete presenti soprattutto nel pubblico...
Come RdB, sì. Come Cub siamo presenti in molti settori, tra cui i trasporti, per cui è arrivata proprio oggi la precettazione del ministro Lunardi.
C'è però una differenza di approccio nei due settori, perché nel pubblico non c'è una cifra immediatamente disponibile a ogni busta paga.
Il tfr che dovrebbe partire riguarda il settore privato; ma la stessa delega stabilisce che «tramite accordo» si omogeneizza il tfs degli statali al tfr. Ci sono anche complicazioni giuridiche. Ma, per esempio, i fondi pensione nella scuola sono già partiti. Non decollano perché la gente non è disponibile a versare i soldi lì. Ci possono essere tempi diversi, ma il disegno è lo stesso.
Voi, è noto, siete forti nell'Inps. Come vedete la situazione nell'istituto?
C'è una tendenza all'abbandono. Vi leggiamo una volontà evidente di lasciar andare la barca. Lo si vede nella gestione del personale, in scelte fatte sui corpi ispettivi - il recupero dell'evasione contributiva adesso è soggetta al ministero del lavoro; spesso i «nostri» ispettori sono diventati consulenti delle aziende invece che ispettori. Sono state sfilate le riserve tecniche (immobiliari), cartolarizzato i contributi, svuotati i servizi ispettivi; è chiara la forte tendenza alla smobilitazione.
Le attese per questa giornata?
Stiamo lavorando molto. La partecipazione sarà buona, all'altezza delle necessità. C'è un dato oggettivo: il silenzio micidiale che è sceso intorno a questo sciopero. Io credo che la precettazione di Lunardi sia stata decisa proprio per bloccare le categorie che hanno più visibilità mediatica. Se blocco l'asilo nido non va sul giornale, se blocco la metropolitana di Roma sì.


20 ottobre 2005 - Ansa

SCIOPERI: CUB, ATTACCHI PER FAR FALLIRE PROTESTA CONTRO TFR

ROMA - Il ministero dei Trasporti ''precetta i lavoratori dei trasporti, le Ferrovie dello Stato sopprimono i treni con cui i manifestanti dovevano giungere a Roma per la manifestazione nazionale, i media ignorano totalmente i motivi dello sciopero e non ne parlano, le amministrazioni pubbliche utilizzano la sospensione dello sciopero dei trasporti - conseguenza della precettazione - per intimidire i lavoratori sostenendo che lo sciopero generale e' stato revocato''. Lo afferma Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale della CUB, secondo il quale ''tutto cio' che sta avvenendo attorno allo sciopero generale di domani non e' affatto casuale''. Leonardi sottolinea che ''ci troviamo di fronte ad un vero e proprio attacco liberticida che ha una sola ragione: non si deve scioperare contro lo scippo del TFR, la torta in gioco fa gola a troppi e non e' consentito a nessuno mettere i bastoni tra le ruote alla piu' grande operazione di rapina su larga scala che i sindacati confederali assieme a governo, banche ed assicurazioni stanno preparando''.

SCIOPERI: DOMANI PROTESTA CUB, MA TRASPORTI REGOLARI

GENOVA - Saranno regolari domani i servizi di trasporto pubblico in tutta la regione, nonostante lo sciopero nazionale generale di tutte le categorie indetto dai sindacati autonomi CUB e COBAS. Il ministro Lunardi ha infatti ordinato di escludere dalla protesta il settore dei trasporti per ''evitare un pregiudizio grave ed irreparabile al diritto di libera circolazione costituzionalmente garantito''. Numerosi pullman sono stati organizzati anche dalla Liguria per trasportare gli aderenti ai sindacati autonomi a Roma, dove e' in programma la manifestazione nazionale di protesta promossa da CUB, Cib, Cnl, Sult, Sincobas e Usi-Ait. I sindacati autonomi protestano contro lo 'scippo' del Tfr e chiedono il rilancio della previdenza pubblica, aumenti salariali europei e reintroduzione della scala mobile, stop al lavoro precario.


20 ottobre 2005 - Apcom

LAVORO/RDB-CUB AGENZIE FISCALI ADERISCE
SCIOPERO CONTRO CAROVITA
In programma il 21 ottobre

Roma - Anche la Rdb-Cub Agenzie fiscali aderisce allo sciopero generale del 21 ottobre indetto dai sindacati base contro il carovita e la precarietà e a difesa del Tfr. Lo annuncia Stefano Vendetti, componente dell'esecutivo nazionale del sindacato autonomo. "La Rdb-Cub Agenzie fiscali - dice in una nota Vendetti - sciopera anche contro il reiterato calpestamento delle regole da parte dei vertici delle agenzie che non consultano i lavoratori e i suoi rappresentanti in merito a scelte che riguardano il futuro delle agenzie fiscali come la previsione di autofinanziamento".


20 ottobre 2005 - Adnkronos

P.I: DOMANI SCIOPERO INDETTO DA SINDACATI BASE
LEONARDI (CUB), TENTATIVI DI BOICOTTAGGIO

Roma - Tfr, aumenti salariali e stabilizzazione dei precari sono al centro dello sciopero generale del pubblico impiego che i sindacati di base Cub, Cnl, Sult, Sincobas, Unicobas, Usi e Ait hanno proclamato per domani. Prevista anche una manifestazione nazionale a Roma, alle 9,30, a piazza della Repubblica. Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale della Cub, denuncia tentativi di ''boicottaggio''. ''Il ministero dei Trasporti -fa sapere Leonardi con una nota- precetta i lavoratori dei trasporti, le Ferrovie dello Stato sopprimono i treni con cui i manifestanti dovevano giungere a Roma per la manifestazione nazionale, i media ignorano totalmente i motivi dello sciopero e non ne parlano, le amministrazioni pubbliche utilizzano la sospensione dello sciopero dei trasporti, conseguenza della precettazione, per intimidire i lavoratori sostenendo che lo sciopero generale e' stato revocato''.

INPS: POSSIBILI DISAGI PER SCIOPERO VENERDI'

Roma - L'Inps comunica che venerdi' 21 ottobre potrebbero verificarsi disagi per gli utenti presso i propri uffici, a causa dello sciopero generale proclamato per l'intera giornata dalle Confederazioni e Organizzazioni Sindacali a cui aderisce l'organizzazione sindacale RdB-CUB PI operante nell'Istituto.



20 ottobre 2005 - Liberazione

Chiedono aumenti salariali di 250 euro, no allo "scippo del tfr"
Sciopero generale, domani in piazza a Roma i sindacati di base
di Claudio Jampaglia

Milano - «Uno sciopero diverso da quelli del passato per ottenere risultati generali». C'è attesa per lo sciopero generale di otto ore promosso dal sindacalismo di base (Cub-Rdb, Cib-Unicobas, Cnl, Sult, SinCobas, Usi/Ait, mancheranno Slai e Confederazione Cobas), con una manifestazione nazionale in mattinata a Roma, da piazza della Repubblica a piazza Navona. Gli organizzatori si aspettano 100mila presenze, con delegazioni dei marittimi della Corsica, diverse Rsu dissenzienti dall'iniziativa confederale del 25 novembre, migranti e un'associazione dei consumatori (l'Acu). Mancherà però uno dei settori più forti del basismo italiano, i lavoratori dei trasporti, precettati dal ministro Lunardi. Sult, Cnl e SinCobas (in via di riunificazione tra loro) sono stati così costretti a revocare la loro presenza del settore che sarà comunque garantita da alcune delegazioni: «La Commissione di garanzia e il governo hanno decretato la morte dello sciopero generale - dichiarano in una nota - nessuno potrà più attuarlo». Questi sindacati denunciano «comportamenti e decisioni che rasentano l'illegalità e comprimono i diritti costituzionali», nel silenzio assoluto di tutti i partiti, e insinuano un dubbio che andrebbe approfondito: «Esistono evidentemente rapporti specifici e relazioni particolari di forze politiche e singoli esponenti con ben identificabili aree economiche che hanno interessi nel settore». La risposta sarà l'intensificarsi del conflitto e delle mobilitazioni.
Malgrado la mazzata dell'ultimo minuto sulla riuscita dello sciopero, Piergiorgio Tiboni, storico leader e fondatore della Cub, è più che ottimista: «Siamo cresciuti molto in questi anni, come iscritti e capacità di mobilitazione, è venuto il momento di porsi degli obiettivi di medio periodo e domani sarà il primo passo di un nuovo corso». Tradotto in piattaforma significa uscire dalla crisi del liberismo attraverso un piano di redistribuzione: bloccare "lo scippo del Tfr" e rilanciare la previdenza pubblica, aumento generalizzato dei salari di 250 euro e ripristino della scala mobile, reddito sociale e sostegni al reddito contro la precarietà, le principali proposte. E la Cub si spinge oltre, annunciando un piano "elettorale" in nove punti per un rilancio del paese ben centrato sul mondo del lavoro: «Un promemoria per l'attuale e il futuro governo», spiega Tiboni. Una delle proposte dovrebbe essere un ridisegno dei rapporti di lavoro con 4-5 tipologie di contratto rispetto al supermercato attuale, per superare pacchetto Treu e legge 30. E la flessibilità? «Sarà questione di libera scelta, una volta determinata la centralità del lavoro a tempo indeterminato, si possono prevedere casi in cui sia il lavoratore a scegliere modalità diverse», commenta Tiboni.
Il sindacalismo di base scende in piazza a geometrie variabili da anni, dalle iniziative di movimento, alla May Day milanese fino alla presentazione di proposte di legge locali per il reddito sociale, in Puglia, come in Lombardia o in Lazio. L'appuntamento di domani ha però un sapore più sindacale, come se i tanti "cobas" si ponessero la questione di una "alleanza nazionale" (Fini non c'entra) per rompere con le politiche liberiste. «Ad oggi sono 50 miliardi di euro sottratti ai lavoratori ed intascati dalle imprese in dieci anni - afferma Tiboni - di fronte a una finanziaria che dà altri due miliardi di euro alle imprese nessuno ha detto nulla e Cgil-Cisl-Uil promuovono uno sciopericchio di quatto ore, è venuta l'ora di muoversi». Intanto, Cub e gli Slai Cobas delle province di Varese, Como, Lecce, dell'azienda dei trasporti pubblici milanese (Atm) e della Max Mayer, hanno siglato lunedì scorso un "accordo per la costruzione di un sindacato di classe, di massa e indipendente e per l'unificazione delle lotte". «Le identità, la storia ed il percorso di ognuno, costati anni di lotte e di sacrifici per tanti e tante militanti di base, possono essere messi in comune - scrivono le organizzazioni - l'assenza di unione delle pratiche di lotta e una difesa della propria "unicità" rappresenta un freno alla potenzialità d'intervento tra i lavoratori ed al loro bisogno d'opposizione alle politiche di Cgil-Cisl-Uil e sindacati autonomi filo-padronali». Il programma: pratiche di lotta sindacali, piattaforme e vertenze nel rispetto reciproco, ciascuno con la propria autonomia e struttura. Nessuno ingloba nessuno. Il grosso dello Slai-Cobas, però, non ci sta e annuncia provvedimenti contro i promotori dell'accordo. E domani mattina a Milano manifesteranno davanti ad Assolombarda, Borsa e Prefettura, contro la riforma previdenziale che "ruba le liquidazioni" nell'ambito di una settimana di mobilitazione nazionale.


20 ottobre 2005 - In Italia online

Sciopero generale il 21 ottobre
Ci saranno pure gli universitari, intesi come studenti e come dipendenti. Insieme contro gli sbagli precedenti del centro sinistra e "nuovi" della Moratti e di questo governo

La RdB Pubblico Impiego saluta con entusiasmo ed esprime la propria solidarietà agli studenti che iniziano un percorso alto di lotta contro la riforma Moratti e contro ogni ipotesi di privatizzazione dell’Università.
Sono contenti soprattutto per la totale assonanza di analisi e di rivendicazioni degli studenti che contestano il sistema baronale dell’Università ed individuano con consapevolezza, la causa di tanti mali attuali in riforme attuate dai precedenti ministri, anche di centro sinistra.
Cosa ha significato questa "autonomia" così apprezzata dai baroni? Innanzitutto maggiori costi per studenti e dipendenti, ma soprattutto la riforma del 3+2 ha dequalificato il sapere ed ha prodotto un’esplosione di corsi di laurea spesso del tutto inutili. Comunque i processi di esternalizzazione, di precarizzazione e di consegna ai privati delle parti profittevoli dell’Università, sono effetti derivati da un quindicennio di "riforme". A queste si aggiunge ora la "riforma Moratti".
La soluzione? Occorre riflessione seriamente per un progetto di rilancio dell’Università pubblica, escludendo è ovvio ogni ennesima ipotesi di ulteriore privatizzazione, stando attenti alle proposte di quanti dicono di avversare la Moratti, proponendo però alternative… che non sono tali.
Prendiamo come esempio alcuni progetti dichiarati dal centro sinistra: parlano di trasformare le Università in tante Fondazioni di diritto privato. Sì, ha detto così di recentemente il Senatore DS Modica, ex Rettore di Pisa, ex Presidente CRUI, ed oggi parlamentare: ebbene lui critica la Moratti, ma le sue proposte sono state contestate da RdB/CUB P.I. e dagli studenti.
Queste tematiche sono al centro dello sciopero generale del 21 Ottobre 2005, che prevede una manifestazione a Roma, alle ore 10.00 in Piazza della Repubblica.
Si scenderà in piazza per dire "no!" ad ogni ipotesi di smantellamento di servizi pubblici, contro la precarietà, per i Saperi, la Sanità, la Previdenza pubblici e dignitosi.


20 ottobre 2005 - Il Messaggero

Alla manifestazione di domani parteciperanno centinaia di precari provenienti da molti paesi della Sabina
Lsu in marcia contro la Finanziaria
I lavoratori reatini a Roma per protestare contro la mancata stabilizzazione
di PIETRO BIZZONI

Sciopero generale di tutti i Lavoratori socialmente utili del Lazio (1.100 solo in provincia di Rieti) indetto dai Comitati unitari di base che domani mattina si ritroveranno a Roma (appuntamento in piazza della Repubblica ore 9.30) per manifestare il proprio malcontento nei confronti della situazione di precarietà cha da quasi dieci anni li costringe a lavorare come impiegati ed operai nella pubblica amministrazione senza contribuzione previdenziale e con assegni mensili che non arrivano ai cinquecento euro. «E’ un vero sfruttamento legalizzato - conferma Elisabetta Callari rappresentante della RdB di Rieti - che finisce per produrre reddito per i bilanci degli Enti utilizzatori (Comuni, Comunità Montane, Provincia, Asl) senza la possibilità di avere in cambio assunzioni stabili per i lavoratori».
E la Finanziaria per l’anno venturo lascia poche speranze ai Lavoratori socialmente utili che si aspettavano l’avvio di una politica di stabilizzazione da parte del Governo Berlusconi e dalle stesse Regioni.
Purtroppo nessuna proroga ai progetti socialmente utili semestrali (scadranno il 31 dicembre prossimo) è stata ad oggi preventivata in bilancio; una condizione di incertezza che da inizio ottobre ha finito per innescare numerose proteste da parte dei lavoratori davanti al palazzo della Regione e l’avvio di scioperi a catena, indetti dai sindacati di base.
Da parte sua, la Provincia di Rieti lancia invece una speranza agli Lsu reatini poichè la delibera regionale - secondo le affermazioni del presidente Melilli - prevede di poter attingere a una riserva di assunzioni del 40 per cento tra quelle previste dal programma regionale. «Si potrà contare su posti disponibili presso l’Asl, Arpa, gli enti dipendenti e collegati con la stessa regione e gli enti locali. L’incentivo economico regionale all’assunzione presso questi enti da parte della regione sarà di 12 mila euro per ciascun Lsu assunto a tempo indeterminato» chiarisce Melilli. L’assessore al Personale Taddei ricorda invece l’impegno profuso e la pressione esercitata nell’ultimo anno dal suo stesso assessorato sulla Giunta regionale per giungere ad un risultato «con cui dovremo affrontare la stabilizzazione di poco meno di 150 unità di Lsu nella sola amministrazione provinciale di Rieti».


20 ottobre 2005 - Il Gazzettino

ACTV Ordinanza di Lunardi contestata da Rdb Cub
Il ministro sospende lo sciopero dei trasporti

Mestre - (r.v.) Niente sciopero di autobus e vaporetti, domani, che dovevano fermarsi a Venezia e a Mestre per tre ore dalle 10 alle 13 in adesione alla manifestazione generale proclamata dai sindacati di base "contro lo scippo del trattamento di fine rapporto", la finanziaria e lo smantellamento del trasporto pubblico.
Il ministro Lunardi, in una lettera perentoria di martedì sera, ha emesso un'ordinanza in cui si intima ai lavoratori dei trasporti di lavorare invocando la necessità di farlo in quanto si sovrapporrebbero troppe categorie in sciopero, ad esempio nel settore aereo, che però protestava ieri.Una specie di precettazione collettiva proprio direttamente da Roma, e quindi Rdb ha invitato tutti i dipendenti delle aziende di trasporto pubblico a presentarsi regolarmente in servizio per non incorrere in sanzioni, ma con una fascetta nera al braccio in segno di lutto per "questo nuovo episodio di cancellazione del diritto costituzionale di sciopero".
«La commissione di garanzia non aveva eccepito nulla riguardo alla proclamazione del nostro sciopero - spiega il coordinatore generale di Rdb Cub, Giampietro Antonini - nei giorni scorsi il ministro aveva segnalato la presunta incompatibilità delle agitazioni, ma trattandosi di trasporto aereo ci sembrava che i due settori non avessero nulla a che spartire, visto poi che i giorni di astensione erano diversi. Tanto più che a Venezia, per evitare disagi alla popolazione e per agevolare lo svolgimento delle manifestazioni di protesta generali, lo sciopero dalle 24 ore iniziali era stato ridotto solo a tre».Dunque domani tutti i servizi saranno regolari. «Ma valuteremo tutte le azioni legali da intraprendere - conclude Antonini - Non era nostra intenzione iniziare un braccio di ferro, ma neppure farci prendere in giro»

Autoferrotranvieri al lavoro col lutto

Precettati dal ministro dei Trasporti Pietro Lunardi martedì scorso, gli autoferrotranvieri non potranno aderire allo sciopero generale proclamato dai sindacati di base per domani contro il Governo. La Cub Trasporti, considerando assurde le motivazioni indicate nella lettera ministeriale di precettazione, intende comunque attivare una forma di protesta per venerdì. L'invito rivolto agli autoferrotranvieri è quello di prestare servizio con un nastro nero al braccio. «Sarà un segno di protesta e di lutto - spiega Willy Puglia, della Cub Friuli Venezia Giulia - Invitiamo tutti gli autoferrotranvieri liberi dal servizio, a protestare contro l'arroganza governativa, partecipando al presidio che si svolgerà domani a Trieste dalle 9.30 alle 12.30 in P.za Oberdan, sotto al palazzo Regionale».


19 ottobre 2005 - Apcom

Oggi cortei in diverse città in preparazione sciopero del 21

Roma - La giornata del precariato che si sta svolgendo per oggi e promossa dalla Rdb-Cub in preparazione dello sciopero generale e della manifestazione nazionale del 21 ottobre prossimo ha avuto "una grossa risposta da parte dei lavoratori pubblici precari e non". Lo comunica l'organizzazione sindacale autonoma. A Roma un vecchio bus inglese a due piani ha fatto il tour dei luoghi simbolo del precariato. Partito da Cinecittà, ha fatto la sua prima tappa all'Inps Tuscolano, poi verso il centro passando per San Giovanni, via Merulana, l'università La Sapienza, il ministero dell'Economia, l'ospedale Santo Spirito, il ministero dell'Istruzione per concludere la corsa all'Eur. Iniziative di mobilitazione si sono tenute anche in altre città. Nel Veneto sono stati effettuati presidi a Padova, Mestre, Rovigo, Treviso e Vicenza legando l'iniziativa al licenziamento di 125 operai della Marzotto. A Torino si è tenuto un presidio davanti alla sede della Regione Piemonte.


19 ottobre 2005 - Ansa

LAVORO/ RDB-CUB: LA GIORNATA DEL PRECARIATO E' STATA UN SUCCESSO
SCIOPERI: RDB; PRECARIATO, SALARI, TFR, MOTIVI STOP VENERDI'
MOBILITAZIONE SINDACALISMO DI BASE IL 21, CORTEO A ROMA

MILANO - No allo 'scippo' del Tfr; rilancio della previdenza pubblica; aumenti salariali europei e reintroduzione della scala mobile; stop al lavoro precario. Sono queste le principali parole d'ordine del sindacalismo di base che ha indetto, per dopodomani, lo sciopero generale con manifestazione nazionale a Roma. L'iniziativa e' stata promossa da Cub, Cib, Cnl, Sult, Sincobas e Usi-Ait. Durante la conferenza stampa di presentazione della mobilitazione, nella sede della Confederazione unitaria di base (Cub), e' stato denunciato che il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi ''ha ostacolato piu' volte l'attuazione dell' astensione'' e ''calpestato i diritti dei lavoratori, vietando l'unico mezzo di protesta che e' loro concesso, cioe' lo sciopero dei dipendenti pubblici e privati nel settore dei trasporti''. ''Il comportamento di Lunardi e' illegittimo - ha affermato Piergiorgio Tiboni, coordinatore della Cub -. Venerdi' sara' comunque una grande giornata di mobilitazione''. La manifestazione nazionale si svolgera' a Roma, con concentramento in piazza della Repubblica a partire dalle 9.30. Oltre ad alcune delegazioni di studenti universitari parteciperanno al corteo - e' stato annunciato - anche alcune centinaia di Rsu della Cgil che, secondo quanto affermato dal sindacato di base, prenderebbero ''le distanze dal flebile sciopero previsto per novembre da Cgil, Cisl e Uil. Sono inoltre attesi i lavoratori marittimi della Corsica. '' Innanzitutto ci opponiamo alle politiche liberiste - dice Tiboni - che stanno creando in Italia un grave squilibrio di distribuzione del reddito. Ci sono famiglie super ricche e altre decisamente povere''. Secondo i dati forniti dalla Cub, la ricchezza finanziaria e immobiliare e' detenuta per il 48,5% dal 10% delle famiglie piu' ricche e per il 17,2% dall'1% delle famiglie.'' In questo Paese ci sono circa nove milioni di persone che versano in gravi condizioni di poverta' - aggiunge il sindacalista -. Il Pil e' aumentato, ma a giovare di questa situazione sono stati solamente in pochi. Un altro punto di protesta e' l'abolizione del Tfr, previsto dal decreto legislativo 522 del governo Berlusconi. ''Se passasse il decreto Maroni si ribalterebbe la situazione di un tempo. La previdenza integrativa e' iniqua e rischiosa - denuncia Tiboni - se prima il lavoratore aveva a suo carico il 25% di spese per la pensione, ora si ritrova a dover sborsare l'85%. Bisogna, invece, rilanciare la previdenza pubblica''. La Cub chiede anche il rilancio della scala mobile e la abolizione del lavoro precario: ''Vogliamo aumenti salariali di 250 euro mensili, che difendano salari e pensioni dalla crescita del costo della vita. Continuiamo - conclude Giorgio Tiboni - a sostenere l'idea di un lavoro stabile. Vogliamo fondi regionali che sostengano i precari e i lavoratori in cassa integrazione''.

TRASPORTI:TORIN0; GTT, REVOCATO SCIOPERO MEZZI PUBBLICI

TORINO - Venerdi' i mezzi pubblici del servizio urbano, suburbano, le autolinee extraurbane e le ferrovie del Gtt viaggeranno normalmente. Ne da' notizia la stesso Gtt con una nota in cui si dice: ''E' stato revocato lo sciopero del trasporto pubblico locale di 4 ore proclamato dal Coordinamento Provinciale RdB che aveva aderito a uno sciopero nazionale''. ''La revoca - aggiunge Gtt - fa seguito al provvedimento del ministro delle Infrastrutture e Trasporti che ha ordinato 'l' esclusione di tutti i settori del trasporto pubblico dallo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private del giorno 21 ottobre 2005'''.


19 ottobre 2005 - Adnkronos

TRASPORTO LOCALE: REVOCATO SCIOPERO, A TORINO TRAM E BUS REGOLARI

Torino - Tram e bus regolari venerdi' a Torino. E' stato revocato lo sciopero di quattro ore del trasporto pubblico locale proclamato dal Coordinamento provinciale Rdb che aveva aderito allo sciopero nazionale.


19 ottobre 2005 - Giornal.it

Venerdì Sciopero Generale: servizi a rischio

Alessandria - Trasporti diffiocoltosi e servizi ridotti al minimo per la giornata di venerdì 21 ottobre, in occasione dello sciopero generale indetto dalla Confederazione Unitaria di Base (CUB), Unicobas, Cnl, Sult, Sincobas, Usi-ait.
Si sciopera contro la Finanziaria e la precarietà, una migliore politica sociale per le fasce più deboli e le paghe "da fame".
E’ previsto un grande corteo a Roma cui parteciperanno delegazioni da ogni provincia, compresa quella di Alessandria.
Per la giornata di venerdì, dunque, sono previsti disagi ed interruzione di servizi pubblici e privati. Palazzo Rosso ha già fatto sapere che saranno garantiti solo i servizi di stato civile, quelli cimiteriali, la vigilanza urbana urgente, ed il presidio di Protezione Civile. Le scuole comunali dell’infanzia e asili nido garantiranno il regolare svolgimento del servizio, ad eccezione dell’extra scuola di Spinetta Marengo.
Braccia incrociate anche per i Vigili del Fuoco.


18 ottobre 2005 - Ansa

TFR: RDB-CUB, NO A SCIPPO LIQUIDAZIONE
STASERA AUDIZIONE A COMMISSIONE LAVORO CAMERA

ROMA - I sindacati di base Rdb-Cub, Cnl, Sult e Sincobas dicono no al decreto legislativo sulla previdenza complementare. e ricordano che ''contro lo scippo del Tfr'' saranno in piazza a Roma venerdi' prossimo 21 ottobre per uno sciopero generale. Questa sera i sindacati autonomi hanno partecipato all'audizione convocata dal presidente della commissione lavoro della Camera, Domenico Benedetti Valentini, sul decreto legislativo sulla previdenza complementare insieme alle associazioni che non hanno firmato l'avviso comune sul Tfr. Le altre associazioni pur convocate (Cgil, Cisl e Uil, Ugl, Confcommercio, Confesercenti e le associazioni artigiane) hanno deciso di non partecipare chiedendo una audizione specifica per i firmatari dell'avviso comune. All'audizione di stasera oltre ai sindacati autonomi hanno partecipato Cisal, Confsal e le associazioni dei quadri Cuq e Unionquadri.

SCIOPERI: LUNARDI, TRASPORTI ESCLUSI DA FERMO 21 OTTOBRE

ROMA - Trasporti regolari il prossimo 21 ottobre. Lo chiede il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi, il quale ha ordinato alle organizzazioni sindacali Cub, Usi-Ait, Cib-Unicobas, Sin-Cobas, Sult, Cnl di escludere dallo sciopero generale del 21 ottobre 2005, della durata di 24 ore, tutti i settori del trasporto pubblico di tutte le categorie pubbliche e private. Il provvedimento, si legge, ''si e' reso necessario al fine di evitare un pregiudizio grave ed irreparabile al diritto di libera circolazione costituzionalmente garantito in un settore di particolare sensibilita' sociale ed economica''.


18 ottobre 2005 - Apcom

TRASPORTI/ LUNARDI: ESCLUDERE DA SCIOPERO 21 I SETTORI PUBBLICI
Per evitare pregiudizio grave a diritto di libera circolazione

Roma - Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi ha ordinato a sindacati di "escludere dallo sciopero generale del 21 ottobre della durata di 24 ore tutti i settori del trasporto pubblico di tutte le categorie pubbliche e private". E' quanto si legge in una nota del ministero. La decisione del ministro, si legge, "è in attuazione alle legge 146/90 (che regolamenta gli scioperi nei servizi pubblici essenziali ndr) e si è resa necessaria al fine di evitare un pregiudizio grave ed irreparabile al diritto di libera circolazione costituzionalmente garantito in un settore di particolare sensibilità sociale ed economica". Lo sciopero è stato proclamato da Cub, Usi-Ait, Cib-Unicobas, Sin-Cobas, Sult e Cnl.


18 ottobre 2005 - Adnkronos

SCIOPERI: LUNARDI ORDINA ESCLUSIONE TRASPORTO PUBBLICO DA STOP VENERDI'

Roma - Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Pietro Lunardi, ha ordinato a Cub, Usi-Ait, Cib-Unicobas, Sin-Cobas, Sult, Cnl di escludere dallo sciopero generale del 21 ottobre prossimo di 24 ore tutti i settori del trasporto pubblico di tutte le cateogrie pubbliche e private. Il provvedimento, spiega una nota ministeriale, si e' reso necessario al fine di evitare un pregiudizio grave ed irreparabile al diritto di libera circolazione costituzionalmente garantito in un settore di particolare sensibilita' sociale ed economica.

SANITA': VENERDI' SCIOPERO 24 ORE PERSONALE COMPARTO

Roma - Sciopero generale di 24 ore del comparto sanità (personale infermieristico, sanitario, tecnico e amministrativo), in programma venerdì, proclamato dalle Organizzazioni Sindacali: RdB, Cub, Usi-Ait, Unicobas, Sinicobas, Sult e Cnl, in concomitanza con lo sciopero generale.


18 ottobre 2005 - AGI

SCIOPERO GENERALE: LUNARDI, 21 VANNO ESCLUSI TRASPORTI

Roma - Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi, ha ordinato alle organizzazioni sindacali Cub, Usi-Ait, Cib-Unicobas, Sin-Cobas, Sult, CNL di escludere dallo sciopero generale del 21 ottobre (della durata di 24 ore) tutti i settori del trasporto pubblico di tutte le categorie pubbliche e private. Il provvedimento, si legge in una nota del ministero, si e' reso necessario "al fine di evitare un pregiudizio grave ed irreparabile al diritto di libera circolazione costituzionalmente garantito in un settore di particolare sensibilita' sociale ed economica".


18 ottobre 2005 - Il Gazzettino

Nuovo appuntamento con lo sciopero ...

Nuovo appuntamento con lo sciopero dei trasporti. A proclamare l'astensione dal lavoro è la Cub di Venezia che aderisce così ad uno sciopero nazionale di venerdì 21.
"In adesione alla giornata di lotta - spiega Giampietro Antonini - la Cub trasporti Actv ha dichiarato tre ore di sciopero per i lavoratori Actv e Linea spa dalle 10 alle 13 contro lo smantellamento del trasporto pubblico locale, contro i tagli della legge finanziaria alle già scarse risorse per il trasporto pubblico locale". Il sindacato di base ricorda che la protesta, in linea generale, mira anche a rivendicare risorse per il rilancio del trasporto pubblico, per la copertura economica del trattamento di malattia e per il rinnovo del secondo biennio economico.
A Roma venerdì si terrà una manifestazione che punta al rilancio della previdenza pubblica e alla salvaguardia del Tfr. I sindacati chiedono aumenti salariali di 250 euro mensili e una nuova scala mobile per difendere salari e pensioni dal carovita. "Manifesteremo - dicono i lavoratori - per contestare la discriminazione nei confronti del sindacalismo di base, la privatizzazione dei servizi sociali e la scuola-azienda".


17 ottobre 2005 - Adnkronos

P.I.: RDB, UNA SCANDALOSA COMMEDIA DELL'ASSURDO
CGIL, CISL E UIL HANNO FIRMATO UNA MONTAGNA DI CARTA STRACCIA

Roma - ''Siamo praticamente alla scadenza del biennio economico 2004-2005 e sui contratti del Pubblico Impiego ancora non c'e' alcuna certezza''. Ad affermarlo in una nota e' Paola Palmieri della direzione nazionale RdB Pubblico Impiego. ''Ci troviamo da una parte un Governo inadempiente dall'altra Cgil, Cisl e Uil che hanno firmato, contro il nostro parere, una montagna di carta straccia -prosegue Palmieri-, si sono fidati di assicurazioni da parte governativa che non trovano nessun fondamento negli stanziamenti a disposizione, anzi hanno firmato i contratti, proprio mentre emergeva che la prossima finanziaria non stanziava i soldi necessari al contratto 2006-2007''. La RdB Pubblico Impiego invita tutti i lavoratori pubblici ad una prima ferma risposta, partecipando allo sciopero generale del 21 ottobre e alla manifestazione nazionale a Roma.


17 ottobre 2005 - Apcom

P.I./RDB-CUB: NIENTE CERTEZZA SU CONTRATTI, GOVERNO INADEMPIENTE
"Confederali hanno firmato montagna carta straccia"

Roma - "Siamo praticamente alla scadenza del biennio economico 2004-2005 e sui contratti del pubblico impiego ancora non c'è alcuna certezza". Lo dice Paola Palmieri, componente della direzione nazionale Rdb-Cub, che invita tutti i lavoratori pubblici a una prima ferma risposta partecipando allo sciopero generale del 21 ottobre e alla manifestazione in programma a Roma. "Ci troviamo da una parte un Governo inadempiente - osserva Palmieri in un comunicato - dall'altra Cgil, Cisl e Uil che hanno firmato, contro il nostro parere, una montagna di carta straccia. Si sono fidati di assicurazioni da parte governativa che non trovano nessun fondamento negli stanziamenti a disposizione. Anzi hanno firmato i contratti, proprio mentre emergeva che la prossima Finanziaria non stanziava i soldi necessari al contratto 2006-2007".


17 ottobre 2005 - Sesto Potere

AUTOFERROTRANVIERI: SCIOPERO A RAVENNA VENERDI' 21 OTTOBRE

Ravenna - 17 ottobre 2005 - Il Comune di Ravenna comunica che per il giorno 21 ottobre 2005 le Confederazioni ed Organizzazioni Sindacali CUB, USI-AIT, CIB UNICOBAS, SINCOBAS, SULT e CNL hanno proclamato uno sciopero generale nazionale di 24 ore, al quale hanno aderito il SULT e il CUB Trasporti Settore Autoferrotranvieri (per 4 ore).
In sede locale le Segreterie Trasporti aderenti (RDB CUB Trasporti E.R. e SULT TPL E.R.), definendo la sospensione dei servizi per 4 ore, hanno garantito l'effettuazione dei servizi qualificati come prestazioni essenziali ai sensi della legge 12.06.1990 n. 146 e successive modifiche, assicurando quindi lo svolgimento di tutti i servizi nell'ambito delle fasce orarie localmente convenute.
Pertanto A.T.M. non è in grado di assicurare il normale svolgimento dei servizi di:
- trasporto pubblico urbano (città di Ravenna e città di Faenza) ed extraurbano
- traghetto sul Canale Candiano fra Porto Corsini e Marina di Ravenna
Nella giornata di venerdì 21 ottobre 2005 dalle ore 8.30 alle ore 12.00.


17 ottobre 2005 - Radio Amicizia

Il 21 ottobre sciopero generale del personale di tutte le categorie pubbliche e private

Le Confederazioni e Organizzazioni sindacali CUB, USI-AIT, CIB UNICOBAS, SINCOBAS, SULT e CNL hanno proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata del 21 Ottobre.
Nel corso dello sciopero "saranno assicurati dalle Amministrazioni Pubbliche interessate adeguati livelli di funzionamento dei Servizi Pubblici essenziali".
E’ quanto comunica nella nota del 3 Ottobre il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.


16 ottobre 2005 - Nuova Cosenza.com

Le motivazioni delle RdB/CUB per lo sciopero del 21

"Lo sciopero generale indetto dalle RdB/CUB per il prossimo 21 ottobre, è un appuntamento importante per tutti i lavoratori ed è l’occasione per rilanciare alcuni temi essenziali che sono all’ordine del giorno di questo sciopero:
• i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego;
• l’attacco al TFR (liquidazione) con il tentativo di scippo, portato avanti con preoccupante determinazione;
• l’approvazione di una legge finanziaria che attacca ancora una volta le fasce deboli;
• il problema sempre più pressante del precariato".
Ad affermarlo in una nota è la Direzione regionale Calabria Pubblico Impiego del RdB/CUB.
"Su quest’ultimo punto in particolare, .prosegue la nota, c’è da registrare la posizione delle RdB/CUB, da sempre schierate contro queste forme di precariato a vita e che, facendo seguito alle numerosissime iniziative messe in piedi in questi anni insieme ai precari, oggi più che mai ne chiede con forza la stabilizzazione.
Infatti, la sempre maggior diffusione di varie forme di lavoro a tempo determinato (solo nel Pubblico Impiego sono oltre 300.000), ha fatto precipitare giovani e meno giovani nell’incertezza più assoluta: incertezza del proprio futuro lavorativo, ovviamente, ma anche incertezza per il raggiungimento dei limiti pensionabili, e ancora incertezza nel normale svolgimento della vita sociale (come mettere su famiglia, ad esempio, senza la sicurezza nel futuro?). Per tutti questi motivi, nello sciopero del 21 ottobre, assieme ai temi inerenti al carovita, agli aumenti contrattuali che siano veri e non ridicoli, ad una finanziaria che ponga il problema della ridistribuzione del reddito, al rilancio della previdenza pubblica, il tema del precariato occupa per forza di cose un ruolo centrale. Pertanto le RdB/CUB chiamano a raccolta tutti i lavoratori siano essi precari o a tempo indeterminato, ad aderire compatti allo sciopero e a partecipare in massa alla manifestazione che si terrà a Roma. Con l’occasione le RdB/CUB comunicano che pullman appositamente organizzati, partiranno dalla Calabria verso la capitale, per far sì che anche la nostra regione svolga un importante ruolo nel portare alla ribalta la voce dei più deboli e nel rilanciare un ponte ideale per una lunga stagione di lotte."


15 ottobre 2005 - Ansa

SCUOLA:CUB;DA MORATTI PAROLE IN LIBERTA',CONFERMATO SCIOPERO

ANSA) - ROMA, 15 ott - Definisce 'parole in liberta'' quelle del ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, e conferma lo sciopero di venerdi' prossimo, 21 ottobre: Cosimo Scarinzi, coordinatore nazionale della Cub Scuola, ritiene che le ragioni per scioperare siano oggi, alla luce del completamento della riforma scolastica, ''ancora maggiori''. Facendo riferimento a una dichiarazione del ministro relativa alle nuove norme grazie alle quali, secondo Moratti, ''la scuola italiana avra' contenuti piu' moderni e insegnanti piu' giovani e qualificati'', Scarinzi afferma che ''una riforma che consegna una quota rilevante di studenti a un addestramento al lavoro ci riporta ad oltre 40 anni addietro e favorisce il degrado della scuola pubblica e della societa' tutta''. Quanto alla giovane eta' degli insegnanti, ''tutti sanno - afferma la Cub - che, grazie alla sciagurata politica di reclutamento di questo e dei precedenti governi, l'eta' media degli immessi in ruolo si avvicina ai 40 anni''.


14 ottobre 2005 - Adnkronos

TRASPORTO LOCALE: BOLOGNA, MEZZI PUBBLICI IN SCIOPERO VENERDI' 21

Bologna - In adesione allo sciopero generale nazionale del sindacalismo di base, indetto per venerdi' 21 ottobre, il personale viaggiante di Atc, l'azienda del trasporto pubblico di Bologna, aderente alle organizzazioni sindacali Rdb-Cub e Sult, incrocera' le braccia dalle 12.30 alle 16.30. In tali orari, dunque, i servizi di trasporto pubblico urbano, suburbano ed extraurbano non saranno garantiti. In particolare per i mezzi urbani, suburbani ed extraurbani saranno garantite solamente le corse in partenza dai capolinea fino alle ore 12.15. Per le linee urbane di Imola verranno garantite tutte le corse complete in partenza dalla stazione Fs, o dall'autostazione, fino alle ore 12.20. Circoleranno comunque i 'riservati scolastici'.


14 ottobre 2005 - Ansa

SCIOPERI: STOP TRASPORTI 21/10; MODALITA' CTM CAGLIARI

CAGLIARI - Il personale viaggiante del Ctm di Cagliari aderente ai sindacati di base si asterra' dal lavoro dalle 13 alle 17 del 21 ottobre prossimo nell'ambito dello sciopero nazionale dei trasporti indetto dalle RdB. Il personale degli uffici, officine e impianti fissi, invece, incrociera' le braccia nelle ultime quattro ore del turno di servizio.


14 ottobre 2005 - Romagnaoggi.it

REGIONE - Venerdì sciopero sindacati di base
Garantiti comunque i servizi essenziali

BOLOGNA - Ai sensi di quanto previsto dall'art. 2 della legge 146/90, come modificata dalla L.83/2000, in materia di esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti alla persona costituzionalmente tutelati, che è stato proclamato uno sciopero generale nazionale dai sindacati di base a cui ha aderito RdB Pubblico Impiego per l'intera giornata di venerdì 21 ottobre 2005.
La Regione Emilia-Romagna garantirà comunque le prestazioni relative ai servizi pubblici essenziali come individuati dagli accordi collettivi decentrati di lavoro sottoscritti nel 2002 (servizi per le consultazioni referendarie, per la sorveglianza idraulica dei fiumi, per i cantieri, per la protezione civile, per gli emolumenti retributivi e gli adempimenti contributivi relativi al personale, per l'assistenza igienico-sanitaria e la custodia degli animali in capo al Servizio produzioni animali, nonché le attività di autoparco e di portineria se strumentali ai predetti servizi) e secondo le modalità in tali accordi previsti.


14 ottobre 2005 - Il Quotidiano di Ascoli

Contro Riforma TFR e Finanziaria:
21 ottobre sciopero nazionale dei Sindacati di Base

ASCOLI PICENO - Quaglietti, Sincobas Ascoli : " Fermare gli sciacalli che vogliono rubare ai poveri per dare ai ricchi. No allo scippo del TFR". A Roma manifestazione nazionale.
Il Sincobas e le altre 5 sigle del sindacalismo di base, presenti nel mondo dell’industria, dei servizi, del pubblico impiego, dei trasporti e delle attività marittime hanno indetto uno sciopero generale nazionale per venerdi 21 ottobre, con contemporanea manifestazione a Roma, in Piazza Esedra, per protestare contro i progetti di riforma del TFR e la Legge Finanziaria messa in cantiere dal Governo.
Lo annuncia Andrea Quaglietti, coordinatore provinciale del Sincobas di Ascoli, ricordando i rischi delle modifiche legislative ora in discussione: " Lo sciopero nazionale è stato convocato da noi e dalle altre cinque organizzazione di base (SULT, CNL, Unicobas, Cub/RDB) per protestare e continuare a lottare prima di tutto contro programmi devastanti e pericolosi, ideati da veri sciacalli, come quello del trasferimento del TFR ai fondi pensione. Ricordiamo ancora una volta ai lavoratori, invitandoli a partecipare proprio per dare un segnale forte al Governo e all’opinione pubblica e alle parti che ne stanno ancora discutendo nel merito, che i fondi pensione non garantiscono affatto, come viene detto, rendimenti e pensioni più alte. Questi fondi continua Quaglietti – come l’esperienza di altre Paesi dimostra, possono invece far completamente sparire il capitale affidato loro, senza fornire alcun rendimento o guadagno, e tantomeno una vecchiaia tranquilla a coloro che vi hanno creduto. E’ necessario tornare al sistema pubblico per garantire una pensione dignitosa e sicura a milioni di persone, che se la sono meritata in anni e anni di lavoro e sacrifici".
Seconda questione, la Legge Finanziaria in preparazione da parte del Governo. "E’ l’ennesima legge che taglia la spesa sociale – sostiene il coordinatore del Sincobas - blocca i contratti pubblici, limita le libertà sindacali e infine impoverisce gli enti locali, e quindi il territorio e i lavoratori. Questi ultimi vedranno aumentare la pressione fiscale nei loro confronti, perché Comuni, Provincie e Regioni non potranno più far quadrare i bilanci come nel passato, senza intervenire sui balzelli e aliquote varie. Tali programmi – continua Quaglietti – comporteranno ripercussioni ancora più gravi per il Piceno e il comprensorio ascolano, già afflitto da una crisi industriale e occupazionale senza precedenti. Per fermare tutto questo, e difendere salari e pensioni, bloccare la deriva del precariato, aumentare i redditi di almeno 250 euro mensili, e tutelare le fascie deboli è urgente che i lavoratori aderiscano allo sciopero generale del 21 ottobre, partecipando in massa alla manifestazione di Roma".


13 ottobre 2005 - Ansa

LAVORO: PRECARI IN PIAZZA CON LE RDB A BOLOGNA
CORTEO APERTO DA CARTELLI CON LA SCRITTA 'SIAMO TUTTI LAVAVETRI'

BOLOGNA - Iniziativa di mobilitazione del precariato della Pubblica amministrazione a Bologna: in mattinata una delegazione RdB ha incontrato rappresentanti delle Giunte regionale, provinciale e comunale, nel pomeriggio un corteo di lavoratori precari (300 secondo i promotori) e' partito da piazza Nettuno per recarsi sotto la Prefettura. Il corteo era aperto simbolicamente da quattro 'lavavetri' che portavano al collo cartelli con la scritta 'Siamo tutti lavavetri - Reddito, diritti, dignita''', a simboleggiare - hanno rilevato le RdB - il fatto ''che anch'essi sono parte del mondo del lavoro e della disoccupazione e che non possono essere fatti vivere come un problema di legalita'''. Seguiva uno striscione con scritto 'Basta precarieta'' e molti lavoratori indossavano magliette rosse con la scritta 'Contro la precarieta' del lavoro e della vita - Sciopero generale', in riferimento allo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base per il 21 ottobre. Una delegazione di manifestanti e' stata poi ricevuta in Prefettura, dove ha potuto rappresentare le diverse situazioni di precarieta' nel pubblico impiego: co.co.co., tempo determinato, discontinui dei vigili del fuoco, interinali, contratti di formazione e lavoro. La Prefettura - hanno reso noto le RdB - ''si e' impegnata a rappresentare al Governo i motivi della protesta''. Per contrastare ''i pesanti tagli ai posti di lavoro precari e l'assoluta mancanza di prospettive per la stabilizzazione previsti nel disegno di legge della finanziaria 2006'', alle istituzioni locali e' stata presentata una lettera aperta in cui RdB chiede di presentare emendamenti abrogativi alla legge finanziaria stessa ed opporsi ''fino a mettere in campo una vera e propria disobbedienza istituzionale''. Le Rappresentanze sindacali di Base ritengono ''inaccettabile un ulteriore taglio di posti di lavoro ed il mantenimento di una situazione che tiene nella precarieta' circa 15.000 dipendenti pubblici nella nostra regione''.

SCIOPERI: CUB, DA LUNARDI ATTACCO A DIRITTO LAVORATORI
MINISTRO HA CHIESTO DI ESCLUDERE SETTORE PUBBLICO DA STOP 21/10

ROMA - Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, invitando la CUB e le altre sigle del sindacalismo di base italiano a escludere tutti i settori di trasporto pubblico dallo sciopero generale del 21 ottobre, mette in atto ''un attacco inaudito al diritto di sciopero''. Lo afferma Walter Montagnoli coordinatore nazionale CUB secondo cui ''e' davvero incredibile che il ministro Lunardi voglia negare un diritto costituzionale prevaricando anche la Commissione di Garanzia che ci aveva invitato ad osservare alcune limitazioni'' per la rarefazione oggettiva rispetto a scioperi precedentemente proclamati. La CUB, insieme a numerose sigle del sindacalismo di base italiano - si legge in una nota - ha indetto per il 21 ottobre lo sciopero generale di 8 ore di tutte le categorie ''contro lo scippo del tfr e per il rilancio della previdenza pubblica, contro la perdita di potere di acquisto dei salari, contro la precarieta', la legge 30 e il pacchetto Treu, rivendicando un vero e proprio programma di politica economica e sociale''. Montagnoli sottolinea che ''e' tutto in regola, i tempi della comunicazione sono stati rispettati, e la Commissione di Garanzia ci aveva scritto per specificare, da un lato, solo un paio di limitazioni territoriali per quanto riguarda il trasporto locale e ferroviario e dall'altro per chiedere la revoca o il posticipo dello stop nel trasporto aereo. Noi - spiega Montagnoli - abbiamo preso atto contestando la seconda comunicazione attraverso l'art.700 perche' malgrado il numero delle indizioni fosse un po' piu' ampio, lo sciopero generale prevale sulle indizioni territoriali e di categoria''.

SCUOLA: CUB, ASSUNZIONI? SI SOSTITUISCONO SOLO PENSIONATI
CONFERMATO SCIOPERO DEL 21 OTTOBRE

MILANO - La Cub Scuola considera ''una palese presa in giro'' le dichiarazioni fatte del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, che ha annunciato 30mila assunzioni di insegnanti, 20mila nel 2006 e gli altri nel 2007. Il sindacato di base ha confermato il blocco delle lezioni nell'ambito dello sciopero generale del 21 ottobre. ''Il trucco e' evidente - ha affermato Cosimo Scarinzi, coordinatore nazionale di Cub Scuola - le immissioni in ruolo previste corrispondono a malapena ai pensionamenti previsti''. ''Numeri che sembrano eccezionali - ha aggiunto Scarinzi - in realta' non coprono nemmeno il normale turnover. Ma quello che lascia piu' sconcertati e' che il ministro presenta le assunzioni come se fossero un'attivita' benefica. Non dimentichiamo che si tratta di persone che hanno vinto un regolare concorso e che, in media, vengono assunte a 38 anni. Fino ad allora sono ancora precari, con tutte le conseguenze quanto a frustrazione, impossibilita' di crearsi una famiglia, marginalita' sociale''. Contestato anche il dato numerico: il ministro ha parlato di 160mila assunzioni negli ultimi 4 anni, ma secondo Scarinzi non si arriva ai 120mila. Il personale non docente, secondo la Cub, ''e' in una condizione ancora peggiore rispetto agli insegnanti. Nulla di preciso e' definito e possiamo facilmente immaginare le ragioni di questa indeterminatezza. E', con ogni evidenza, intenzione dell'amministrazione non garantire le necessarie immissioni in ruolo del personale Ata''.


13 ottobre 2005 - Adnkronos

P.A.: FUNZIONE PUBBLICA, PER SCIOPERO 21 OTTOBRE GARANTITI SERVIZI ESSENZIALI

Roma - Nel corso dello sciopero del 21 ottobre ''saranno assicurati dalle Amministrazioni pubbliche interessate adeguati livelli di funzionamento dei servizi pubblici essenziali''. E' quanto comunica in una nota il dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri in relazione allo sciopero generale nazionale di tutto il personale del settore pubblico e privato proclamato per l'intera giornata del 21 da una serie di sigle sindacali. Si tratta di Cub, Usi-a, Cib Unicobas, Sincobas, Sult e Cnl.


13 ottobre 2005 - Emilianet

Energia. Sciopero nazionale di venerdì 21 ottobre
Sat ha predisposto i servizi minimi in accordo con le Organizzazioni Sindacali Aziendali

MODENA - Sciopero proclamato da FLAICA Uniti-CUB, USIAIT, CIB Unicobas, SinCobas, Sult e Cnl del settore ambiente, a cui aderisce anche l'organizzazione sindacale RDB Energia (settori elettrico e gas-acqua), nell'intera giornata di venerdì 21 ottobre 2005. Comunicazione agli utenti ai sensi dell'art. 2 comma 6, della Legge 146/90.
In ottemperanza alla Legge 146/90 e agli Accordi Nazionali sottoscritti, Sat ha predisposto i servizi minimi in accordo con le Organizzazioni Sindacali Aziendali. Ci scusiamo con i cittadini per i disagi che si potranno verificare, pur garantendo l'espletamento dei servizi di emergenza e dei "minimi" previsti, nonché la pronta riattivazione dei servizi al termine dello sciopero.

 
 

CONTATTI

Federazioni RdB

Per ricevere in posta elettronica comunicati e documenti
CLIKKA sull'Immagine

Vuoi iscriverti a RdB?

Scheda di Adesione

Dal sito

Quesiti e risposte

PUBBLICO IMPIEGO
TUTTI I CONTRATTI


Federazione Nazionale RdB - Via dell'Aeroporto n.129 - 00175 ROMA - centralino 06.762821 - fax 06.7628233