Le Rappresentanze sindacali di Base aderiscono alla protesta e alla manifestazione con corteo dei lavoratori dell’Arsenale del  11/10/2002.

I lavoratori dell’Arsenale M.M. di Taranto, sono preoccupati per il proprio futuro che, in buona parte, è il futuro della Città stessa; migliaia di famiglie tra diretti, lavoratori dell’appalto, militari stessi, trae sostentamento dallo storico stabilimento che per lunghi anni è stato l’unico sbocco lavorativo per generazioni di tarantini.

Il nostro territorio gravato da una servitù militare, più che centenaria, che ha fortemente limitato l’affaccio a mare, contribuendo ad uno sviluppo urbanistico distorto della Città, oggi, vede in pericolo i livelli occupazionali oltre che uno scadimento delle prospettive per le generazioni future: non più “arsenalotti” nella Città dei due mari?

Le Rappresentanze sindacali di Base sin dal lontano 1998 si sono coerentemente battute contro ogni ipotesi di privatizzazione dello stabilimento, contro l'applicazione pura e semplice  della lean production (prevedere un Arsenale snello, con poche professionalità dedite a coordinare il processo e una rete di imprese cui affidare gran parte delle lavorazioni.Con l’appalto come chiave per ridurre i costi!)

Riteniamo che la funzione della manutenzione e riparazione navale debba rimanere saldamente in mani pubbliche; questa affermazione non è dettata soltanto dalla umana esigenza di conservarsi il posto di lavoro, non che ci sarebbe nulla di male in questo, bensì da valutazioni di ordine pratico.

La necessità di recuperare produttività, che resta un obiettivo centrale, non può far trascurare il fatto che il costo del lavoro italiano si colloca in una posizione bassa nella graduatoria europea ed è molto più basso di quello della Germania e degli altri paesi del Nord Europa. Questo dimostra che la mancata economicità non è attribuibile al costo del lavoro, ma a problemi di efficienza, organizzazione, tecnologie, ecc.  

Certo, è molto più semplice scaricare le proprie responsabilità sulle spalle dei lavoratori!

Per queste ragioni abbiamo convintamente  sostenuto la posizione delle RSU dell’Arsenale sottoscrivendo il documento unitario del 15 luglio, facendo nostra la piattaforma rivendicativa espressa riscontrando, per altro, una identicità di vedute che premia lo sforzo di coerenza con le nostre posizioni di sempre.

 

Ricordando che l'iniziativa intende sollecitare l'interessamento del Prefetto di Taranto affinchè si possa arrivare in tempi brevi all'attivazione di una sede tecnica locale al fine di elaborare una strategia di rilancio dell'Arsenale; significhiamo che  qualsiasi tentativo di strumentalizzazione da parte di chi opera dissennate fughe in avanti per i propri fini siano essi politici, sindacali o di altra natura ci troverà fermamente contrari: sono in gioco migliaia di posti di lavoro, nessuna speculazione deve essere consentita!

 

Abbiamo il dovere di opporci, ognuno per la parte istituzionale che rappresenta, allo smantellamento dello stabilimento, ponendo al primo posto la necessità assoluta: che non un solo posto di lavoro si perda, che, al contrario si pongano le basi per un rilancio, anche di in termini occupazionali, dell’Arsenale.

            

Taranto, 10/10/2002

 

                                                                                                                  Luigi Pulpito

                                                                                                                  componente esecutivo regionale R.d.B. - P.I.