CI DISGUSTA!!

SALTO NEL BUIO PER I DIPENDENTI DEGLI ENTI DELL’AREA INDUSTRIALE ENTRATI IN A.I.D.

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Il Gabinetto del Ministro della Difesa ha convocato in data 29 gennaio c.a. le OO.SS. per informarle sullo stato d'avanzamento del progetto di trasferimento del personale ai privati dell’A.I.D. e sulle modifiche della tabella di equiparazione del personale militare/civile a seguito del decreto interministeriale 18 aprile 2002. 

La parte politica rappresentata dall’on.Cicu e quella privata per voce del dott.Venier, hanno chiaramente confermato il percorso di alienazione del personale e delle strutture dal patrimonio dello Stato in gestione al Ministero della Difesa, hanno confermato la legittimità delle procedure di riconversione del personale e, soprattutto, la necessità di organici fluttuanti motivandola “come esigenza di perfezionamento per lo sviluppo produttivo richiesto dal mercato”. 

I piani industriali “credibili” sono stati approvati il 22/01/03 dall’Amministrazione con la complicità di alcune OO.SS. Sono attualmente in corso i provvedimenti di assegnazione dei dipendenti del Ministero della Difesa al nuovo datore l’A.I.D. Nulla è cambiato e cambierà neanche a seguito della sentenza di annullamento del TAR Lazio di alcune norme dell’art.13 del D.P.R. di approvazione del regolamento sull’organizzazione ed il funzionamento dell’A.I.D.

Registriamo e manterremo nella memoria l’atteggiamento a dir poco arrogante e capzioso assunto da tutto lo staff dell’Amministrazione. Questo non ci intimorisce nel confronto che si preannuncia sempre più duro e nel perseguire obbiettivi che salvaguardino l’occupazione e il patrimonio della Difesa.  

Semplicemente, tutto questo ci disgusta!!

Le nostre intenzioni, richieste e decisioni legittime poiché di tutele degli interessi dei lavoratori, democratiche e costituzionali, sembrano agli occhi di questa Amministrazione di natura extraterrestre.      

La nostra colpa è che le RdB-P.I. non hanno firmato nessuno degli accordi che innescano questo processo di trasformazione perché mai convinti che questa fosse l’unica e valida soluzione, ma insistiamo affinché i settori dell’area industriale della Difesa siano riconvertiti a supporto della Protezione Civile e i lavoratori trovino un nuovo ruolo produttivo con garanzie di impiego.

Non abbiamo anteposto convenienze politico-economico-sindacali agli interessi dei lavoratori come hanno fatto e nel modo in cui CGIL-CISL-UIL e UGL si impegnano a fare.

Ebbene, la nostra piattaforma rivendicativa sarà sottoposta e discussa al più presto con tutti i lavoratori degli enti in A.I.D. nella quale oltre a rivendicare il mantenimento dell’attuale status giuridico di dipendente pubblico, il rifiuto alle esternalizzazioni delle attività/servizi, la legittimità giuridica degli atti, esigiamo che il personale, le attrezzature e soprattutto gli immobili a conclusione del ciclo di ristrutturazione, produzione (se mai ci sarà) o nel caso in cui l’A.I.D. dovesse fallire, siano reintegrati nel patrimonio del Ministero della Difesa.

La RdB-P.I. continuerà a confrontarsi con il Ministero della Difesa e con le altre organizzazioni sindacali, che senza troppi distinguo e con molta superficialità stanno affrontando il futuro di migliaia di lavoratori.

Se non c’è nessuna garanzia e futuro per i lavoratori, la parola passerà alle iniziative di lotta.

Roma, 31 gennaio 2003                                                                         

Coordinamento Nazionale Difesa