Proposta
di organico del Ministero Difesa in relazione al |
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Con
i nuovi organici si prevede infatti un taglio complessivo di 1862 unità, con
incrementi di personale nelle posizioni economiche più alte e una drastica
riduzione in quelle più basse.
Si determinerà così, in considerazione degli scarsi risultati in senso verticale dei processi di riqualificazione messi in atto, l’esubero di una rilevante parte di lavoratori a cui non è stata data nessuna possibilità di riqualificarsi in una posizione economica superiore e che in assenza di un piano particolareggiato per il reimpiego andrà incontro a quanto previsto dalle normative sulla mobilità nel Pubblico Impiego.
E’ indispensabile reperire
risorse adeguate per l’attuazione dei passaggi all’interno delle Aree e fra
le stesse attraverso i percorsi formativi previsti dal CCNI, che ad oggi non
vedono alcuna applicazione anche per la mancata revisione dell’ordinamento
professionale.
Per ciò che riguarda la
privatizzazione delle strutture industriali (passate nell’Agenzia Industrie
Difesa), la parte politica ha confermato il percorso di alienazione del
personale e delle strutture dal patrimonio dello Stato in gestione al Ministero
della Difesa, ha confermato la legittimità delle procedure di riconversione del
personale e, soprattutto, la necessità di organici fluttuanti
motivandola “come esigenza di perfezionamento per lo sviluppo produttivo
richiesto dal mercato”.
E’ in gioca il futuro di 2.500 lavoratori che vedranno a breve trasformato il proprio status giuridico di dipendenti pubblici in privati;
nessuna possibilità di rientro nell’amministrazione nel caso l’Agenzia Industrie Difesa fallisca alla scadenza del mandato nel 2005 visti sia i nuovi organici che i decreti di struttura.
Roma, 24/02/2003
Per il Coordinamento Difesa
Massimo Solferino