Torna a farsi pesante
il clima negli stabilimenti della Agenzia Industrie Difesa, compreso
quello di Baiano di Spoleto. In queste ore trapela la notizia che il
consulente del direttore generale, il rag. Marchetti, ha presentato le
proprie dimissioni. La decisione sarebbe legata a motivi personali, ma
i sindacati sospettano che siano altre le ragioni a cominciare dal
successo riportato dallo sciopero tenutosi qualche giorno fa. Nel
frattempo i cinque dipendenti ai quali era stata inviata una lettera
di richiamo per ‘scarso rendimento’, sono riusciti a dimostrare le
proprie ragioni grazie anche all’intervento di un legale. La
situazione dunque non è delle più rosee e si avverte sempre più
l’imbarazzo fra il modo di lavorare dei consulenti e quello dei
direttori degli stabilimenti e non è più chiaro quale sia
l’autorità che deve decidere nel rispetto, ovviamente, della legge
e dei contratti vigenti. Basti pensare che al chimico farmaceutico di
Firenze, lunedì scorso, l’inviato del d.g., di fronte a sindacati e
rsu, avrebbe a un certo punto azzittito il generale comandante con un
poco cortese ‘lei stai zitto che poi le spiego’. Un po’ come
successo a Spoleto nell’autunno scorso, quando fu addirittura il
primo cittadino a dover subìre l’affronto davanti all’imbarazzata
platea giunta per assistere alla attesa conferenza di produzione.
Intorno al direttore dello stabilimento toscano si sono strette tutte
le organizzazioni sindacali, che gli riconoscono una grande competenza
e rispetto degli accordi vigenti. Insomma, a sentire i sindacalisti e
a leggere i comunicati, la situazione starebbe sfuggendo di mano un
po’ ovunque. Non che sia una novità; lo aveva predetto già due
anni orsono il Comitato dei Lavoratori. Per fortuna fra i sindacati è
tornato il sereno e non c’è più ragione di Comitati: la triplice
ha capito il propri errori e, come riferisce un sindacalista degli
autonomi, ‘a parte qualche pierino che continua a sostenere che non
ci sono problemi e a cercare di coprire le gravi responsabilità dei
politici, siamo di nuovo insieme a difendere i lavoratori e il futuro
di questo stabilimento. Ma non possiamo farcela da soli, è necessario
che la politica faccia finalmente la propria parte a cominciare dal
riesame dell’intero quadro in cui sono stati inseriti i nove
stabilimenti entrati a far parte della agenzia industrie difesa’.