Il
15 dicembre abbiamo incontrato il Direttore Generale di
Persociv per l’esame di due ipotesi di accordo che interessa
l’integrazione dell’accordo nazionale sul FUA 2004 allo
scopo di assicurare ai lavoratori dell’Agenzia Industria
Difesa (A.I.D.) la medesima quota teorica di FUS prevista per
il personale civile della Difesa, in seguito sottoscritto da
questa O.S., e le progressioni verticali.
Il
contenuto dell’accordo riguarda l’assicurare ai lavoratori
dell’Agenzia Industria Difesa (A.I.D.) la medesima quota
teorica di FUS prevista per il personale civile della Difesa
con lo stralcio dell’importo di €. 200.216,00 dalle
“somme variabili del FUA 2004” della Difesa e
successivamente destinato al FUA dell’A.I.D.
Una
riflessione è doverosa: durante le trattative per la
costituzione dell’accordo sul FUA 2004, la RdB-Difesa ha
segnalato la pericolosità della costituzione del Fondo Unico
di Agenzia per i tempi troppo stretti di stipula poiché
questo non permetteva una corretta valutazione della scelta
economica/normativa di quantificare in modo approfondito le
giuste competenze da attribuire al personale e il rischio di
disparità di trattamento tra il personale del ministero e
quello dell’Agenzia.
Ci
sono voluti “soltanto”
sei mesi per la stipula di questo accordo successivo che è la
dimostrazione di quanto questo apparato amministrativo e
questi rappresentanti sindacali siano approssimativi e
inadeguati, preposti ad assecondare ciecamente le scelte
politiche e gli accordi sindacali.
Il
contenuto dell’accordo riguardava inoltre la
riconfigurazione per i tecnici di radiologia dell’indennità
di rischio radiologico in indennità professionale pari a €
103,29 mensili lordi, non correlata alla presenza e il
chiarimento che, ai fini del calcolo della distanza
chilometrica intercorrente tra l’Ente
soppresso/riorganizzato e l’Ente di nuova destinazione, per
la corresponsione dell’indennità di mobilità, va
considerata la sede effettiva d’impiego nel caso in cui un
Ente sia articolato in più sedi di servizio.
Nella
seconda ipotesi di accordo riguardante i passaggi verticali,
l’Amministrazione ha proposto di modificare il C.C.N.
Integrativo Difesa 6.7.2000 nella parte riguardante le
progressioni interne all’area prevedendo la riproposizione
della quota del 70% dei posti riservati al personale interno,
ancorché diversamente articolata e percentualizzata tra le
posizioni economiche (20% per la posizione B2; 10% per la C1;
50% per la B3; 85% per la B2) e la modifica della tabella di
valutazione dei titoli per l’accesso ai percorsi di
riqualificazione contenuta nel C.C.N.I., prevedendo un maggior
peso specifico per l’anzianità di servizio nelle
progressioni interne all’area B e una maggiore valutazione
del titolo di studio per le progressioni interne che
riguardano l’area C. La proposta dell’Amministrazione
prevede altresì la modifica della valutazione di alcuni
titoli anche per quanto attiene le progressioni dall’area B
all’area C (più peso ai titoli di studio e ai corsi di
aggiornamento/specializzazione), e anche l’introduzione di
un punteggio di penalizzazione per la nuova sanzione
disciplinare introdotta dal C.C.N.L. 2002/2005 (sospensione
dal servizio oltre i 10 giorni).
Il
tavolo autonomo ha messo in evidenza che i nodi principali che
riguardano la partita delle riqualificazioni rimangono tuttora
irrisolti poiché non c’è attualmente soluzione al destino
professionale di circa 1.700 lavoratori in esubero
appartenenti alla posizione A1 e con quali risorse economiche
si pagheranno le progressioni interne all’area.
Poiché
non siamo disposti a finanziare i percorsi di riqualificazione
con l’attuale dotazione di FUA e poiché l’impegno di un
incremento del FUA per circa 25 milioni di euro da parte del
sottosegretario alla Difesa on. CICU non è praticabile, ci
chiediamo:
·
con quali soldi saranno finanziate le progressioni tra
le aree
·
se i passaggi da area ad area il finanziamento è a
carico dell’Amministrazione
·
quanti posti saranno “occupati” dal personale
militare in transito nei ruoli civili, per inidoneità al
servizio militare o per eccedenza (art.6 D.Lgs. 215/2001)
·
se non sarebbe il caso di attenersi alla sottoscrizione
dell’accordo sul nuovo ordinamento professionale di comparto
non appena si saranno conclusi i lavori della Commissione
Paritetica.
Non
solo il delegato del Ministro alla contrattazione non è
riuscito a produrre risposte adeguate, ma purtroppo abbiamo
assistito ad un eccesso di irritazione scaturita in
esclamazioni poco felici ed inadeguate, al limite
dell’irriverenza in un contesto in cui le relazioni tra le
parti non dovrebbero mai caratterizzarsi dalla violazione dei
principi fondamentali di correttezza.
Le
incognite e le preoccupazioni restano, basta pensare al
“Comunicato congiunto Direttore Generale
Persociv-CGIL-CISL-UIL”, dal sapore e dalla sostanza
fortemente elettoralistica alla quale l’Amministrazione si
è incredibilmente prestata, che non risolve i problemi e i
nodi fondamentali.
Di
questi problemi ne abbiamo parlato al Ministro MARTINO
nell’incontro del 20 dicembre proponendo un percorso di
riqualificazione che consenta anche i passaggi fra area ed
area o, in alternativa, finanziare adeguatamente il FUA, come
promesso già nel 2003, per i passaggi interni alle aree,
ribadendo in maniera chiara che per fare i passaggi interni
alle aree non siamo d’accordo nel ridurre il FUA.
Abbiamo
proposto un tavolo di confronto sul nuovo processo di
ristrutturazione della Difesa e dell’Agenzia Industrie
Difesa dove verificare finanziamenti, prospettive e ricadute,
anche connesse al transito nell’impiego civile del personale
militare, ora inidoneo e domani in esubero, in relazione alla
“famigerata” tabella di equiparazione concordata dalla
Difesa con CGIL CISL e UIL, fortemente osteggiata da tutto il
tavolo autonomo.
Inoltre,
affrontare e risolvere il delicatissimo tema delle relazioni
sindacali nel nostro Dicastero ed in Agenzia Industrie Difesa,
per una fase di confronto reale e non fittizia, sugli
importantissimi processi in corso.
Le risposte ancora
estremamente generiche del Ministro non fanno che alimentare
la nostra convinzione nel considerare indispensabile
l’attuazione di un piano urgente di aggregazione tra tutti i
lavoratori della Difesa e della A.I.D., con il fine di
rivendicare “da subito” i diritti che costantemente e perpetuamente ci sono
negati.
RdB-P.I. Coordinamento Nazionale Difesa
Roma,
22 dicembre 2004
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