Il
15 febbraio 2005 è avvenuto un incontro con la Direzione
Generale del Personale Civile per definire alcuni aspetti
legati all’avvio dei processi di riqualificazione del
personale civile e il loro finanziamento.
Le
volontà dell’Amministrazione si possono riassumere:
§
il personale civile da inquadrare nel triennio 2005-2007,
teoricamente fissato sulla base delle consistenze organiche,
è pari a 16.320 unità;
§
il ripianamento del predetto fabbisogno dovrebbe essere
percentualmente ripartito in modo diverso per le singole
posizioni economiche che fissa al 70% la percentuale
d’accesso dall’interno e al 30% quella dall’esterno;
§
il finanziamento di 11.500 passaggi interni alle aree sarà
posto a carico del FUA;
§
è confermato l’impianto relativo alle modalità di
selezione e valutazione del personale di cui all’art.4
titolo 3° del CCNI Difesa 6 luglio 2000; le uniche modifiche
apportate riguardano i titoli di studio e le penalizzazioni
per sanzioni disciplinari;
§
non è prevista alcuna riqualificazione tra le aree in
quanto il finanziamento com’è noto può avvenire con
risorse extra-FUA.
Le
proposte venute dall’Amministrazione eludono tutte le
questioni che avevamo posto nella riunione del
15 dicembre 2004 e che prevedevano:
§
le
riqualificazioni finanziate con risorse extra-FUA;
l’impegno del Min.Martino di 25 milioni d’euro
è stato inconsistente e i passaggi interni si dovranno pagare
con i soldi del nostro FUA che sarà così decurtato in via
permanente e definitiva, permettendo così che il passaggio
sia pagato da ciascun lavoratore che contribuirà con una
riduzione consistente del proprio FUS (la teorica
riqualificazione di 11.500 dipendenti civili sarebbe pagata
anche dagli altri 25.000 colleghi);
§
un
percorso di riqualificazione urgente per i lavoratori
inquadrati nella posizione A1;
§
una
risposta rispetto al fabbisogno teorico di 16.320 posti
“riservati” al personale militare poiché si prevedono che molti di quei posti teorici
saranno occupati dai militari;
§
il
rischio di ricorsi al TAR rispetto alle modalità di selezione
e valutazione,
problema vero e rischio probabile anche a parere
dell’Amministrazione, che presentano profili non in linea
con le ripetute sentenze della Corte Costituzionale e con la
possibilità che i TAR blocchino le riqualificazioni.
Il
problema reale, ad oggi, ci viene dalle disposizioni contenute
nella Legge Finanziaria: entro il 30 aprile p.v. dovranno
essere rideterminate le dotazioni organiche della Difesa con
un taglio del 5% (dunque il D.P.C.M. 8.9.2004 è già
superato, bisognerà tagliare ancora, e ovviamente si taglierà
ancora sulle posizioni economiche A1 e B1), pena
l’automatica rideterminazione alle presenze effettive al
31.12.2004 (l’organico della Difesa sarebbe tagliato, in
tal caso, di altre 6000 posizioni!).
Ci chiediamo se saranno sufficienti due mesi a rideterminare le
proprie dotazioni organiche di personale quando per la stessa
operazione ci sono voluti oltre 4 anni!!
Rispetto a tutto ciò, ai rischi e ai problemi che
rimangono, non firmeremo gli
accordi che l’Amministrazione ci ha proposto (modifiche
alla tabella di cui all’art.4 del CCNI e finanziamento delle
riqualificazioni interne con risorse FUA) e che CGIL,CISL, UIL
e Unsa si sono affrettati a sottoscrivere affinchè le loro
promesse elettorali abbiano comunque una parvenza di
consistenza.
Rispetto
alle scelte che sono state fatte e ai rischi che tutto salti,
abbiamo preferito assumere una posizione di chiarezza e di
trasparenza nei confronti dei lavoratori e della stessa
Amministrazione Difesa.
Ormai sono anni che proponiamo un processo di riqualificazione
opportunamente finanziato che attraverso percorsi formativi
reali garantisca la progressione economica e di carriera, che
mediante un’opportuna valutazione dell’anzianità di
servizio e del titolo di studio garantisca a tutti i
lavoratori un passaggio automatico.
E’ improrogabile ormai la messa al bando di tutti quei mistificatori
che continuano ad illudere e beffare i lavoratori, con la
consapevolezza che solo attraverso regole certe, trasparenti,
non dettate da interessi di parte e soprattutto manifestando
il nostro dissenso possiamo cambiare il nostro triste destino
lavorativo.
RdB-P.I. Coordinamento Nazionale Difesa
Roma,
16 febbraio 2005
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