Il
giorno 31 marzo abbiamo incontrato la Direzione del Personale
Civile in merito alla formulazione delle nuove dotazioni
organiche del Ministero della Difesa rideterminate con il
taglio del 5% venuto dalle disposizioni contenute nella Legge
Finanziaria. Da un’attenta lettura (per Area e Posizione
Economica) emerge con chiarezza un dato: consistenti quote di
lavoratori inquadrati nelle posizioni economiche più basse
(A1-B1), si troveranno nella condizione di esser dichiarati in
esubero.
Posizioni
Economiche
|
Organico
DPCM 8/9/2004
|
Organico
2005
|
Presenze
al 31/12/2004
|
Differenza
(Organico – Presenze)
|
|
|
|
|
|
C3
|
323
|
309
|
169
|
-140
|
C2
|
902
|
1009
|
618
|
-391
|
C1
|
3950
|
3913
|
2328
|
-1585
|
B3
|
5703
|
5835
|
2819
|
-3016
|
B2
|
21252
|
21064
|
9836
|
-11228
|
B1
|
10883
|
9363
|
18041
|
8678
|
A1
|
825
|
66
|
2626
|
2560
|
|
|
|
|
|
Totale
|
43515
|
41250
|
36268
|
-5122
|
Con
i nuovi organici si prevede infatti un taglio complessivo di
2.265 unità, con incrementi di personale nelle posizioni
economiche più alte, ma con la drastica riduzione di 11.238
unità in quelle più basse.
Pur
in considerazione dei risultati che si potrebbero ottenere
dall’applicazione dei percorsi di riqualificazione previsti
dall’Amministrazione Difesa anche per la posizione B1 e “dall’inquadramento del personale nella qualifica che non potrà
avvenire entro il 2005”, l’esubero dei lavoratori
dell’area A risulterà drammaticamente e una volta ancora
irrisolto e non troverà collocazione se non si troveranno
risorse esterne al F.U.A. per permettere il passaggio in area
B.
Purtroppo
assistiamo ancora una volta ad una sorta di accanimento nei
confronti della parte più debole e idifesa di questi
lavoratori, ai quali da tempo (anno 1999) si promette una
soluzione e purtroppo tutte le aspettative vengono
puntualmente disattese.
E’
necessaria ed improrogabile una forte ed immediata
mobilitazione di tutti i lavoratori della Difesa, affinchè
l’Amministrazione trovi risorse adeguate per l’attuazione
dei passaggi tra le Aree attraverso i percorsi formativi
previsti dal CCNI, che ad oggi non vedono alcuna applicazione.
In
relazione all’incontro avvenuto il 23 marzo presso il
Gabinetto del Ministro dove l’On.Martino ha ricevuto le
OO.SS., abbiamo registrato:
§
l’autorizzazione alla spesa di 5 milioni di euro come
incremento ai fondi di produttività del personale civile per
il Fondo Unico di Amministrazione;
§
l’assicurazione degli stanziamenti e degli
investimenti per il rilancio delle strutture arsenalizie della
Marina Militare per i quali ha confermato le previsioni della
legge finanziaria;
§
la modifica della Tabella di Equiparazione tra il
personale civile e militare in atto alle fasi di trattazione
della materia con gli Organi concertanti;
§
la conferma degli schemi di decreti legislativi
concernenti la riforma dell’area tecnico-amministrativa e
dell’area tecnico-operativa.
Ebbene,
per quanto riguarda lo stanziamento di fondi per il presonale
civile della difesa, lo riteniamo un primo passo cui
necessariamente dovrà far seguito un ulteriore incremento
affinchè la riqualificazione non pesi nelle tasche dei
lavoratori da una consistente decurtazione di salario
accessorio.
Gli
stanziamenti per gli arsenali possono aiuture al rilancio di
queste strutture ma mal si collocano in un contesto dove non
si attuata una politica di sviluppo e di ritorno delle
lavorazioni concesse in appalto a ditte esterne.
La
Tabella di Equiparazione tra il personale civile e militare,
alla quale le OO.SS. Confederali hanno dato il loro assenso,
si sta dimostrando uno strumento di attacco nei confronti
delle funzioni e della presenza stessa dei lavoratori civili,
palesando la vera natura di questo provvedimento quale
l’inserimento di una consitente quantità di personale
militare (dall’inizio dell’anno sono circa 700) che
altrimenti si andrebbe ad aggiungere a quello che presto sarà
in esubero (circa 15.000) a seguito della riforma
organizzativa della Forze Armate.
La
riforma dell’area operativa e amministrativa pone
l’accento ancora una volta sui sacrifici dei lavoratori che
dovranno addossarsi tutti gli oneri di riorganizzazione,
ristrutturazione e soppressione degli enti nonché di
ulteriore disagio sociale (come se non bastasse ancora) per
una presunta razionalizzazione della spesa.
E’
da esempio la manifestazione spontanea di sindacalisti,
dipendenti e cittadini della città di Catanzaro che, in
previsione della chiusura dell’Ospedale Militare il 31
dicembre 2005, hanno dimostrato la loro contrarietà alla
spoliazione della città di questo presidio che non tiene
conto, contrariamente a quello che si vuole attuare, dei costi
sociali ed economici che il trasferimento delle funzioni alle
strutture di Messina e Bari comporterà.
Facciamo
istanza per il diritto a conoscere apertamente e
democraticamente la sorte dei dipendenti e del futuro
lavorativo, impegnandoci al tavolo politico di dar massimo
risalto a queste problematiche nonché di avanzare un riesame
complessivo dell’attuale situazione.
Coordinamento
Nazionale RdB-P.I. Difesa
Roma,
31 marzo 2005
|