è la
configurazione di una nuova organizzazione del lavoro
scriteriata e quanto meno discutibile, brillante risultato del
progetto di una nuova tabella organica rideterminata in
seguito alla riduzione complessiva del 5% della spesa prevista
dalla legge finanziaria 2005, invenzione di un governo che ha
come unico obiettivo quello di rimpinguare sempre più le borse
dei ricchi a scapito del sempre maggior numero di poveri.
Tabelle
organici area industriale :
Snellire,
economicizzare sul costo del lavoro non rappresenta forse uno
dei migliori fattori di economia?
Nessuna
indignazione, nessuna collera, nessuna inquietudine, nessuna
attenzione se non alla priorità dei bilanci. Tutto naturale!!.
Non basta: gli
Stati Maggiori sono riusciti ad aggravare il danno creando
ulteriori esuberi poiché non hanno tenuto conto delle
presenze, dei percorsi di riqualificazione effettuati e della
previsione di sviluppo lavorativo degli enti appartenenti alla
tabella A e B del famoso D.M. 20 gennaio 1998.
Dov’è il
concreto impegno dell’Amministrazione Difesa nell’ottemperare
ai propri compiti finalizzati al passaggio d’Area?
Dove sono le
risorse economiche finanziate dal Ministero del Tesoro per
l’attuazione degli stessi che permetterebbere la scomparsa
dell’area A e renderebbero possibile il transito del personale
interessato in area B?
Da anni
chiediamo che venga avviato un processo di riqualificazione
che tenga conto esclusivamente dell’anzianità di servizio e
che permetta il passaggio entro la scadenza della prossima
vigenza contrattuale di tutto il personale appartenente alle
posizioni A1 e B1 alla posizione economica B2.
Solo con tale
presupposto e concreto impegno è accettabile una riduzione
delle posizioni economiche A1 e B1 degli organici complessivi
del ministero.
Altrimenti ci
ritroveremo lavoratori semplicemente scomparsi, volatilizzati,
svaniti nel nulla, esclusi perché non più redditizi;
accantonati perché non più necessari; sacrificati perché
superflui, antieconomici e perciò nocivi.
Nessuna
solidarietà per coloro che sono di troppo, per coloro che
risultano inadeguati ai nuovi scenari, per coloro che ormai
sono d’intralcio al processo di privatizzazione in atto.
Se non fosse che
dietro quei numeri ci sono volti e nomi conosciuti, e dietro
quei volti altri volti ed altri nomi di mogli e di figli, ci
verrebbe da abbandonare il campo e dedicarsi ad altro.
Invece restiamo
e diamo fondo al coraggio di riflettere, di dire quello che
ciascuno teme ma finge di ignorare, perché solo questo può
ricreare un po’ di fiducia e di domani. |