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A proposito di riqualificazione


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In merito alla riqualificazione, abbiamo chiarito in passato il nostro netto dissenso in merito agli accordi dai quali sono scaturite le circolari applicative di Persociv, la modifica del Capo IV del CCNI ed infine l'emanazione dei bandi relativi ai percorsi formativi.

In coerenza con la contrarietà espressa, non abbiamo sottoscritto i citati accordi e abbiamo diffidato l'Amministrazione dal procedere con l'iter della riqualificazione senza prima aver apportato i necessari interventi correttivi in base alle nostre richieste e proposte.

Persociv ha accolto solo parzialmente quanto rivendicavamo, ed oggi a pochi giorni dalla data di scadenza per presentare le domande di partecipazione ai percorsi formativi, tutte le problematiche che avevamo evidenziato stanno emergendo e scateneranno a breve un vasto contenzioso nei confronti dell'Amministrazione.

Gli accordi sugli attuali percorsi formativi, è opportuno ricordarlo con finanziamento dal FUA (ca. 350 euro pro capite), discriminano di fatto intere categorie di lavoratori attraverso un sistema di valutazione dei titoli che non tiene in alcuna considerazione la realtà del Ministero, in quanto:

la valutazione dell'attinenza del titolo di studio al profilo per il quale si concorre, operata senza esplicitarne i criteri, dall'allegato B della circolare del 13/07/2005 in merito ai passaggi tra le posizioni economiche dell'area B, è in palese contrasto con i requisiti culturali previsti dal CCNL 1998/2001 per l'accesso dall'esterno, che prevede il generico possesso del diploma di scuola secondaria superiore. La diversa valutazione dei diplomi, non trova inoltre alcuna giustificazione riguardo alle mansioni richieste nell'Area B, e non tiene in alcuna considerazione la variegata realtà d'impiego nella Difesa per cui quasi nessuno svolge più le mansioni per le quali è stato assunto. In passato inoltre, per esigenze dell'Amministrazione, un numero considerevole di lavoratori è transitato dal settore tecnico a quello amministrativo ed in questi casi il titolo di studio "attinente" non è mai stato richiesto per l'attribuzione degli incarichi;

la valutazione dei corsi di formazione ed aggiornamento professionale in base all'attinenza degli stessi alla declaratoria del profilo per il quale si concorre, è veramente riduttiva in relazione a quanto previsto dalla normativa contrattuale, dove, gli art. 15 e 26 del CCNL 1998-2001 definiscono la formazione come una leva strategica per lo sviluppo professionale dei dipendenti ed in cui si stabilisce che debbano essere effettuati corsi di aggiornamento finalizzati a far conseguire agli operatori il più alto grado di operatività ed autonomia. Alla luce di quanto sopra, rifiutiamo e riteniamo grave, l'interpretazione molto restrittiva di Persociv che, ad esempio, ritiene non attinenti al settore amministrativo i corsi d’informatica e di lingue, negando di fatto una formazione coerente con le sempre più ampie esigenze lavorative e funzionali ed in contrasto con l'art. 37 del d.lgs. 165/2001, che prevede per l'accesso nella P.A., dal 1 gennaio 2000, la conoscenza delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche e di almeno una lingua straniera. Il personale a cui è

negata la valutazione dei citati corsi potrebbe, a buon diritto, disconoscere le conoscenze in merito acquisite, e limitarsi a quelle di base richieste all'atto dell'assunzione in servizio, con conseguente paralisi dell'attività lavorativa. Si ravvisano anche gli estremi di cattivo utilizzo di denaro pubblico, in virtù di quanto speso per i corsi d’aggiornamento professionale, che oggi non sono valutati al fine dei percorsi formativi, e quindi considerati non attinenti al settore d'impiego;

la valutazione delle "mansioni superiori" riguarderà solo quelle attribuite tramite ordini di servizio o formali atti di conferimento, in palese contraddizione con quanto richiesto nelle precedenti procedure di riqualificazione e negando atti prodotti dalla stessa Amministrazione come quelli ricognitivi conseguenti all'applicazione della legge 312/80. Non si comprende per quale motivo, nella scheda riepilogativa dei titoli, nello specifico delle mansioni superiori, sono state indicate quelle conferite "nei casi" previsti dall'art.24 del CCNL, poiché la citata norma contrattuale ad oggi non è mai stata applicata.

E' assurdo che, dopo decenni di negata possibilità di progressione di carriera, si bandiscano percorsi formativi, finanziati con i soldi del FUA, con criteri di valutazione distanti anni luce dalle realtà lavorative e d'impiego. Quanto sopra testimonia ancora una volta che la dirigenza della Difesa, nello specifico di Persociv e del suo direttore generale, non conosca le realtà che dovrebbe amministrare e sia completamente indifferente alle problematiche del personale civile.

Una considerazione a parte meritano le Organizzazioni Sindacali che hanno siglato gli accordi propedeutici ai bandi. Questi signori, sindacalisti di professione in perenne distacco e in alcuni casi neanche della Difesa, farebbero bene ogni tanto a riprendere contatto con la realtà lavorativa, prima di siglare accordi che impegnano il salario accessorio dei lavoratori e le loro aspettative di riqualificazione.

Davanti alle evidenti incongruenze delle procedure, sarebbe stato un esercizio di modestia apprezzato riconoscere i propri errori e pretendere la revisione degli accordi. Come al solito, arroganti e costrittivi fino in fondo.

In relazione della bassa considerazione e della negazione dei diritti costituzionali che i nostri rappresentanti sindacali ci impongono, chiediamo a tutti i lavoratori di sostenere il nostro dissenso e di aiutarci concretamente a

MANDARLI A CASA.

Coordinamento Nazionale RdB P.I. Difesa

Roma 16/12/2005

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