Scarica la proposta di legge n.5846:
E’ trascorso
neanche un mese dal nostro ultimo comunicato ( E qui comando
io!) nel quale denunciavamo l’ennesima pesante ingerenza del
Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria
nell’amministrazione del personale delle segreterie delle
Commissioni tributarie: nella Relazione al Ministro
dell’Economia e delle Finanze sull’andamento della Giustizia
tributaria anno 2003
abbiamo letto , e non lo dimenticheremo mai , che :
“………il ricorso all’ utilizzo di personale
inquadrato in qualifiche inferiori, cui mediamente si ricorre
non
sempre è sufficiente ad assicurare un adeguato livello della
prestazione, e costringe frequentemente i Presidenti dei
Collegi ad interventi correttivi , a tutto discapito
dell’efficienza e della rapidità dei tempi d’udienza “; e
ancora :” In parole più chiare, la dipendenza del personale
di supporto da una delle parti in causa ( leggasi
Ministero dell’ Economia e delle Finanze ) è suscettibile di
ingenerare, nell’opinione pubblica, perplessità che si
riflettono inevitabilmente sull’immagine di terzietà della
giurisdizione tributaria”.
A fronte di
tutto questo esprimemmo dubbi e perplessità sul colpevole
silenzio del Dipartimento delle Politiche Fiscali rispetto
alle problematiche del proprio personale .
Ma ora
apprendiamo che in data 17/5/2005 è stata presentata alla
Camera dei Deputati la proposta di legge n.5846 avente ad
oggetto il “ riordinamento della giustizia tributaria “………….E
allora tutto improvvisamente diventa più chiaro : la
relazione del Consiglio di Presidenza della Giustizia
Tributaria altro non era che un prologo , un presupposto , una
“rampa di lancio “ per la suddetta proposta di legge ; e il
Dipartimento delle Politiche Fiscali finalmente si vedrà
alleggerito da tutto quel personale al quale non ha mai dato
alcuna risposta concreta riguardo al riconoscimento delle
mansioni superiori, ai passaggi tra le aree,alla formazione,
alle posizioni super, all’ordinamento professionale
riservandogli altresì quello che ormai si è rivelato un
evidente benservito.
D’altro
canto dobbiamo innanzitutto constatare che quella che poteva
apparire una “becera macchinazione sindacale”
(ossia la nostra ipotesi che il Consiglio di Presidenza della
Giustizia Tributaria,attraverso la critica feroce
all’amministrazione del personale delle Commissioni Tributarie
da parte del Dipartimento delle Politiche Fiscali, volesse
ottenere l’azzeramento delle competenze di quest’ultimo) ha
trovato puntuale e innegabile fondamento.
Infatti
viene istituito ( art. 25 PdL 5846 ) , presso la Presidenza
del Consiglio dei Ministri , l’Ufficio centrale del
Contenzioso Tributario il cui direttore “ è scelto tra
magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati
dello stato e dirigenti di prima fascia delle amministrazioni
dello stato,che svolgono o hanno svolto funzioni di giudice
tributario“( art. 26 PdL 5846 ) . Una delle
funzioni del suddetto ufficio sarà quella di provvedere all’
amministrazione del personale inquadrato nel ruolo unico
del personale degli uffici di segreteria degli organi della
giurisdizione tributaria ( art. 27 c. 1 PdL 5846 ) il
cui numero complessivo e il numero per ogni organo della
giurisdizione tributaria è determinato con decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri sentiti il Ministro
per la funzione pubblica,il Ministro dell’Economia e delle
Finanze e il Consiglio di Presidenza ( art. 27 c. 2 PdL
5846 ).
Ma c’è di
più : mentre si dispone un automatismo in base al quale “
in via transitoria sono inseriti nel ruolo unico i dipendenti
del Ministero dell’Economia e delle Finanze in servizio alla
data di entrata in vigore della presente legge presso
il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria e
presso gli organi della giurisdizione tributaria “ ( art.
38 c. 3 PdL 5846 ) si stabilisce al contempo che “ entro il
31/12/2007 il Consiglio di Presidenza della Giustizia
Tributaria e l’ Ufficio centrale del contenzioso tributario
………. , verificati i flussi delle pendenze e delle
sopravvenienze dei ricorsi ………….., individuano le variazioni
da apportare al numero delle sezioni , agli organici dei
giudici e al ruolo unico del personale ……. “ ( art. 38 c.
1 PdL 5846 ) .
E se a
quella data venissero riscontrate eccedenze di personale
bloccato all’interno di un ruolo chiuso, ci troveremo di
fronte ad una mobilità selvaggia ???
Quali
saranno le garanzie per i lavoratori?
Tornerà comoda,magari, la preintesa propedeutica al rinnovo
dei contratti del pubblico impiego, firmata nei giorni scorsi
da Governo e da tutti i sindacati escluse le sole RdB, nella
quale ci si impegna a discutere di mobilità e tagli del
personale: Un nuovo strumento per eliminare lavoratori in
eccedenza, scomodi e sgraditi.
Ed oltre il
danno anche la beffa: mentre si dispongono art. 11 PdL 5846)
incrementi di tipo economico per i giudici tributari
(gettone di presenza in udienza , provvedimenti cautelari
remunerati …) nulla è previsto per il personale dell’
istituendo ruolo unico .
Questo
quindi è il quadro complessivo : la proposta di legge n.5846 è
fin troppo palesemente finalizzata a favorire l’organo
giurisdizionale riservando al personale amministrativo il
pericolo della mobilità senza alcun vantaggio economico .
E allora ci
chiediamo perchè alcuni soggetti che pretendono di
rappresentare i lavoratori si sono tanto prodigati a
pubblicizzarla organizzando anche un incontro con l’On.
Benvenuto presso la Commissione Tributaria Provinciale di
Roma.
Come mai
hanno deciso di svendere i diritti dei lavoratori al fine
ultimo di favorire esclusivamente l’appropriazione di potere
da parte dell’organo di autogoverno dei giudici che da anni
scalpita proprio per asservire i lavoratori alle esigenze dei
giudici, con le conseguenze nefaste che già abbiamo segnalato?
Tutto ciò
nell’interesse dei lavoratori ? o di chi altri?
Oggi più che
mai rimaniamo dell’idea che l’unica prospettiva per i
lavoratori delle commissioni tributarie sia il passaggio
delle competenze al Ministero della Giustizia
per:
- garantire
il futuro dei lavoratori salvaguardando, nel contempo, la
professionalità specifica acquisita,
-
riunificare le branche dell’attività giurisdizionale,
- sopprimere
l’incarico onorario conferito ai giudici la cui attività
nell’ambito della giustizia tributaria, rientrando nei
compiti d’istituto, non deve più essere remunerata
ulteriormente, al fine di utilizzare il risparmio ottenuto per
costituire un fondo sicuramente cospicuo per i contratti dei
lavoratori del pubblico impiego.
Roma, 16
giugno 2005 |