Roma, 4 gennaio 2005
In questi ultimi
giorni, alcuni quotidiani, in particolare “il Messaggero” ed il “Corriere
della Sera”, hanno criticato il diritto del personale del Ministero
Economia e Finanze e delle Agenzie Fiscali, a ricevere i 407 milioni di
Euro assegnati sulla base della legge 350/2003, il famoso comma 165.
Si arriva
a parlare di “doni” ai dipendenti
Nel 1993 si è scelto, a
base della concertazione, scelta mai approvata e sempre osteggiata
dal nostro sindacato, di limitare i salari base e di far confluire soldi
nel salario accessorio, sulla base degli incrementi di produttività.
Concetto surreale per
il lavoro pubblico – dove si producono servizi e non certo beni materiali
– e che quindi doveva essere definito in qualche modo. Quanto contenuto
nel comma 165, per quanto ci riguarda, non è che una delle ultime
definizioni.
L’attacco che la stampa
ci sta muovendo, dando risalto alle liti interne al consiglio dei ministri
(con Tremonti che si “difende” affermando che il decreto che distribuiva i
fondi è stato firmato da Siniscalco), piuttosto che ai reali problemi del
personale, ci conferma che la nostra critica all’impianto della
concertazione è assolutamente fondata.
Non ci sono soldi per i
contratti base e quelli per il salario accessorio vengono descrittiti come
uno scandaloso dono ai dipendenti… che così ci rimettono dal tappo e dalla
spina.
Lo
scandalo sarebbe una legge dello Stato che alimenta
i fondi del salario accessorio?
Il vero scandalo è
che si continuino a firmare contratti a perdere, che la legge finanziaria
abbia previsto per il biennio economico 2006/2007 risorse atte a coprire
la sola indennità di vacanza contrattuale.
Il vero scandalo è
che al DPF ancora non si parla di contratto integrativo, che, a due anni
dalla firma dell’accordo sui passaggi dentro e tra le aree alla presenza
di un sottosegretario di stato, non siano ancora uscite le graduatorie,
che l’erogazione dell’integrazione del FUA 2004 sia avvenuta a macchia di
leopardo per cui lavoratori di molte commissioni si sono visti
discriminati nel pagamento, che i fondi del salario accessorio sono spesso
distribuiti in maniera fortemente discriminata… potremmo continuare a
lungo…
Che fare?
Lottare contro un
governo insensibile che non si fa scrupoli di metterci in piazza
mistificando la realtà e contro un’amministrazione cieca che continua a
procrastinare la soluzione dei problemi anziché riconoscerci quanto ci è
dovuto.
Per noi, come sempre,
vale una sola regola
DIGNITA’ -
DIRITTI - SALARIO |