Un grande
corteo organizzato dalla CUB e dal sindacalismo di base ha
riempito le vie di Roma. Siamo partiti in 30-40mila anche a
causa di tanti pullman e treni rimasti bloccati un po’ in
tutta Italia per arrivare alla fine del percorso a più di
50.000.
Malgrado il
black out di molti grandi media e malgrado la precettazione
del Ministro Lunardi che ha impedito di scioperare ai
lavoratori dei trasporti urbani, ferroviari e aerei l’adesione
è stata davvero ampia: al corteo c'erano migliaia e migliaia
di persone, provenienti da tutta Italia, con folti gruppi
dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Liguria, della Puglia,
Lombardia e Piemonte. Erano presenti inoltre rappresentanti di
tutti i settori, dai tessili al pubblico impiego, dalla scuola
ai metalmeccanici, con una forte delegazione dei lavoratori
Fiat di Cassino. E ancora i migranti, i marittimi della
Corsica, gli studenti e molti responsabili RSU della Cgil che
dissentono dallo sciopericchio proclamato dal loro sindacato.
Oltre un milione di lavoratori in tutti i settori si è
astenuto dal lavoro. La maggior parte degli slogan erano
contro la precarietà, lo scippo del TFR, il carovita e contro
la Bossi-Fini con riferimenti anche agli sgomberi con ruspe e
alla polemica sui lavavetri “pericolosi” del sindaco Cofferati
a Bologna (lo striscione “siamo tutti lavavetri” apriva lo
spezzone dei lavoratori dell’emilia romagna).
Ridistribuire il reddito a lavoratori, precari e pensionati è
la priorità, è necessario prendere una direzione opposta alle
politiche liberiste che hanno reso precaria l’esistenza di
milioni di persone, molte delle quali non solo non riescono ad
arrivare alla quarta settimana ma neanche alla terza.
I
sostanziosi aumenti salariali che chiediamo servono per
recuperare il reddito che i lavoratori hanno perso. Ad esempio
serve a riavvicinare i salari dei metalmeccanici italiani a
quelli tedeschi che prendono ben 1.000 euro in più. E inoltre
vogliamo l’introduzione di una scala mobile che garantisca il
potere d’acquisto ai lavoratori.
E’ evidente
che questa grande adesione viene anche per tentare di impedire
lo scippo del Tfr. Quello dei lavoratori è un rifiuto netto.
Mentre governo, sindacati, banche e assicurazioni lottano per
spartirsi la torta i lavoratori il loro Tfr se lo vogliono
tenere e noi siamo gli unici che chiediamo il ritiro del
decreto.
La
situazione è diventata insostenibile e piccoli accorgimenti
non servono a risanare una situazione drammatica: il carovita
ha falcidiato i redditi dei ceti popolari, il lavoro è sempre
più precario e senza tutele, lo stato sociale è stato
fortemente ridimensionato, si vogliono privatizzare pensioni,
salute, scuola, agli immigrati vengono negati persino i
diritti naturali propri della persona umana rinchiudendo chi
scappa dalle guerre, dalla fame, dalle torture in lager
chiamati CPT .
Lo
straordinario successo dello sciopero del 21 Ottobre ci dà una
carica in più per affrontare nei prossimi mesi, con ancora
maggiore determinazione, la lotta contro lo scippo del TFR,
contro la Legge 30 e la Bossi Fini, contro il carovita, con
mobilitazioni sia a livello nazionale che locale.
Roma,
24.10.05
Federazione
Nazionale RdB-CUB |