Comunicato alle strutture

 

 

Rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego (II biennio)

 

Lo scorso 30 agosto il governo Amato ha convocato a Palazzo Chigi i segretari di Cgil, Cisl e Uil, in vista delle preparazione della legge finanziaria per il 2001 per definire la quantificazione delle disponibilità finanziarie per i contratti del Pubblico Impiego.

Il governo, sulla base del tasso di inflazione programmata, come previsto dall'accordo di luglio 1993 tra governo e sindacati, che la RdB non ha sottoscritto, aveva previsto di incrementare le retribuzioni del Pubblico Impiego del 1,2% per l'anno 2000 e del 1,7% per l'anno 2001. Il tasso di inflazione programmata per il 2001 era inizialmente dell'1,1% successivamente modificato all'1,7% visto l'andamento del tasso di inflazione effettivo che sta attualmente al 2,6%.

Trasformando le percentuali in numeri reali il governo aveva stanziato con la legge 488/99 - cosiddetta finanziaria 2000 - 629 miliardi per il 2000, 1.761 per il 2001 e 2.269 per il 2002.

I 629 miliardi per il 2000 sarebbero stati appena sufficienti a consentire il recupero sulle retribuzioni dell'1,2% solo da luglio 2000 e non da gennaio 2000 che è la decorrenza naturale del contratto 2000-2001, ovvero il secondo biennio del contratto 1998-2001.

Anche i 1761 miliardi per il 2001 non sarebbero stati sufficienti a consentire il recupero sulle retribuzioni dell'1,1% da gennaio 2001.

Praticamente il governo aveva deciso, con tanto di legge finanziaria, di liquidare i rinnovi contrattuali con cifre molto inferiori al tasso di inflazione effettivo ma anche di quello programmato. Un po' il clima pre-elettorale rovente, un po' la seria preoccupazione che i lavoratori non fossero disposti a subire l'ennesima batosta economica, visto anche l'andamento del tasso di inflazione, il governo ha prima deciso di elevare l'inflazione programmata per il 2001 all'1,7% ed aggiungendo allo stanziamento per i contratti altri 1.400 miliardi circa; poi ha cercato di avviare le procedure per una rapida chiusura dei contratti in modo da mettere i lavoratori di fronte al fatto compiuto.

Cgil, Cisl e Uil, convocati in via prioritaria ed esclusiva a Palazzo Chigi, per dare il loro contributo alla manovra hanno chiesto un incremento di spesa di 700 miliardi che doveva servire al recupero dell'1,2% di inflazione da gennaio 2000. Il 30 agosto scorso, come dicevamo, il governo li ha convocati, gli ha offerto un incremento di 350 miliardi, che coprirebbero l'inflazione programmata dell'1,2% da aprile 2000, e loro hanno accettato di avviare le trattative all'Aran a tali condizioni.

Bisogna inoltre considerare che sulla base dell'attuale impostazione dei contratti non tutto il recupero dell'inflazione programmata andrà in paga base e non tutti i lavoratori ne beneficeranno.

Inoltre se il governo ha reperito risorse aggiuntive per il personale docente della scuola e per il personale statale non contrattualizzato (prefetti, militari, polizia, ambasciatori e magistrati che hanno già percepito per decreto un incremento retributivo del 2,08% da gennaio 2000) significa che gli stanziamenti per i contratti sono insufficienti e che sono necessarie risorse aggiuntive per affrontare le problematiche di tutto il pubblico impiego.

 

Non facciamoci prendere alla sprovvista!

Già dalla fine di luglio avevamo individuato la possibilità di un blitz di governo e Cgil, Cisl e Uil sui rinnovi contrattuali. Evidentemente per problemi interni non sono riusciti a realizzarlo nei primi di agosto, adesso ci riprovano cercando di anticipare il rientro dalle ferie e i tempi organizzativi delle strutture. Insomma intendono sfruttare il fattore sorpresa.

Noi non li abbiamo mollati per tutto il tempo e, di fronte alla convocazione del 30 agosto, dalle richieste d'incontro per lettera e per telefono siamo passati al presidio di Palazzo Chigi in contemporanea con l'incontro. Questa iniziativa ha convinto il governo a convocare anche noi a Palazzo Chigi sulla questione dei rinnovi contrattuali.

Questa situazione ci mette di fronte alla necessità di prendere decisioni e agire immediatamente.

 

Pertanto è stato convocato il Consiglio nazionale del Pubblico Impiego

il 12 settembre 2000, ore 9,00

nella sede di Via Appia Nuova, 96 in Roma

 

La nostra linea di tendenza rispetto ai contratti era già tracciata, anche in linea con i deliberati congressuali, e prevede la richiesta di consistenti incrementi economici in paga base di 500 mila lire. Su questa richiesta crediamo che l'intero corpo dell'organizzazione sia d'accordo perché siamo certi che tra di noi nessuno sposi l'impostazione delle compatibilità economiche del governo e di Cgil, Cisl e Uil. Dobbiamo però trasformare questa richiesta in un elemento di mobilitazione dei lavoratori del pubblico impiego con tre obiettivi di fondo:

1)      ottenere l'apertura di una vera trattativa sulla nostra proposta;

2)      smascherare i trucchi di Cgil, Cisl e Uil sulla gestione delle trattative contrattuali;

3)      convincere i lavoratori pubblici della necessità di rafforzare le RdB in termini di iscritti e di strutture come sindacato conflittuale fuori dalle compatibilità.

E' necessario perciò avviare immediatamente la mobilitazione con assemblee in tutti i posti di lavoro per spiegare ai lavoratori quello che sta avvenendo realmente sui contratti. Avanzare la nostra proposta di 500 mila lire di aumento in paga base e dare vita alle prime iniziative di lotta, ovunque ed a qualsiasi livello è possibile, con manifestazioni spontanee conseguenti alle assemblee, occupazioni simboliche degli uffici, cortei interni ed esterni al posto di lavoro, programmazione di scioperi.

Queste iniziative sono propedeutiche a quelle di carattere generale che prenderemo in rapporto all'esito degli incontri con il governo.

 

Ulteriori elementi di valutazione

A sostegno della nostra proposta possiamo prendere a riferimento:

-  La tabella già pubblicata sul volantino che mette a raffronto il tasso di inflazione e la crescita delle retribuzioni dal 1992 dove è chiarissimo che le retribuzioni dei lavoratori pubblici hanno perso ben oltre il 5% del potere di acquisto.

 

 

 

 

 

 

Anni

Andamento inflazione reale

Andamento retribuzioni medie Pubblica Amministrazione

1992

100

100

1993

104,2

100,9

1994

108,3

101,3

1995

114,1

103,1

1996

118,6

106,8

1997

120,6

116,3

1998

122,7

117,5

1999

124,7

119,5

 

 

-         Il grafico 1 dell'Aran dimostra come le retribuzioni dei pubblici dipendenti sono diminuite rispetto a quelle dei dipendenti dell'industria.

 

 


 

Il grafico 2 dell'Aran dimostra invece come le retribuzioni dei pubblici dipendenti contrattualizzati è diminuito rispetto a quello dei dirigenti generali e assimilati e a quello dei non contrattualizzati.

 

 

Questi elementi potrebbero essere utilizzati fin da subito per far capire ai lavoratori qual è stata la funzione dell'Aran nelle ultime due tornate contrattuali e che il governo usa la massima discrezionalità nella distribuzione delle risorse economiche. Quindi se i lavoratori del pubblico impiego non fanno sentire con forza le loro richieste, ad iniziare dal togliere ogni delega a Cgil, Cisl e Uil, nessuno ha interesse a prenderli in considerazione, nemmeno nei periodi elettorali.

Roma, 4 settembre 2000

La Direzione Nazionale