I dati diramati dall’Istat sull’inflazione di novembre nelle città campione non lasciano dubbi circa la crescita dell’inflazione che potrebbe raggiungere nell’ultimo mese dell’anno la soglia del 3 % su base annua.
Nel frattempo presso l’Aran
si stanno raggiungendo “accordi politici” con Cgil, Cisl e Uil per chiudere i
contratti dei quasi tre milioni di dipendenti pubblici con aumenti, che per
l’anno 2000, sono dello 0,6 % su base
annua disponibili, tra l’altro, non prima del prossimo anno.
Il meccanismo
dell’inflazione programmata, sulla base della quale si stanno costruendo i
contratti pubblici e che per il 2000 è dell’1,2 % e dell’1,7 % per il 2001,
oltre che non apportare alcun vero aumento contrattuale, allontana sempre di
più i salari da un reale recupero del loro potere di acquisto.
Da 10 anni a questa parte i dipendenti pubblici hanno visto scendere di oltre il 15% il potere di acquisto delle loro retribuzione facendo sensibilmente scendere il tenore di vita di milioni di famiglie.
La RdB Pubblico Impiego ha
già proclamato lo stato di agitazione in tutti i comparti pubblici e, dopo lo
sciopero generale del pubblico impiego e la manifestazione nazionale
del 13 ottobre, si appresta
a lanciare altre iniziative per incrementare le misere risorse che il governo
intende stanziare in Finanziaria al fine di ottenere incrementi economici in
paga base di 500.000 lire mensili e
per l’avvio di una nuova politica dei redditi che inverta il processo di
progressivo impoverimento dei lavoratori.
Roma, 22 novembre 2000
p/Direzione RdB P.I.
Giuliano Greggi
I dati diramati dall’Istat sull’inflazione di novembre nelle città campione non lasciano dubbi circa la crescita dell’inflazione che potrebbe raggiungere nell’ultimo mese dell’anno la soglia del 3 % su base annua.
Nel frattempo presso l’Aran
si stanno raggiungendo “accordi politici” con Cgil, Cisl e Uil per chiudere i
contratti dei quasi tre milioni di dipendenti pubblici con aumenti, che per
l’anno 2000, sono dello 0,6 % su base
annua disponibili, tra l’altro, non prima del prossimo anno.
Il meccanismo
dell’inflazione programmata, sulla base della quale si stanno costruendo i
contratti pubblici e che per il 2000 è dell’1,2 % e dell’1,7 % per il 2001,
oltre che non apportare alcun vero aumento contrattuale, allontana sempre di
più i salari da un reale recupero del loro potere di acquisto.
Da 10 anni a questa parte i dipendenti pubblici hanno visto scendere di oltre il 15% il potere di acquisto delle loro retribuzione facendo sensibilmente scendere il tenore di vita di milioni di famiglie.
La RdB Pubblico Impiego ha già
proclamato lo stato di agitazione in tutti i comparti pubblici e, dopo lo
sciopero generale del pubblico impiego e la manifestazione nazionale
del 13 ottobre, si appresta
a lanciare altre iniziative per incrementare le misere risorse che il governo
intende stanziare in Finanziaria al fine di ottenere incrementi economici in
paga base di 500.000 lire mensili e
per l’avvio di una nuova politica dei redditi che inverta il processo di
progressivo impoverimento dei lavoratori.
Roma, 22 novembre 2000
p/Direzione RdB P.I.
Giuliano Greggi