PER UNO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE

CONTRO IL G8 DI GENOVA

 

Dal 19 al 21 luglio a Genova, si riuniranno i capi di stato degli otto paesi più ricchi del mondo (il famigerato “G8”). Nella storia più recente, questi vertici sono serviti a pianificare e coordinare le misure economiche, sociali e politiche tese a rafforzare lo strapotere delle grandi multinazionali e ad allineare i governi su priorità di interessi che contrastano con quelli di lavoratori, disoccupati  e settori popolari sia nei paesi industrializzati che nei paesi in via di sviluppo.

 

  Da anni ormai in questi vertici vengono discusse e prese le decisioni che hanno portato allo smantellamento dello stato sociale, all’abbassamento dei salari, alle privatizzazioni dei servizi, alla flessibilità del mercato del lavoro. In nome  della competizione globale, le conquiste dei lavoratori e le esigenze dei settori popolari sono state sottoposte ad un attacco che ha riportato la situazione indietro di mezzo secolo. Non solo nei paesi industrializzati ma anche nei paesi in via di sviluppo queste misure hanno provocato il peggioramento delle condizioni di vita, l'esplosione della povertà, il ritorno di malattie scomparse, l'emigrazione forzata di milioni di uomini e di donne, le devastazioni dell'ambiente.

 

Ma dopo anni di sconfitte, di arretramenti o di patti sociali che hanno indebolito il movimento dei lavoratori, dopo un decennio di sacrifici imposti dalla logica della competitività e dalle misure liberiste adottate in ogni angolo del monde, in molti paesi è venuta crescendo una domanda di opposizione, di lotta e di resistenza a questo stato di cose.

 

Da Seattle in poi, un popolo di giovani, di lavoratori, di contadini, di ecologisti si è messo in moto per far arrivare sempre più forte questa voce di protesta dentro i palazzi dove si tengono i vertici dei potenti, dei ricchi  e degli ideologi della competizione. A Bologna, Praga, Nizza, Napoli, Quebec i “padroni della Terra” non hanno più potuto decidere tranquillamente il destino di miliardi di persone. Anche in Italia una nuova generazione, nei luoghi di lavoro come nei call center e nelle catene commerciali, ha cominciato a scioperare contro il precariato che avanza e il reddito che diminuisce.  

 

Per queste ragioni, noi delegati RSU, riteniamo che in occasione del vertice del G8 a Genova, il sindacalismo di base, i lavoratori, i precari, i disoccupati debbano unire la loro voce a questa protesta.

 

In tal senso riteniamo estremamente significativa l’accettazione da parte della Confederazione Unitaria di Base della proposta di convocazione di uno sciopero generale nazionale per il 20 luglio avanzata da tutto il Genoa Social Forum e lavoreremo affinché tutti i delegati, i lavoratori e la organizzazioni sindacali di base raccolgano questa proposta.

 

Il segnale che emergerebbe da questo sciopero – così come quello contro la guerra di due anni fa – sarebbe importantissimo non solo in Italia ma anche tra gli altri lavoratori in Europa e nel resto del mondo.

 

PER UNO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE

CONTRO IL G8 DI GENOVA

 

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