Lettera aperta al
movimento antiglobalizzazione
E' ormai sotto gli occhi di tutti che il governo Berlusconi è riuscito a
rendere la vicenda del G8 un problema di ordine pubblico e di "tutela daiviolenti",
tentando di fare completamente scomparire i contenuti di chi non accetta la
competizione globale e vuole rimuoverne i "fondamentali".
E' necessaria molta freddezza e determinazione nel respingere questa operazione se non vogliamo che Berlusconi, Scajola, Ruggiero & C. riescano nel loro intento: dimostrare che tutti coloro che hanno preso parte alle mobilitazioni sono ascrivibili tra i facinorosi e i violenti, cercando di delegittimare fin d'ora quanti nei prossimi mesi si opporranno alle politiche liberiste di Berlusconi e Confindustria che già si affacciano dal Documento di Programmazione Economica e Finanziaria.
La saldatura, pericolosissima per il governo e per il capitale, tra movimento e
mondo dei lavoratori che insieme al sindacalismo di base ha scioperato il 20
luglio scorso e partecipato alle manifestazioni di Genova, rischia di saltare
se il movimento nella sua interezza non comprende quale gioco sta giocando il
Governo.
Rilanciare sui contenuti è il modo giusto per non cadere nella trappola del
Governo.
Immaginare la Cgil come il soggetto che "garantisce il carattere
pacifico" del movimento o peggio ancora quale luogo politico che
rilancerà con il conflitto l'affermazione delle esigenze e dei diritti dei
lavoratori è non solo sbagliato, perché non corrisponde al vero, ma deviante
per tutto il movimento dei lavoratori.
Oggi scendono in campo, ambiguamente, con il movimento contro la
globalizzazione anche quei sindacati che in questi anni hanno fatto passare tra
i lavoratori le politiche del G8 (precarizzazione, interinale, taglio delle pensioni
e dei salari ecc.) nel tentativo di occultare la loro pratica reale.
Ciò avviene nonostante questi sindacati continuino a considerare giusta la scelta di appoggiare la guerra contro la Federazione Jugoslava prima e l'appoggio alla vergognosa e scandalosa "missione arcobaleno" poi.
Dobbiamo dunque far fallire il tentativo del Governo di criminalizzare
tutto ciò che si esprime dentro la contraddizione capitale-lavoro, rilanciando
la lotta contro la competizione globale, unificando il movimento dei lavoratori
perché la prospettiva del movimento non può essere limitata alle giornate, pur
importantissime, di Genova.
Da parte nostra, come sempre, la lotta alle politiche economiche e sociali del
G8 continuerà nei luoghi di lavoro e a livello generale per contrastare le
decisioni del Governo già preannunciate nel DPEF.
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