Mentre i venti di guerra e il rumore delle armi coprono tutto, i risultati del Referendum sul federalismo di domenica 7 ottobre passano inosservati.
La Costituzione Italiana è stata modificata con il consenso di 10.438.419 cittadini italiani su 47.816.408 aventi diritto al voto. Probabilmente molti di coloro che hanno votato SI non erano neanche al corrente dei veri contenuti del quesito su cui erano chiamati a votare e si sono regolati seguendo le indicazioni, peraltro assai confuse, della coalizione politica di riferimento.
I pesanti effetti che questa nuova Legge avrà sui lavoratori sono timidamente emersi solo nelle ultime battute della campagna referendaria, e solo grazie al lavoro di propaganda e di spiegazione attuato dal Comitato per il NO in cui forte era la presenza e l’attività della Federazione Nazionale RdB e della CUB, attività peraltro assolutamente oscurata da tutti i mezzi di informazione pubblici e privati.
Sono addirittura venute fuori, all’ultimo minuto, posizioni fortemente preoccupate del riverbero di questa modifica costituzionale sul mondo del lavoro da parte di autorevoli esponenti della stessa maggioranza che l’ha votata con soli 4 voti di scarto. E’ il caso dell’ex Ministro del Lavoro Salvi ( La Stampa sabato 6 ottobre), mentre l’ineffabile segretario generale della CGIL, Cofferati, dichiarava alla stampa che avrebbe votato SI ma con grande preoccupazione per quanto ciò avrebbe significato per il mondo del lavoro!!
Insomma da oggi i lavoratori saranno meno forti e meno tutelati, rischiano di non avere più il contratto unico nazionale di categoria, ma quello territoriale, e che le singole regioni decidano normative sul lavoro, sulla tutela della salute, sulla previdenza complementare difformi da regione a regione, con buona pace dei “diritti uguali per tutti i cittadini”.
Riteniamo ci sia da preoccuparsi, e molto, e che sia opportuno fin d’ora mettere in campo ogni iniziativa possibile per impedire che, già a partire da Finanziaria, Libro bianco sul lavoro e verifica dei conti della Previdenza si approfitti di questo risultato referendario per approfondire l’attacco al mondo del lavoro.
Roma, 9 ottobre 2001 p/Coordinamento Nazionale
Pierpaolo Leonardi