Si
apre la stagione contrattuale
I brontosauri si svegliano
La ripresa del conflitto sociale contro le politiche
liberiste del Governo costringe anche CGIL CISL UIL a dichiarazioni sui prossimi
rinnovi contrattuali che hanno come unico obiettivo quello di “cavalcare la
tigre” per poter continuare la loro battaglia per la ripresa della
concertazione, sia pure momentaneamente, da sponde apparentemente opposte.
Infatti nessuna delle Confederazioni dichiara la fine
delle politiche sottoscritte con il patto di luglio ’93 o disdice per il
pubblico impiego l’accordo di febbraio 2002, ma molto più semplicemente si
limitano a dire che la base su cui calcolare gli incrementi contrattuali, la
famigerata inflazione programmata, fissata dal governo, 1,4%, non è
accettabile.
Nel contempo la CISL non contenta dei danni già
provocati ai lavoratori con il “patto per l’Italia” ci propone di superare
la struttura attuale del contratto nazionale rendendolo molto più leggero
praticamente “invisibile” per sviluppare al massimo la contrattazione locale
come ha già fatto in varie parti del paese con i patti territoriali (in molti
casi con la sospensione dell’intero statuto dei lavoratori) per dare ulteriore
spazio agli enti bilaterali.
La RdB/CUB, la CUB intera e tutto il sindacalismo di
base da anni hanno lanciato la parola d’ordine dei SALARI EUROPEI facendone un
punto centrale della battaglia per i diritti del mondo del lavoro.
La RdB, che ha proclamato ed effettuato numerosi
scioperi per ottenere SALARI EUROPEI - ultimo quello del pubblico impiego del 28
giugno 2002 – rileva con soddisfazione che ora anche le confederazioni CGIL,
CISL e UIL s’interrogano sulla questione salariale che non può più essere
legata alla politica dei redditi, sancita dall’accordo del luglio ’93, che
ha massacrato i salari favorendo unicamente il sistema delle imprese e il
parziale rientro del debito pubblico.
La RdB/CUB non accetterà variazioni percentuali
dello 0, - come sembra vogliano chiedere CGIL, CISL e UIL - ma porterà avanti
con forza la propria battaglia fino al raggiungimento di salari in linea con il
resto d’Europa.
Nel contempo non accetterà nessuna modifica
strutturale dell’impianto contrattuale preannunciando sin da oggi iniziative
di lotta contro qualsiasi provvedimento che miri a delegittimare il valore del
contratto Nazionale per tutti i lavoratori, proseguendo nella vertenza per
l’allargamento dei diritti dello statuto a tutti i lavoratori.
La
stagione contrattuale non potrà che incentrarsi sulla parola d’ordine dei
SALARI EUROPEI e della fine della politica dei redditi!
Roma
16 luglio2002
per il coordinamento nazionale RdB/CUB
Massimo
Fabiani