CONTRATTI PUBBLICI INTOLLERABILE STALLO DELLA TRATTATIVA |
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Si
è conclusa questa mattina, sulla parte economica, presso l’Aran la seconda
giornata di confronto per il rinnovo del contratto Ministeri dopo la discussione
di lunedì 28 ottobre sulla parte normativa.
Al
centro del primo incontro sulla parte normativa, l’Aran ha voluto mettere
quegli istituti normativi che hanno una ricaduta in termini di risorse
economiche sul contratto: l’ordinamento professionale, l’indennità di
Amministrazione, la confluenza nel tabellare della contingenza, ecc.
La
premessa è stata che tutti gli oneri derivanti dal contratto sono a carico
delle risorse concordate con la Funzione Pubblica (le famose 195.000 lire).
Sull’ordinamento
l’Aran ha evidenziato come la sentenza n. 194 della Corte Costituzionale abbia
inciso sui processi di riqualificazione e sul futuro ordinamento professionale
per cui la contrattazione dovrà individuare soluzioni di “maggiore
flessibilità del sistema classificatorio” che facciano superare l’ostacolo
della riserva interna dei posti destinati alla progressione di carriera,
progressione che risulta avere sempre meno spazi alla luce del nuovo blocco
delle assunzioni e riduzione delle piante organiche previsti dalla prossima
finanziaria.
In
conclusione vorrebbero l’introduzione della massima flessibilità nelle
mansioni, pensando ad un mansionario di Area e a “fasce retributive”
differenziate per coloro che svolgono le stesse mansioni.
La
RdB è intervenuta sostenendo che l’ordinamento professionale ha bisogno di
una seria riflessione che lo ancori saldamente alle mutate condizioni di lavoro
degli statali e alle trasformazioni organizzative che i Ministeri hanno subito
in questo ultimo decennio. Non sussistendo più una frammentazione tra i vari
profili professionali che poteva giustificare i vari livelli retributivi, oggi
si possono tranquillamente classificare i dipendenti statali in pochi
macro-livelli funzionali a cui devono corrispondere i livelli retributivi con la
garanzia che le uniche norme di regolazione del rapporto di lavoro siano quelle
contrattuali evitando così l’intromissione di organismi “estranei” (Corte
Costituzionale, leggi Finanziarie o decreti di varie autorità).
E’
chiaro che questa operazione deve essere sostenuta con risorse economiche
aggiuntive che a conti fatti sono sempre meno di tutte quelle risorse
risparmiate in questi anni con l’utilizzo “flessibile” dei dipendenti o
con i molteplici tagli ai bilanci e al personale operati dalle Finanziarie.
In
alternativa, l’unica operazione possibile sull’ordinamento professionale è
quella di una più puntuale definizione delle mansioni che ogni livello
retributivo è tenuto a svolgere e il personale impiegato in mansioni superiori
deve essere pagato per le mansioni che gli sono richieste.
Sull’omogeneizzazione
delle Indennità dei Ministeri accorpati l’Aran ha cercato di chiamarsi fuori
dalla partita considerandolo un costo organizzativo che esula dal confronto
contrattuale mentre la perequazione tra le varie indennità è un processo che
ha dei tempi più lunghi e che le varie tornate contrattuali affronteranno,
anche se parzialmente, accantonando risorse a questo scopo.
Su
questo punto la RdB ha ribadito come i processi di riforma dei Ministeri pensati
a costo zero da Bassanini e dai precedenti governi trovino continuità anche con
questa compagine governativa. Abbiamo richiesto all’Aran di rappresentare al
governo, che è il suo datore di lavoro, la necessità di stanziare risorse a
copertura delle leggi di riforma dal governo stesso volute.
In
ultimo la RdB ha sollevato la necessità di adeguare il Buono Pasto fermo ormai
da troppi anni ad un livello non sufficiente a garantire dignitosamente il pasto
ai dipendenti statali tanto più che dei 200 miliardi di vecchie lire annui
stanziati per questo istituto ne vengono utilizzati soltanto 80.
Nell’incontro
di oggi sulla parte economica l’Aran ha addirittura cercato di far fare un
passo indietro alla discussione fermandosi agli stanziamenti previsti
dall’accordo del 4 febbraio (195.000 lire) ignorando completamente l’impegno
del ministro Frattini per un ulteriore 0,4% in più.
In
ogni caso tali stanziamenti sono gli unici di cui la contrattazione può
disporre e sono solo questi, quindi, che la trattativa potrà ripartire tra le
varie esigenze contrattuali.
Una
coperta corta con cui non si riuscirà a soddisfare alcuna esigenza
e che lascerà complessivamente insoddisfatti tutti i lavoratori.
In
questi primi incontri relativi al rinnovo del contratto dei Ministeri è emersa
con chiarezza che tutta la partita del rinnovo dei contratti del Pubblico
Impiego si gioca su questo contratto e l’accordo che da qui scaturirà sarà
la filigrana con cui gli accordi degli altri comparti saranno scritti.
La
RdB Pubblico Impiego metterà in campo tutte le mobilitazioni e le iniziative di
lotta necessarie e su mandato del Consiglio nazionale ha già inoltrato questo
pomeriggio la richiesta al ministero del Lavoro per l’espletamento delle
procedure di conciliazione.
Roma,
30 ottobre 2002
La
Direzione Nazionale