CONTRATTO
MINISTERI MASSIMA FLESSIBILITA’, NIENTE RISORSE |
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Nella
riunione di ieri sera all’Aran, per il rinnovo del contratto del comparto
Ministeri, è emersa l’idea di massima della controparte di modifica
dell’ordinamento professionale che avrebbe come scopo (apparente)
il superamento della sentenza della Corte Costituzionale ma in realtà si
cerca di introdurre il massimo della flessibilità nelle mansioni (mansioni
d’area) senza alcun costo aggiuntivo.
Per
cui, a fronte della riduzione del personale per il blocco delle assunzioni e al
conseguente e generalizzato fenomeno del mansionismo, la risposta è quella di
legalizzare l’utilizzo indiscriminato del personale in qualsiasi mansione
indipendentemente dalla retribuzione corrisposta.
A
questo va aggiunto che nessuna prospettiva di carriera viene garantita per il
futuro, salvo una promessa di moratoria per i percorsi di riqualificazione già
attuati.
La
RdB ha denunciato come il confronto negoziale con l’Aran stia perdendo
qualsiasi aspetto di serietà in quanto il governo si permette, con leggi o
emendamenti alla Finanziaria, di intervenire pesantemente su terreni prettamente
di confronto negoziale.
E
mentre il governo riduce gli stanziamenti per il salario accessorio, non stanzia
risorse sufficienti per garantire veri aumenti contrattuali ma neanche le
briciole promesse da Frattini e non si fa carico dei problemi creati dalle
riforme dell’Amministrazione (una per tutte l’equiparazione dell’indennità
di Amministrazione per i ministeri accorpati), i sindacati e l’Aran dovrebbero
tranquillamente discutere di come inserire nuova e maggiore flessibilità nel
contratto.
La
RdB non ci sta! Annunciando la propria indisponibilità a partecipare a questa
pantomima se non verrà ritirato l’emendamento alla Finanziaria e create le
condizioni per una vera trattativa.
La
RdB ha comunicato all’Aran che su queste rivendicazioni ha promosso la
generalizzazione della conflittualità in tutta la Pubblica Amministrazione e ha
proclamato lo sciopero generale del Pubblico Impiego per il 6 dicembre con una
grande manifestazione nazionale a Roma per dare una forte risposta a qualsiasi
tentativo di affossamento dei diritti dei lavoratori.
Roma, 12 novembre 2002
la Direzione Nazionale