VENERDI’ 6
DICEMBRE UN’INIZIATIVA AZZECCATA, UNA SFIDA VINTA ! |
|
50.000
in piazza, una bella manifestazione colorita, combattiva e determinata.
Un’ennesima
iniziativa azzeccata per i contenuti e per la scelta dei tempi che ha
interloquito con i passaggi più importanti del dibattito politico e delle
scelte del governo.
Era il 6 dicembre e non il 13 che il Consiglio dei Ministri affrontava, tra le altre, la questione del rinnovo dei contratti pubblici, è in questi giorni che il Senato esamina la Finanziaria, il 6 dicembre è stata anche la prima risposta contro la devolution, versione Bossi, votata il giorno prima, è del giorno prima l’accordo sul piano Fiat che lascia aperto lo scontro al quale abbiamo legato la “nostra questione Fiat”, l’annunciato licenziamento di 16.000 ex LSU-ATA senza Cassa Integrazione, senza mobilità, senza liquidazione, senza pensione, senza alcun diritto.
A
questo quadro siamo stati in grado di dare una prima, tempestiva e forte
risposta di massa!
Evochiamo
la data del 13 per richiamare l’improbabile, sicuramente tardivo sciopero
ventilato da Cgil, Cisl e Uil agitato contro il nostro.
La
giornata ha avuto anche un’inedita dimensione vertenziale che ha prodotto
alcuni risultati importanti. Dall’incontro con il Presidente della commissione
Bilancio del Senato e con il ministro della Funzione Pubblica è scaturito
l’impegno del governo a consentire: lo spostamento delle risorse dalla
produttività al tabellare; il ritiro dell’art.25 bis che, oltre che
restituire l’intero maltolto al Parastato, ripristina l’autonomia
contrattuale; l’apertura di uno spiraglio, finora inesistente, volto alla
ricerca di una soluzione per i 16.000 ex LSU-ATA.
Quando
abbiamo deciso d’indire lo sciopero e la manifestazione sapevamo di affrontare
una sfida impegnativa e rischiosa perché oltre a diverse altre iniziative
abbiamo chiesto ai lavoratori nel corso del 2002 di sobbarcarsi il peso di ben
cinque scioperi generali.
Il
6 dicembre ci dice che la sfida è stata vinta!
Sapevamo
anche che fosse una scelta obbligata perché, aldilà delle misure specifiche e
visibili decise dal governo, c’è una parte sommersa ma ben più pericolosa
che rimanda ad una diversa e peggiore qualità della vita, ad un modello di
società dove si rompe ogni legame di solidarietà, di cointeressenza a stare
insieme, a ritrovare nell’interesse dell’altro le ragioni per la difesa e
l’affermazione del proprio interesse, dove domina solo il Dio denaro, dove il
diritto allo studio, alla salute, ad una vecchiaia dignitosa è garantita per
censo, dove si demoliscono l’universalismo dei diritti e delle tutele.
In
questo anno abbiamo prodotto un imponente volume d’iniziative contro la
politica del Governo Berlusconi, contro i pericoli di guerra, contro la
competizione iperliberista che chiamano globalizzazione, contro le posizioni di
un’opposizione senza cervello e senza anima, contro il Patto per l’Italia
firmato da Cisl e Uil, contro le ambiguità, i contorcimenti e le contraddizioni
della Cgil.
E’
una battaglia che per essere vinta va portata avanti!
Durante
la stagione dei rinnovi contrattuali per affermare in concreto la parola
d’ordine agitata finora dei SALARI EUROPEI e per una valorizzazione del lavoro
pubblico che restituisca dignità e decoro.
Con
la continuità dell’iniziativa, anche prevedendo una proposta di legge
d’iniziativa popolare, per il ripristino della SCALA MOBILE.
Con
iniziative contro la devolution versione Bossi come abbiamo fatto con il
federalismo in salsa ulivista.
Con
la gestione della scadenza referendaria di primavera, a partire
dall’estensione dell’art. 18.
Riteniamo
sia indispensabile andare avanti, NOI vogliamo andare avanti non solo per
RESISTERE ma per VINCERE!
Roma, 9/12/02
La DIREZIONE NAZIONALE