AUMENTO DELL'ORARIO DI LAVORO PER TUTTI I LAVORATORI 


Il testo del decreto legislativo sull'orario di lavoro (formato .pdf/zip)

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Ancora una volta vogliono far pagare ai lavoratori le scelte dell'Europa dei banchieri e dei padroni!

 Il 17 Gennaio scorso il Governo Berlusconi ha deciso l'aumento dell'orario di lavoro per tutti i lavoratori dipendenti. 

Il pretesto è dato dal recepimento obbligatorio di una Direttiva Europea sull’organizzazione dell'orario di lavoro. In realtà è solo la pervicace volontà di continuare ad attaccare i lavoratori e di portare a termine i processi di destrutturazione la vera motivazione della decisione del Governo, considerando che la Direttiva Europea è del 2000. 

Con l'aumento dell'orario di lavoro - definito dal Decreto Legislativo “orario durante il quale il lavoratore è a disposizione del datore di lavoro"!  - il Governo ha deciso, peraltro, di sferrare un colpo durissimo all'occupazione nel nostro Paese. 

Dopo l'introduzione di ogni tipo di flessibilità, per ultimo con il recente varo della legge delega 848, sia nel settore del lavoro privato che in quello pubblico,

dopo aver deciso con la Finanziaria il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato in tutta la Pubblica Amministrazione,

dopo aver creato, condividendo appieno la linea “europeista” del precedente governo, un esercito di lavoratori precari con in testa LSU, Co.Co.Co., interinali, ecc.,

con questa ulteriore decisione, accompagnata dall'ennesima riforma delle pensioni rappresentata dall'innalzamento dell'età pensionabile, sarà impossibile solo immaginare una ripresa dell'occupazione nel nostro paese, già oggi ai primi posti della classifica europea in fatto di disoccupazione. 

Ma le responsabilità di tutta questa situazione pesano anche enormemente sulle organizzazioni sindacali Cgil Cisl Uil.

Infatti, l’Accordo interconfederale fra Confindustria e Cgil Cisl Uil del novembre 1997 ed il famoso Pacchetto Treu, sostenuto e condiviso dai Confederali, poi trasformato nella Legge 196/97 "Norme in materia di promozione dell'occupazione”, che ha introdotto il lavoro in affitto, il lavoro a tempo parziale, i contratti di formazione, i contatti di apprendistato, contenevano già l'aumento dell'orario di lavoro a 40 ore settimanali. 

Oggi quindi appare quantomeno strumentale la reazione di questa organizzazioni sindacali che definiscono le loro scelte in base al colore delle maggioranze di governo.

La prima grande categoria che si troverà a dover fare i conti con l'introduzione delle 40 ore di lavoro settimanali sarà il pubblico impiego i cui contratti, come sanno bene i lavoratori, sono scaduti da 14 mesi.

La Rdb Pubblico Impiego rilancia la mobilitazione dei lavoratori pubblici 

P

E

R

  • l'avvio immediato delle trattative per il rinnovo di tutti i contratti

  • retribuzioni europee a parziale recupero dell'inflazione mangia salari e dell'aumento esponenziale di prezzi e tariffe

  • la definitiva stabilizzazione delle migliaia di lavoratori precari

  • una migliore distribuzione dei tempi di vita e di lavoro

  • il potenziamento e la riqualificazione della Pubblica Amministrazione