Continuano i massacri
"democratici" degli anglo-americani il giorno degli sciacalli |
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Il Parlamento italiano ha deciso l'invio di ben 3.000 uomini come
contributo all'occupazione angloamericana dell'Iraq. Non è una missione
umanitaria bensì una operazione militare di ascari ai fini del
controllo del territorio, di repressione della popolazione locale e di
uso degli "aiuti" ai fini dell'imposizione del dominio
neo-coloniale anglo americano. Per i costi nessun problema: pagano i
lavoratori!!! Nessuno di noi aveva dubbi sul risultato della
guerra vista la disparità di forze in campo tra gli anglo-americani
espressione della massima potenza economica, tecnologica e militare e gli
irakeni piegati da dieci anni di embargo e da bombardamenti senza fine e
addirittura "ispezionati"
tanto da non avere più "segreti". Casomai
si può essere sorpresi dalla resistenza di questo popolo che pur non
amando il regime di Saddam ha opposto una coraggiosa resistenza agli
invasori consapevole che la posta in gioco era tutt'altra che le balle
sulla "democrazia" sulla "civiltà"
da esportare, sul “terrorismo”
ma il futuro stesso del Paese, la dignità e il controllo sulle proprie
risorse. Una
resistenza che continua attraverso manifestazioni contro l’occupante
represse nel sangue dai “democratici”
militari statunitensi che peraltro controllano saccheggi, esecuzioni
sommarie, torture e sequestri in tutto il Paese. LA GUERRA NON è
FINITA è SOLO COMINCIATA Si estendono infatti le
aree destabilizzate, il
tornante di questa nuova politica è stata proprio la
guerra contro la Federazione Jugoslava fatta dalla NATO aldifuori di
ogni "legalità", che
ha lasciato i balcani frantumati in staterelli - spesso veri e propri
protettorati - avvelenati dall'odio e (al momento) "pacificati"
solo attraverso una pesante e costosa presenza militare. Poi
l'Afganistan la cui
invasione era stata già pianificata guarda caso ben prima
"dell'11 settembre", oggi territorio condiviso con i signori
della guerra locali e tenuto, ma solo nei luoghi strategici, grazie
all'impiego di un vero e proprio esercito multinazionale (che comprende
purtroppo anche i militari italiani). Oggi
l'Iraq dove si promette l'instaurazione a breve di un
protettorato "democratico"
con a capo un ex-generale statunitense. Presto
la Palestina sottoposta
in questi anni ad una repressione violentissima e dove è già pronto il
piano per schiacciare "definitivamente"
la resistenza palestinese. Lunga
è la lista delle prossime vittime
cosa che non mancherà di ampliare l'insicurezza internazionale, la corsa
agli armamenti e la reazione spesso disperata e inevitabilmente "terroristica" delle vittime. ARMIAMOCI
E PARTITE… Con il voto del Parlamento l’Italietta del
centro-destra obbediente e scodinzolante alla Berlusconi, ma anche quella
inetta di DS e Margherita, saltella sotto il tavolo dei vincitori nella
speranza che qualcuno gli allunghi ora un osso ora un avanzo qualsiasi del
banchetto. Con il plauso interessato di Confindustria,
inflessibilmente amerikana, il Paese viene trascinato per gli interessi di
un pugno di affaristi in un avventurismo militarista che ha conseguenze
nefaste sia nelle relazioni internazionali che per gli spazi di democrazia
reale ancora esistenti. Infatti
la guerra non assume solo gli aspetti torvi e minacciosi degli eserciti in
marcia, essa si estende all'interno dei Paesi occidentali nella forma di
un conflitto contro i lavoratori, contro i loro diritti, contro i limitati
spazi democratici, contro le vere opposizioni politiche e sociali. I costi di questa politica arcaica ricadono come sempre sui lavoratori: già prima di questa
nuova "missione" circa
10.000 militari italiani si trovavano operativi all’estero, spesso a
fare da colf ai soldati statunitensi, con un costo accumulato negli anni
ben superiore al miliardo di Euro (oltre 2.000 miliardi di vecchie lire).
Per l’inizio di questa nuova “missione”
sono previsti costi intorno ai 400 milioni di Euro a cui seguiranno i
costi di mantenimento. E già Berlusconi in pieno delirio annuncia che si
dovranno ampliare le spese militari. Intanto non vengono rinnovati i contratti, ci raccontano
di non avere soldi per aumentare i salari, tagliano pesantemente scuola
e sanità si preparano a rubarci la liquidazione e il diritto alla
pensione, aumentano le tasse ai lavoratori e rendono sempre più
precaria la vita di tutti. C'è chi dice che già si vive sotto un Regime e a
guardare la pratica del Governo di Berlusconi & Confindustria viene
sempre più spesso da porsi la domanda, certo è che se si utilizzasse
come metro lo stato dell'informazione non avremmo dubbi, la guerra ha
messo a nudo l'assolutismo propagandistico dei mezzi di informazione. Fuori dalla propaganda possiamo chiederci cosa lascia in eredità
questa guerra INCONCLUDIBILE Un
Iraq con migliaia di vittime, devastazioni immense,
residui di bombe, di mine, di ordigni pericolosi, una contaminazione del
territorio causata dall'uso di armi con componenti tossici come quelle
all'uranio impoverito, lascia una popolazione alla fame, con poca acqua
potabile, senza cure sanitarie adeguate, con epidemie, morte, sofferenza e
nessuna speranza di futuro se non nell'odio. Un
mondo senza più regole se non quelle della concorrenza
e della forza, quelle dettate dai grandi potentati economici, dalle
multinazionali, dai grandi della finanza, quegli stessi che peraltro
possono oggi contare su importanti eserciti privati. Un mondo nel quale la
guerra ritorna ad essere non l'eccezione ma la normalità. Una
Italietta da avanspettacolo fatta di lustrini e sorrisi a
ganascia larga del suo premier dove ciò che luccica sono solo patacche
senza valore. NO ALLE POLITICHE
DI GUERRA NO
AL NEO-COLONIALISMO SI ALL'AUTODETERMINAZIONE SI ALLA
SOLIDARIETA' E COOPERAZIONE TRA I POPOLI BASTA CON
L'AGGRESSIONE AI DIRITTI DEI LAVORATORI + SALARIO + DIRITTI e NO ALLA GUERRA 7 MAGGIO MOBILITAZIONE
NAZIONALE PER IL CONTRATTO FI
16/04/2003
Rappresentanze
di Base P.I. - Toscana |
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