II
ASSEMBLEA NAZIONALE DELLA
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ORDINI DEL GIORNO APPROVATI |
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Referendum 15 giugno - Costituzione CUB Trasporti - Democrazia e rappresentanza sindacale - Questione femminile e pratica del sindacato di base - Sfratti - Social Forum - Software Libero |
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La
CUB è da sempre impegnata a contrastare le posizioni padronali tese a
rendere il lavoro precario e senza diritti e a ostacolare le politiche
concertative che le hanno rese in larga parte operative. Sono
molti i lavoratori ad essere esposti al dispotismo aziendale, privi di
un'adeguata tutela. Il
governo Berlusconi con le proposte di modifica dell'art.18 e
l'introduzione di ulteriori nuove forme di precarizzazione del lavoro, la
riduzione delle tutele previste per il trasferimento di ramo d'azienda,
con il taglio della sanità pubblica, i peggioramenti del sistema
pensionistico, lo scippo del tfr, e la limitazione del diritto di sciopero
punta a togliere ai lavoratori, ai giovani e ai pensionati ogni residua
possibilità di tutela. Su!
piano dei diritti sono oggi negati ai lavoratori, con accordi sindacali,
elezioni democratiche delle RSU nel privato e pari diritti sul piano
sindacale quando si organizzano al di fuori dei sindacati concertativi. Il
referendum per l'estensione dell'articolo 18, offre una notevole
opportunità. Un'affermazione
dei SI può consentire il rilancio e la riqualificazione delle lotte,
creando condizioni più favorevoli all'estensione dei diritti anche ai
lavoratori precari e atipici che ne sono
privi. La
CUB, di conseguenza, ·
ritiene
fondamentale un suo pieno impegno per la vittoria del SI alla scadenza
referendaria, ricercando strumenti e modalità che ne aumentino
l'efficacia insieme alle rivendicazioni sulle pensioni, il diritto per
tutti ad un lavoro tutelato e stabile, per il diritto all'assistenza, alla
previdenza e alla scuola pubblica, contro l'attacco alle tutele previsto
dalla legge 848 e al diritto di sciopero; ·
ritiene
che il referendum rappresenti l'occasione per una campagna generale per
estendere il diritto ad una retribuzione regolare, all'assistenza ed alla
previdenza, alla sicurezza del posto di lavoro a tutti i lavoratori
precari ed atipici. L'assemblea
Nazionale decide il pieno appoggio alla campagna referendaria per il SI
all'abolizione della norma sugli
elettrodotti coattivi e per il SI al referendum sull'art.18 anche
con iniziative autonome di sostegno, tra cui la stampa di un manifesto,
assemblee nei luoghi di lavoro e tutte quelle iniziative che potranno
essere decise a livello locale per invitare i lavoratori a votare
contrastando così la campagna per l'astensione che vede impegnati sia
centrodestra che centrosinistra oltre Cisl e Uil, parte della Cgil e forze
sociali come le Acli. Decide inoltre di inserire questa iniziativa in una più vasta campagna nelle proposte per i rinnovi contrattuali, contrastando le terziarizzazioni, rafforzando e estendendo le iniziative per un lavoro stabile e tutelato, per il diritto all'assistenza, alla previdenza e alla scuola pubblica, contro l'attacco alle tutela previsto dalla legge 848 e al diritto di sciopero. Rimini, 11 maggio 2003 |
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Le
sottoscritte strutture del settore trasporti della Cub, a conclusione di
un lungo processo di confronto, riunite a margine della seconda assemblea
nazionale Cub di Rimini, decidono di concretizzare questo percorso
costituendo il coordinamento provvisorio della costituenda Cub Trasporti
attraverso l'unificazione in tempi brevi delle stesse. La
prima riunione nazionale si terra' a Roma Indicativamente il 20 giugno
2003 per l'approvazione definitiva del documento costitutivo scaturito
dalla proposta della fltu. Rdb
Trasporti (Antonini Gianpietro) Rimini,
10 maggio 2003 Costituzione
comitato di settore per il Si Il coordinamento provvisorio della costituenda Cub trasporti propone a tutte le organizzazioni del Sindacalismo di base del settore la costituzione d’un Comitato nazionale per i si al referendum del 15 giugno al fine di ottimizzare l'impegno per raggiungere il quorum e far prevalere il si. Per
il coordinamento provvisorio Cub Trasporti Rimini, 10 maggio 2003 |
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Democrazia
e rappresentanza sindacale
La firma separata del
CCNL dei metalmeccanici evidenzia ciò che da anni la CUB sta affermando:
l’urgenza drammatica d’intervenire sui temi della democrazia nei posti
di lavoro e sulla rappresentanza sindacale, che non possono essere più
soggetti all’arbitrio dei datori di lavoro e dei sindacati concertativi. La democrazia è un
bene di tutti, per questo la CUB s’impegna a mettere in atto iniziative
di lotta sul piano vertenziale e delle modifiche legislative, per
ristabilire la democrazia nei posti di lavoro ed il rispetto e la parità
dei diritti delle oo.ss.. |
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Questione
femminile e pratica del sindacato di base Un
gruppo di donne che hanno sentito la necessità di confrontarsi sulle
tematiche femminili, ha prodotto un documento che oggi presentiamo
all'Assemblea nazionale della CUB di Rimini. ( in analogia a quello
presentato dalle donne ed approvato nel giugno 2002 al Congresso dei
sindacati di base dell’industria tenutosi a Milano). Consideriamo
questo un punto di partenza, perché la questione femminile sia presente
nella nostra pratica sindacale, in tutte le istanze. Riteniamo
fondamentale la presenza delle donne a tutti i livelli (anche negli
organismi dirigenti, sia territoriali, regionali, che nazionali) nella CUB,
come arricchimento della nostra organizzazione; così pure è
imprescindibile valorizzare la specificità femminile all’interno dei
rapporti di lavoro, e nella linea politico-sindacale da portare avanti. Detto
questo, le tematiche che proponiamo all'Assemblea sono le seguenti: Diciamo
NO al taglio della spesa pubblica, per rilanciare i servizi sociali. Le
privatizzazioni dei servizi socio-sanitari volute dai governi di
centro-sinistra, e oggi dal governo di destra,hanno favorito lo
smantellamento dei vari servizi (i consultori, i servizi all’infanzia,
sanitari rivolti agli anziani, i centri giovanili). Al loro posto si sono
finanziati, con il denaro pubblico, i servizi privati, spesso cattolici e
finalizzati ai profitti. Si è così peggiorato, sia in termini di qualità
che di quantità, gli stessi. Le
donne vengono di nuovo relegate all’interno della famiglia e delle mura
di casa, su di loro si scarica il peso del lavoro, di produzione e di
riproduzione. All’interno della casa si relegano le donne e i bisogni
familiari, isolandole ed escludendole dalla presenza nella vita sociale,
politica e del lavoro. Anche
il lavoro precario e i salari bassi fanno sì che diventi conveniente
tenere le donne a casa. Noi siamo per il rilancio dei servizi sociali
pubblici, che si possono sviluppare solo sotto il controllo della
collettività. Siamo per il rilancio della presenza femminile, nei ruoli e
nei luoghi pubblici, per l'affermazione del punto di vista femminile in
ogni ambito, per l’emancipazione delle donne nella vita sociale e nel
lavoro. Ci
diciamo contrarie al pacchetto Treu e a tutte le leggi che hanno
istituzionalizzato il ricatto occupazionale. Sono
le donne quelle più penalizzate nei lavori precari ed atipici, insieme ai
giovani e agli immigrati. I primi contratti di lavoro non rinnovati sono
quelli delle donne, o nelle piccole aziende siamo spesso costrette a
sottoscrivere preventivamente le dimissioni in caso di maternità, siamo
sottoposte al momento dell’assunzione, a colloqui ed analisi accertanti
il desiderio e lo stato di gravidanza. Riteniamo
che il modello liberista esprima dei valori diametralmente opposti a
quelli delle donne. Il capitalismo esclude il genere femminile dalla vita
lavorativa e dal riconoscimento professionale, premiando invece la
competitività, la fedeltà e l’obbedienza, lo spirito di squadra in
nome del profìtto. Come
CUB e come sindacati di base, dobbiamo lottare ed impegnarci per cambiare
tutto questo, perché la differenza femminile sia riconosciuta come valore
che arricchisce il nostro sindacato e la società. Nella nostra pratica
sindacale quotidiana, dobbiamo ricordarci sempre di rappresentare gli
interessi dei lavoratori, uomini e donne che, in quanto tali, sono diversi
e vivono condizioni differenti. Alle
aziende devono essere richiesti i dati sugli occupati disaggregati, anche
per sesso, e pretendere che le percentuali di occupazione femminile, dove
non adeguate, vengano aumentate, come previsto dalla legge 125/91. Siamo
contrarie all'innalzamento dell’età pensionabile e al taglio delle
pensioni. Siamo contrarie al lavoro notturno, sia femminile che maschile,
legato all’aumento dei profitti del capitale. Siamo
nemiche della guerra e della globalizzazione che vuole annullare le
differenti ricchezze di storia e cultura, per imporne una unica, quella
mostruosa del profitto e della guerra, a danno dei popoli,
dell’ambiente, delle persone, e in particolare dei poveri e delle donne.
Chiediamo che la CUB e i sindacati di base s’impegnino maggiormente su
questi temi, con tutte quelle organizzazioni che si stanno già battendo
per questi obiettivi, che sono vitali per il futuro nostro e del mondo
intero. Rimini 11 maggio 2003 |
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In questi giorni viene a scadere la proroga degli sfratti per le persone anziane e portatori di handicap. Con l’effetto dirompente e la possibilità immediata di sfrattare queste persone. Tutto questo nelle grandi città produrrebbe emergenza su emergenza sul problema della casa. Il Congresso della CUB riunitosi in data 9.10.11 maggio 2003 chiede al Governo di sospendere con effetto immediato tutti gli sfratti con un Decreto Legge urgente a tutela delle persone più deboli e indifese del nostro paese. |
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Negli
ultimi anni, il sistema sociale dominante ha mostrato il suo vero volto:
precarizzazione della vita delle donne e degli uomini in tutto il mondo,
soluzione delle crisi economiche, offensiva militare per appropriarsi
delle risorse naturali del pianeta, che stanno diventando merci che il
capitale vuole gestire per il proprio profitto. Il
movimento noglobal ha messo in moto la propria opposizione da Seattle, nel
1999, manifestando, con le sue tante differenze, a Nizza, a Praga, a
Goteborg, a Genova contro il G8 il proprio dissenso al liberismo, le
privatizzazioni dell'acqua, la salute, l'alimentazione, il precariato, il
debito estero dei paesi cosiddetti in via di sviluppo, le multinazionali;
è un movimento che promuove il diritto alla sovranità alimentare, la
biodiversità, la sostenibilità sociale, e non solo economica. Con
il Forum sociale mondiale di Porto Alegre, e i forum sociali nei vari
continenti, si è favorito l’incontro e lo scambio per la costruzione di
un altro mondo possibile. Siamo così arrivati alla protesta mondiale del
15 febbraio, dove 110 milioni di persone hanno manifestato, in centinaia
di posti diversi, il proprio no alla guerra all’Iraq senza se e senza
ma. Se
indubbi sono stati i meriti del movimento, non ne vanno sottaciuti i
limiti, che a nostro parere sono da ricercare innanzi tutto nella mancata
comprensione che solo con un mettere in rilievo i temi del lavoro
(diritti, democrazia, orari, salari) e quindi la costruzione di un forte
legame tra temi universalistici e quelli legati ai bisogni e alle necessità
si potevano costruire le basi per un movimento capace di incidere. Come
sindacato di base, intendiamo cogliere quest’opposizione al liberismo,
che a livello generale ancora non corrisponde ad un radicamento efficace
nei paesi, nelle città e nei luoghi di lavoro, di nuovi organismi di
massa, coordinati tra loro. Ma la nascita e la crescita di questi nuovi
organismi di lotta non possono essere decise a tavolino. Lo
spostamento su nuove posizioni di massa consistenti, l’abbandono del
liberismo per l’alternativa sociale comporterà la messa in crisi
dell'esistente. La partecipazione della CUB nel movimento, da Genova in
poi, ci ha consentito l'avvio di rapporti con sindacati conflittuali
europei e d’altri continenti. La capacità di costruire le iniziative
contro la guerra, la guerra permanente, la solidarietà alle popolazioni
colpite dell'Iraq, anche tramite gli aiuti d’organizzazioni alternative
non compromesse con gli stati, è un salto possibile. Quest'anno
avremo altre importanti scadenze: le giornate del 17 e 18 maggio prossimi
contro il WTO e la vendita dei beni comuni, i G8 ad Evian, in Francia,
Cancun a settembre, per arrivare al SFE di Parigi a novembre. Il prossimo
semestre europeo, a presidenza del governo italiano, potrebbe portare alla
definizione della nuova costituzione europea, con forti limitazioni dei
diritti. Le
scelte degli organismi istituzionali sono strettamente legati al diritto
ad esistere come persone umane, al salario sociale europeo, ai diritti
delle immigrate e degli immigrati. Il
ruolo dei sindacati conflittuali di base, e quindi della CUB, deve essere
in rapporto alle altre forze sociali, con l'obiettivo di far crescere la
comprensione della centralità dello scontro con il capitale, con le
multinazionali che controllano i governi e le istituzioni mondiali. Si
tratta di rilanciare la nostra presenza a partire dalla verifica degli
iscritti e dei militanti già impegnati, della loro disponibilità a
coordinarsi per allargare, a livello nazionale e a livello locale
l’impegno della CUB su queste tematiche, contro le privatizzazioni, per
la difesa della salute, delle pensioni, dei diritti e dei salari. Nel luglio 2003, a Genova, ci sarà il momento conclusivo della preparazione del SFE di Parigi e sarà necessaria una mobilitazione contro la repressione, che dopo l’archiviazione per la morte di Carlo Giuliani, partirà contro le centinaia di vittime nelle piazze, nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto. |
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Software
libero
Al fine di intraprendere un’azione concreta ed effcacie mirata alla questione delle multinazionali e la globalizzazione, si chiede all’assemblea Nazionale e alla CUB-stessa quanto segue: utilizzo e diffusione di software libero e gratuito nelle proprie sedi sindacali, più precisamente LINUX (es: Mandrake, Suse, Reduat). In tal modo al fine di rompere il monopolio di nota software house di Redmond (USA). In definitiva LINUX in alternativa a MICROSOFT. |