LA TRUFFA DELLA CONTINGENZA 

NEL TABELLARE

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La RdB Pubblico Impiego, sin dalle prime battute del rinnovo del CCNL Ministeri, non ha mai visto di buon occhio la scomparsa di 9 euro procapite dagli stanziamenti per il rinnovo del contratto per pagare contributi previdenziali, proponendo fin dall’inizio di dirottare queste risorse direttamente sulla voce stipendio tabellare.

Con l’ultima modifica all’ipotesi di accordo del CCNL Ministeri (ora al vaglio della Corte dei Conti prima della definitiva stipula) è stata accolta, invece, dall’Aran e dai sindacati che l’hanno firmata, l’imposizione del governo a calcolare l’accorpamento della contingenza (Indennità Integrativa Speciale) con lo stipendio base in una unica voce in busta paga ai soli fini del calcolo dell’indennità di fine rapporto (liquidazione) e non per la base di calcolo della pensione.

Questa è l’operazione che costa ai lavoratori ben 9 euro al mese che verranno sottratti ai 106 euro medi lordi, dei già miseri stanziamenti, per gli oneri previdenziali che questa operazione comporta.

I maggiori oneri previdenziali derivano dal fatto che la contingenza oggi viene calcolata al 60% ai fini della determinazione della liquidazione e i 9 euro servono a coprire i contributi del restante 40%.

Il calcolo sul 100% della contingenza ai fini della liquidazione dal 1° gennaio 2003 porterà un incremento della liquidazione stessa.

A parte le opinioni sul fatto se sia meglio un uovo oggi o un pollastro domani, c’è da mettere nel conto che è in avanzato stato di elaborazione (ce ne erano state avvisaglie già nei precedenti contratti) la trasformazione della liquidazione in Trattamento di Fine Rapporto (TFR) che, con l’introduzione dei fondi pensione “privati”, verrà sequestrato da Banche e Finanziarie per gestire le pensioni integrative dei dipendenti pubblici. Che, oltre ad aprire la strada ad un ulteriore e pesante attacco alle pensioni pubbliche, non danno alcuna garanzia di rendimento essendo agganciate alle dinamiche della Borsa.

Ai fini della determinazione della base di calcolo della pensione la contingenza viene già presa in considerazione al 100% del suo importo e quindi già si pagano tutti i contributi relativi, mentre lo stipendio base, per cui si pagano i contributi per il 100%, viene rivalutato per questo calcolo di un ulteriore 18%. Nel momento in cui andrà in vigore questo contratto ed avremo un’unica voce stipendiale, per contingenza e stipendio base, gli uffici preposti al calcolo della pensione dovranno di nuovo scorporare le due voci e operare il calcolo separato.

Si potrebbero, per il futuro, avere anche altri inconvenienti. Nei prossimi contratti gli aumenti tabellari che verranno attribuiti all’unica voce stipendiale come verranno calcolati ai fini pensionistici? Verranno calcolati solo sulla parte relativa allo stipendio base o solo sulla contingenza o metà per ciascuno? Di tutto questo non c’è traccia nel contratto.

La RdB ha sollevato pesantemente in questi anni la questione salariale, per la difesa del potere d’acquisto delle buste paga e per l’equa redistribuzione della ricchezza prodotta nel Paese, mentre Cgil, Cisl e Uil hanno dimostrato che gli unici interessi che difendono sono i propri e quelli dei loro padrini (gli accordi di luglio ’92 e 93, il blocco della scala mobile, la riforma delle pensioni del governo Dini, il pacchetto Treu, fino all’accordo del 4 febbraio 2002 per il pubblico impiego).

RdB/CUB Pubblico Impiego