BUONI PASTO… ANZI, 
BUONI A NIENTE

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Nel 1996, dopo gli scioperi delle RdB, che, all’epoca, nel settore ministeri, muovevano i primi passi, eravamo riusciti ad ottenere uno stanziamento per retribuire i buoni pasto. 

Dal 1996 il valore dei buoni pasto, che già allora era ridicolo, è rimasto invariato

9.000 lire, pari ad euro 4,65 

Anche questa è una parte della retribuzione, come l’indennità di amministrazione, su cui, secondo ARAN, CGIL, CISL, UIL e CONFSAL, l’inflazione non incide…

Secondo noi, che chiediamo l’aumento del buono a 7,75 euro, questo è solo un primo passo avanti… il valore del buono pasto, per la sua natura, va direttamente collegato all’inflazione!

Tra l’altro, non va dimenticato che, già oggi, lo Stato risparmia metà di quanto stanziato. 

Quindi, il valore del buono pasto potrebbe
essere tranquillamente raddoppiato!

 Inoltre, in molte realtà si stanno incontrando grosse difficoltà, visto che dopo l’ultima gara di assegnazione dell’appalto, diviso in cinque sub-appalti, molti esercizi cominciano a rifiutarsi di ritirare i nostri buoni pasto.

Perché? Perché il “creativo” Tremonti ha scelto, tramite CONSIP SpA, ed in ottemperanza al suo dio, il mercato, di effettuare gare al ribasso.

Le società che hanno vinto l’appalto, per battere la concorrenza, hanno offerto i ticket all’amministrazione ad un costo decisamente fuori mercato.

Gli sconti (fino al 17% del valore del buono) vengono poi fatti ricadere sugli esercizi, che, per intenderci, ci forniscono merce per 4,65 euro ma ricevono, per ogni buono pasto, meno di 4 euro…

E così, lo Stato specula su di noi ed incamera altri risparmi di gestione, alla faccia nostra che, se non si trova una soluzione, non solo non vedremo aumentare il valore del buono, ma ci troveremo, a breve, in mano solo biglietti buoni a niente.

 Siamo letteralmente all’affamamento dei dipendenti.

RdB Pubblico Impiego
Direzione Nazionale

Settore Stato