UNO SCIOPERO PER I CONTRATTI O PER LA CONCERTAZIONE? |
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E’ uno sciopero tardivo, quello proclamato da Cgil Cisl Uil, convocato in pompa magna per consentire a Epifani, Pezzotta e Angeletti di ufficializzare la ritrovata unità sindacale sul terreno della concertazione al ribasso a partire dal pubblico impiego. La situazione è sempre la stessa: sono passati ben 16 mesi dall’Accordo del 4 Febbraio 2002 e i contratti rinnovati oltre la Scuola che ha una sua particolarità, sono Parastato e Ministeri, poco più di 250.000 lavoratori interessati su un totale di oltre due milioni e mezzo! Oltre tutto i
contratti conclusi - senza la firma della RdB P.I. – non colmano affatto
il divario tra inflazione reale, ormai costante al 2,7 %, e le
retribuzioni pubbliche il cui potere d’acquisto è in caduta libera
anche grazie all’introduzione dell’Euro.
Non danno nessuna risposta al problema dell’ordinamento professionale anzi prevedono limitazioni alla possibilità di avanzamento professionale per tutti i lavoratori. Introducono nuove e gravi limitazioni all’esercizio dell’attività sindacale per le organizzazioni sindacali che non sottoscriveranno i Contratti nazionali, stravolgendo la legge e imponendo un ricatto inaccettabile.
L’Accordo di Febbraio 2002 considerato dal Governo e da Cgil Cisl Uil, che l’hanno sottoscritto, una pietra miliare nelle relazioni sindacali del lavoro pubblico rimane un patto scellerato cui non è stata data applicazione per scelta se non nelle parti cui il Governo è fortemente interessato, privatizzazioni di interi pezzi della Pubblica Amministrazione, cessione ai privati di tante ed importanti funzioni dello Stato, con la prevedibile conseguenza di uno smantellamento dello Stato sociale nel nostro Paese: servizi pubblici, istruzione, previdenza, sanità. Inoltre con la scusa del decentramento – in realtà vero e proprio federalismo avviato dai precedenti Governi di centro sinistra – le regioni pretendono di avere mano libera su tutte le materie del lavoro con l’obiettivo di introdurre contratti territoriali da sostituire a quelli nazionali che considerano un freno ed un ostacolo ai diritti dei lavoratori coinvolti, a migliaia, nei processi di privatizzazione che ormai non risparmiano alcun settore: servizi educativi e alla persona, assistenza sociale, farmacie, servizi di manutenzione, asili nido, nella sanità servizi infermieristici, pronto soccorso e servizio di emergenza. Di fronte a questa situazione Cgil Cisl Uil, chiusi in un vicolo cieco, sbugiardati più volte dal comportamento del Governo, ormai con pochissima credibilità agli occhi dei lavoratori, dopo averli divisi accettando lo spezzettamento dei rinnovi contrattuali lanciano come risposta uno sciopero a fine giugno. Uno sciopero inutile perché tardivo, perché non inserito in una vertenza generale costruita anche e non solo con lo sciopero. Insomma uno sciopero che come la pratica ci ha insegnato non potrà portare a soluzione la vicenda contrattuale.
Dopo gli scioperi generali promossi dal sindacalismo di base accompagnati da imponenti manifestazioni nel 2002 a cominciare da Febbraio fino a quello del 6 Dicembre, iniziative continuate nel 2003 con la manifestazione del 7 Marzo contro ogni forma di precariato nella Pubblica Amministrazione fino all’iniziativa del 7 Maggio scorso sotto l’Aran per l’avvio dei rinnovi contrattuali, la RdB Pubblico Impiego darà vita nelle principali città italiane a iniziative di lotta all’interno della mobilitazione nazionale dei dipendenti pubblici dal 30 giugno al 4 Luglio. A
Roma la mobilitazione sarà caratterizzata da un presidio fisso davanti a
sedi del Governo contro l’Accordo del 4 Febbraio’02, per aumenti
contrattuali veri, per un ordinamento professionale che valorizzi la
professionalità dei dipendenti pubblici, contro ogni privatizzazione di
pezzi della Pubblica Amministrazione, contro il tentativo di cancellare la
protezione civile ricollocando i Vigili del Fuoco nel Comparto sicurezza
insieme alle forze di Polizia. Giugno
’03 |