E’ EMERGENZA SALARIALE !

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Proprio mentre ci si affatica, sui tavoli negoziali per i rinnovi dei contratti, a strappare briciole economiche alle controparti, da ogni dove vengono proposte analisi e inchieste che dicono a chiare lettere che l’inflazione e il caro vita crescono a dismisura e i salari e gli stipendi subiscono un vero e proprio tracollo.

In pochi anni si è rovesciato completamente il rapporto della distribuzione del reddito tra fattore lavoro e fattore rendita, cosicché gli incrementi di produttività sono stati tutti a favore delle imprese e mai dei salari.

Il “Rapporto sul potere d’acquisto delle retribuzioni in Italia”, commissionato dal corriere della Sera ad una autorevole società di ricerche, evidenzia una perdita di potere d’acquisto dei salari del 13,3% per gli impiegati e del 9,3% per gli operai.

Insomma quanto la RdB va sostenendo da anni oggi viene confermato anche dagli

istituti di ricerca !

 

MA DI CHI E’ LA COLPA?

 

L’accordo di luglio del 93, con cui CGIL, CISL e UIL hanno garantito la pace salariale e sottoposto i redditi del lavoro alle esigenze delle imprese, continua ad essere il maggior imputato, seguito a ruota dall’unificazione Europea e dall’introduzione dell’ Euro che, in un sistema bloccato dagli accordi di concertazione, hanno definitivamente determinato la assoluta inadeguatezza dei salari al caro vita.

 

CHE FARE?


Fino ad ora si sono mosse solo le associazioni dei consumatori, promuovendo scioperi della spesa e denunce sui prezzi gonfiati nei passaggi dal produttore ai consumatori senza porsi il problema di come adeguare i salari alle esigenze determinate dalla crescita dei prezzi e dall’introduzione dell’euro.

E’ chiaro che senza la reintroduzione di un meccanismo automatico di indicizzazione dei salari e delle pensioni, e l’introduzione di un reddito sociale per disoccupati e precari, la denuncia dell’abnorme aumento dei prezzi rimarrà unicamente uno sfogo senza alcuna soluzione.

Così come continuare ad accettare aumenti contrattuali in linea con l’inflazione programmata mentre da ogni parte si dimostra che la perdita reale dei salari è almeno il triplo dell’inflazione dichiarata.

 

E’ ORA DI MOBILITARCI PER OTTENERE:

 

Il ripristino della scala mobile, individuando un paniere sociale, contenente i beni e i servizi di maggior utilizzo dalle famiglie dei lavoratori e dei pensionati, su cui calcolarla

 

Salari europei che parifichino i trattamenti economici delle varie categorie a livello europeo

 

Una tariffazione sociale per i lavoratori, i disoccupati i precari

 

Un reddito sociale che garantisca comunque una vita dignitosa a disoccupati e precari.

 

COSTRUIAMO LO SCIOPERO GENERALE PER DIFENDERE I SALARI, PER UNA VERA PREVIDENZA SOCIALE, PER I DIRITTI DEI LAVORATORI