Comunicato alle strutture della Giustizia

 Perché la RdB ha firmato l’intesa?

Oggi, 23 dicembre, si è conclusa la prima fase della trattativa per il rinnovo del contratto integrativo del ministero della Giustizia con la sigla da parte dell’amministrazione e dei sindacati di una intesa.

La RdB ha firmato l’intesa apponendo una dichiarazione a verbale in cui rimanda la decisione della firma per la sottoscrizione definitiva all’esito del referendum tra i lavoratori dell’accordo stesso.

Perché la RdB ha firmato l’intesa?

Il Processo di riqualificazione previsto dall’intesa coinvolgerà circa 22.000 dipendenti dell’O.G., tra l’80 e il 90% di quelli del DAP e la quasi totalità degli Archivi Notarili e Giustizia Minorile.

Si prevede inoltre il recupero del residuo del 1998 (artt. 36 e 37) e di una cospicua somma del Fondo 1999 da ripartire a tutto il personale quale indennità di produttività per un importo che di circa due milioni.

E’ previsto per il 2000 l’istituzione di un fondo di sede presso ogni Ufficio il cui importo è pari a circa tre milioni per dipendente in servizio con cui la contrattazione decentrata, e quindi anche le RSU potranno dire la loro, potrà destinare alle particolari posizioni lavorative e alla indennità di produttività, per tutti, oltre che, eventualmente, per altri istituti previsti dal CCNL. In altre parole è passata la nostra proposta di istituire la 14a mensilità.

Inoltre l’amministrazione si impegna a favorire la consultazione tra i lavoratori per l’approvazione dell’accordo. E’ passato in pratica, se non nell’articolato del contratto, nella pagina iniziale dell’intesa il referendum voluto fortemente dalla RdB e osteggiato prima e subito poi da Cgil, Cisl e Sag-Unsa in particolare.

A fronte di queste "conquiste", ottenute dalla RdB e dai lavoratori che hanno aderito alle iniziative di lotta attuate, sono ancora presenti dei punti negativi in questo contratto frutto della spinta fortemente conservatrice di alcune sigle sindacali e di una parte della burocrazia ministeriale.

Il nuovo ordinamento professionale che non va oltre il cambiamento dei numeri della vecchia classificazione per qualifiche con le lettere dei nuovi livelli operando nel contempo una maggiore flessibilità nell’utilizzo del personale negli Uffici; l’istituzione di nuovi profili professionali (formatore, comunicatore e paragiudice) che, pur limitati nel numero, rappresentano una confusione nei ruoli e nelle mansioni delle varie figure professionali presenti nell’amministrazione; il controsenso della previsione di particolari figure professionali a cavallo tra aree diverse con medesime funzioni e differenti retribuzioni; discorso a parte è per l’introduzione dell’orario di lavoro pomeridiano contro cui ci siamo battuti fino all’ultimo senza però esito positivo per una chiusura netta dell’amministrazione.

La RdB, con le limitate forze a disposizione, rivendica come proprie proposte alcune importanti innovazioni introdotte ma ritiene che l’ultima parola sia degli iscritti e dei lavoratori per questo si fa promotrice di un referendum invitando le RSU alla gestione di questo momento di democrazia diretta e al sostegno alle battaglie per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori

Invita inoltre tutti i lavoratori a rafforzare la RdB attraverso l’adesione formale al sindacato e con l’apertura di strutture RdB in tutti i luoghi di lavoro del Ministero.

Federazione RdB Statali – Coordinamento Giustizia