Al Sottosegretario alla Giustizia -  On.Franco CORLEONE

 

Al Direttore Generale dell'O.G. - Cons. Franco IPPOLITO

 

AI Direttore Generale DAP - Pres. Giancarlo CASELLI

 

P.C. AL Ministro della Giustizia - On. Piero FASSINO

 

 

 

Oggetto:  proposta sulla riqualificazione. Osservazioni.

 

La scrivente RdB, da un'attenta lettura delle proposte di codeste amministrazione sui criteri generali relativi alla riqualificazione del personale e al corso-concorso per l'accesso all'area superiore, prende atto che ancora una volta sono state disattese lo le­gittime aspettative del personale dipendente.

 

Gli impegni assunti, in sede di trattativa con le OO.SS., dall'amministrazione erano di tutt'altra portata e sono stati completamente stravolti nella proposta di cui sopra. Que­sta O.S. aveva già intuito che la fretta con la quale si era inteso chiudere la "partita", nonostante la delicatezza della materia trattata richiedesse maggiori approfondimenti, avrebbe portato a risultati finali poco soddisfacenti ma soprattutto approssimativi.

 

Le riforme che hanno interessato il Ministero della Giustizia a cui non sono seguite adeguate procedure di formazione del personale, sono decollate solo ed esclusivamente per la buona volontà dei lavoratori e dalla alta professionalità ed esperienze che questi hanno profuso nel quotidiano impegno a cui sono chiamati.

 

L'intenzione dell'amministrazione di far decollare, con le riforme, un nuovo corso che dia all'amministrazione della giustizia maggiore efficienza ed efficacia attraverso la riqua­lificazione dei servizi da essa resi non trova realizzazione concreta se non passa attra­verso la riqualificazione del personale ed il riconoscimento della professionalità acquisita "sul campo" con anni di autoformazione ed esperienza diretta.

 

Il contratto integrativo del ministero della Giustizia solo parzialmente si fa carico di queste problematiche e, quindi, questi motivi ci avevano indotto a non sottoscrivere quell'accordo che pur ci aveva visti impegnati, durante la trattativa, nel difficile compito di migliorarne il contenuto nell'esclusivo interesse dell'emancipazione delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti.

 

Ai motivi della non sottoscrizione si sono aggiunte le perplessità sulla puntuale ap­plicazione del contratto integrativo, e conseguentemente sugli impegni assunti, che hanno trovato conferma laddove la riqualificazione, che doveva interessare il personale di tutte le qualifiche coinvolgendo un contingente elevato (si parlava di circa 22.000 passaggi per l'O.G. e il 100% nel DAP), si è ridotta a poche centinaia di persone e tra l'altro della sola area C; mentre il personale escluso dovrà attendere la rideterminazione delle dotazioni organiche.

I lavoratori dell'area A e B per il momento sono diventati figli di nessuno an­che loro vincolati dal D.P.R. che li riconosca quali nuove figure professionali.

Il passaggio dell'area B all'area C è un vero e proprio percorso ad ostacoli.

Del passaggio dall'area A all'area B neanche ci si è degnati di parlare.

Le assicurazioni verbali sulla garanzia del mantenimento della sede di servizio a seguito della riqualificazione, sono svanite nel nulla.

L'anzianità di servizio rischia di essere vanificata dal giudizio di idoneità e dal punteg­gio finale della commissione e, per il DAP, dal dimezzamento del punteggio previsto dal contratto integrativo.

 

Il contratto integrativo e i protocolli di intesa allegati prevedono invece due fasi di­stinte di applicazione del nuovo ordinamento professionale, una di prima applicazione con criteri selettivi semplificati ed una fase "a regime" con progressione di carriera legata a modalità di selezione più impegnative. Da aggiungere anche l'impegno di attuare, in pri­ma applicazione, i passaggi di livello in due fasi, una rispetto alle carenze delle attuali piante organiche (da operarsi entro il mese di giugno 2000) ed una sulla scorta delle nuo­ve piante organiche (con l'impegno di completarla entro la fine dell'anno).

 

Le proposte dell'amministrazione pertanto non possono essere prese in considera­zione in quanto disattendono tutti gli impegni presi sul tavolo negoziale, che sono poi le condizioni minimo che possono permettere di far decollare il processo di rinnovamento prospettato nello riforme.

 

Pertanto la scrivente RdB richiede con urgenza un tavolo di confronto con l'Amministrazione al fine di accelerare i processi di riqualificazione e il giusto inquadramento del personale dipendente.

 

 

Roma, 21 giugno 2000

 

RdB-PI / Coordinamento Nazionale Giustizia