ANCORA UNA VOLTA IL LAVORATORE HA RAGIONE :

 

La giustizia, quella con la "G" maiuscola, non si esercita con la qualifica professionale ma con le norme emanate dagli Organi Istituzionali che ne fanno regole fisse per tutti, indipendentemente dai ruoli ricoperti.

 

Accade spesso che le convinzioni e le nostalgie personali non trovano riscontro con la realtà specialmente quando non rispecchiano le norme che regolano i nostri rapporti, sia umani che di quotidiano  lavoro.

      

Spesso si dovrebbe avere la capacità e l'umiltà di riflettere e capire che tutto ciò che riteniamo giusto e dovuto non è istituzionalizzabile, non è una regola fissa applicabile ad ogni occasione, ma qualche volta, essendo frutto di valutazioni e deduzioni soggettive e di convinzioni personali, non sempre è possibile proiettarle nella realtà.

      

Il fatto, però, di arrogarsi il diritto del "Fisico del Ruolo", mostrando i muscoli e gonfiando il petto solo perché riteniamo che tutto ci è dovuto e nulla ci è negato, assume già aspetti preoccupanti, ancor più quando il peso delle nostre decisioni grava prepotentemente su soggetti che, da queste, ne subiscono le illegittime conseguenze.

 

La storia, felicemente risolta, del collega XXX, conducente di automezzi speciali in servizio presso il Tribunale di YYY è solo una delle tante che quotidianamente si "consumano" in danno dei lavoratori.

 

Il collega XXX, assunto ed inquadrato nel ruolo dei conducenti di automezzi speciali ha vissuto sulla propria pelle la scarsa capacità di chi non ha saputo dare le giuste interpretazioni e valutazioni ad una normativa che, bella o brutta che sia, piacevole o spiacevole che sia, rimane comunque vincolante per tutti, indipendentemente dai ruoli rivestiti e dalle funzioni esercitate.

 

Siamo sempre stati convinti che la Giustizia (con la G maiuscola) alla fine avrebbe trionfato, non era certo pensabile che un conducente di automezzi speciali potesse svolgere compiti di puro "FACCHINAGGIO", solo perché qualcuno lo decide "al primo canto del gallo"; non lo abbiamo letto da nessuna parte, in nessun testo normativo, in nessuno dei nostri contratti di lavoro, in nessuna delle declatorie delle nostre aree professionali che sono, per noi, gli unici atti normativi vincolanti del nostro rapporto di lavoro.

 

Complimenti collega XXX.

 

E’ una storia vera, abbiamo sostituito il nome del collega e il luogo di lavoro con “incognite” per rispetto alla privacy. Se volete saperne di più contattate la RdB-PI Giustizia - Calabria (crilomb@libero.it)