E’
grottesco ciò che sta avvenendo al Ministero della Giustizia
sulla questione riqualificazione. La vicenda ha
dell’incredibile. Ricordate la dichiarazione di intenti
fatta lo scorso 2 febbraio dall’allora neo sottosegretario
Vitali? Sbandierò ai quattro venti che avrebbe risolto il
problema in tempi brevi, anche in previsione della riduzione
delle piante organiche imposta, entro il 30 aprile, dalla
Finanziaria 2005.
In
data odierna lo stesso sottosegretario si è presentato al
tavolo della trattativa, dopo ben 2 mesi e 18 giorni di
riflessioni, con una proposta che definire irricevibile è
dire poco.
Il
paradosso sta nel fatto che oggi ci propongono una
progressione di carriera per soli 9334 dipendenti (SIC!!) a fronte dei 24.499 già previsti nei precedenti accordi;
accordi che la RdB P.I. non aveva firmato ritenendoli
insufficienti al riconoscimento della professionalità di
tutto il personale della giustizia fermo al palo da oltre 20
anni. E’ tutto così scandaloso che il resto neanche lo
commentiamo.
La
contrazione dei posti disponibili per la riqualificazione, a
detta dell’Amministrazione, si è resa necessaria a seguito
del taglio del 5% della piante organiche, tale “riduzione”
riguarderebbe, tra l’altro, i livelli più alti e cioè le
stesse fasce che furono aumentate nel 2000 per permettere la
fantomatica riqualificazione.
Fermo
restando l’indecenza di una riqualificazione pagata con i
soldi dei lavoratori, lo spettacolo che ci viene offerto è
ridicolo ed indecoroso. Infatti, mentre il governo per tappare
i buchi di bilancio ricorre a giochi contabili (la riduzione
dei posti riguarda personale non presente e per il quale il
governo non stanzia alcuna risorsa e quindi non si possono
realizzare risparmi di gestione) l’Amministrazione
sprezzante degli accordi sottoscritti, ancorché non condivisi
dalla RdB P.I., ne fa ricadere le dirette conseguenze sulle
spalle dei lavoratori.
A
questo punto occorre che ognuno si assuma le proprie
responsabilità; le scelte scellerate di allora sono sotto gli
occhi di tutti: - riqualificazione mancata - flessibilità selvaggia -carichi di
lavoro eccessivi - esuberi nelle posizioni economiche A1 e B1
- trasferimenti bloccati – sicurezza e salute disattese e
chi più ne ha più ne metta.
Perseverare
su questa strada, per chi non l’avesse ancora capito,
significa una chiara volontà di calpestare i diritti e la
dignità dei lavoratori.
La
RdB P.I. è intenzionata a portare avanti la battaglia
intrapresa nel lontano 1999 “la
riqualificazione per tutti i lavoratori della giustizia, la
difesa dei diritti, della dignità e del salario”.
Questa
pesante situazione impone a tutti lavoratori di essere
protagonisti delle iniziative che la RdB P.I. prenderà
nell’immediato.
·
Proclamazione
dello stato di agitazione di tutto il personale della
Giustizia;
·
Costruzione di
iniziative di lotta a livello locale attraverso le assemblee
dei lavoratori;
·
Sciopero
nazionale dei lavoratori della Giustizia con Manifestazioni e
Presidi.
Roma,
20 aprile 2005
RdB P.I. – Esecutivo Giustizia
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