Dopo le
partecipate manifestazioni del 15 giugno u.s. i lavoratori
giudiziari hanno replicato “alla grande” il 1° luglio,
con assemblee e presidi sindacali indetti dalla RdB P.I.
in quasi tutti gli uffici giudiziari del paese.
A Roma,
dinanzi al Ministero della Giustizia,
oltre
600 dipendenti
hanno aderito all’iniziativa di protesta determinando la
paralisi dei servizi e dell’intera attività
giudiziaria,
al punto che il Presidente del Tribunale “per la quasi totale
partecipazione del personale amministrativo” si è visto
costretto ad emanare un apposito provvedimento che autorizzava
il rinvio al giorno successivo, “senza pregiudizio a fini
processuali”, del deposito degli atti in scadenza.
La RdB P.I.
ha promosso le iniziative di lotta e di mobilitazione,
recependo il malcontento di tutti i giudiziari che, da troppo
tempo e con sacrifici personali, permettono alla macchina
della giustizia di andare avanti, nonostante i gravosi carichi
di lavoro, il taglio delle dotazioni organiche e delle risorse
economiche, il ricorso sempre più massiccio al precariato ed
alle esternalizzazioni.
A tutto ciò
si aggiunge l’umiliante mortificazione per la
mancata progressione di carriera, un sacrosanto diritto
già legittimamente riconosciuto a quasi tutti i lavoratori
degli altri Dipartimenti dello stesso Ministero ma
inspiegabilmente negato ai dipendenti giudiziari dai vertici
dell’Amministrazione!!
La chiara
volontà politica di smantellare questo fondamentale servizio
pubblico
troverà la netta opposizione della RdB P.I. e di tutto il
personale giudiziario che anche oggi ha gridato a gran voce
La
Giustizia non si svende
All’iniziativa romana ha aderito un rappresentante della
Sezione Distrettuale dell’Associazione Nazionale Magistrati
che, condividendo le ragioni della protesta, ha espresso
massima solidarietà al personale amministrativo.
Questa
giornata nazionale di mobilitazione dei lavoratori della
Giustizia è solo “l’assaggio” di una protesta e di un
conflitto che proseguiranno nei prossimi mesi sino ad arrivare
allo sciopero generale.