Dal 14 novembre
negli uffici giudiziari di Roma si respira un’aria nuova. Aria
di dignità, dignità offuscata nel corso degli anni da coloro
che non hanno interesse che la Giustizia funzioni.
Il 14 novembre è
iniziata una protesta promossa dalla RdB P.I., approvata in
Assemblea dai lavoratori del Tribunale, della Procura e del
Giudice di Pace di Roma. protesta che consiste nell’applicare
rigorosamente i compiti che le leggi, i contratti ed i
regolamenti demandano agli stessi.
La protesta
nasce dal disagio che, come lavoratori della giustizia,
viviamo quotidianamente sui posti di lavoro. Quali “operatori”
del settore sappiamo che non è questo il modo giusto
di amministrare la Giustizia, anche perché a farne le spese
sono i lavoratori ed i cittadini.
Questa protesta,
però, comincia a dare i suoi frutti:
L’Associazione Nazionale Magistrati, Sezione Distrettuale di
Roma - Lazio, con propria missiva ha espresso
“apprezzamento per l’abnegazione con la quale il personale
amministrativo fa fronte quotidianamente ad impegni
delicatissimi, garantendo il funzionamento del servizio pur in
presenza di carichi di lavoro enormi e di organici
insufficienti. Auspica, quindi, che tale impegno sia
adeguatamente considerato dall’Amministrazione…”.
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Il
Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma anche se
ha chiesto l’immediata revoca della protesta ha“espresso
apprezzamento al personale giudiziario per la preziosa opera
con la quale quotidianamente garantisce il funzionamento del
servizio giustizia”.
Il
CODACONS (Associazione Nazionale di Consumatori) dopo aver
ricevuto numerose segnalazioni dai cittadini che lamentavano
“disservizi di vario ordine e grado”, ha diffidato il
Ministero della Giustizia ad adottare urgentemente tutte le
misure per il “corretto svolgimento delle proprie attività
istituzionali, a riconsiderare l’organizzazione dei servizi e
degli uffici ed ipotizzare tutte le possibili soluzioni a
conforto dei disagi subiti dai consumatori/utenti”.
I
lavoratori giudiziari romani, limitandosi ad applicare la
legge, hanno visto giusto: è proprio questa la strada più
efficace per costringere il Ministero della Giustizia a
risolvere concretamente alcuni dei problemi che affliggono da
anni il personale.
Ci
riferiamo alla cronica carenza di personale, alle strutture e
mezzi inadeguati, ai locali insufficienti e fatiscenti. Se a
tutto ciò si aggiunge la mortificazione della mancata
riqualificazione si può, a giusta ragione, dire che “la
misura è colma”.
La RdB P.I. è convinta della legittimità di questa forma di
protesta, da alcuni impropriamente definita come
“sciopero bianco”, che avrà se non altro il merito di
evidenziare come i lavoratori giudiziari siano
costretti nei fatti, se vogliono che il lavoro vada avanti, a
svolgere mansioni che quasi sempre, non corrispondono a quelle
per le quali sono pagati.
La RdB P.I.
fa appello a tutte le RSU e tutti i lavoratori giudiziari, a
prescindere dall’appartenenza a questo o a quel sindacato, a
sostenere la protesta dei colleghi di Roma. Uniamoci per dare
un segnale forte all’Amministrazione perché capiscano che
facciamo sul serio… come ai bei tempi dell’indennità
giudiziaria.
La RdB
P.I. si rende disponibile a fornire ulteriori chiarimenti e
informazioni sull’iniziativa, nonché a presenziare alle
assemblee che saranno indette nei luoghi di lavoro.
Troverete sul nostro sito il materiale necessario. In ogni
caso potete contattarci tramite i delegati di posto di lavoro,
telefonare ai seguenti numeri 3474727596 –3483856842 oppure
scriverci ai nostri indirizzi di posta elettronica.
Roma 23
novembre 2005
RdB P.I.
- Esecutivo Nazionale Giustizia |