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ANCHE IL MINISTERO ADERISCE…

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     Dopo le manifestazioni di solidarietà dei magistrati, degli avvocati e delle associazioni civili, anche il Ministero della Giustizia ha “aderito” all’iniziativa della RdB P.I. sulla rigorosa osservanza delle mansioni attribuite ai lavoratori giudiziari dai contratti, dalle leggi e dai regolamenti vigenti.

      Il Vice Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria con circolare 25-01-2006 ha infatti richiamato i Capi degli uffici giudiziari ad una più rigorosa applicazione del disposto di cui all’art. 52, comma 2, del D.lgs n. 165/2001 che disciplina il conferimento delle mansioni superiori, nonché a “vigilare affinché i dipendenti siano impiegati nei compiti propri delle figure professionali e posizioni economiche d’appartenenza, e ciò al fine di evitare lo svolgimento, in via di fatto, di mansioni superiori”. Ovviamente per evitare di corrispondere al dipendente il relativo trattamento economico .

     Grazie alla precisazione del Ministero, i lavoratori giudiziari non avranno più dubbi sulla legittimità dell’iniziativa promossa dalla RdB P.I. fin dallo scorso 14 novembre 2005 e sulla necessità di renderla più pungente ed efficace su tutto il territorio nazionale.

     L’intervento ministeriale ci consente poi di avere una più chiara rappresentazione dell’ormai dilagante fenomeno del “mansionismo” nell’Amministrazione Giudiziaria.

     Il sempre più frequente ricorso al conferimento delle mansioni superiori è la prova inconfutabile che l’Amministrazione della Giustizia, per garantire un più efficace ed efficiente servizio al cittadino, ha necessità di dotarsi di personale altamente qualificato; da qui l’esigenza di riconoscere la giusta e meritata professionalità a tutti i dipendenti giudiziari con il loro inquadramento nella posizione economica superiore.

     La mancata riqualificazione del personale giudiziario, il solo – tra i ministeriali – a non aver mai conseguito una progressione di carriera, oltre a mortificare le legittime aspettative di circa 40.000 lavoratori costretti a svolgere servizi delicati con carichi di lavoro insopportabili, penalizza e riduce la produttività degli uffici perché le relative dotazioni organiche sono sprovviste delle necessarie professionalità.

     Nonostante i vertici dell’Amministrazione Centrale abbiano anche recentemente confermato, con la drammatica riduzione delle spese per l’informatica, il loro assoluto disinteresse per i problemi che affliggono il personale degli uffici giudiziari, la RdB P.I. è certa che la convinta volontà e caparbietà dei lavoratori sarà in grado di piegare ogni resistenza per conseguire

più dignità, più diritti e più salario

     Ecco perché rinnoviamo l’invito a tutti i lavoratori perché persistano nella protesta sul rigoroso rispetto delle mansioni, anche assumendo – nel rispetto della legge – atteggiamenti più intransigenti.

Roma, 15 febbraio 2006                                                                 Esecutivo Nazionale Giustizia



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