IL 25 LUGLIO U.S. ABBIAMO SOTTOSCRITTO, CON CISL FPS GIUSTIZIA - UNSA SAG - CGIL FP - UIL PA - CISAL GIUSTIZIA - FLP UNA PIATTAFORMA UNITARIA SULLE QUESTIONI DELLA GIUSTIZIA. ECCOLA.

 

CISL FPS GIUSTIZIA - UNSA SAG - CGIL FP - UIL PA

RDB P.I. - CISAL GIUSTIZIA - FLP

Roma, 25 luglio 2002

Al Ministro della Giustizia:  On. Roberto CASTELLI

AI Sottosegretari di Stato della Giustizia: On. Jole SANTELLI - On. Michele VIETTI - On.Giuseppe VALENTINO

Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria: Dott. Nicola CERRATO

Al Direttore Generale del personale dell’Organizzazione Giudiziaria:  Carolina FONTECCHIA

La Giustizia è una grande macchina che produce un servizio di fondamentale  importanza in  una società civile e democratica. E’ pertanto fondamentale una organizzazione della macchina che le consenta di funzionare meglio.

    Restando nella metafora la macchina è imballata ed il servizio giustizia non corrisponde alle attese ed alla domanda della collettività, ed anzi si registra uno scarto pauroso tra  queste e quello sino al punto da mettere in crisi l’idea stessa di giustizia.

    In questo senso si può dire che la crisi della giustizia è la crisi della sua organizzazione e che dunque  è sull’organizzazione e sulla gestione del personale che occorre intervenire se si vogliono assecondare gli obiettivi, di efficienza efficacia qualità del funzionamento del servizio sui quali esiste un consenso unanime.

Obiettivi totalmente disattesi nel DPEF 2003-2006 che , mentre prevede concrete attenzioni per i magistrati,  recuperando risorse per incrementarne la retribuzione o per il personale del settore penitenziario e minorile, nulla prevede per il personale degli uffici giudiziari.

    Le sottoscritte OO.SS. CISL FPS GIUSTIZIA-UNSA SAG-CGIL FP- UIL PA- RDB P.I. - CISAL-GIUSTIZIA FLP individuano i seguenti punti quali strumenti-obiettivo capaci di promuovere e sostenere il processo di modernizzazione organizzativa del sistema:

1)           Utilizzare tutti gli strumenti e le possibilità contenute nel CCNL, tra cui l’art 13 comma 5 , per realizzare la riqualificazione del personale.

Il contratto integrativo ha  infatti ridimensionato il numero dei profili,riscrivendoli con criteri non più analitici ma sintetici e tali da ricomprendere nella loro formulazione un più vasto ambito di mansioni e garantire maggiore flessibilità nella prestazione lavorativa.

    L’esempio per eccellenza è quello relativo alla ricomposizione della figura del cancelliere a cui doveva corrispondere un percorso che consentisse una reale progressione professionale dentro e tra le aree.

    L’abnorme contenzioso che si è sviluppato paralizzando ogni attività inerente la riqualificazione e la sentenza della Corte Costituzionale che è sopraggiunta e viene utilizzata come comodo paravento per vanificare le aspettative del personale richiedono di percorrere strade alternative.

    Quella indicata è l’unica, coerente con il contratto nazionale,  che  risponda anche all’obbligo morale (che dovrebbe avere chi ha la responsabilità politica e amministrativa del ministero) di sanare  l’intollerabile disparità di trattamento tra personale dello stesso Ministero che lavora gomito a gomito.

2)           Incrementare, con risorse fresche,  il fondo di amministrazione finalizzato a realizzare miglioramenti dell’efficacia ed efficienza dei servizi per sperimentare, in determinati distretti di Corte d’Appello, processi organizzativi impostati alla “qualità totale”;

3)           Prevedere, nella legge finanziaria, la deroga per la copertura delle vacanze di organico e la sistemazione del personale ex LSU

4)           Sperimentare, in determinati distretti di Corte d’Appello, e nell’ambito del personale in servizio una figura professionale  cui sarà affidato il compito di provvedere,secondo le indicazioni del magistrato, a raccogliere la pertinente documentazione legislativa, giurisprudenziale e dottrinale per  lo studio delle questioni sottoposte al suo esame, prioritariamente nei settori della giustizia del lavoro, della volontaria giurisdizione e fallimentare.

L’ipotesi di cui sopra costituisce il punto di partenza  per un successivo passaggio per la realizzazione negli Uffici Giudiziari della figura del Cancelliere di altre esperienze europee.

5)           Definire una disciplina del rapporto tra il Dirigente la cancelleria  e il Magistrato capo dell’ Ufficio giudiziario in coerenza e rispetto della normativa generale sulla dirigenza.

6)           Decentrare i servizi e le attività amministrative del Ministero predisponendo, al contempo, un piano organico complessivo di aumento delle risorse finanziarie e di potenziamento degli organici del personale

    Su questi contenuti, disattesi dal DPEF 2003-2006, le scriventi organizzazioni sindacali che esprimono la totalità della rappresentanza del personale degli uffici giudiziari chiedono un incontro  con il Ministro della Giustizia  a brevissimo termine,rappresentando che in assenza di questo e di concreti atti che rispondano alle questioni poste si vedranno costrette a breve ad assumere tutte le iniziative  di mobilitazione e di sciopero utili a sostenere le buone ragioni e le legittime aspettative del personale.

 

CISL FPS GIUSTIZIA              UNSA SAG              CGIL FP                    UILPA      

        (P. Saraceni)                            (A.Ponticiello)            (C. Arnone)                     (N. Nisi)

 

RDB P.I.                          CISAL Giustizia                               FLP GIUSTIZIA

(G. Todisco)                        (M. Capobianco)                                      (V.Baldacchini)