Lettera aperta al Ministro della Giustizia |
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A
tutte le strutture Territoriali
In
occasione della imminente apertura dell’anno giudiziario, questo Sindacato ha
unitariamente predisposto una “LETTERA APERTA AL MINISTRO CASTELLI” nella
quale ha ricompreso le rivendicazioni che hanno dato origine alla vertenza
Giustizia, peraltro ancora aperta.
Si
prega di voler cortesemente distribuire il documento alle Autorità, agli
intervenuti, alle agenzie di stampa, ai giornalisti e agli organi di
comunicazione presenti.
La
capillare diffusione negli Uffici Giudiziari e Penitenziari sarà contestuale.
Distinti saluti.
Roma,
17 gennaio ’03
Coordinamento Nazione RdB-PI Giustizia
CISL FPS Giustizia – UNSA SAG – CGIL FP – UIL
PA
RDB
P.I. – CISAL Giustizia – FLP Giustizia
Lettera
aperta al Ministro della Giustizia
In
genere, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, si trova un
piccolo spazio per un bilancio, sia pure sintetico, della condizione materiale
degli uffici giudiziari e del personale dell’amministrazione della giustizia.
Signor
Ministro speriamo che Lei, questa volta, dirà qualcosa di serio e di importante
sul personale giudiziario, visto che fino ad ora nulla ha detto e nulla ha
fatto.
O
meglio qualcosa ha fatto: Lei non
ha rispettato il contratto nazionale e il contratto integrativo e ci ha
costretto a manifestare e scioperare per far rispettare i patti:
è
vero che i contratti li abbiamo firmati con un altro Governo, ma Le dice niente
la continuità amministrativa?
Lei
ha un solo modo per non tenerne conto: fare un altro contratto, possibilmente
migliore, che meglio di questo sappia rispettare l’equilibrio tra le esigenze
degli uffici e quelle dei lavoratori.
Sono i fatti a parlare: la vacanza di organico del personale amministrativo è di 6500 unità, le assunzioni sono bloccate, i fondi destinati alla giustizia sono diminuiti .
Eppure
spettano al Ministro l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi
alla giustizia.
Innovazione
e progettualità sono parole sconosciute alla sua struttura che è
riuscita a non far fruttare neppure ciò che non costa : il contratto
integrativo e la conseguente riqualificazione del personale.
Signor
Ministro, sono ormai necessarie non solo parole, ma iniziative concrete riguardo
alla situazione sempre più drammatica degli uffici giudiziari, impegnati in uno
sfibrante lavoro non più di rodaggio, delle tante riforme subite, sempre a
costo zero. In questo inizio di anno, Sig. Ministro, le rappresentanze sindacali
periferiche e soprattutto quelle nazionali stanno riorganizzandosi, affinché
nei prossimi mesi il personale giudiziario possa riprendersi ciò che gli è
stato tolto. L’interpretazione che avete dato alla
sentenza 194/2002 della Corte Costituzionale nonché la legge finanziaria
di recente approvazione, hanno inflitto l'ennesimo colpo alla già precaria
situazione degli uffici giudiziari, venendo meno uno degli elementi essenziali
della riforma e della riorganizzazione dell'intero Ministero della Giustizia. E
se non viene coperto l'organico oggi esistente, quando mai si potrà parlare
dell'aumento (in certi settori necessario e anzi vitale) dell'organico stesso?
Il
mancato sblocco della riqualificazione nuoce anche a centinaia di colleghi che
attendono ormai da anni il trasferimento.
Le
organizzazioni sindacali che rappresentano la stragrande maggioranza del
personale non si limitano alla
denuncia ma le avanzano delle proposte capaci
di promuovere e sostenere il
processo di modernizzazione organizzativa
del sistema :
1)
Utilizzare tutti gli strumenti e le possibilità contenute nel CCNL, tra
cui l’art 13 comma 5 , per realizzare la riqualificazione del
personale.
Il
contratto integrativo ha infatti ridimensionato il numero dei
profili,riscrivendoli con criteri non più analitici ma sintetici e tali da
ricomprendere nella loro formulazione un più vasto ambito di mansioni e
garantire maggiore flessibilità nella prestazione lavorativa. L’esempio per
eccellenza è quello relativo alla ricomposizione della figura del cancelliere a
cui doveva corrispondere un percorso che consentisse una reale progressione
professionale dentro e tra le aree. L’abnorme contenzioso che si è sviluppato
paralizzando ogni attività inerente la riqualificazione e la sentenza della
Corte Costituzionale che è sopraggiunta e viene utilizzata come comodo
paravento per vanificare le aspettative del personale richiedono di percorrere
strade alternative. La situazione di stallo si ripercuote negativamente
ulteriormente aggravando l’arretrato nei Tribunali. La via indicata
unitariamente dal Sindacato è l’unica, coerente con il contratto nazionale,
che risponda anche
all’obbligo morale (che dovrebbe avere chi ha la responsabilità politica e
amministrativa del Ministero) di sanare l’intollerabile disparità di
trattamento tra personale dello stesso Ministero che lavora gomito a gomito.
2)
Incrementare,
con risorse fresche, il fondo di amministrazione finalizzato a realizzare
miglioramenti dell’efficacia ed efficienza dei servizi per sperimentare, in
determinati distretti di Corte d’Appello, processi organizzativi impostati
alla “qualità
totale”;
3)
Sperimentare, in determinati distretti di Corte d’Appello, e
nell’ambito del personale in servizio una figura professionale cui sarà affidato il compito di provvedere,secondo le
indicazioni del magistrato, a raccogliere la pertinente documentazione
legislativa, giurisprudenziale e dottrinale per
lo studio delle questioni sottoposte al suo esame, prioritariamente nei
settori della giustizia del lavoro, della volontaria giurisdizione e
fallimentare.
L’ipotesi
di cui sopra costituisce il punto di partenza per un successivo passaggio per la
realizzazione, negli Uffici Giudiziari, della figura del Cancelliere analoga ad
altre esperienze europee.
4)
Definire una disciplina del rapporto tra il Dirigente la cancelleria
e il Magistrato, capo dell’ Ufficio giudiziario, in coerenza e rispetto
della normativa generale sulla dirigenza.
5)
Decentrare i servizi e le attività amministrative del Ministero
predisponendo, al contempo, un piano organico complessivo di aumento delle
risorse finanziarie e di potenziamento degli organici del personale a cominciare
dalla definitiva stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato e la
trasformazione in full-time di tutti i rapporti di lavoro dei lavoratori e delle
lavoratrici assunti part-time, che hanno maturato i requisiti contrattuali e ne
facciano richiesta.
CISL FPS Giustizia – UNSA SAG – CGIL FP – UIL PA
RDB P.I. – CISAL Giustizia – FLP Giustizia