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Che
l'Amministrazione Centrale non abbia sufficientemente supportato i CSSA è
storia ed è fuori di dubbio, né la legittimazione va ricercata nel far
diventare tale struttura “il carcere senza sbarre" che tanti
dirigenti auspicano. A parere, quindi, di
questa O.S. altre sono le battaglie da fare. Ad esempio bisogna fare in
modo che la Direzione Generale dell'Esecuzione Penale Esterna non venga
mandata a Rebibbia, dove sarebbe decentrata e trattata sicuramente da
Direzione Generale di serie B. Altro punto, che a
parere della sigla scrivente, è da definire urgentemente è il problema
dell'Ufficio dell'Esecuzione penale Esterna nei provveditorati. Nella
stragrande maggioranza di essi funziona a metà perché l'incaricato è
anche titolare di un Centro. Chi si occupa
dell'Esecuzione penale Esterna al PRAP deve, non solo occuparsi dei CSSA
dipendenti, ma deve impostare una adeguata politica sul territorio di
competenza. E questo non può essere fatto a mezzo servizio. Non solo.
L'ufficio del PRAP deve essere al di sopra delle parti. per dare le
necessarie direttive e non può, in caso di conflitti. essere una delle
parti. Tale Ufficio deve godere della
necessaria terzietà rispetto alle questioni da risolvere. Il motivo di questo
disservizio è da ricercarsi nei fatto che non vi sono sufficienti
Dirigenti, e quelli che vi sono non vogliono lasciare il Centro in mano
agli A.S. C3 riqualificati, nè d'altro canto - vogliono che gli stessi
siano incaricati presso il Provveditorato, quasi che l'essere
riqualificati fosse un'onta che non si può lavare. Premesso che a
questa O.S. interessa che il servizio sia svolto con correttezza sia nel
rispetto dell'utenza, ma anche nel rispetto dei lavoratori, non si può
accettare che i Dirigenti e Direttori C3 - riqualificati anch'essi anche
se provenienti dalla posizione economica C2 - pensino più a mantenere o
accrescere le proprie posizioni di potere, che a rendere un servizio allo
Stato. Così accade che nei
CSSA di taluni provveditorati la sostituzione dei Direttori nei periodi di
ferie e di malattie debba avvenire solo attraverso chi è riqualificato da
C2, incuranti che nella sede in cui essa viene fatta, vi sia chi da anni,
prima della riqualificazione, sostituiva il Direttore ed ora, ohibò, non
viene ritenuto. In grado di farlo perché riqualificato da C1. Tale situazione è
assolutamente inaccettabile: non si può tollerare che tale scempio
continui, Innanzitutto questo è determinato dal fatto che non si
ottempera ad una legge dello stato, perché tale è il contratto degli
statali, poi perché - in ogni caso - fino a quando questo sarà vigente,
tali sono le modalità di progressione in carriera degli impiegati dello
stato. Si aspetta forse
una sua modifica? L'ostruzionismo,
oltre che essere illegittimo porta con sé un disservizio notevole, di cui
la situazione attuale dà ampia testimonianza, ma soprattutto - da una
parte - impedisce a chi ha raggiunto il titolo di avere le funzioni, e
dall'altra provoca un inutile sperpero di denaro pubblico con missioni che
servono solo a chi le ha e non al servizio. Tanto premesso va detto che le sedi da
Dirigente siano occupate da tali figure, perché l'inesperienza nella
gestione porta disservizi e malcontento. E tale è il caso del CSSA di
Roma. Altro elemento disfunzionale al servizio
è la circostanza che non viene nominato, nei CSSA. un Vicedirettore
Vicario che potrebbe essere C3, ma la previsione normativa prevede anche
un C2, visto che quest'ultima figura può avere rilevanza esterna. Infatti
capita che per le assenze brevi venga incaricato il responsabile di area -
per lo più di Servizio Sociale - nella sostituzione del Direttore. Nominare in ogni CSSA un Vicario del
Direttore potrebbe servire non solo nelle sostituzioni, ma soprattutto
servirebbe a render visibile una Direzione che ha un alto compito dl
coordinamento. In un settore cosi delicato ed importante come l'esecuzione
penale Esterna, oltre che garantirne la continuità. Sicuramente bisognerà
tenere conto del carico di lavoro del singolo CSSA, per decidere se In
questa struttura il vicario dovrà o no essere esonerato dai casi, ma - a
parere di questa O.S. - tale è una scelta obbligata. Siffatta operazione appare quanto mai
opportuna se si considera che tanto malcontento potrebbe essere evitato
solo se si facesse più attenzione all'organizzazione del lavoro, lavoro
che si vuole diviso per aree dl competenza, ma che è necessario
organizzare senza sovrapposizione e con il consenso di tutte le parti in
causa. In ogni caso è assolutamente
indispensabile fare una ricognizione dei carichi di lavoro, anche per
addivenire a nuove ipotesi di organico e prevedere possibili distacchi del
personale nelle situazioni di grave carenza, al fine di tamponare
l'emergenza. Da ultimo, ma non per importanza, si
vuole sottolineare la necessità che Direttori e Dirigenti di Servizio
Sociale ricordino che talune materie di contrattazione con le OO.SS. sono
obbligatorie. Tale è il caso dell'orario di lavoro e dell'organizzazione
del servizio. E' accaduto che a Napoli, per esempio, si sia data disposizione di un nuovo orario di servizio senza la necessaria contrattazione, o che a Siracusa le OO.SS. vengano convocate informalmente. Tutte queste sono scorrettezze al limite dell'illegalità per le quali si chiede un autorevole intervento. |
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