Lettera aperta al Capo DIpartimento, Presidente Tenebra
Questa O.S., nell’incontro avuto con il Capo del Dipartimento,
Presidente Tenebra, in occasione
degli Auguri per le Festività natalizie gli aveva rappresentato la pesante
discriminazione che veniva fatta ai danni di nostri Dirigenti Sindacali e,
ultimo nel tempo, la mancata assegnazione delle docenze ad un nostro
responsabile, presso la scuola di formazione del personale di Via di Brava.
La
direzione della scuola infatti portava a sostegno dell’esclusione
dall’inserimento nel corpo docente dei corsi
rivolti al personale di Polizia Penitenziaria, l’argomentazione che un
dirigente sindacale non può assolvere la funzione docente, anche se il parere
richiesto sull’argomento al l’Ufficio Relazioni sindacali, affermava il
contrario.
La
nostra O.S. ha rappresentato sia al Direttore dell’Ufficio della Formazione
che al Presidente Tinebra l’ipocrisia
di tale assunto posto che vengono
chiamati per le docenze dipendenti iscritti alle varie OS, purtroppo non di
tutte le sigle, e che nella scuola vi sono già persone che hanno fatto
parte in modo attivo di sigle sindacali ai livelli nazionali, ma non per questo
se ne chiedeva l’allontanamento..
Abbiamo
fatto presente tuttavia che – in questo specifico caso - tale problema non si
sarebbe dovuto porre, visto che i corsi si rivolgono alla Polizia penitenziaria,
e che questa sigla sindacale ha fatto la scelta precisa di occuparsi soltanto
del personale del Comparto Ministeri.
Questo episodio ha dimostrato una volta di più che
la scuola di Roma rappresenta un “buco nero”, nel quale è doveroso fare
luce, perchè qualsiasi novità rappresenta o può rappresentare un pericolo per
le dinamiche interne di un posto di lavoro “nicchia” riservato a pochi
privilegiati, nel quale non si deve mettere il naso. E la proposta di affidare
una docenza all’Educatore Coordinatore Augusta ROSCIOLI, non poteva incontrare
i favori dei nostri cosiddetti “compagni” sindacalisti, anche perché la
professionalità e l’esperienza di questo operatore non può e non deve essere
messa in discussione, dal momento che ha tutte le carte in regola per poterlo
fare: dall’esperienza condotta sul campo alla teorizzazione della stessa. Di
qui la necessità di rivolgersi al capo del Dipartimento perché venisse
ristabilito il principio di equità.
Va
sottolineato – a questo proposito – che da troppo tempo, la scuola
rappresenta una sacca di privilegi da distribuire agli amici: i compensi per le
docenze, pur modesti, costituiscono comunque un salario accessorio e non possono
essere sprecati per chi
non è della banda… Da sempre solo talune persone, e non altre,
sono state ammesse al compito di docente. Sempre le scelte sono avvenute
in base alle vicinanze politiche di chi lavora all’interno della
scuola…..Sono sempre gli stessi educatori, gli stessi assistenti sociali, gli
stessi ragionieri…..che – fatalità – sono iscritti o simpatizzanti di
note sigle sindacali…
Va
da sé che per fare proselitismo sindacale non è necessario avere incarichi
nazionali…..
Una
circolare del1991 prevede che l’assegnazione delle docenze deve avvenire sulla
base di un’istanza presentata o alla scuola o all’Ufficio della Formazione,
dell’esame dei curricola, e deve rispettare la rotazione degli incarichi…..
E la preclusione a questi incarichi, vogliamo ribadirlo…..non
avviene in base ai curricola…se e quando sono stati presentati…..
Il volantino delle confederazioni
sindacali CGIL, CISL, UIL è la controprova di questa incresciosa, pesante realtà.
E la malafede sta proprio
nell’affermazione che la Roscioli avrebbe chiesto una raccomandazione…..
La
Roscioli , ha fatto istanza al direttore dell’ufficio della formazione ed ha
presentato – così come previsto dalla sitata circolare del 1991 mai abrogata
- il proprio curriculum. Infatti, la stessa ha dovuto seguire le prassi
previste, visto che non poteva contare su alcuna raccomandazione vera, ma solo
su quanto essa stessa è riuscita a costruire con le proprie forze poichè il
padre non è ex responsabile della Camera del Lavoro di Roma, né ex Dirigente
dell’Amministrazione penitenziaria né i suoi più cari amici non sono i
responsabili Nazionali della Funzione Pubblica CGIL, né ha reso servigi alle
sigle sindacali firmatarie, accettando compromessi a danno dei lavoratori che le
stesse avrebbero dovuto tutelare.
Dall’esame
del curriculum poi, sarebbe dovuto scaturire l’incarico per la materia di
insegnamento, visto che ai comuni mortali non è dato sapere cosa si insegna
nelle scuole. Nessuno ha voluto rappresentarsi come tuttologo…cosa che solo la
malafede di taluni responsabili sindacali fa dire per continuare a privilegiare
amici e amici degli amici.
Ci
domandiamo poi il perché di tanta solerzia nel denunciare come esempio di
malcostume questo episodio perfettamente legittimo e previsto dalle regole che
l’Amministrazione si è data, per come è effettivamente andata la faccenda,
mentre si sta facendo assoluto silenzio sul fatto che si sta per nominare capo
dell’Ufficio delle Misure alternative un magistrato, questo sì
raccomandato dal Ministro, senza tener conto della completa inesperienza
dello stesso in questo contesto.
Infatti
l’esperienza ormai ventennale nell’ambito della Esecuzione penale esterna,
consente al sistema penale del nostro paese di reggere il confronto con le pari
realtà europee: sia per come le misure alternative alla detenzione sono state
introdotte dalla legge, ma soprattutto per il modo con cui
esse sono state fin qui gestite, sia pure nelle difficoltà talvolta
insormontabili, che solo persone di provata esperienza nel campo sono state in
grado di affrontare e risolvere.
Perché non hanno denunciato questa logica spartitoria che danneggerà pesantemente, se portata a termine, il settore?
In
realtà è loro interesse che le misure alternative vadano a catafascio, in modo
da permettere loro di intervenire realizzando soluzioni da tempo nel cassetto,
ma inconfessate perché – diversamente - perderebbero i loro iscritti
Assistenti Sociali.
La tutela dei lavoratori così come la difesa della “qualità e dell’alto valore degli obiettivi formativi” che ” stanno subendo una mortificante negazione di esistenza in vita”, da parte dei nostri “amici firmatari”, deve avvenire solo per conservare sacche di privilegio agli amici e agli amici degli amici.
Poco
importa a loro della funzionalità del sistema, basta che il loro potere non
venga toccato….e ….AMEN.
Roma,
17 gennaio 2002
Il Coordinamento RdB
penitenziari