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Rinnovi contrattuali e riflessioni sindacali

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Cosa c’è prima del fondo ? La convinzione di essere meglio degli altri  e di poterli  fregare sul foto-finish

Il nuovo anno sindacale  si prospetta impegnativo su più fronti, abbiamo in pasta la definizione del nuovo biennio economico e l’uscita dei decreti delegati sul TFR .

Per quanto riguarda il rinnovo del biennio economico il 7 settembre sono riprese le trattative in sede Aran per la definizione di un  contratto che prevede gli stessi importi del precedente e cioè  45 euro netti d’aumento  per un B3 .  Un importo ridicolo , se si pensa che negli ultimi tre anni  l’aumento della vita reale è cresciuto del 40% medio, ma che trova molti disposti ad accontentarsi perché “ la situazione economica è difficile, meglio un uovo che una gallina, i soldi son pochi per tutti…” . In prima fila i confederali  si fanno fautori della real politique. Nell’ambito del pubblico impiego  rimangono però divari accentuatisi negli anni che vanno dal triplicarsi  stipendio della dirigenza ( in questo punto la legge sulla privatizzazione  è stata  attuata) alle differenze irrisorie a confronto, ma pur sempre differenze  delle indennità  di professionalità dei vari ministeri.  Per finanziare l’equiparazione  delle indennità, come previsto dalla legge, in questo caso buonanima della privatizzazione, gli aumenti contrattuali dovrebbero essere pari non già al 5,01 %  bensì al 20%, perché il divario  medio di 150  euro tra l’indennità più bassa e quella più alta dei vari ministeri si colma solo con questo artificio contabile. E’ inoltre notizia degli ultimi giorni che al parastato,  dove la situazione  è migliore dal punto di vista del salario, i buoni pasto  sono aumentati  a 10 euro; mentre è sempre notizia degli ultimi giorni che  tranne RdB nessuno al tavolo contrattuale ha sollevato il problema dell’aumento dei buoni pasto anche se è ancora allegata all’ultimo accordo una nota a verbale  in cui  si prevedeva ” a breve”  la revisione degli importi famigerati. Solo RdB ha evidenziato in tutte le sedi opportune ed in primo luogo all’Aran e dinanzi al  governo che il tesoro incamera in risparmi  60 milioni di euro annui… proprio  per i buoni pasto non spesi . Sul TFR ancora una volta  solo RdB  esprime il proprio  dissenso sulla  confluenza dei nostri soldi  nei fondi-pensione, dimostrando dati alla mano che a fronte  di una rivalutazione annuale del nostro TFR  ( a regole vigenti ) di 3,75% , qualsiasi fondo pensione ha garantito  negli ultimi anni un aumento medio solo del  2,3%. A breve partirà una campagna  mediatica senza precedenti  per convincere il lavoratore pubblico e privato che  preso atto che avremo  come pensione ( un lavoratore a tempo indeterminato  con 40 anni di contributi) una pensione pari al 50% dell’ultimo stipendio conviene investire il TFR in fondi chiusi o aperti  dall’andamento incerto.

Nel nostro Ministero, dove la riqualificazione del 65% del personale è operativa , accertato  che quei 100 euro circa di aumento non sono sufficienti a colmare il bisogno economico ora si insegue altro : ( quando ci sarà ..) una vicedirigenza  please…, un incarico, un posticino in una struttura di emergenza dove di  emergente c’è solo la fama di chi comanda, il potere del sottosegretario di turno .

 Chi può si salvi , e chi no tocca il fondo o si accontenta del milionesimo di briciola di aumento del FUA ottenuto solo per il beneplacito di qualche segretario prima della campagna elettorale .

 Accertato che chi insegue i fatti propri  risolve il presente, ma mette una grossa incognita sul futuro  proprio e delle prossime  generazioni  RdB invita chi il fondo lo tocca ogni giorno, comprando i libri di scuola per i figli,  facendo la spesa e pagando le bollette A RIPRENDERE IN MANO IL CORSO DELLE COSE, PERCHÉ È POSSIBILE, partecipando al referendum sul contratto che presenteremo nelle assemblee, scendendo in piazza in sciopero, creando sui propri posti di lavoro

Momenti di discussione.

Dal 2005 in poi  noi ci auguriamo  che questo nostro sogno diventi l’incubo di chi da tempo ha barattato la dignità ed il salario dei  colleghi con qualche personalissimo posto al sole

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