Al Capo di Gabinetto del Ministro

Prof CALANDRA

 

Alla Direttrice del Personale del Ministero del Lavoro e PS.

Dott. ssa Paola CHIARI

 

Alle OO.SS. CGIL-CISL-UIL­-CONFSAL-UGL-CISAL

 

 

 

LETTERA APERTA AL MINISTRO

PARTE MALE LA ”FONDAZIONE D’ANTONA”

 

Onorevole Ministro

Purtroppo non ci siamo!

 

Nonostante le modifiche apportate allo statuto, dietro nostra espressa richiesta rimangono ancora dei punti illegittimi ed antidemocratici.

 

Nello statuto originario non era previsto che l'assemblea approvasse il bilancio ed in seguito alle richieste formulate dalla scrivente O.S. sono state apportate le modifiche che prevedono 1 approvazione del bilancio da parte dell'assemblea degli iscritti permettendo così agli iscritti di partecipare alla vita sociale della " Fondazione”.

 

Altre modifiche sono state apportate in seguito alla lettera trasmessa dalla scrivente O.S. in data 8 gennaio u. s. al Capo di Gabinetto, alla Direttrice Generale del Personale e a tutte le OO.SS. firmatarie dell'accordo del 27 dicembre 2000.

 

Non sono stati ancora modificati due punti altrettanto fondamentali:

 

1)   La prevista designazione, e quindi non la "eleggibilità", di tre membri del Consiglio d'amministrazione dopo la prima fase di costituzione della fondazione, da cui non traspare una volontà di aprire a tutti gli iscritti la possibilità di essere eletti, anzi si rivela quale strumento antidemocratico che non depone certo a favore dei principi auspicati dalla Fondazione

 

Inoltre ciò è in netto contrasto con la norma che regolamenta l'elezione del Consiglio d'amministrazione che prevede l'elezione degli amministratori e non di una parte degli amministratori.

 

2)   E' prevista la partecipazione degli iscritti dietro versamento di una quota a fondo perduto. Orbene, considerato che la Fondazione parte con un capitale di circa sei miliardi e quindi non avrebbe materialmente bisogno di alcun apporto economico, tanto più se si considera che per figura del socio onorario non è previsto l'apporto di alcuna quota, non dovrà essere prevista alcuna quota per gli iscritti alla Fondazione.

L'alternativa potrebbe essere data dalla previsione che il socio possa recedere e quindi avere indietro le quote versate più gli interessi maturati detratte le spese di gestione.

Si creerebbe il paradosso che una parte cospicua degli iscritti, banalmente ipotizzando, allorquando chiederà un prestito, come previsto dallo statuto, a conti fatti pagherà l'interesse che sarà previsto dal regolamento ed inoltre un ulteriore sovrapprezzo rappresentato dalla quota d'iscrizione.

 

Pertanto,  si prega la S . V. di intervenire per sanare i suddetti ulteriori aspetti, fondamentali e sostanziali, per una gestione democratica e trasparente della "Fondazione D'Antona".

 

Se non saranno apportate le suddette ulteriori modifiche la RdB non parteciperà alla costituzione della Fondazione e si adopererà con strumenti giuridici e sindacali per modificare nella direzione della trasparenza e della democrazia lo statuto della Fondazione.

 

Roma 30 gennaio 2001

p.Fed. RdB P.I. Cataldo Di Napoli